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Autore: Kingdom11    23/09/2009    4 recensioni
Cosa sarebbe successo se, alla fine di Elcipse, Bella non avesse scelto Edward ma bensì Jacob?e se Jacob avesse avuto l'imprinting con Bella? ps.mentre scrivevo, "My Heart will go on" era il mio sottofondo musicale..ha influito sulla storia secondo voi??XD pps: qlcn potrebbe spiegarmi come diavolo s fa a usare l'html?no xk nn capisco xk, pur dividendo cn spazi,"a capo",ecc... tutte le mie "creazioni", alla fine quando le posto qui, si compattano a blocco unico!!!!AIUTOOOOOOOXD BAci a tutti
Genere: Romantico, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan, Jacob Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[(Da Eclipse, pag. 478)
“Ma io sarei stato una scelta più sana. Non una droga:io sarei stato l'aria, il sole”
Accennai un sorriso malinconico. “Anche io ne ero convinta, sai. Eri come il sole. Il mio sole personale. Il rimedio migliore alle mie nuvole”.
Sospirò. “Con le nuvole posso farcela. Ma non posso cavarmela contro un'eclissi”.]
























“Bella...” cercò di trovare le parole per dirmi qualcosa. Ma non ci riusciva.
Percepivo la sua sofferenza.
Era come se un'enorme voragine gli impedisse persino di respirare.
Conoscevo quella sensazione.
Lo guardai negli occhi.
Da un lato cercava di celare la sofferenza che lo lacerava dentro. Dall'altro, sembrava come se avesse trovato la risposta a tutte le sue domande.
Come un cieco che avesse visto il sole per la prima volta.
Mi vidi riflessa in quegli occhi.
E ad un tratto capì.
“J-Jake...hai avuto l'imprinting con me, vero?”.
“Mi dispiace Bella...davvero”.
“Come se fosse tua la colpa” gli sussurrai avvicinandomi sempre di più a lui.
“Lo so...ma..cose da mostro, ricordi?”gli angoli della bocca gli si incurvarono impercettibilmente all'insù, quasi stesse tentando di ridere.
“Non sono io il mostro che vuoi...proverò, cercherò di farmene una ragione...”.
Jacob mi sfiorò il volto con una mano. Percepire tutto il calore che emanava, mi fece stare ancora peggio. In pochi interminabili secondi quella sensazione di calore estremo era scomparsa. Lo guardai allontanarsi verso la foresta, la guancia che pian piano si raffreddava.
Ecco come sarebbe stata la mia vita adesso: glaciale, fredda e senza di lui. Senza il mio Jacob.
Alcuni secondi dopo, sentì la mano di Edward sulla spalla destra.
Mi fece voltare.
Non riuscivo a guardarlo negli occhi.
“Tutto bene?”mi chiese con la solita voce soave.
“Ti sembra che vada tutto bene?”urlò disperata una voce nella mia testa.
Mi limitai a formulare una breve risposta.
“Torniamo dentro, qui fuori si gela”propose lui, facendo scivolare la sua gelida mano sul mio fianco.
“Non lo avvertirei nemmeno il freddo, se fossi con..” mi sorpresi a rispondergli acida.
Edward mi guardò con espressione ferita.
“...Se fossi con un maglione più pesante”mi corressi in fretta.
“Che diavolo mi stava succedendo?”
“Bella...sei sicura che vada tutto bene?” mi si parò davanti.
Stavo per aprire bocca, quando ad un tratto un selvaggio ululato interruppe il silenzio della foresta.
Avrei riconosciuto quella “voce” tra mille. Il suo dolore, l'angoscia, la paura e lo smarrimento...quanto mi era facile comprendere quei sentimenti.
“Edward...”era arrivato il momento di scegliere.
Almeno questo glielo dovevo.
Ad entrambi.
“Cre-credo sia meglio se...mi dispiace, ma non so come dirtelo...è solo che...”maledetta la mia goffaggine che mi perseguitava in qualunque situazione.
“Da quando te ne sei andato da Forks, qualcosa in me si è spezzato...per molti mesi ero convinta fosse solamente a causa della tua mancanza...poi quando è arrivato Jake..”
“Ho capito Bella...”la sua espressione rimaneva dolorosamente indecifrabile.
Continuai a parlare, sicura di fare la scelta più giusta per entrambi.
“Ho capito che esisteva un modo per...o meglio dire, esisteva qualcuno in grado di ricollegare tra loro quei pezzi...”.
Alzai timidamente lo sguardo.
Edward continuava a fissarmi, gli occhi cerchiati da profonde occhiaie violastre.
“Mi dispiace Edward, mi dispiace di averti illuso, ma credimi...per quanto stupido, sciocco e privo di senso possa sembrarti, ti giuro che non avrei mai voluto farti del male...ci ho provato, credimi..ho cercato di fingere che non fosse successo nulla, che tu non te ne sia mai andato...che tutto ciò non fosse mai successo...ma..”
Edward si chinò a sfiorarmi la fronte con le labbra.
“Non mi importa, ho sbagliato io...non avrei mai dovuto lasciarti” mi sussurrò.
“Sii felice” furono le sue ultime parole prima di scomparire nel folto del bosco.
La testa aveva iniziato a girarmi. Ispirai ed espirai un paio di volte, cercando di ristabilire il mio battito cardiaco, ormai prossimo alla tachicardia.
Appena realizzai pienamente cosa avevo appena fatto, un sorriso mi si stampò sul volto.
Ero libera.
Jacob.
Jacob io ti amo.
Ecco le parole che avrei potuto, dovuto e assolutamente voluto sussurrargli ogni singolo istante in sua compagnia.
Corsi in casa e composi il suo numero, sperando di trovarlo a la Push.
Dopo il decimo squillo, mi rassegnai e riagganciai.
Poco importava. Sarei andata io da lui.
Mi voltai, presi la mia solita giacca e le chiavi del pick-up e, sempre con un sorriso ebete stampato in volto, uscì di casa.
Corsi giù per il vialetto e in un secondo avviai il mio mastodontico mezzo di trasporto.


Dieci minuti scarsi, e parcheggiai davanti a casa Black.
Scesi e corsi a bussare alla porta.
“Ehi Jack” iniziai a chiamarlo.
“Jack ti prego apri”urlai bussando sempre più insistentemente.
“JACOB”ripetei alterando le urla ai pugni sulla pesante porta in legno.
Dalla casa non proveniva nessun rumore.

Disperata, mi diressi verso il “capanno di Jack” sperando di trovarci almeno Bill, anche se, appena arrivata mi ricordai che non sarebbe mai potuto essere lì, poiché la sedia a rotelle gli impediva il passaggio tra radici e terreno sconnesso.
Bussai sulla saracinesca ma non ottenni risultato.
“JACOB”urlai disperatamente. “Ti prego Jack, dove sei?”.
Due mani forti e molto calde mi afferrarono le spalle.
“Ehi Bella, ora calmati”
Riconoscevo il calore emanato da un membro del branco.
Mi voltai rassegnata.
Quello non era il mio Jack.
Era Quil.
“Ehi, cosa succede?perché cerchi Jack?” mi chiese preoccupato.
“Quil, è una lunga storia...ti prego sai dove è andato?” risposi ansiosa di conoscere la risposta.
“Lasciami riflettere un attimo...fino a cinque secondi fa, prima che mi ritrasformassi in umano, stava correndo verso la spiaggia...credo verso la scogliera, ma non ne sono sicuro..ma..”
“Grazie Quil, ti devo un favore”lo salutai prima di avviare il motore dello Chevy e partire in direzione della scogliera.
“Di nulla Bella”fece eco lui, coperto in parte dal rombate motore del pick-up.


E Jacob era proprio lì: sulla punta più alta della scogliera.
Proprio nello stesso punto dal quale mi ero gettata io un anno prima.
Spensi il motore e parcheggiai ad una cinquantina di metri dall'inizio della scogliera.
Probabilmente Jacob mi aveva sentita arrivare, ciò nonostante rimase a guardare l'orizzonte.
Mi incamminai verso di lui.
Il cuore a mille. La mente vuota e spensierata.
Non avevo la minima idea di cosa dire per spiegargli perché fossi lì, ma poco importava.
Non ero mai stata una di troppe parole.
“Jack” lo chiamai.
Si voltò, visibilmente sorpreso di sentire la mia voce.
Dietro di lui, il sole stava tramontando.
La sua carnagione bronzea era maggiormente accentuata dalla luce del “crepuscolo”.
Il vento gli scompigliava i corti capelli neri mentre alcuni impercettibili spruzzi d'acqua gli bagnavano il muscoloso torace, formando piccolissime perle illuminate dal sole.
Avevo già visto un essere luminoso alla luce del sole, ma per descrivere tutto ciò che provavo per quello che avevo davanti non mi sarebbe bastato neanche un secolo.
Gli occhi non riuscivo a vederli con chiarezza, ma non nascondevano la curiosità e la confusione nel vedermi lì.
Con lui. E non con l'altro.
“Jake...ho cambiato idea..”gli sussurrai avvicinandomi.
Un sorriso gli si allargò sul volto, scoprendo i candidi denti.
“Sono stata a casa tua...non c'era nessuno...poi ho incontrato Quil e mi ha detto...ha detto che avrei potuto trovarti qui..e”
“Shhh”mi zittì lui, allungandomi una mano.
L'afferrai impaziente di ritrovarmi al sicuro tra le sue braccia.
Mi attirò a sé impaziente e dolcissimo al tempo stesso.
Con una mano, mi sollevò delicatamente il mento. “Come mai sei qui?”scherzò lui.
“Oh al diavolo” pensai tra me “Lo sa benissimo che non sono mai stata la migliore con queste faccende romantiche”.
“Sono qui. Per restare. Con te. Sempre” risposi io imbarazzata.
Jack gettò la testa all'indietro e rise della mia reazione.
Leggermente infastidita, lo colpì piano con il pugno, memore dell'ultima volta che lo avevo colpito sul serio.
“Ehi Bells, non fraintendermi...che tu sia qui...adesso..con me...come potrei spiegarti?Credo che nemmeno la persona più felice della terra provi un centesimo di quello che sto provando io adesso...”mi sorrise dolcemente guardandomi negli occhi.
Rimasi a fissarlo per alcuni secondi, poi spostai lo sguardo, imbarazzata.
Jack mi abbracciò e io finì per appoggiare la testa sul suo petto caldo.
Il tempo pareva essersi fermato.
C'eravamo solo l'oceano, Jacob ed io.
“Dillo”sussurrò lui con voce roca.
“Dire cosa?”lo guardai incuriosita.
“Ciò che aspetto di sentirti dire da tanto, forse troppo tempo”si spiegò lui, sfiorandomi il naso con il proprio.
Oh cielo!
Ispirai ed espirai.
Ok ero pronta.
“Ti amo Jacob Black”
“Ti amo anche io, Isabella Swan” mi soffiò sulle labbra prima di baciarle con un misto di irruenza, passione e dolcezza.

“Scusa se ci ho messo tanto a capirlo”gli sussurrai ad un tratto perdendomi in quel mare di pece che mi fissava estasiato.
“Figurati...l'importante è che tu finalmente l'abbia capito”mi strinse lui continuando a baciarmi.

“E la tua eclissi?”mi punzecchiò lui mentre eravamo teneramente sdraiati a guardare l'oceano.
“Jacob”finsi di rimproverarlo sorridendogli. “un po' di rispetto...non sarei qui se non fosse per lui”.
“Hai ragione”ci pensò su lui, concentrandosi su una mia ciocca di capelli, che stava arrotolandosi su un dito. “Credo che dovrò persino ringraziarlo” concluse lui baciandomi ancora una volta.

“Non mi serve più l'eclissi”
“Cosa?”
“Prima mi hai chiesto della mia eclissi...non mi serve più...adesso ho il mio sole personale”
“Bella Swan, tu mi sorprendi!Non avevi problemi con i momenti romantico-imbarazzanti?”
“Beh sto iniziando a migliorare...quanto al sorprenderti...non preoccuparti!ho una vita intera per farlo”lo abbracciai.
“Ed io che non aspettavo altro”concluse lui baciandomi.
Ancora.
E ancora.
E ancora.
  
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