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Autore: Hikana    11/10/2024    0 recensioni
Storie dei tuoi zii racconta la Napoli di un tempo, vista attraverso gli occhi di tre fratelli che narrano le avventure del loro misterioso fratello scomparso, Lello. Le storie si sviluppano tra gli anni '70 e il 2000, traendo ispirazione dalla cultura napoletana, ricca di superstizioni, fede e un’ironia intrinseca.
Zio Lello non era un uomo comune: credeva di parlare con San Gennaro, faceva predizioni, e trovava sempre un modo per portare scompiglio – o risate – nel quartiere. Dai miracoli improvvisati alla passione sfrenata per il Napoli, le sue storie sono un mix di comicità e magia, unendo il sacro e il profano come solo Napoli sa fare.
Ogni racconto trasporta il lettore nel cuore di una città dove la realtà si mescola facilmente con la leggenda, e dove anche le piccole vicende quotidiane possono diventare straordinarie. Lello, pur scomparso, vive ancora nei racconti dei suoi fratelli, tra risate e ricordi, come un’ombra che continua a divertirli e stupirli.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un’altra domenica di primavera, ma stavolta c’era un fermento particolare nell’aria. Il Napoli stava per giocare una partita importantissima, e la città era in fibrillazione. Anche nella casa dei Di Lauro, l’atmosfera era diversa. Le risate e le battute si mescolavano con discussioni accese sul Napoli, su Maradona e sulla partita che tutti aspettavano con ansia.

Sofia, che ormai era abituata alle storie su zio Lello, sapeva che quell’occasione era perfetta per scoprire se, anche in quel contesto, Lello aveva fatto delle sue. Così, approfittando di una pausa tra un piatto di pasta al forno e l’altro, chiese: "Zio Antonio, ma Lello andava a vedere il Napoli? Pure lui era tifoso?"

La domanda scatenò una risata immediata tra i fratelli. "Ah, Sofia mia," rispose Gennaro, "se Lello nun era tifoso sfegatato, allora nun ce sta nessuno. Ma quello che fece allo stadio San Paolo nun lo scorderò mai."

Sofia si mise comoda, già pregustando la storia. "Che fece?"

Pasquale scoppiò a ridere ancor prima di rispondere. "Ah, te la racconto io. Era il 1984, l’anno che Maradona arrivò a Napoli. Tutti erano impazziti. ‘O stadio era sempre pieno, e pure Lello voleva esserci a tutti i costi. Solo che nun c’aveva ‘nu soldo, come sempre! Ma, come sai, Lello trovava sempre ‘na soluzione."

"Che fece, stavolta?" chiese Sofia, incuriosita.

"Si presentò allo stadio cu ‘na chiave inglese sott’ o’ braccio," continuò Gennaro, ridendo. "Decise che, siccome nun teneva biglietto, si sarebbe finto ‘nu tecnico. Arrivò all’ingresso e disse agli steward: ‘Scusate, me stanno aspettando, devo stringere ‘na vite importante!’"

Sofia sgranò gli occhi. "E ci sono cascati?"

"Cascati? Certo che sì!" rispose Antonio, divertito. "Lello passò tranquillamente e si mise seduto ‘ncopp’ a tribuna, proprio sotto ‘a Curva B, tra ‘e tifosi veri. E ogni tanto faceva finta di aggiustare qualcosa cu ‘sta chiave inglese."

"Ma nun finisce qua," aggiunse Pasquale. "Quella partita fu speciale perché Maradona fece uno dei suoi gol storici. Appena segnò, tutto lo stadio esplose. Lello si alzò in piedi, guardò la folla e disse: ‘Ve l’avevo detto, no? San Gennaro m’aveva parlato pure stavolta!’"

Sofia scoppiò a ridere. "E tutti ci credevano?"

"Ah, te lo dico io, Sofia," intervenne Antonio, "quello stadio è un posto magico. In quel momento, tutti quanti ci credettero! Chillo, tra ‘nu gol e ‘nu miracolo, era riuscito a fare ‘nu spettacolo. Lo guardavano come se avesse benedetto Maradona!"

"E pure Maradona," aggiunse Gennaro, "pareva ca sentisse ‘na benedizione quel giorno, tanto bene giocava!"

Sofia non poteva credere a quella storia, ma al tempo stesso sapeva che con Lello tutto era possibile. "Ma come faceva Lello a convincere tutti?"

"Lello nun convinceva," spiegò Antonio. "Era così, faceva sembrare tutto normale, pure quando diceva ‘e cose più assurde. E poi, a Napoli, si dice sempre che ‘o sacro e ‘o profano so’ vicini. Lui lo sapeva e ci giocava."


Quella sera, dopo il pranzo e le storie su Lello e Maradona, Sofia continuava a riflettere su quanto fosse incredibile suo zio. Era un uomo che riusciva a far credere a chiunque che la sua visione del mondo fosse la verità, un po' come Napoli stessa: una città dove tutto è possibile, dove i miracoli e la follia convivono in armonia.

Ma più ascoltava quei racconti, più Sofia sentiva che c’era qualcosa di nascosto in Lello, qualcosa che andava oltre le risate e le predizioni. Non era solo un comico o un profeta improvvisato. C'era un lato misterioso che continuava a sfuggirle.

La domenica successiva, decise di fare un'altra domanda ai suoi zii. "Ma zio Pasquale, Lello ci credeva davvero a queste cose? O lo faceva solo per far ridere?"

Pasquale fece una pausa prima di rispondere. "Sofia mia, Lello ci credeva, e come. Diceva sempre che San Gennaro l’aveva scelto per vedere quello che gli altri nun vedevano. E certe volte, io te lo dico, pareva veramente ca ci azzeccava."

Antonio annuì. "Era come se Lello avesse un piede nel nostro mondo e l’altro da qualche altra parte, dove solo lui poteva arrivare. E chi lo sa, forse per questo sparì."

Sofia rimase in silenzio, riflettendo. Ogni nuova storia su Lello la faceva sentire più vicina a lui, eppure sempre più lontana dal capire chi fosse veramente.

   
 
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