Come inebetito, Rashid esce dalla moschea. Il flusso dei fedeli, come un fiume, si avvia verso le porte e riempie laria di un insistente brusio. La pena serra lo stomaco del giovane. Non riesce a ricordare le parole dellimam. Tuttavia, gli sono apparse un insulto, vibrante di odio e stupidità. Quando esce, trova Azam ad attenderlo. Luomo aggrotta le sopracciglia e scuote la testa. Cè tensione nel corpo del suo signore. Alza gli occhi al cielo, irritato. Forse, ha compreso le ragioni della sua acrimonia. La predica dellimam ha condannato allinferno qualsiasi deviazione dallortodossia. E il suo signore ha sentito il peso opprimente della condanna. Si avvicina a Rashid e appoggia le proprie mani sulle spalle dellaltro. A volte, il suo signore è incosciente e sciocco. Ma la sua purezza è ben più importante di uno stupido formalismo. A quel tocco, il giovane traceur solleva le labbra in un sorriso. Quel tocco, riesce a trasmettere la sincerità di Azam. Per alcuni istanti, fissa il paesaggio, gli occhi velati di lacrime. No, non deve vergognarsi di nulla. Ha rischiato di morire contro Shadowlaw e ha compreso la transitorietà dellesistenza. No, le prediche degli imam sono polvere nel vento. Si gira verso il suo guardiano e un sorriso sereno solleva le sue labbra. ‒ Grazie, Azam. ‒