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Autore: Volpe__    30/09/2024    0 recensioni
Due avventurieri si incontrano in un bar... non è l'inizio di una barzelletta ma è la prima storia dedicata al mio mondo fantasy.
In questa storia due uomini che si sono appena conosciuti andranno alla ricerca di un misterioso artefatto, mossi solo dal senso dell'avventura. Chissà quali posti visiteranno e quali personaggi incontreranno?
Una storia leggera che scava nel carattere dei due protagonisti.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il vento innalzava la sabbia nelle strade di Genevria, il sole rovente batteva sulle tende delle bancarelle del mercato della città. Una moltitudine di persone ammassate nelle vie era impegnata a comprare beni di ogni tipo mentre i bambini giocavano con i cammelli legati alle staccionate.
La strada dove Ermando e Josè stavano camminando prendeva il nome dagli infiniti tappeti in vendita appesi su la maggior parte delle bancarelle. Nonostante ce ne fossero così tanti nessuno era uguale all'altro, tutti gli artigiani che li producevano riuscivano a tessere il loro stile in quei tappeti, rendendoli unici e rari allo stesso tempo.
Nonostante avesse viaggiato molto in questi ultimi anni Ermando non era mai stato nel continente di Ermoria. La forte cultura e le radicate tradizioni lo presero alla sprovvista, affascinandolo ad ogni via che percorreva.
Al suo fianco Josè stava ammirando il mercato con occhio diffidente, provando ad individuare qualsiasi eventuale minaccia o pericolo che poteva palesarsi in mezzo a quelle strade.

-Non ero mai venuto a Genevria, questi tappeti sono veramente spettacolari- esclamò Ermando. Stava analizzando ogni pezzo di artigianato che si ritrovava davanti.
-I tappeti sono il loro marchio di fabbrica, la maggior parte degli incassi della città provengono da queste strade. Quasi tutte le bancarelle sono di proprietà di un nobile, il popolo non ci guadagna molto- rispose Josè. Il suo sguardo si mosse su un vicolo con alcuni uomini in penombra -Stai attento a non avvicinarti troppo ai vicoli ragazzo, sono molto pericolosi.-
Continuarono a camminare fino a che non arrivarono nel quartiere commerciale. Rispetto alla zona del mercato le vie di questa area erano molto più tranquille, la gente camminava facilmente senza doversi spintonare per passare.
Mentre camminavano per la via principale Josè allungò il braccio per indicare una strada che svoltava verso destra. -Dobbiamo andare lì, seguimi- disse ad Ermando.
La via in cui si ritrovarono non era molto frequentata, le uniche persone che si potevano intravedere erano i proprietari delle piccole botteghe che sbirciavano fuori dalle vetrine in attesa di clienti. Dopo un centinaio di metri sulla sinistra notarono una bottega molto particolare. Invece di essere in marmo come le altre strutture questo negozio era fatto di legno scuro e pietra, alle finestre spiccavano delle grandi tende viola che avevano su scritto il nome di quel particolare negozio.
-Il Bazar delle meraviglie eh? Nome molto bizzarro, rischio di ritrovarmi il genio della lampada una volta varcata la soglia dell'ingresso?- disse scherzosamente Ermando.
-Lo scoprirai presto, è proprio qui che dobbiamo entrare- sul volto di Josè si dipinse un ghigno simile a quando si trattiene una risata.
Lo sguardo di Ermando si fece leggermente più preoccupato. -Entra prima tu, non voglio rischiare di essere risucchiato dentro qualche portale magico- borbottò Ermando. Si fece da parte per fare entrare prima il suo compagno.

La prima impressione del locale fu quella del Caos reincarnato in un negozio. Una moltitudine di scaffali altissimi era ricolma di ogni tipo di oggetto esistente sulla faccia di Taulin. Camminando per i vari scaffali Ermando passò dal vedere armi magiche a osservare il colore lucente di alcune pozioni non identificabili dentro delle ampolle di vetro. Su dei manichini erano esposte anche armature pesanti e leggere, accompagnate dai loro rispettivi accessori come scudi o elmi.
Superati gli scaffali, sul fondo della stanza, spuntò un bancone fatto completamente di legno scuro. Messo su un lato si poteva notare un piccolo campanello a forma di sasso.
Appena lo vide Josè iniziò a premerlo ininterrottamente, causando un gran rumore in tutto quanto il negozio. Da dietro una porta vicino al bancone si iniziarono ad udire dei passi molto pesanti, come se una statua si stesse muovendo.
-Eccomi sono arrivato, basta premere quel dannato campanello!- disse un essere fatto interamente di roccia dopo aver aperto la porta. Indossava un completo elegante viola e sulla testa portava una tuba nera, per camminare si aiutava con un bastone di legno scuro.
Quando arrivò dietro il bancone alzò lo sguardo per guardare i due clienti, appena i suoi occhi si posarono sui due clienti il suo sguardo si illuminò.
-Che cosa posso fare per voi, miei cari viandanti? Si vede che non siete di queste parti- ora che si poteva sentire meglio la sua voce assomigliava al vuoto profondo delle caverne.
Lo sguardo perplesso di Ermando lo rese la preda più appetitosa per l'avido venditore.
-Ragazzo lo vedo nel tuo sguardo, sei in cerca di armi di qualità per andare avanti con i tuoi viaggi vero? Oppure stai cercando delle magnifiche armature fatte dai migliori nani di Calciterra?- Il golem uscì fuori dal bancone prima che Ermando potesse rispondere, si avvicinò ad un'armatura che era in esposizione li vicino e tiro un leggero colpo sul busto -Vedi? Acciaio temprato, non c'è niente di meglio di questo per evitare la morte. lo vedo che sei un bravo ragazzo, se compri tutta l'armatura ti faccio un grande sconto sul prezzo, te la porti a casa con soli cinque liti d'oro.- 
Sopraffatto dall'infinita mole di informazioni che aveva appena ricevuto Ermando decise di rimanere in silenzio.
-Non stiamo cercando ne armi ne armature, ci servono degli occhiali per viaggiare nel deserto.- Disse Josè, smorzando completamente l'entusiasmo del venditore.
Il golem sbuffò e iniziò a girare in mezzo agli scaffali. Dopo poco tempo lo videro tornare al bancone con in mano due paia di occhiali parasabbia, un accessorio indispensabile se si vuole attraversare il deserto.
-Entrambi ve li vendo ad un lito d'oro- disse il venditore con un ghigno sul viso.
La faccia di Josè si contrasse in una smorfia di disapprovazione. Prese il suo portamonete e mise sul bancone cinque liti d'argento, sbattendoli anche con una grande forza.
-Questo è il massimo che avrai per quegli occhiali, non accetto di essere truffato- disse Jose con la rabbia che gli fuoriusciva dagli occhi.
L'atmosfera nel bazar si era fatta pesante, Ermando decise di allontanarsi dal bancone per vedere la merce esposta sugli scaffali, lasciando al suo compagno la parte dura del lavoro.
Tra i vari oggetti che si potevano vedere nel negozio uno colse in particolare l'attenzione di Ermando. Un anello d'argento con incastonata una pietra azzurra risplendeva su un piccolo espositore dentro una cassetta di legno. Come se ci fosse un'aura speciale intorno all'anello Ermando si ritrovò completamente incantato da quel pregiato pezzo di artigianato. La bellezza dell'oggetto era equivalente al suo prezzo di cartellino. *Wow, dieci liti d'oro sono veramente tanti. Però è veramente bello Non dovrei rubarlo ma è come se mi stesse chiamando. Il negoziante non si accorgerà nemmeno della sua assenza*. Questi furono i pensieri di Ermando prima di prendere cautamente l'anello per poi metterselo nella tasca dei pantaloni.
Una volta tornato al bancone vide il negoziante con le mani sulla testa, sembrava sull'orlo del pianto. -Sei liti d'argento, più in basso non posso scendere- borbottò il golem.
-Affare fatto- disse Josè mentre prendeva i due paia di occhiali dal bancone -Fare affari con lei è stato un piacere, arrivederci- lo sguardo dell'uomo faceva trapelare una sola emozione. Soddisfazione.

Una volta usciti dal bazar si incamminarono verso il quartiere residenziale di Genevria.
-Conosco una taverna in cui potremmo passare la notte- disse Josè guardando Ermando.
Lo sguardo del ragazzo era rivolto verso la tasca in cui aveva messo l'anello d'argento, i suoi pensieri lo distraevano dalle parole del suo compagno. Non si era ancora spiegato del perchè avesse rubato l'anello, non era mai stato un ladro o un furfante, ci teneva a rispettare la legge in tutti i luoghi che visitava. Nel negozio aveva avuto come l'impressione che l'anello lo chiamasse a se, che gli dicesse di prenderlo per il futuro.
Mentre era avvolto dai pensieri una mano gli toccò la spalla facendolo rinsavire -Mi stai ascoltando? Ti sto parlando da due minuti buoni- disse Josè, sul suo viso si poteva vedere una piccola nota di preoccupazione.
Ermando lo guardò negli occhi e tirò fuori dalla tasca l'anello -Ho preso questo nel negozio, non chiedermi perchè lo abbia fatto, neanche io ne sono consapevole- una sfumatura di vergogna colorava le parole del ragazzo.
Josè guardò l'anello ammirandone la bellezza -Quindi hai rubato nel bazar... speriamo che il golem non si accorga di nulla o ci ritroveremo in una prigione stanotte- diede una pacca sulla spalla ad Ermando e con un sorriso quasi paterno lo invitò ad incamminarsi verso la taverna che cercavano.
   
 
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