28. Un mondo da proteggere
Era quasi mezzogiorno, e Tenko e Sigurd avevano da poco raggiunto una delle tante taverne per pranzare insieme. Il locale era già abbastanza affollato: come tutti gli altri era rumoroso e saturo di odori, ma i due riuscirono a trovare un tavolino un po’ traballante rimasto libero. Ordinarono il piatto del giorno senza pensarci troppo: la cucina degli orchi non era tra le più raffinate, ma le porzioni erano sempre abbondanti e non mancava mai una generosa caraffa di birra.
Anche le delegazioni dei rappresentanti si erano ormai abituate a quei cibi, e guardandosi intorno era facile notare gruppi di umani, semiumani, sauriani e insettoidi. Solo i treant si erano dimostrati restii ad assaggiare i piatti locali, ma del resto i loro grandi corpi non erano adatti alle pietanze ricche di carne e altre proteine tipiche degli orchi.
«Ho parlato con Havard ieri sera» affermò la demone mentre aspettavano le loro ordinazioni.
«E com’è andata?»
Tenko sollevò le sopracciglia. «Non ha negato quello che ha fatto, e questo… Non lo so, da una parte ho apprezzato la sincerità, però mi dà anche l’idea che sarebbe disposto a rifarlo – o a fare di peggio – se ce ne fosse il bisogno.» Scrollò le spalle. «Ma forse sono io. Anche quando abbiamo lasciato il pianeta l’altra volta ho avuto quasi la stessa conversazione con lui.»
«Capita di non riuscire ad andare d’accordo con tutti» le fece notare Sigurd.
«Due piatti del giorno pronti per voi!» esclamò un’orchessa dal fisico prosperoso. Li appoggiò sul tavolo. «Chiamate pure se ne volete ancora!»
I due la ringraziarono cordialmente, anche se nessuno di loro pensava di riuscire a mangiare altro oltre alle generose portate che già si trovavano davanti.
«Non è questione di andare d’accordo con lui» proseguì Tenko. «Io…» Prese un piccolo boccone con le mani e cominciò a masticare. La carne tagliata grossolanamente era morbida e speziata, e il grasso che colava riempiva la bocca in modo vigoroso, accentuandone ulteriormente il sapore. «Non so se voglio restare. E non mi riferisco solo ad Artia: anche se tornassi nella mia terra, non so se riuscirei a trovarmi bene. Ho paura che comincerei a vedere i rappresentanti come delle nuove divinità, e che alla fine vorrò combattere anche contro di loro.»
L’elfo finì di masticare prima di rispondere. «Sai, in realtà ti capisco.»
Tenko lo guardò stranita, ma aveva la bocca troppo piena per parlare.
«Dopo aver compiuto una grande impresa è sempre difficile tornare alla vita di prima, e tu hai letteralmente cambiato il mondo.»
La demone arrossì, imbarazzata ma anche lusingata dal riconoscimento di Sigurd.
«Molti miei amici si sono trovati in una situazione simile, e ognuno l’ha gestita in modo diverso» proseguì lo spadaccino. «Alcuni erano soddisfatti di ciò che avevano compiuto e hanno deciso di passare a una vita più tranquilla, altri invece sono andati in cerca di nuove imprese. Dipende solo da te.»
«Tu hai scelto le imprese» dedusse Tenko.
«In realtà ho scelto entrambe» ammise l’elfo con un sorriso. «Dopo alcune imprese mi sono ritirato per un po’, ma alla fine ho sempre sentito il richiamo dell’avventura e ho deciso di tornare in azione. Come qui su Raémia per recuperare l’Ascia.»
La demone mandò giù un altro boccone. Poi si fece coraggio e parlò: «Sarebbe un problema se ti chiedessi di andare via con te?»
Sigurd non era del tutto sorpreso da una simile richiesta. «Beh, di norma sarebbe un problema, però tu hai già visto la base degli Astrali, quindi è un po’ diverso… Quindi non farti illusioni, ma penso sia fattibile.»
Le iridi rosa della giovane parvero illuminarsi a contrasto sulle sue sclere nere.
«Altrimenti ci inventeremo qualcos’altro» proseguì l’elfo in tono di complicità. «Dico bene?»
Lei annuì enfaticamente.
«Tra l’altro abbiamo ancora la questione di Lilith da risolvere» fece notare l’elfo.
«Quale questione?»
«Lilith sa di questo pianeta, quindi non è escluso che possa decidere di attaccarlo in futuro. E se lo farà, ti assicuro che non avrete nessuna speranza di vincere.»
«Ma abbiamo sconfitto degli dei!» esclamò Tenko. Si rese conto di aver parlato a voce troppo alta, abbassò il capo e si guardò intorno, ma la confusione era tale che nessuno sembrava essersi accorto di lei. Per coprire l’imbarazzo mise comunque in bocca un altro succoso pezzo di carne.
«Lo so, ma comunque non avrete speranze. Lilith ha subordinati molto più potenti degli inquisitori, in più è a capo di un’organizzazione ben strutturata e non si farebbe scrupoli a usare mezzi che qui nemmeno potreste immaginare. Il Clero è niente al suo confronto.»
Tenko capì dal suo tono che Sigurd non stava scherzando. «Ma allora come possiamo difenderci?»
«Non potete. Dobbiamo trovare un’altra soluzione per fare in modo che non vi attacchi.» Bevve un po’ birra. «Magari parlandone con Shamiram possiamo trovare un modo. O magari D’Jagger si inventerà qualcosa» aggiunse con un sorriso, eppure la sua non suonava davvero come una battuta.
Anche la demone mandò giù un sorso, poi rimase un attimo in silenzio. «Sai, stavo pensando anche a un’altra cosa: pensi che potremmo far venire anche Spartakan?»
L’elfo non nascose il suo stupore. «Anche lui ha lasciato il pianeta per un periodo, ma non so se gli Astrali lo accetterebbero nella base. Perché vuoi che venga?»
Tenko ci mise qualche istante per rispondere. «Non lo so, forse è un’idea stupida, però lo sento molto simile a me. O meglio: a come ero io all’inizio del mio viaggio. E siccome io ho avuto diverse persone che mi hanno aiutato, pensavo che anche a lui poteva servire una persona che lo supporta e lo aiuta a capire cosa fare.»
Sigurd era molto colpito da quelle parole. E anche ammirato. «Penso sia una cosa molto bella.»
Lei sorrise, un po’ imbarazzata. «Ma non so se ne sarò in grado, quindi mi servirà una mano.»
«Forse in questo ti sarà più utile Shamiram. O anche Lunaria: ho visto che se la cava bene con Spartakan.» Le prese la mano. Entrambi avevano le dita unte, ciononostante Tenko apprezzò molto quel gesto. «E comunque non devi preoccuparti: sono sicuro che te la caverai alla grande, e avrai tutto il mio supporto.»
La demone si sentì scaldare il cuore: nemmeno dopo la morte di Horus era stata così felice.
Questa consapevolezza le tolse un enorme peso dal petto: finalmente riusciva a immaginare un futuro oltre la sua vendetta. Un futuro in cui c’era anche Sigurd.
***
«Capitano! È arrivato un messaggio da parte di Fausta Aurelia Augustus!» annunciò uno degli addetti alle comunicazioni, un cyborg con varie placche di metallo sulla testa e il resto del corpo.
Barbanera, che fino a quel momento si stava intrattenendo con una clone in abiti particolarmente succinti, diede una pacca sul sedere della donna per farla alzare dalle sue gambe.
«Che messaggio?»
«È un invito a raggiungerla tra cinque giorni alla Cittadella Celeste per… Emh…» Il cyborg dovette ricontrollare il messaggio. «“Rispondere alle scellerate manifestazioni di aperta ostilità nei confronti del pacifico popolo della Zurania dell’Ovest” e stronzate varie sul suo paese. Comunque oltre a presenziare ai festeggiamenti, vuole anche richiedere una nuova fornitura di armi.»
Il pirata sorrise compiaciuto. «Bene, dille che dovrà preparare gli alcolici, perché ci sarò.» Poi si rivolse alle altre persone sul ponte di comando. «Ehi! A che punto siamo con le biomacchine?»
«Le analisi procedono bene» riferì uno. «Siamo riusciti a-»
«Potrò guidare una delle biomacchine grosse quando vado da Aurelia: sì o no?»
Il tecnico che era stato interrotto si schiarì la voce. «Emh, sì, capitano.»
«Ecco, ci voleva tanto?» Si voltò verso il cyborg. «Dille che le porterò un regalo speciale.»
«Sì, capitano.»
Soddisfatto dell’imminente incontro, Barbanera tornò a rivolgere un ampio e languido sorriso verso l’avvenente clone. «Vieni, cara, prova qualche altro vestito. Sono sicuro che ti staranno benissimo.»
***
Lilith si stava concedendo un breve momento di pausa nelle sue stanze private quando uno dei suoi subordinati entrò per informarla dell’invito alla Cittadella Celeste.
«La signorina Augustus desidera inoltre discutere l’acquisto di una nuova fornitura di ghoul.»
«Dille che sarò lieta di partecipare alle celebrazioni, e anche di parlare con lei di affari» affermò la vampira primordiale con un elegante cenno del calice che teneva in mano.
Il subordinato annuì rispettosamente e uscì dalla stanza chiudendo la porta.
Rimasta sola, l’Eletta assaporò un piccolo sorso di sangue, appena in tempo prima che un’altra sottoposta la raggiungesse.
«Lilith, è arrivato un messaggio dai nostri compagni su Raémia.»
L’espressione della vampira tradì un certo fastidio. «Gli dei hanno già perso tutti i giganti?»
«Emh, non esattamente. Hanno detto che Maahes e Horus sono stati uccisi, e che Enki è stato catturato.»
Lilith rimase un attimo immobile con il calice a pochi centimetri dalle labbra. Abbassò la coppa ancora piena. «E gli altri?»
«Pare che gli altri dei siano fuggiti.»
L’Eletta lasciò affiorare un subdolo – ma comunque raffinato – sorriso. Accavallò le gambe nel senso opposto e si piegò leggermente all’indietro sulla sua alta e confortevole poltrona foderata di pregiato tessuto rosso. «Bene. Molto bene. Di’ loro di continuare a tenere d’occhio la situazione, e se serve che aiutino i ribelli a trovare gli dei, ma senza dare nell’occhio. Appena li avranno sistemati, stabiliremo una base sul pianeta per cominciare le operazioni di mappatura del territorio.»
«Se posso chiedere, desideri prendere il controllo del pianeta?» azzardò l’altra vampira.
«Oh, no, per il momento non ho alcun interesse a soggiogare i locali, che per altro sembrano in grado di difendersi. Per ora mi basterà prendere il controllo delle miniere di cristalli magici e stabilire qualche base operativa che sfrutti la differenza temporale di quel pianeta per velocizzare la produzione.» Bevve un altro sorso di sangue, e il sapore le sembrò perfino migliore del solito. «Però chissà, se i nuovi regnanti si dimostreranno capaci, potrei anche accoglierli nella nostra famiglia.»
Note dell’autore
Ben ritrovati :)
In questo tranquillo capitolo mi sono preso un po’ di tempo per preparare il terreno per quello che succederà in futuro.
Ora che ha salvato il mondo dagli dei, Tenko è più che decisa a proteggerlo da una minaccia ancora più grande: gli Eletti. Questi ultimi intanto sono in procinto di incontrarsi, e lo faranno nella Cittadella Celeste di Fausta Aurelia Augustus, che avremo modo di conoscere meglio nei prossimi capitoli ;)
Insomma, finita una guerra, ecco che i nostri eroi devono già attivarsi per evitarne un’altra. Riusciranno nel loro intento?
Come sempre grazie mille per aver letto e a presto ^.^