Paura del buio
Per quante notti ho teso l’orecchio, intrappolata in un’attesa senza altro scopo che quello di perpetuare se stessa.
Sbigottita e vergognosamente tremante al cospetto della morte, ma con la pazienza stoica di chi attende la propria fine le ho sempre e dico sempre restituito lo sguardo, coi miei brutti occhi da condannata ho continuato a scavare nel vuoto per vedere cosa ne sarebbe uscito fuori, e quanto ci avrebbe messo a capire che ero lì, il corpo inerme e lo spirito anestetizzato.
Così, mentre i rari scampoli di luce illuminavano e proiettavano i miei mistici orrori, rendendoli vividi e reali, io tessevo ragnatele di sudore in cui i miei tremori si spezzavano.
Rassegnata all’inevitabile ma con ancora la forza di sorprendermi, potevo vedere le ombre impigliarsi e infittirsi, spintonarsi cadendo sui pochi punti luce rimasti in vita.
La morte era dietro l’angolo ed era questa un’incrollabile certezza che mai nessuna notte priva di avvenimenti avrebbe scacciato.
Ma era aspettando un giudizio brutale che non sarebbe mai arrivato che consumavo la mia agonia.
Commovente la dedizione con cui ogni mattina me ne liberavo e poi tornavo a rinnovarla... ogni maledetta sera.

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Felice notte a tutti, ragazzi.
A dispetto dell'introduzione in pompa magna, questa è una piccola raccolta di scritti senza pretese. Bozze su blocchetto malamente riscritte, e nulla di più. (Certo che potevo anche aspettare, prima di smontare le vostre aspettative...!)
Spero però che possa strapparvi un brivido, o un'ispirazione, o che possa rianimare il fiammifero con cui siete venuti fin qui!
Certe composizioni saranno più lunghe e altre saranno così brevi da smezzare il respiro nelle vostre gole.
Al prossimo foglietto.