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Autore: EleAB98    26/08/2024    2 recensioni
Amanda e Alessandro sono ormai una coppia di fatto, quindi non si poteva certo non dedicare a questi due piccioncini (ma non solo a loro!) una piccola raccolta di one-shot, di missing moments e, perché no, di romanticissimi extra. Spero che questa ulteriore incursione nel loro mondo possa fare felice più di qualcuno! ❤
[I personaggi descritti in questa storia sono tratti dal mio romanzo principale "In Un Giorno Qualunque", già disponibile sul mio profilo. I titoli dei racconti fanno riferimento a delle composizioni strumentali del maestro Ennio Morricone].
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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Cinema Paradiso










 

«Da non crederci», sbottò Alessandro, sbuffando a più riprese. «Come cavolo ho fatto a dimenticarmene?»

«Me lo sto chiedendo anch’io», gli diede manforte Amanda, delusa quanto lui. «Che poi, il meteo non prevedeva certo un acquazzone di questa portata», rifletté, incredula.

«Maledizione», borbottò l’altro, visibilmente insoddisfatto. Il loro primo appuntamento da fidanzati ufficiali era appena stato rovinato.

«Se non fosse che il mio vestito è nuovo di zecca, ti avrei proposto di farci una bella corsetta sotto la pioggia. Lo sai che la adoro, anche se… be’, questi temporali così violenti mi piacciono un po’ meno.»

«Impossibile», rispose lui, lasciando ricadere la testa sul sedile. La pioggia continuava a imperversare sui vetri con vistosa energia, oscurando la visuale di qualsiasi cosa. «Il cinema è troppo lontano, e ovviamente trovare parcheggio nei dintorni è un’utopia.»

«Chissà, magari l’ombrello ci sarebbe servito a poco. Sta piovendo troppo», tentò di consolarlo lei, notando quando Alessandro si fosse rabbuiato. Non le piaceva affatto vederlo così abbattuto, e avrebbe dato qualunque cosa per regalargli un sorriso.

Finalmente, lui incollò gli occhi nei suoi. «Mi dispiace tanto, tesoro. Lo so quanto ci tenevi, e»

«Non dispiacerti», gli rispose Amanda, cercando subito un contatto più stretto con il suo lui. Gli si avvicinò e, incapace di trattenersi oltre, gli sfiorò l’accenno di barba con le labbra, quindi catturò le sue in un bacio tenero e altrettanto rassicurante.

Alessandro schiuse appena le proprie, stringendola più a sé. «Scusami tanto», ripeté ancora, interrompendo quella dolce effusione, che subito lo aveva fatto andare in brodo di giuggiole. «Avrei dovuto essere previdente, è stata tutta colpa»

«No», soffiò lei sulle sue labbra. «Non è stata colpa tua, okay? E poi… non è mica la fine del mondo, no?»

Alessandro le rifilò uno sguardo adorante. «Lo sai che farei di tutto per te, mmh?»

«Lo so. Ma non è solo per questo, che ti amo.»

«Ah no?» Alessandro aggrottò la fronte, una sublime carezza sulla guancia.

Ad Amanda bastò quel semplice tocco perché andasse letteralmente a fuoco. Negli ultimi tempi, anche solo guardarlo dritto negli occhi riusciva a innescare dentro di lei una passione sfrenata, con la quale era sempre più difficile fare i conti. «No», sussurrò, tornando sulle sue labbra. «Tu forse non hai idea di come riesci a farmi sentire… sia dentro che fuori la camera da letto», azzardò, sconvolta dalle sue stesse parole. Eppure, era proprio la verità. Con Alessandro riusciva a essere se stessa fino in fondo, senza maschere. Ed era felice come non mai.

Ad Alessandro sfuggì un gemito soffocato, mentre continuava a perdersi tra le morbide e invitanti labbra di Amanda, che con crescente irriverenza stuzzicavano costantemente le sue. 

«Per me è lo stesso», rispose lui, a fatica. Era preda di un desiderio senza freni e, se soltanto non si fossero trovati nel bel mezzo del quartiere, l’avrebbe fatta sua con tutta la passione, la tenerezza e la disperazione possibili. Staccarsi dalle sue labbra diventò un’opzione quasi impraticabile, mentre la ragazza gli si gettava addosso cingendogli il collo con le braccia. Alessandro tentò di restare lucido, ma le sue labbra, come le sue mani, si muovevano praticamente da sole. A palmi aperti, percorse parte delle sue cosce stringendole quel tanto che bastava a farla sospirare di piacere. Amanda saltò su di lui con estrema attenzione, le pupille dilatate e un’eccitazione tale da provocarle quasi un dolore fisico.

«Amanda, si può sapere che intenzioni hai?» le domandò lui, senza fiato. Benché l’avesse vista più e più volte in preda alla passione, non era affatto sicuro di aver mai notato i suoi begli occhioni brillare in quel modo. Lo stava guardando come se fosse l’unico e il solo, e lui se ne sentì profondamente lusingato. E, ovviamente, sapeva benissimo quali fossero le sue intenzioni.

Amanda non gli rispose nell’immediato. Gli occhi di Alessandro stavano brillando di una luce nuova, e non c’era più traccia del forte dispiacere che li aveva oscurati qualche minuto prima. Avrebbe potuto fare di meglio, però.

«Vuoi che torniamo a casa?» le chiese lui, nonostante l’istinto gli stesse suggerendo di prenderla proprio lì; il desiderio che la ragazza gli aveva innescato stava minacciando di farlo esplodere da un momento all’altro, e non era affatto sicuro che guidare in quelle condizioni fosse la scelta più saggia. Ciononostante, non se la sentiva ancora di prendere del tutto il comando. Voleva che fosse lei a decidere.

«Voglio soltanto una cosa», si arrischiò a rispondergli lei, la sua voce era appena un surrusso. «Te.» Si sistemò su di lui e gli saccheggiò di nuovo le labbra. «E ti voglio adesso», sottolineò, sorridendo contro la sua bocca.

Alessandro rispose al fuoco immediatamente, ma un rimasuglio di sincera preoccupazione non gli permise di lasciarsi subito andare. «E se qualcuno dovesse ved»

«Non ci vedrà nessuno, Ale. Piove a dirotto», protestò lei, tra un bacio e l’altro. Sarebbe stata ormai incapace di frenarsi. Lo voleva con tutte le sue forze.

Alessandro si guardò intorno per un momento, senza smettere di baciare la sua Amanda. Erano ormai le dieci e trenta di sera; la pioggia cadeva fitta sui vetri, un rumore costante e la visuale estremamente ridotta. Con uno scatto, afferrò il cappotto sul sedile posteriore della vettura e glielo mise sopra, a mo’ di copertura. «Vedi che mi fai fare», farfugliò poi, quasi divertito, mentre la sua lingua prese a danzare vorticosamente con quella di lei. Amanda gli sbottonò, con una certa impazienza, l’elegante camicia scura che aveva indossato per l’occasione e continuò a baciarlo, quindi saggiò ancora una volta la morbidezza della sua pelle. Una cascata di brividi si diffuse per tutto il suo corpo non appena lui le arpionò, con altrettanta decisione, le cosce seminude e le sollevò appena il vestito, per poi privarla delle mutandine. Non passò molto tempo perché quel contatto infuocato si trasformasse in completa fusione. Amanda si muoveva su di lui con una scioltezza e un desiderio incredibili, mentre Alessandro continuava ad accompagnare i suoi movimenti, gli occhi annebbiati dal piacere indescrivibile che lei gli stava donando. Le strinse i piccoli seni con dolcezza titillandone i capezzoli da sopra il tessuto, le labbra che, a più riprese, le solleticavano il collo. Quando Amanda si decise ad aumentare ulteriormente il ritmo delle spinte, una familiare esplosione di sensi li colse sul fatto privandoli di qualsivoglia energia, un ultimo bacio a sancire la profondità e la bellezza di quel momento.

Rimasero abbracciati e accoccolati l’uno sull’altra per un tempo indefinito, mentre la pioggia battente non sembrava volesse arrestare il proprio corso. Spesse gocce continuavano a colare sui vetri facendo da sfondo a un’esperienza che entrambi giudicarono al limite del “surreale”.

A un certo punto, Alessandro si abbandonò a una risatina spensierata. «Non ci posso credere», si limitò a dire, tornando a guardare Amanda. «Solo tu potevi spingermi a fare una cosa del genere. Nemmeno a vent’anni mi sono azzardato a fare... questo.» Si guardò per un momento: la camicia stropicciata, un’Amanda seminuda sopra di lui, che gli sorrideva compiaciuta. E, come se ciò non fosse bastato, erano ancora fisicamente uniti. Separarsi del tutto da lei non era affatto contemplato, in quel momento specifico.

«Nemmeno io, se la cosa può consolarti», rispose lei, carezzandogli la nuca. «Ma c'è sempre una prima volta, no?»

«Direi di sì», rispose lui. «E la nostra prima volta è stata bellissima.»

Amanda sorrise, una sfumatura di dubbio nella voce. «Ma almeno... questa cosa del genere ti è piaciuta?» gli chiese, riferendosi alle sue precedenti parole.

«Se ti dicessi di no, che cosa faresti?» la provocò lui, un sopracciglio inarcato.

«Ti sbatterei immediatamente fuori da qui e ti lascerei a marcire sotto la pioggia», gli rispose lei, con infinita nonchalance. 

«Oh, non oserai, spero», replicò lui, soffocando un’altra risata.

Amanda scosse la testa e gli rifilò un altro bacio, che Alessandro approfondì immediatamente; la lingua si insinuò con dolcezza nella sua bocca, accarezzando la sua con infinita riverenza, i polpastrelli ad accarezzarle la schiena sottile da sotto il cappotto che la ricopriva. Quando si staccò dalle sue labbra, gli occhi di Alessandro si posarono su quelli di lei, che però abbassò lo sguardo, felice e imbarazzata allo stesso tempo. Non avrebbe mai immaginato che un simile scenario potesse verificarsi con Alessandro. Fare l’amore con lui era stato così naturale e, nel contempo, sconvolgente. E poi, il modo in cui la guardava...
Amanda era certa di essere ormai totalmente innamorata di lui. Senza contare che solo con Alessandro aveva provato quelle sensazioni fisiche tanto incredibili, quell’esplosione di piacere che le faceva dimenticare persino il suo nome. Era come se si conoscessero da sempre.  Lui sapeva esattamente come farla sentire donna, e ammetteva anche di non aver mai sperimentato una sintonia sessuale così appagante con un uomo, nonostante la sua poca esperienza in materia.

Certo, l’iniziativa era partita da lei, e, se non fosse stato per la pioggia battente che non permetteva di vedere alcunché, il suo fidanzato non avrebbe certamente acconsentito, riservato com’era, a lasciarsi trasportare dal sentimento e dall’attrazione che provava nei suoi confronti. Arrossì un altro po’. Si era lasciata guidare dalla passione e si era mossa con decisione su di lui, lasciando che il piacere li travolgesse e, a poco a poco, li rendesse stanchi e non meno appagati. Solo che lei non si sentiva affatto stanca. Aveva un disperato bisogno di lui, e unirsi a lui in quella danza così primordiale e altrettanto romantica (non avrebbe mai dimenticato gli occhi lucidi e sognanti di Alessandro mentre lei gli donava e si donava piacere) aveva fatto nascere in lei una caterva di desideri; tra questi, quello di renderlo il più felice possibile.

Alla fine, Amanda si ricompose con discrezione, ma quando si voltò verso Alessandro vide che lui, incantato, la stava ancora guardando. Amanda si concentrò sull’espressione che gli illuminava il viso, poi scivolò sul suo petto e vi indugiò per qualche istante, la camicia ancora sbottonata. 

«Vieni qui», le fece lui, mentre Amanda risistemava volentieri la testa sul suo petto. «È stata una delle serate più particolari della mia vita.» 

Amanda si lasciò sfuggire un risolino. «Intendi particolare perché l'abbiamo fatto in macchina?»

Alessandro le schioccò un tenero bacio sulla tempia. «Non solo. È che non ti facevo così...» Ci pensò su per un momento. «Appassionata», ammise poi.

«E io non pensavo che fossi così avventuroso e poco premeditativo.»

«Che cosa intendi?»

«Be’, se ben ricordi, la nostra prima volta non è stata delle più convenzionali. Ci siamo lasciati andare senza sapere cosa sarebbe successo il giorno dopo. Nessuna promessa, nessun vincolo. Soltanto una grande voglia di stare insieme, di... sentirci importanti e desiderati.»

«Quindi mi facevi più tradizionale, eh? 

Già. Ma dato che mi hai proposto di vivere insieme, penso proprio di essermi sbagliata, si disse, sorridendo. La proposta di lui continuava a rimbombare nelle sue orecchie, e una parte di sé avrebbe subito voluto trasferirsi da lui. 

«Per certi versi sì. E poi...»

Alessandro sorrise. «E poi?» la incalzò lui, la mano destra a lisciarle i capelli.

«Io e te non eravamo esattamente sulla stessa lunghezza d’onda, a livello di... sentimenti. Perlomeno, non all'inizio. Quindi...»

«E adesso? Adesso... lo siamo, no?»

Amanda si voltò verso di lui, una luce stupenda la rischiarò tutta. «Hai ancora dei dubbi? Certo che lo siamo. E comunque... sei incredibile.»

«E perché mai, di grazia

Amanda scrollò le spalle. «Non credo di essermi mai sentita così... donna», ammise, timida.

Alessandro sorrise. «Capisco che intendi, ma se è per questo posso dire la stessa cosa di te. Tu mi trasformi, Amanda. Sei tu che tiri fuori il meglio di me.» Le accarezzò la guancia con la punta delle dita e Amanda gli prese la mano, intrecciandola alla sua. «Quello che provo e che ho provato con te... è impossibile descriverlo», continuò. «E questa voglia che ho di te, di stare con te... delle volte mi destabilizza tantissimo.»

«Destabilizza tanto anche me. Ma nonostante tutto... adesso mi piacerebbe soltanto vivermela fino in fondo.»

«Questo è quello che speravo di sentire.» La guardò negli occhi e la baciò di nuovo, schiudendo appena le labbra. «Dai, ti porto a casa. Anche perché domani dobbiamo alzarci presto, hai un’importante presentazione. Anche se sono certo che sarà uno spettacolo.»

Anche noi due siamo un vero spettacolo, pensò lei, mentre gli sussurrava un dolcissimo ti amo e non rimpiangendo assolutamente nulla di quella serata che avrebbero dovuto trascorrere al Cinema Paradiso.

 



N.d.A.: Okay, tornare a pubblicare su questa piattaforma mi mancava non tanto, ma tantissimo. In verità, stavo (starei) lavorando a un’altra storia (anche se forse chiamarla “altra storia” non sarebbe propriamente giusto, ma comunque... no spoiler!), però nel frattempo ho pensato bene che una piccola raccolta di OS, missing moments (quello che avete appena letto rientra in questa cerchia!), extra e quant’altro non poteva essere proprio un male (così, nel frattempo, cerco pure di tenermi allenata con la scrittura, visto che negli ultimi mesi sto scrivendo proprio a mozzichi e bocconi!). A ogni modo, spero che qualche utente “a caso” noti questa raccolta e che possa farmi sapere cosa ne pensa!
Un abbraccio grande,
Eleonora

P.S.: Cinema Paradiso è una composizione strumentale di Ennio Morricone, appartenente al soundtrack del film Nuovo Cinema Paradiso (1988) del regista Giuseppe Tornatore.

   
 
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