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Autore: DarkYuna    25/10/2024    1 recensioni
Il Velarium Cosmicum, maestoso e insondabile, si staglia come arcana cattedrale dell’eternità, sospinto da brezze trascendenti che spirano dalle fenditure del tempo e dalle pieghe dello spazio.
Il suo scafo, forgiato in legni d’ombre e intessuto di filamenti astrali, par quasi palpitar con ogni onda di eone, un respiro antico che si spande oltre i limiti della creazione, in sincronia con il battito pulsante dell’universo stesso.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Velarium Cosmicum
 








Il Velarium Cosmicum, maestoso e insondabile, si staglia come arcana cattedrale dell’eternità, sospinto da brezze trascendenti che spirano dalle fenditure del tempo e dalle pieghe dello spazio. Il suo scafo, forgiato in legni d’ombre e intessuto di filamenti astrali, par quasi palpitar con ogni onda di eone, un respiro antico che si spande oltre i limiti della creazione, in sincronia con il battito pulsante dell’universo stesso. Le sue vele, simili a vasti drappi intessuti di notte e nebulosa, catturano brezze di luce spettrale, che soffiano da costellazioni dimenticate, riverberando come frammenti di galassie smarrite nell'insondabile.
 
 
Attraverso l’oceano siderale, il veliero naviga su mari invisibili, ragnatele di tempo condensato, specchi eterei di universi sovrapposti, solcando i flutti impercettibili d’eternità cristallizzate. Le correnti astrali lo guidano come mani invisibili, spirali incolori e tremolanti che scorrono in ondulazioni inaudibili, affiorano di lembi segreti e di spazi transitori, di epoche sigillate nei cicli infiniti della coscienza cosmica. Ogni ruga d’universo increspa il cammino del Velarium, che si dischiude in una poesia in movimento, un poema fatto di stelle sussurranti, che si avvolge e si sfalda, si moltiplica e si rifrange nei vapori immateriali del tutto e del nulla.
 
 
I flutti interdimensionali, abissi di luminescenze infrante, accolgono il veliero con rispettoso silenzio, imbastendo il suo passaggio di riflessi crepitanti, arabeschi di polveri ancestrali, vestigia di supernove dimenticate. Qui, nella distesa iperborea del cosmo liquefatto, ogni bagliore è un arzigogolo che racconta la storia di mondi estinti, di vite smarrite nelle miriadi di ere sfumate. E il Velarium, nave sacra e sacrale, porta incisi sul suo fasciame i simboli dell’infinito, lettere irrisolte di un linguaggio sidereo che solo l’eternità comprende, lessico scritto nell'alone effimero del cosmo stesso.
 
 
Le stelle scorrono come perle di un filo interrotto, ornamenti smarriti lungo il sentiero degli Dèi, lasciando una scia d’argento e oblio che si dissolve nella nebbia nel cavo dell’eternità. E mentre il veliero avanza, il tempo sembra piegarsi, dispiegarsi, ritrarsi e scomparire, divenendo un’ombra tra le increspature delle vele, un’eco lontana e ineffabile che riverbera come un sussurro.
 
 
Il Velarium Cosmicum, ora intessuto nei meandri dell’infinito, procede come un’entità numinosa, sfuggente alla cognizione e avvolta in un manto di enigmatiche frequenze cosmiche, una nave arcana plasmata dall’emanazione stessa degli abissi universali. Ogni sua rotta è un solco d’invisibilità, una feritoia tra i veli dell’esistenza, dove il continuum spazio-temporale cede il proprio tessuto a invisibili maree di particelle trascendenti, piegate in orbite d’indaco e barbagli d’ombra argentea. Sospinta dal fremito intangibile di eoni dissolti, la nave si libra come un fantasma etereo, una visione quasi aerea, una scultura forgiata nelle vene di etere arcano, un’essenza priva di peso, interamente interlacciata con il respiro dell’eternità.
 
 
Le sue vele, vasti panni abissali imbevuti di luminescenze perlacee, ondeggiano nel palpito dello spazio-tempo con spire di una realtà ribaltata; irradiano d’uno splendore esangue, quasi ultramondano, emanato da radiazioni remissive di galassie perdute e assorbito da crateri di energia sprofondata. Ogni filamento si flette, ogni trama si disfa, mutandosi in arabeschi di antimateria celeste, venature di luce corrusche che sfumano oltre la percezione, quasi fossero tracce di una memoria cosmica che dissolve i contorni dell’ovvio. Esse catturano il sospiro dell’immenso, la marea segreta di astrazioni inudibili che fluiscono tra i confini del tangibile, come eco di mondi incorporei.
 
 
Sul ponte di legni d’onirico e ombre astrali, l’arcata della prua scruta gli orizzonti immateriali, penetrando con intento implacabile l’abisso del tempo sfilacciato, dove l’alone delle stelle s’immerge in specchi metafisici, lagune oscure di radiazioni residuali. Il Velarium, trafitto da meteore di luce d’indefinita origine, attraversa correnti invisibili, itinerari puri che serpeggiano in un fitto labirinto di realtà evanescenti, molecole innominabili che volteggiano come spettri silenti. Ognuna sembra echeggiare di una vita trascorsa, un sussurro di ere distanti che s’irradia nel divenire dell’oblio, un alito senza tempo che sfiora come un soffio irraggiungibile la carena cosmica della nave.
 
 
E così procede, il Velarium Cosmicum, un lemma d’arcano nella sinfonia del cosmo, una strofa nascosta nel poema del nulla, che si dipana in flutti di pura entelechia, di essenze ingenerabili, e nella sua marcia verso l’inaccessibile disvela frammenti di verità trascendenti, ombre di concetti senza forma, un idioma invisibile che pare un eterno enigma sospeso, inciso sul velluto inesauribile della notte cosmica.

















Note:
Era da un po' che avevo questo frammento nella testa, senza inizio e senza fine, solo
 una visione epica e onirica di un veliero, il Velarium Cosmicum, che solca gli oceani dell’universo e del tempo, attraversando un’immensità cosmica che è sia fisica sia metafisica.
La nave non è un semplice mezzo di trasporto: diventa un’entità quasi mistica, fatta di materiali impalpabili e sostanze eteree, che si muove lungo percorsi invisibili e sinuosi, in uno spazio-tempo inafferrabile e sfuggente.
Le sue vele catturano le energie cosmiche residue, come bagliori e radiazioni provenienti da galassie dimenticate, mentre il veliero stesso sembra scrutare, come un osservatore antico, le profondità insondabili del cosmo.


Il testo può presentare errori ortografici.


Un abbraccio.
DarkYuna. 

 
  
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