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Autore: fandani03    27/09/2024    1 recensioni
Dal testo: "Gli anni del Liceo sono lontani. Lontane le lunghe estati di totale libertà. Come lontane sono le Notti magiche e i tormentoni alla radio."
"Magari in un altro tempo, in un'altra realtà, avrebbero potuto essere di più. Ma Sara aveva chiaro di essere una seconda scelta. Condividevano un sentimento reciproco, ma non era abbastanza significativo affinché lui la scegliesse."
Un flusso di pensieri in libertà, ripescando ricordi lontani, come ciascuno di noi può fare. Tornado poi all’età adulta e alle sorprese che la vita riserva.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Introduzione

Gli anni del Liceo sono lontani. Lontane le lunghe estati di totale libertà. Come lontane sono le Notti magiche e i tormentoni alla radio.
Eppure, per quanto lontanissimi, quegli anni sembrano di tanto in tanto ancora palpabili.
Quel periodo di vita che molti detestano e altri adorano. I giorni delle attese, delle ansie, dei pensieri, della scuola e delle interrogazioni. Dei piccoli e grandi innamoramenti.
Un periodo vissuto in modo diverso da ognuno ma, consapevolmente o meno, sono per certo gli anni delle emozioni indimenticabili o dei grandi turbamenti. In ogni ambito.

Ripenso a quegli anni e, solo ad oggi, riesco forse a mettere a fuoco quanto la mia vita sia stata costellata di ostacoli da superare, gestire, vivere e imparare ad accettare. Non ricordo giorni di assoluta gioia o spensieratezza, ricordo solo molte salite e tanti tentativi di emergere in un mondo nel quale non mi sentivo al mio posto.
Ai miei occhi tutti gli altri sembravano aver trovato il loro spazio, aver compreso come comportarsi, cosa dire o cosa non dire. Tutti sembravano avere gli amici giusti, una vita organizzata o più facile. Erano più intelligenti, più simpatici, più fortunati e più svegli di quanto non lo fossi io. Questo quanto meno era ciò che vedevo in quegli anni.
L’inadeguatezza mi ha senza dubbio accompagnato per molto tempo. Sensazione che, fortunatamente, è ormai scomparsa da molti anni. Ma insicurezza e inadeguatezza possono incidere in modo significativo nella crescita di un adolescente, esponendolo ad un mondo che, generalmente, non ha pietà per alcun tipo di fragilità.
Ho impiegato molti anni per trovare quello che potremmo definire il mio posto nel mondo.
La mia faticosa e asfissiante insicurezza mi ha abbandonato, nella sua versione “patologica”, dopo i venticinque anni circa. Esclusivamente perché in quegli anni si erano affacciate nella mia vita, in modo fortuito, persone e situazioni che avevano portato con sé gratificazioni, cibo per l’Ego e cambiamenti importanti.
Sebbene ciascuna di quelle persone o circostanze verificatasi nella mia vita tra i venti e i venticinque anni abbia contribuito a dare una scossa importante alla mia personalità, consentendole di emergere dopo tanto essersi nascosta, le stesse sono state esclusivamente un passaggio, e di passaggio, scomparendo dalla mia orbita in una manciata di anni.
Ma, in merito all’insicurezza, le persone insicure e più fragili, probabilmente, lo rimangono per tutta la vita. E la modalità della mia insicurezza, nel tempo, si è solo modificata, camuffata o smussata. Ho intrapreso molte strade trovando, infine, un percorso a me più adeguato per vivere una vita serena senza cercare con la mente e con lo sguardo l’altrui approvazione.
Oggi, nell’età della maturità, sono una persona senza dubbio più stanca ma più salda, sicuramente mai spensierata ma meno problematica. Non lo sono ora come non lo ero allora. Non ho mai vissuto la vita con la leggerezza che dovrebbe caratterizzare ogni adolescente. Il freno a mano è stato sempre tirato e la razionalità comandata dall’insicurezza ha sempre prevalso.
Ho osato poco e ottenuto ancor meno. Ho perseverato in alcuni obiettivi ma lasciato andare altri, senza avere la forza di spingere sull’acceleratore e cercare ad ogni costo di aprirmi certe porte. Nella vita sentimentale così come nel mondo in generale. Sono rimasta ai margini, per moltissimo tempo, negli studi, nella vita sentimentale, nel lavoro.
Sebbene talvolta si sia trasformata in una sorta di cinico menefreghismo a tratti forzato, la necessità di approvazione, quella sì forse, ad oggi mi ha realmente abbandonato. Ed è stata questa la vera conquista. Il vero cambiamento che ha reso possibili le soddisfazioni e le liberazioni arrivate negli anni più recenti.
Ma è il momento di fare un passo indietro e andare con ordine, indietro di un bel po’ di anni, provando a ripercorrere quelli che dovrebbero essere i cosiddetti Anni più belli, secondo il luogo comune. Il Liceo, l’adolescenza, la giovinezza. I miei anni.
Solamente alla fine, semmai, tireremo le somme.
  
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