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Autore: GLaDYS_Vakarian    08/10/2024    0 recensioni
[Dragon's Dogma]
[Dragon's Dogma][Dragon's Dogma]« Comprendo il tuo dolore », disse, in tono morbido e rassicurante. « Ma voglio che tu sappia che, anche se non potrò mai essere completamente lei, dentro di me risiedono i sentimenti che aveva per te. Il sacrificio che ha fatto… »
Sel scosse la testa, interrompendola. « Non voglio sentire », disse. Lacrime grasse scendevano ormai copiose lungo le sue guance. « Non posso… Non voglio sapere cosa è successo davvero. Non voglio sentire di quello che ha affrontato. È tutto troppo… »
Astrea si avvicinò ulteriormente, stringendola con forza. Selina si lasciò travolgere dalla fragranza familiare dei capelli viola-marroni raccolti di Galadriel, ma il dolore era comunque opprimente: solo in quegli attimi poteva rifugiarsi nell’illusione di averla di nuovo con sé.
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Galy & Sel'
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Il sole era appena sorto su Cassardis, i suoi raggi dorati si riflettevano sulle acque limpide del mare, ma Sel non poteva percepire la bellezza di quel nuovo giorno, poiché il suo animo era avvolto da una nebbia di dolore e confusione.
Si guardò attorno mentre era ancora seduta sul letto, osservando l’ambiente semplice che ora era la sua casa ma che sembrava una prigione di ricordi.
Astrea era appostata al camino a preparare una colazione leggera. Fisicamente era ormai la copia perfetta dell’Arisen: ogni movimento, ogni gesto, erano un ricordo vivente della donna che Selina aveva amato così profondamente. La osservava con occhi pieni di lacrime, il cuore spezzato per la separazione; ma sapeva anche che la Pedina, ora finalmente libera dal suo vincolo con la Faglia, custodiva in sé l’anima della donna amata insieme ai suoi sentimenti e alla sua essenza. Eppure, quella che Sel aveva davanti non era minimamente paragonabile alla donna che aveva conosciuto.
  « Sel », disse Astrea, girandosi verso di lei con un sorriso tanto noto quanto straziante. « Ho preparato il tuo preferito. Speravo di rendere questa giornata un po’ migliore… »
Selina chiuse gli occhi, tentando di reprimere l’angoscia. Ogni sorriso, ogni parola, erano un richiamo ai tempi felici trascorsi assieme all’Arisen. « Non posso », mormorò, la voce incrinata dall’emozione. « Non posso farmi andare bene nulla di tutto questo… »
La Pedina, capendo quanto ancora fosse in lutto, posò la ciotola su un tavolino accanto e le si avvicinò.
La delicatezza del suo tocco era la stessa delle carezze dell’Arisen, eppure non era lei. Selina si sentiva intrappolata tra la memoria di un amore perduto e l’affetto travolgente di una donna che incarnava tutto ciò che Galadriel era stata.
  « Comprendo il tuo dolore », disse, in tono morbido e rassicurante. « Ma voglio che tu sappia che, anche se non potrò mai essere completamente lei, dentro di me risiedono i sentimenti che aveva per te. Il sacrificio che ha fatto… »
  Sel scosse la testa, interrompendola. « Non voglio sentire », disse. Lacrime grasse scendevano ormai copiose lungo le sue guance. « Non posso… Non voglio sapere cosa è successo davvero. Non voglio sentire di quello che ha affrontato. È tutto troppo… »
Astrea si avvicinò ulteriormente, stringendola con forza. Selina si lasciò travolgere dalla fragranza familiare dei capelli viola-marroni raccolti di Galadriel, ma il dolore era comunque opprimente: solo in quegli attimi poteva rifugiarsi nell’illusione di averla di nuovo con sé.
  « Per favore, Sel, ascoltami. È importante. Ho bisogno che tu sappia di ciò che è accaduto, così forse potrai comprendere che non è stata una scelta facile, ma era necessaria. La mia padrona, la mia Arisen, ti amava più di ogni altra cosa. Voleva che tu fossi al sicuro, lontana da questo ciclo di sofferenza… »
Sel si allontanò leggermente ma gli occhi cercavano quelli della Pedina, una scintilla di curiosità nel profondo del suo dolore. « Com’è successo? » chiese.
  « Quel giorno, quando siamo entrate nella Faglia », cominciò Astrea, la voce forte benché lievemente incrinata dal ricordo. « Abbiamo incontrato un essere, il Seneschal. Non avevamo idea di cosa aspettarci: si ergeva davanti a noi emanando un’aura di indicibile potere e mistero, eppure, c’era qualcosa di familiare nel suo sguardo. Era come se avesse visto tutto, come se ogni battaglia, ogni vittoria e ogni perdita fosse riflessa nei suoi occhi. Il Seneschal, altro non è che il guardiano del mondo, colui che regola tutto… il mondo in cui viaggiamo, è in sua custodia. Come l’Arisen evoca le Pedine e le mette in movimento, così il Seneschal domina ogni cosa vivente. Alcuni chiamano questo essere Creatore, oppure Dio »
  « Ma… io non capisco », fece Sel, confusa. « Galy è stata condotta al cospetto di questo Seneschal… ma che cosa vuole il Seneschal dagli Arisen? »
  « Il Seneschal è un Arisen che, alla fine del suo cammino, è riuscito a dimostrare un’incredibile forza di volontà così da poter sopportare il peso del mondo. Il suo dovere è quello di assicurarsi che il mondo continui a esistere: ha il potere di creare la vita, così come quello di portare la distruzione. Che tu voglia chiamarlo Creatore o Dio, è l’incarico che la mia padrona ha svolto, così come chi l’ha preceduta »
  « Ecco perché la venuta ciclica del Drago », disse Sel, cominciando a capire. « Il Drago non viene per distruggere, ma per scegliere qualcuno che possa prendere il posto di un Seneschal… è questa la natura di un Arisen, il suo vero scopo, vero? »
Astrea annuì. « Gli Arisen, tramite il Drago, dimostrano il loro coraggio affrontandolo e, cosa più importante, dimostrano la propria volontà per sopravvivere. Dei pochi Arisen che riescono a raggiungere il cospetto del Seneschal, quelli che non hanno la forza o la volontà necessarie per sostenere la vita, cadono e si reincarnano nel Drago, destinato a cercare l’Arisen successivo. Tutto il mondo, tutta la vita, è un ciclo eterno e perfetto: nessuno può sfuggire alla ruota dell’esistenza »
  « Quindi… tu e Galy avete sconfitto il Seneschal precedente… e Galy ha preso il suo posto », concluse Sel.
La donna sospirò.
  « Non è stata una battaglia facile. E io sono rimasta al suo fianco, fino all’ultimo. Alla fine, ha capito che la morte era l’unica soluzione per rompere il ciclo… l’unica possibilità per liberare la sua anima dall’eterna sofferenza e impedire che lo stesso destino pesasse sugli Arisen che sarebbero venuti dopo di lei. Il Duca Edmun, in realtà, non ha mai vinto il Drago. »
“Ha sacrificato la persona amata al suo tempo, quando il Drago gli aveva posto la scelta di affrontarlo… si era fatto vincere dalla paura, e il rimorso lo aveva fatto impazzire”, pensò Selina. Ogni parola della Pedina era una coltellata al cuore: tutte quelle le storie di coraggio, volontà e sacrificio la strozzavano. Le lacrime di frustrazione e sconforto scorrevano incessanti.
  « Perché? Perché doveva essere così? Averlo saputo prima a cosa andava in contro… avremmo potuto fuggire, così come avevano fatto tanti altri Arisen prima di lei… », pianse.
  « Perché sapeva che l’amore che vi univa era più forte della morte stessa », rispose Astrea, mentre le lacrime di Selina si mescolavano alla dolcezza dell’abbraccio. « Sapeva che un giorno, anche se avesse dovuto andarsene, sarebbe rimasta con te in qualche modo. Senza di lei, non avrei mai potuto vivere: non avrei mai potuto ottenere un’anima, né la libertà. È stato il suo più grande dono, la sua più grande eredità. »
  Selina tremava, mentre le braccia della Pedina erano ancora avvinghiate attorno a lei così da infonderle forza. Si sentì travolta da un amalgama di emozioni: tristezza, amore, e una parvenza di accettazione. La consapevolezza di quell’orrenda verità sulla reale natura del mondo e degli Arisen era troppo grande da sopportare. « Io… non riesco a dimenticarla. Ogni giorno, ogni attimo, sento la sua mancanza… », mormorò.
Astrea la strinse più forte, le labbra le sfiorarono la fronte in un gesto di infinita dolcezza. « E non dovresti. Ti amo con l’amore che l’Arisen aveva per te. Ogni giorno che passiamo insieme, ogni battito del mio cuore, è un omaggio alla mia padrona. Voglio viverlo per lei… e per noi. »
Le parole della Pedina risuonavano nel cuore del Sangue di Drago, eppure il peso della perdita era un fantasma difficile da scacciare. « Non so se potrò amarti davvero… »
  « Non ci sono alternative », disse Astrea, accarezzando dolcemente il volto di Selina. « Posso aspettarti. Posso solo amarti nel modo in cui hai bisogno di essere amata e mantenerlo vivo per entrambe. La mia padrona vorrebbe questo, lo so nel profondo. »
Le lacrime di Sel si mescolarono alle parole della Pedina e, in quel momento, tra il dolore e la speranza, forse una possibilità poteva anche esserci.
Aveva perso la persona più importante della sua vita, eppure, una scintilla di luce si affacciava tra le tenebre: la Pedina, pur non essendo l’Arisen che Selina aveva conosciuto, portava in sé un qualcosa che sfidava le leggi dello spazio, del tempo e del fato.
  « Resterai con me? » chiese, la voce strozzata.
  « Per sempre », rispose Astrea.
Le loro labbra si incontrarono in un bacio delicato ma carico di promesse. E anche se la somiglianza era soltanto fisica, in quel momento Sel avvertì un calore familiare emanare dalla donna che aveva davanti e che la avvolse fin nell’animo. Il suo amore perduto non sarebbe svanito, ma semplicemente mutato. Sel sapeva che, mentre il dolore della perdita era, e sarebbe per sempre stato, una parte di lei, aveva anche trovato qualcosa di nuovo in quella donna che la amava con la stessa identica passione dell’Arisen, seppure in maniera diversa. E, in quel bacio, i confini tra luce e ombra cominciarono a sfumare, creando uno spiraglio di speranza per il futuro.
   
 
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