Nella profondità di una foresta incantata, mentre la luce della luna piena filtra tra gli abeti secolari e i sussurri del vento raccontano storie ancestrali, corre un lupo di nome Argo. Non è come gli altri della sua specie; il suo spirito libero e indomito lo rende un vagabondo, pur appartenendo a un piccolo branco.
Proprio in quel momento il richiamo del gufo viene interrotto dal rumore delle foglie sotto le sue zampe.
Argo, con il cuore pulsante, si inoltra nel buio mentre continua a seguire l'odore di una preda. Nel fitto cespuglio tocca con la zampa un fucile, l’incontro inaspettato lo attende in silenzio; il cacciatore senza indumenti era immobile e immediatamente si lancia in un gesto disperato: un morso sul dorso, contatto di denti e carne, il mondo di Argo muta totalmente in un solo istante. Un forte dolore, la paura lo assale, sente il corpo ribellarsi come se la luna stessa lo chiamasse a un destino sconosciuto.
Mentre scappa, la sua forma animale lentamente svanisce, ma non il suo spirito selvaggio, che lotta contro questa nuova realtà. Dentro di lui si agitano antiche memorie ed emozioni che si mescolano con una nuova e inquietante umanità. Argo si trova faccia a faccia con la sua essenza, sospeso tra il richiamo della foresta e il mistero della fede.
Lui ritorna al branco il mattino seguente con passo stanco, il suo portamento resta quello di un lupo alfa, sicuro, silenzioso. Maya lo accoglie con uno sguardo attento, inclinando leggermente la testa, percepisce qualcosa di diverso, ma non riesce a cogliere esattamente la natura di quell’impercettibile cambiamento.
"Sei stato via a lungo," sussurra lei, avvicinandosi con cautela.
Argo la guarda, i suoi occhi brillano di una luce nuova, ma resta in silenzio. Il suo corpo è quello di un lupo, ma dentro di lui si agita una tempesta di domande. Non trova le parole, come se una nuova coscienza stesse cercando di emergere dalle profondità del suo essere. Lucky e Pepe, i suoi giovani cuccioli, corrono verso di lui scodinzolando e giocando. Argo abbassa il capo, cerca di nascondere la sua confusione e lascia che i piccoli lo circondino; loro due lo hanno sempre visto con occhi pieni di ammirazione e curiosità.
Maya lo osserva da più vicino. "Sei sicuro di stare bene?" domanda, sospettosa.
Argo fa un piccolo cenno con il capo, ma dentro di sé sente ancora il richiamo della luna, il profondo desiderio di correre via.
“Ho una ferita.” Le mostra il morso sul dorso “Non ricordo chi sia stato ma non è niente di cui preoccuparsi.”
Quando il vento e la pioggia si calmano e la notte avanza, il suo corpo trema e quella strana energia lo travolge fino a spingerlo lontano, nel cuore della foresta.
Dopo ventinove dì e ventinove notti la luna piena sta brillando alta nell’oscurità, per metà coperta da sottili nuvolette e, come da consuetudine, Argo si allontana dal branco. Maya lo segue con lo sguardo, il cuore pesante.
Prende la decisione di andargli dietro, si nasconde tra gli alberi e lo tiene a distanza per non farsi scoprire. In lontananza, vede Argo fermarsi in una radura illuminata dalla fievole luce del satellite. Il suo corpo trema violentemente e poi, lentamente, qualcosa di terribile accade. Il suo corpo inizia a mutare.
Le sue zampe si allungano e si ingrossano, il pelo si ritira, la figura di un uomo emerge dalla sagoma del lupo. Maya riesce a trattenere un ululato di orrore. Resta nascosta tra i cespugli, gli occhi spalancati di fronte a quell'evento inimmaginabile.
“Argo…” sussurra, ma lui non la sente, perso nella sua trasformazione.
Argo si guarda le mani tremanti, umane, incapace di capire cosa sta accadendo. Combattuto tra due mondi che non riesce a comprendere del tutto si accascia sul terreno.
Maya prende coraggio e lo raggiunge, resta comunque a distanza: "Che cosa sei diventato?"
Argo abbassa lo sguardo verso di lei, gli occhi pieni di dolore e confusione. "Non lo so... ma sento che la luna mi chiama, e non riesco più a sfugg…” il suo linguaggio cambia e la lupa non riesce più a comprenderlo.
Maya scuote il capo ripetutamente, lotta contro l'istinto di fuggire. "Sei ancora uno di noi?"
Argo abbassa lo sguardo e inizia a correre lontano da lei. In quel momento, un fruscio tra gli alberi indica la presenza di Lucky e Pepe che, preoccupati per l'assenza del padre, li hanno seguiti. I cuccioli non hanno capito cosa è successo allora Maya lo spiega: “Vostro padre è cambiato, non è più soltanto un lupo. Troveremo un modo per stare insieme lo stesso."
La luna continuava a brillare sopra di loro, silenziosa testimone del cambiamento che avrebbe per sempre legato Argo a entrambi i mondi.
Argo, ormai intrappolato tra la sua natura di lupo e la nuova umanità, sente un vuoto crescere dentro di sé, un desiderio che non riesce ad identificare chiaramente, una mancanza di significato nella sua esistenza. Vagando per il paese montano, il profumo dolce di zucchero e farina cattura la sua attenzione e lo guida verso un piccolo laboratorio illuminato da una luce tenue. Si ferma davanti alla vetrina, la porta è socchiusa ed osserva all'interno con curiosità.
Lì dentro c’è un uomo, un pasticcere che lavora con precisione e cura decorando torte e impastando pane con mani esperte. Argo, ormai trasformato, prova una strana sensazione di calma. Quella notte, spinto da un sentimento nuovo, bussa alla porta. Il pasticcere, un uomo semplice con una grande pancia rotonda e capelli grigi ha un volto gentile, lo accoglie senza esitazione, come se avesse già capito chi fosse davvero Argo.
Hai fame?" chiede porgendogli un biscotto vegano. Argo annuisce, mordendo il dolce con esitazione. Il sapore delicato e naturale lo sorprende. Il pasticcere lo osservava con interesse.
"Non sei come gli altri," gli confida "C’è qualcosa di diverso in te. Sei venuto per imparare?" Prende un grembiule bianco dall’attaccapanni e gli e lo porge.
Argo non sa cosa rispondere, ma qualcosa dentro di lui si agita, una nuova sete di conoscenza. Regolarmente ogni ventinove giorni si presenta di nuovo al laboratorio. Il pasticcere, che lavora principalmente di notte per fornire i suoi prodotti freschi ai mercati mattutini, inizia ad insegnargli i segreti del mestiere. Argo scopre così di avere una passione insospettata per l'arte della pasticceria.
Le sue mani, un tempo zampe selvagge, ora si muovono con una nuova delicatezza. Sta imparando a mescolare gli ingredienti e seguire ricette, ma soprattutto, a creare qualcosa di dolce e gentile.
Una notte, mentre decorano insieme con fili di cioccolato una torta vegana ai frutti di bosco, Argo finalmente inizia a parlare. "Voglio fare questo... per sempre."
Il pasticcere lo guarda sorridendo. "Perché proprio questo? Cosa c’è di così diverso qui rispetto al tuo mondo?"
Argo rimane in silenzio per un momento, poi risponde: "È come se... trasformassi tutto ciò che è caotico dentro di me in qualcosa di calmo e ordinato. Fare dolci mi dà pace."
Il pasticcere annuisce. "La cucina ha un suo modo di guarire, di trasformare le persone. Ma non posso trattenerti se non è il tuo destino. Nessuno può trattenerti."
Argo inizia a sentire più forte il conflitto. Anche se ogni luna piena continua a portarlo verso questo nuovo mondo fatto di farine e aromi dolci, sa che la sua natura di lupo non può e non potrà mai essere ignorata del tutto. La sua compagna, Maya, e i suoi cuccioli lo attendono sempre nel bosco, e ogni volta la separazione diventa più dolorosa. Eppure, la pasticceria stava penetrando in profondità nella sua vita.