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Autore: Nitrotori    04/10/2024    0 recensioni
Nate ritorna al suo paese nativo dopo aver ricevuto una lettera anonima che gli comunica la morte di suo padre. Arrivando sul posto però, egli rimane coinvolto in una terribile spirale di eventi di natura paranormale, che lo porterà a riesumare il suo traumatico passato.
Genere: Angst, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mostruosa melma deforme iniziò a chiudersi a cerchio verso di noi. Nonostante avessi detto a Tiala che saremmo usciti di lì in qualche modo, la possibilità di venirne fuori sani e salvi era piuttosto bassa.

L'oscurità ululò di nuovo e fece vibrare ogni cosa, scuotendo gli alberi e sollevando le foglie. Mi guardai intorno nella vana speranza di notare qualsiasi cosa potesse aiutarmi a fuggire, ma non trovai nulla se non le fauci e i tentacoli di quel mostro.

Mi preparai al peggio, stavamo per essere inghiottiti dalla melma, e non avevo dubbi che sarebbe stata una morte lenta e dolorosa. Ma per qualche motivo non ero spaventato, sentivo in cuor mio di meritare quel trattamento. Ma era una cosa che riguardava me, non Tiala. Non volevo che lei morisse assieme a me.

La ragazza al mio fianco non parlava, c'era stupore nei suoi occhi, non paura. Poi all'improvviso incrociò la sua mano alla mia. Per un istante vidi uno strano bagliore in una breve visione. Una luce intensa relegata ad un singolo punto in un eterno buio, che le dava significato e dimensione.

"La torcia…" Disse stringendomi la mano, facendomi tornare al presente "indirizza la luce verso la melma".

Non avevo tempo di chiederle che cosa avesse in mente, né come una luce potesse aiutarci a venire fuori da quella situazione mortale, mi limitai soltanto ad obbedire. Puntai la torcia verso la viscida oscurità e improvvisamente essa iniziò a gridare.

Strisce di fiamme si marchiarono come ferro fuso sulla sua superficie incorporea, facendola indietreggiare. L'oscurità gridò stridula, nella sua mostruosa e distorta cacofonia, mi sembrò di sentire la voce di una giovane ragazza sofferente.

Tiala trasalì con orrore, la torcia smise di ferire la creatura d'ombra, in balia del tormento causato dal fascio rovente di luce.

"Lauren!" Esclamò Tiala. Si stava rivolgendo al mostro deforme, che lentamente ritirò i suoi tentacoli ricomponendosi brevemente in un unico nucleo antropomorfo.

Quel che vidi dinnanzi a me mi turbò. Quella silhouette melmosa era Lauren? A malapena riuscivo a distinguere il suo corpo dai capelli, ma per qualche ragione quella scena mi lasciò scosso nel profondo.

Tiala cercò di comunicare con quel accumulo distorto, ma immediatamente dopo, essa tornò ad essere aggressiva. Non potevamo sprecare quell'occasione, né potevamo stare lì ad aspettare che tornasse alla carica, dovevamo fuggire.

Afferrai la mano di Tiala e la invitai a tornare in sé.

"Dobbiamo andare!".

Aveva le lacrime agli occhi, era riluttante e scossa, ma alla fine si convinse. Scappammo via, risalendo la foresta senza mai guardarci indietro, finché giungendo nei pressi del perimetro della villa, il mio corpo fu scosso da un forte impulso nervoso, una scarica di adrenalina naturale che mi fece destare all'improvviso.

Ero disteso su un letto in una stanza diversa da quella da me assegnatomi, ma mi bastò dare una rapida occhiata attorno a me, per capire che mi trovavo nello stesso edificio. 

C'erano diversi fili e strani macchinari collegati sul mio cranio, dietro le mie orecchie e sulla mia nuca. Bridge era lì, in piedi, che nel vedermi sveglio rilassò il suo sguardo precedentemente teso e provato. "Oh grazie al cielo, ti sei svegliato…".

"Cos'è successo? Dov'è Tiala?" Chiesi allarmato.

"La mia sottoposta si sta prendendo cura di lei" Disse cercando di rassicurarmi.

Ora che ero sveglio, mi resi conto di quanto assurdo fosse stato quel sogno, ma a turbarmi era soprattutto la discrepanza dei miei ricordi, allo stesso modo di quando ero arrivato a Mirefield, come se da sveglio avessi oltrepassato il velo tra veglia e sogno senza accorgermene, arrivando a ingannare ogni mio senso e percezione, persino ad influenzarmi, e a fare appello ai pensieri più cupi e orribili sepolti nel mio inconscio.

Mentre cercavo di fare mente locale, una sconosciuta giovane donna mora, vestita con una maglia nera a collo alto, entrò nella stanza. Lei doveva essere la sottoposta menzionata da Bridge. Lui posò lo sguardo su di lei, c'era preoccupazione nei suoi occhi.

"Olivia…come sta Tiala?" Chiese lui.

"Stordita e confusa, ma sveglia…" Rispose la donna "Ha corso un bel rischio, ma a giudicare da ciò che vedo, ha avuto successo" Lo disse guardando verso di me.

Bridge tirò un sospiro di sollievo, ci teneva a lei… o almeno così mi era parso.

"Qualcuno può spiegarmi cos'è successo?" Chiesi loro.

"Stamattina sei stato trovato privo di sensi all'esterno dell'edificio" Rispose Bridge "Visto i recenti avvenimenti, abbiamo temuto il peggio. Tiala ha immediatamente effettuato un'immersione con il Diver, nella speranza di poterti salvare. Quello che ti sta succedendo, questi improvvisi salti tra veglia e sonno, sono in realtà molto simili ai sintomi che le vittime di questa serie di incidenti accusano. Alcuni vagano come sonnambuli, altri vengono ritrovati privi di sensi e nelle peggiori delle situazioni, in stato di coma o deliranti. Sei stato fortunato… normalmente è impossibile usare il Diver su persone che sono rimaste vittima della Psicosi troppo a lungo, poiché i loro sogni diventano tremendamente distorti, labirintici e pericolosi. Chi si avventura, non fa più ritorno, ma per te è stato diverso, anche se ancora non sappiamo il perché".

Fu in quel momento che nella più totale confusione, feci appello ai ricordi più vividi e forti di quel sogno ad occhi aperti. L'ombra che ci aveva attaccati, il suo gridare il nome Tally. L'identità di quel mostro era davvero Lauren? Se così fosse, erano forse le sue emozioni impazzite, o un forte rancore verso Tiala a farla agire? Fare impazzire le persone, causare morte e miseria, era un modo per farle del male? Ma sopra ogni cosa, il dettaglio più delicato, era il modo in cui ero stato trascinato in quella foresta infernale. Come avevo potuto dimenticare?

"C'era una bambina!" Esclamai "Con me, nel sogno. Era tutta sola e si è addentrata nella foresta".

Bridge e Olivia aggrottarono la fronte preoccupati "Cosa? Una bambina?" Chiese lui.

"L'ho inseguita… ho cercato di fermarla, ma non la trovavo" Continuai teso con la gola annodata, come se stessi facendo enorme fatica a ricordare tutti i dettagli.

"Sì è gettata… nel lago. Il suo corpo è sparito, non sapevo che fare!"

Bridge si alzò di scatto dalla sedia con urgenza nei suoi occhi "Olivia prenditi cura di lui, io devo avvisare Hawthorne"

"Va bene…" Disse lei altrettanto scossa.

Era tutto così chiaro, ma nello stesso tempo privo di senso proprio come tredici anni fa. Il mostro di oscurità aveva catturato anche la bimba? In tal caso ero forse finito nel suo incubo? Ma ragionandoci sopra lo trovai impossible. Tiala aveva usato il Diver su di me, quindi quello era il mio incubo. Quella bambina dunque doveva essere solo una proiezione delle mie paure inconsce, doveva esserlo per forza. Eppure non ero convinto, qualcosa urlava dentro di me, come se la presenza stessa di quella bimba fosse un fattore estraneo.

Durante le ore di ansiosa attesa, Olivia si prese cura di me e Tiala. La ragazza era esausta per l'immersione con il Diver, mentre io restai tutto il tempo in quella stanza, in compagnia dei miei tormentati pensieri. Da quando avevo fatto ritorno a Mirefield il mondo non sembrava avere alcun senso logico. Era come essere stati proiettati in una specie di dimensione parallela, dove le regole della realtà mutavano e si distorcevano inaspettatamente.

Il mio pensiero tornò a quel sogno, alla sagoma dell'ombra che ci aveva attaccati. Non riuscivo a smettere di pensarci, a quel grido, quella foga, alla sua voce dolorante.

"Va tutto bene?" Olivia entrò nella stanza, con in mano una tazza fumante di thé.

"Sì… tutto ok" Risposi, seppur era una menzogna.

"C'è una cosa di cui vorrei parlare con te, se non ti dispiace" poggiò la tazza sul comodino vicino al letto. "Sì tratta di te, o per l'esattezza del tuo talento".

"Talento? Di cosa parli?" Non avevo mai avuto molta stima per me stesso, né tanto meno mi consideravo una persona con dei talenti. Tuttavia non ero di certo uno stolto. Avevo sempre saputo che c'era qualcosa di strano in me, e tornare a Mirefield mi aveva solo dato ulteriore conferma.

"All'inizio avevo solo un rapporto, sul primo sogno che hai avuto su Sanders, della pistola che è apparsa dal nulla nelle tue mani. Ma nelle prime luci dell'alba, mentre eri ancora privo di sensi, ci è stato comunicato dalla polizia alcuni dettagli molto strani sul caso della Psicosi di Sanders" 

Olivia mi guardò dritto negli occhi, attenta e meticolosa sulle mie reazioni. Mi stava studiando, valutando e iniziai a sentirmi sotto pressione.

"Sanders non aveva il porto d'armi, ne ha mai registrato un arma da fuoco. Il codice seriale sulla pistola trovata sulla scena ci ha direttamente portati ad una base militare nella Capitale, un'arma un tempo immatricolata e registrata a nome di Nate Ingram".

Il mio cuore saltò un battito e iniziai a provare una viscerale paura. Come poteva essere? Le dichiarazioni di quella donna erano impossibili, avevo lasciato la mia arma nello stesso momento in cui avevo abbandonato la carriera militare. Volevo obiettare, ma Olivia sembrò avere un chiarimento per quel ennesimo turbine di bizzarra assurdità.

"Ovviamente sappiamo già che la pistola è ancora in custodia nella base militare, ma il punto è che esiste una copia, un'arma gemella, del tutto identica, con le stesse impronte balistiche e codice seriale. Il che normalmente sarebbe impossibile, tuttavia stamattina quando ti abbiamo trovato privo di sensi, c'era questo vicino al tuo corpo".

Olivia mi mostrò una torcia elettrica. Non c'era dubbio alcuno, era la stessa che avevo trovato nel mio sogno.

"Questo strumento non è una possessione di questa villa, e se la mia intuizione è corretta hai trovato questo strumento nella foresta, probabilmente allo stesso modo della pistola, ti è venuta in soccorso per aiutarti dico bene?".

Olivia aveva perfettamente ragione. Era stato un evento di Sincronismo, proprio come la pistola, tuttavia seguendo la logica dietro il suo ragionamento, mi resi conto dove voleva andare a parare.

"Un momento… non starai mica suggerendo che la pistola e la torcia sono oggetti che ho materializzato dal nulla spero".

Olivia incrociò le braccia "Temo di sì. La realtà materiale è stata modificata da un evento di Sincronismo. Durante il sogno, il tuo inconscio ha avuto accesso ad un'idea collettiva, ad un archetipo. Nel caso del primo sogno la pistola è un archetipo del concetto di difesa personale, nel secondo sogno la torcia è un archetipo di fonte di luce. È questo ciò che sei in grado di fare, di percepire la collettività e avere accesso agli archetipi di cui l'uomo e per esteso te, è a conoscenza e vi attribuisce significato"

Feci una mezza risata "Ti rendi conto di quanto tutto questo sia ridicolo? Materializzare un oggetto da un concetto universale? È assurdo".

Olivia era conscia di quanto folle fosse l'intera faccenda, tuttavia nè io nè lei potevamo dare una spiegazione diversa al come tali oggetti fossero apparsi nel nulla.

"Se davvero sono in grado di fare una cosa simile, allora perché sta succedendo solo ora? Sono piuttosto sicuro di non aver mai avuto un'esperienza simile prima d'ora".

Ancora una volta Olivia mi mostrò uno sguardo pensoso. Sospirò e si mise seduta.

"Beh… anche in questo caso, dobbiamo vederla nel modo più semplice, per quanto anormale. C'è qualcosa in questa città, un'entità sconosciuta o comunque un processo ignoto che ti porta a vivere questi sogni ad occhi aperti e a materializzare oggetti. Non posso dirlo con sicurezza ma, probabilmente tu hai sempre posseduto questa speciale latenza, forse questa città sta solo amplificando il tutto. Questo spiegherebbe anche tutto quello che è successo con Tiala".

Olivia mi diede l'impressione, allo stesso modo di Bridge, di sapere molto di più di quanto potessi immaginare. L'unica differenza era che Bridge era bravo a nascondere il disagio.

La divisione Dreamcatcher della Rotundum, aveva scavato forse una verità tanto orribile da costringere i suoi membri a restare in silenzio? Purtroppo non potevo saperlo, potevo solo continuare a scavare e indagare. 

All'improvviso, udimmo delle sirene. Un gruppo di automobili della polizia frenarono all'interno del perimetro della villa.

Olivia mi guardò allarmata e la mia ansia crebbe a dismisura. Cos'era successo? I peggiori scenari si manifestarono nella mia mente in tutta la loro crudezza. Avevano davvero trovato la bambina?

Uscimmo all'estero e fummo accolti da poliziotti armati. Hawthorne ci puntò contro la sua pistola d'ordinanza, aveva il volto scosso dalle lacrime e dallo shock.

"Dov'è Tiala Redmane?" Chiese la donna con voce vuota.

"Sceriffo cosa succ…".

Olivia non fece in tempo a finire la frase. Hawthorne fece fuoco a vuoto, facendoci trasalire con spavento.

"Non lo chiederò di nuovo. Dov'è Tiala Redmane?".

Gli occhi dello Sceriffo erano vacui, contorti in un'espressione di dolore e apatia. Era lo stesso sguardo di Sanders nel mio sogno.

 

Continua…


 
   
 
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