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Autore: giusty54    23/09/2009    1 recensioni
Fantàsia, il mondo della fantasia umana. Anno 14553. Il mondo creato dalla mente umana viene invasa dai Cartoni Animati, esseri crudeli e senza scrupoli, la cui Regina, Einciandra, ha l'obbiettivo di prendere possesso del Trono dell'Infanta Imperatrice e tutto il suo Regno senza confini..Fantàsia cade alla sua autorità, ma la Consigliera, nota anche come Terrestre, dell'Imperatrice ha già trovato i suoi eroi: i Sette Guardiani di Kandrakar.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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  L’ invasione

 Era il mese di settembre, quando il cielo cominciò ad imbrunire. Le foglie degli alberi si staccarono dolcemente dai loro rami mentre il vento fischiava tra le fronde.
La Luna crescente era coperta dalle nubi nere, che minacciavano temporale in vista del prossimo inverno. Sarà un lungo inverno; lungo e rigido.
Lo dicevano i Folletti del Bosco Frusciante, ormai rintanati nelle loro casette, alle radici degli alberi secolari della foresta. I Gufi cacciavano le ultime prede, anche se non avevano avuto molto successo, perchè i roditori erano già ben nascosti nelle loro tane.
Perfino i ruscelli del bosco sentivano l’arrivo dell’inverno. Parevano quasi prosciugati,come da un Sole cocente, ma se ci vedete bene, potete accorgevi che quei ruscelli si stavano semplicemente preparando anche loro per l’inverno, nascondendosi nel loro letto umido e ricoperto di alghe dai mille colori fluorescenti.
La Terrestre passò da quelle parti, con tutto il suo seguito, il cappuccio nero come le sue vesti, che copriva il suo volto bianco.
- Mia Signora, state attenta a dove mettete i piedi...- disse il saggio Karlik, un mostricciattolo dall’aspetto di una talpa i cui occhi neri e profondi parevano le due pietre che di solito si mettevano su un pupazzo di neve - ...certe volte, i Folletti del Bosco Frusciante lasciano sui loro terreni le loro stesse schifezze.-
- Caro Karlik, se c’è qualcosa che mi dà fastidio non sono i resti di Folletti, - rispose la Terrestre, in tono solenne – bensì gli insetti, nonostante anche loro abbiano un ruolo importante, su questo pianeta.-
- E la cimice?- Rise il saggio Tibor, un uomo dai pochi scrupoli, la cui barba lunga e bianca cadeva verso i suoi piedi – La cimice non fa altro che lasciarsi schiacciare, per poi mandare nell’aria il suo orrendo odore, se ho ben sentito dire.-
- Di certo anche la cimice ha un ruolo importante, nella sua innocente vita.- Rispose la Terrestre, sorridendo sotto il cappuccio – Ma ora non parliamo di queste cose. Piuttosto, vorrei sapere a che punto è la Ricerca Celeste.-
- L’Oracolo, il Signore di Kandrakar, ha scelto i Guardiani proprio come volevate Voi, mia Signora...- disse Tibor – Però, cioè...non per frainterdervi, solo che...siete sicura della vostra scelta?-
- Ho scelto i Sette Guardiani di Kandrakar e sette saranno. Nessuno deve assolutamente cambiare le mie scelte, sono stata chiara?-
- Ma aggiungere due fenomeni ai Cinque Elementi della Terra... Il Fulmine e la Luce...-
- Basta così, Tibor! Ti ho solo chiesto a che punto era la Ricerca Celeste, non di farne una discussione.- Sibilò la Terrestre – Ora cerchiamo di accellerare il passo e di raggiungere al più presto la Torre d’Avorio. L’Infanta Imperatrice ha bisogno di noi.-



Per chi non avesse ancora capito o per chi non la conoscesse ancora, c’è una cosa che bisogna assolutamente sapere dell’Infanta Imperatrice, e se sarà necessario lo si ripeterà per un miliardo di volte: l’Infanta Imperatrice era considerata, in effetti, come dice già il titolo, sovrana assoluta di tutte le innumerevoli Terre e Paesi dello sconfinato Regno di Fantàsia, ma in realtà era molto di più di una sovrana, o per meglio dire, era qualcosa di completamente diverso.
Non governava, non aveva mai fatto uso di violenza e neppure del proprio potere, non dava ordini e non giudicava nessuno e non doveva mai difendersi da alcun aggressore, perchè a nessuno sarebbe mai venuto in mente di levare la mano contro di lei, o peggio ancora, di farle qualcosa di male, se non un qualche pazzo che volesse il suo Trono di Cristallo.
Davanti a lei, tutti suoi sudditi erano uguali. Lei era semplicemente lì, ma lo era in una maniera del tutto speciale: era il punto focale, il centro di tutta la vita del Regno di Fantàsia.
E ogni creatura, buona o cattiva, bella o brutta, seria o allegra, sciocca o saggia, tutti, tutti esistevano solo in grazia della sua esistenza. Senza di lei, nulla poteva esistere, così come il nostro corpo umano non può vivere se non ha il cuore.
Nessuno era in grado di compredere completamente il suo segreto, nemmeno la Terrestre, ma tutti sapevano che era così. E così appunto essa era in ugual misura rispettata da tutte le creature del Regno, e tutti allo stesso modo si preoccupavano della sua salute e della sua vita.
Perchè, se lei un giorno dovesse morire, la sua morte sarebbe stata contemporaneamente la morte di tutti, il declino, la fine dell’incommensurabile Regno di Fantàsia.
La Terrestre era esattamente l’opposto. Nessuno sapeva come fosse arrivata in quel mondo, ma di una cosa le creature di Fantàsia erano certi: era la Consigliera dell’Infanta Imperatrice.
Il suo compito era quello di proteggere la sovrana da possibili guerre interne in modo parlamentale.
Odiava le battaglie fino all’ultimo sangue e adorava la politica da un punto di vista: il confrontarsi con le parole, con calma e riflessione.
Aiutava l’Infanta Imperatrice a decidere cose importanti, per esempio il dare un territorio a un popolo recentemente arrivato sul pianeta infinito e in tanti altri eventi.
Era, insomma, la migliore amica dell’Infanta Imperatrice, il suo punto di riferimento, come lei era il punto di riferimento del mondo di Fantàsia. E la Terrestre le era molto fedele, così come il cane è fedele al suo padrone.
Stavolta, l’Infanta Imperatrice l’aveva chiamata per urgenza; aveva appena ricevuto una lettera dal Mondo Umano e ciò era molto strano, poichè non aveva mai contatti con il popolo del Pianeta Terra.
Nella grande Torre d’Avorio c’era un’opprimente atmosfera di paura e sgomento.
Due sentimenti che la Terrestre, fino ad allora, non aveva mai sentito. Persino le pareti luminose della Torre parevano più scure dei visi di tutti i sudditi dell’Infanta Imperatrice.
Che cosa stava succendendo alla Torre d’Avorio? Per scoprirlo, bastava solo chiedere spiegazioni alla sovrana di Fantàsia.

Tutti i gravi problemi che riguardavano l’Infanta Imperatrice venivano discussi nella Sala Parlamentale, di cui il Giudice era un enorme acquila nera, il signor Connor.
Composta da duecentocinquantasei consiglieri e saggi di altri Parlamenti di Fantàsia, la Sala era piena di un gran brusio di voci, quel giorno di settembre.
C’era chi si agitava capricciosamente, quasi piagnucolando come un bimbo e c’era anche chi fumava nervosamente un sigaro. Naturalmente, anche lì il Giudice dovette alzare la voce, per farli star buoni: - Silenzio, signori, per favore! SILEEENZIO!!!-
Finalmente tutti cessarono di sbraitare.
- Bene. Anzi, male! Con voi devo sempre alzare la voce! Andrà a finire che un giorno di questi la perderò...vi comportate esattamente come bambini dell’asilo!- Qualcuno nella folla seduta tra le sedie tossì nervosamente – Dunque, il movito per il quale vi ho convocato tutti all’assemblea riguarda tutto il nostro Regno. Ma stavolta non sarò io a parlarvene. Terrestre, venite avanti, per cortesia...e parlate.-
La Terrestre prese il posto del Giudice e, sorridendogli, cominciò: - Grazie, Black. E ringrazio anche tutti coloro che vengono da lontano per accogliere questo momento. È successo qualcosa che non era mai accaduta prima d’ora, signori. Fantàsia è stata invasa dai Cartoni Animati.-
Tutti i presenti confabularono tra loro, stupiti: - Cartoni Animati?- - E chi sono?- - Mai sentiti nominare...-
- Sono i frutti di molti lavori mentali dei miei simili, gli Umani,- rispose solennemente la Terrestre – sono i loro figli. I figli di una loro fantasia del tutto diversa di quella che avevano un tempo. Sono il prodotto di una fantasia molto ricca. Ricca di divertimento e colori.
Ma come tutte le loro creature, anche i Cartoni avranno di sicuro una loro essenza negativa e una positiva. Quella positiva è la loro straordinaria capacità di far ridere la gente.
Quella negativa, invece, è rovinare la fantasia umana. Ora, nel mio mondo, perfino i soprammobili, i tappeti e tante altre cose fatte con le loro stesse mani hanno molti riferimenti che richiamano questi personaggi.
E questo è un piccolo male. Finchè rimane la passione della magia e di tutte le altre forme spirituali nella mente dei miei simili, va bene...ma se i Cartoni prenderanno il sopravvento anche su quelle, allora la loro mente si danneggerà da sola. Questo lo impediremo, signori e lo faremo solo con le buone maniere.
A Sua Maestà è arrivata una lettera da parte di questi esseri. Il loro capitano è il famigerato Gambadilegno Silver e, che lo voglia o no, noi accoglieremo sia lui che i suoi soldati come se fossero amici...e lo saranno. Qualche domanda?-
- Quando arriveranno questi Cartoni Animati?- Volle sapere un saggio.
- Dovrebbero venire oggi stesso, al tramonto.- Rispose l’altra – Se i miei calcoli non sono errati, devono aver già oltrepassato le Montagne d’Argento. Tra poco passeranno per le Paludi Morte e arriveranno nientemeno che davanti ai cancelli del Cuore di Fantàsia, proprio qui di fronte alla Torre d’Avorio. Qualcos’altro?-
Nessuno rispose. Un silenzio imbarazzante piombò nella Sala. E con esso, anche il buio.


Al calar del Sole dell’Ovest, i preparativi per l’accoglimento dei soldati del capitano Gambadilegno Silver, volsero al termine e tutti i sudditi, saggi, medici e servi dell’Infanta Imperatrice, compresi la Terrestre, il Saggio Tibor e l’Oracolo, Signore di Kandrakar, attesero nervosamente l’arrivo dei Cartoni Animati.
Essi arrivarono, con un gran corteo di mercenari, bellissime danzatrici con veli dai mille colori vivaci e cavalieri dalle armature imponenti.
Le creature di Fantàsia non avevano la benchè minima voglia di accoglierli come loro amici, dopo aver visto il loro capitano, Gambadilegno Silver. Era un possente Cartone Animato, dai piccoli occhi gialli e dalla corporatura molto robusta.
Il suo sguardo malvagio non prometteva nulla di buono e questo lo vedeva soprattutto la Terrestre.
Nonostante tutta l’allegria dei Cartoni, sopra le loro teste si levarono grosse nubi da cattivo tempo...l’Infanta Imperatrice e il suo seguito sussultarono: quelle nuvole grigie avevano la stessa consistenza negativa del Nulla [...].
Gambadilegno Silver si fermò ad una certa distanza dalla Torre d’Avorio e urlò con tutto il fiato che aveva: - ALT!-  Gli altri Cartoni si fermarono, eseguendo il suo ordine e tutto divenne improvvisamente silenzioso.
Infine, Gambadilegno parlò, rivolgendosi all’Infanta Imperatrice: - Noi abbiamo calpestato tutti i luoghi del vostro mondo, Vostra Maestà, per ordine della nostra Regina Einciandra. Dovete dimettervi ai suoi ordini e darle il Trono...altrimenti sulle vostre terre non ci sarà che sangue e morte.-
Le creature di Fantàsia sussultarono ancora di più, a queste parole. Come poteva quel Cartone Animato a rivolgersi all’Infanta Imperatrice in quella maniera?
- Mia signora...- sussurrò un vassallo alla giovane Imperatrice – Questi esseri non hanno buone intenzioni. –
- Permettemi, Vostra Altezza, - lo interruppette la Terrestre – di prendere in mano io la situazione. –
L’Infanta Imperatrice la osservò con i suoi occhi dorati. Infine, le rispose, sorridendole: - Permesso concesso, mia consigliera.-
La Terrestre le fece un piccolo inchino e se ne andò, raggiungendo il capitano Gambadilegno Silver.
Sulla Torre d’Avorio si levò un altro silenzio ancora più grande. Gambadilegno Silver aspettò la risposta della ragazza.
- Un comportamento del genere è indegno per chiunque, Gambadilegno Silver.- Disse la Terrestre, solenne – Nel corso della storia di Fantàsia non era mai accaduta una cosa simile. Se è il Trono dell’Infanta Imperatrice ciò che vuole la vostra Regina, dovrà dare spiegazioni più che lecite per questo suo desiderio.
Se non le darà, vorrà dire che useremo i vecchi sistemi. Ma penso che voi vogliate più i vecchi sistemi, che i dibattiti parlamentali, non è vero...capitano?-
- Ah!- Ridacchiò Gambadilegno Silver – Ma guarda un po’...una ragazzina come te che si mette a parlare di queste cose...Tu devi essere la Terrestre. Ho sentito molto parlare di te. Cose piuttosto misteriose...e inquietanti.-
- Non hai risposto alla mia domanda.- Sibilò la Terrestre, da sotto il cappuccio.
- E arrogante, per di più.- Continuò Gambadilegno – Beh, comunque...sì. Noi preferiamo i vecchi sistemi...ah, ah, ah!- Dietro i lui, i suoi soldati ridacchiarono, facendogli da coro.
- Ti sei portato soldati giovani, a quanto vedo...- commentò la Terrestre. Il suo sguardo si buttò su quello di un Cartone con l’aspetto di una volpe, dai grandi occhi rossi e timidi. Uno sguardo infuocato, ma al tempo stesso, spento. – Molto giovani...-
- Cosa baccagli i miei soldati, tu?- Borbottò Gambadilegno,sempre ridendo – Piuttosto, deciditi a lasciarci andare avanti e a prendere il Trono della vostra Imperatrice. La nostra Regina ha fame di potere...e noi la sfameremo.-
- La vostra Regina dovrà patire quella fame per molto tempo ancora...- disse la Terrestre - ...visto che dobbiamo discutere dei nostri vecchi sistemi.-
- Molto bene...- Gambadilegno si stava ficcando in bocca uno stecchino per pulirsi i denti, ma la Terrestre pensò che invece dello stecchino dovrebbe aver bisogno di un dentifricio. – Allora facciamo così: due nostri combattenti si batteranno. Se il vostro vince, allora noi ce ne torneremo nel nostro mondo a mani vuote....-
- Altrimenti?- Domandò la Terrestre, anche se aveva già capito quel che intendeva fare Gambadilegno.
- Nel caso contrario, voi ci lascerete prendere il Trono della vostra Imperatrice...e tutto il vostro mondo. Fantàsia cadrà e la nostra Regina avrà un suo regno. Sarà la nostra Imperatrice. Allora? Andata?-
La Terrestre guardò quell’energumeno insignificante: i suoi denti gialli parevano quasi monete conficcate nelle gengive.
Dopo un momento di riflessione, la Terrestre rispose, decisa: - Andata.-
In quel preciso istante, Gambadilegno lanciò un urlo, chiamando qualcuno: - KRAAN!-

Tra le numerose pattuglie dei soldati, si spostò un Cartone dall’aspetto umano, anche se non era veramente un umano: bicipiti spessi come tronchi di querce, la testa sformata e spaventosamente ricurva, dove gli occhi erano praticamente nascosti, rossi come piccoli rubini;la Terrestre guardò il mostruoso Cartone, e sibilò , quasi divertita: - La solita storia...-
- ‘Mbè?- Sbottò Gambadilegno, spazientito – Che aspetti a chiamare il tuo?-
- Non hai ancora capito chi è il difensore di Fantàsia, Gambadilegno Silver?- Dalla voce della Terrestre uscì un piccolo ringhio...un ringhio di belva. – Nel corso degli anni, io ho sempre difeso Fantàsia nel modo che ritenevo giusto, cioè...parlando. –
Da sotto le vesti nere della ragazza, apparve una coda bianca. Due occhi fluorescenti si accesero nel suo cappuccio.
- Tuttavia qualche volta anche il tempo ha delle svolte. E le svolte che più lo colpiscono sono le guerre. Alcune guerre si possono gestire con la calma...- Il corpo della Terrestre diventava, intanto, sempre più piccolo – Ma altre si devono gestirle con la forza.-
Gambadilegno non riuscì a obbiettare altro, perchè la Terrestre si era già trasformata in una delle tante creature che ogni tanto si tramutava: un Lupo Bianco del Nord.
Uno dei tanti animali protetti e rispettati per la loro ferocia e la loro forza dagli abitanti di Fantàsia.
Il manto candido come la neve brillava, nonostante le nubi sotto la sua testa, la quale aveva lo stesso colore dei capelli della vera Terrestre.
Come stupito, ma allo stesso modo, meravigliato, Gambadilegno fece cenno al suo cambattente di cominciare, anche se il suo avversario era una lupa.
Il mostro non aspettava altro che quell’ordine. Avanzò verso il Lupo, il quale rimase immobile, come se stesse aspettando la prima mossa del nemico.
Non indiettregiava, non muoveva nemmeno la coda. Rimaneva lì, impassibile, con lo sguardo perso nel vuoto, ma comunque attento.
Al suo avversario non piaque quel comportamento, perciò si avventò sul Lupo, non rendendosi conto che l’animale era già dietro di lui.
E fu proprio in quel momento, che il Lupo affondò i suoi artigli, affilati come rasoi, nella sua schiena. Il Cartone urlò dal dolore e con rabbia, si alzò in malomodo dal terreno, scaraventando l’animale su una roccia, fratturandogli quasi  tutta la spina dorsale.
A quel punto, il saggio Tibor non riuscì più a resistere. Stava per scendere dalla Torre d’Avorio per aiutare la Terrestre, ma l’Oracolo lo fermò:- Dove credi di andare?-
- Non ce la farà a sconfiggerlo da sola!- Esclamò Tibor.
- Lei ha il dovere e il diritto di provare, Tibor, amico mio. -  rispose l’Oracolo, i cui occhi azzurri parevano due acquemarine appena uscite dal buio delle caverne – Lascia dunque che il suo destino faccia il proprio corso. Se lei potesse ascoltarmi, in questo momento, direbbe che io abbia ragione.
Dovresti conoscerla, ormai. Da troppo tempo il suo spirito guerriero è rimasto nel guscio. È ora di romperlo...-
- Oracolo!- Lo chiamò qualcuno. Karlik pareva emozionato – Signore! La Ricerca Celeste è terminata. Presto avremo i nuovi Guardiani.-
- Molto bene, Karlik. – disse soddisfatto, l’Oracolo, scrutando dalla finestra della Torre l’esito dello scontro.
Il Lupo era steso a terra, sfinito. Il corpo grondante di sangue, ma la bestia sembrava insofferente.
Tuttavia, era ferita nell’orgoglio: la sua perdita sarà infatti anche quella di Fantàsia.
- Portate la Terrestre dalla Strega Nordica..- ordinò l’Oracolo, del tutto indifferente – Lei è sua madre. Saprà come curarla. –
Immediatamente, Tibor raggiunse il Lupo e avvolgendola in una vorticosa nube magica, la portò via dal luogo del delitto.
Iniziò così la Grande Invasione. Un periodo che il popolo di Fantàsia non avrebbe mai potuto dimenticare.
I Cartoni Animati entrarono con forza nella Torre d’Avorio, saccheggiando tutte le sue ricchezze, mentre l’Oracolo e i suoi saggi sparivano nel nulla.
Le donne vennero violentate e i giovani resi schiavi. La pace di quel mondo fu rotta dagli assordanti rumori di spade e lame; le nubi nere, intanto, prendevano il posto del cielo sereno, scatenando un forte temporale. L’Infanta Imperatrice fu fatta prigioniera nel Baratro delle Ombre, affinchè la sua luce si spegnesse a poco a poco.
E qui, inizia la nostra storia. 
  
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