Si ringrazia Orny Winchester per il suggerimento fornito in una delle passate recensioni, a proposito di un presunto dialogo tra Erik Black e l'Autrice(C). Questa piccola scena non è da ritenersi inserita nella storyline, ovviamente.
Consiste tuttavia in un brevissimo racconto, pertanto per la dura legge di EFP questi "titoli di coda" sono da considerarsi un capitolo e non titoli di coda.
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Erik posò la rosa nera sulla tomba, udendo un fruscio alle proprie spalle. Chissà cos'aveva in serbo per lui quella Milly, Sunshine oppure Milly Sunshine che teneva in mano le redini della sua vita. Si girò lentamente, preparandosi ad affrontare un pericoloso criminale armato di un pesante ombrello.
In realtà, di fronte a lui c'era una donna che dava l'impressione di venire dal futuro, un po' come se una macchina del tempo l'avesse catapultata indietro di trent'anni. Doveva essere la sua autrice.
«Milly Sunshine?»
«In persona.»
«Senti un po', non pensi di avere esagerato con le peripezie che mi hai fatto capitare?» le domandò Erik. «Mi sembra che tu non sia riuscita a contenerti.»
«Ma ho fatto finire il tutto con un happy ending» replicò Milly. «La lettera di Logan non significa niente per te? E il fatto che tu, finalmente, ti senta in pace con te stesso mentre fai visita alla sua tomba e a quella di Val?»
«Voglio ricordarti come inizia la storia: con il mio unico amico che muore» obiettò Erik. «Poi anche la mia ex ragazza muore. E anche quell'ossessionata di shopping compulsivo che mi tocca sorbirmi continuamente muore. Per completare l'opera anche mia moglie muore. Tutti quanti ammazzati dall'unica persona con cui costruisco un minimo di legame. Mi dovrebbe bastare una lettera e il sentirmi in pace con me stesso?»
«Guarda al lato positivo» ribatté Milly Sunshine. «Sei vivo. Hai superato la fine del racconto e respiri ancora. Hai ancora il cuore che batte. Lo senti?»
Eccome se lo sentiva. Il cuore gli batteva all'impazzata, mentre si svegliava di soprassalto. Era solo, in una stanza da letto che, per fortuna, non si affacciava a un giardino tramite una portafinestra. Era salvo: non vi era nemmeno l'ombra della sua presunta autrice.
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Ho iniziato a scrivere questo racconto il 18 agosto, dopo avere avuto già da tempo un'ispirazione legata a una coppia di neo-sposi che si trasferivano in una casa inquietante. Non avevo le idee molto chiare e immaginavo che ne sarebbe uscita una storia molto diversa e molto più corta. Programmavo sulle 60'000 parole, sono circa 160'000. In corso d'opera mi è venuta fuori una trama che non avevo messo in preventivo, con più delitti di quanto pensassi. Inizialmente, non sapendo ancora dove sarei andata a parare, mi sono lasciata aperta la possibilità di scegliere in corso d'opera chi dovesse essere l'assassino. Credo che questa sia una delle ragioni per cui è stato osservato che chiunque o quasi poteva essere colpevole.
L'ipotesi del fratello stalker mi affascinava, ma 1) una soluzione simile l'ho trovata in uno dei romanzi meno famosi di Agatha Christie, 2) è stato l'unico romanzo della Christie in cui ho capito assassino e movente ben prima di arrivare all'ultima pagina. Sarei stata sgamata immediatamente, direi! In più sarebbe stato molto facile cadere nella trappola di appioppare il ruolo di colpevole a un personaggio che è forse il più palloso in assoluto della storia. Per contro, ho attribuito il ruolo di colpevole a un personaggio che credo abbia, se non ispirato simpatia, quantomeno fatto divertire con certe sue allusioni (la mia preferita è il suo monologo sui complottisti). È stata una scelta dura, ma era l'unica possibile.
Anche l'omicidio di Rosalee è stata una decisione difficile, ma dopo quanto accaduto nel capitolo 21 non penso ci fossero possibilità di un finale diverso per lei. Resta comunque il fatto che - come ho detto a Swan Song - non avessi deciso in anticipo il finale. Lasciavo aperta anche questa possibilità. Non ho mai pensato di eliminare Erik, perché scrivere il suo POV era la cosa che mi veniva più naturale, mentre a Rosalee ci avevo pensato.
Ringrazio di cuore Orny Winchester per avermi fornito, indirettamente, moltissimi spunti nelle sue dettagliate recensioni. La verità è che quando ho iniziato a scrivere non sapevo dove sarei andata a parare e certe allusioni le ho inserite in maniera quasi casuale. Tra questi c'erano, a titolo di esempio, potenziali figli illegittimi di Pearl, oppure che i delitti fossero collegati in qualche modo con l'incendio in cui era morta la madre di Val.
Allo stesso modo piccoli fatti destinati a non avere approfondimento, come la presenza o meno della moglie di Mark Schell al funerale di Val, sono stati notati, dandomi la possibilità di inventarci sopra una storyline alla quale non avevo mai pensato davvero e di ideare sottotrame che confondessero le acque almeno tanto quanto ero confusa io.
Voglio aggiungere una curiosità: Logan inizialmente appare come dark lady perché così la concepivo, quando ho scritto i primi capitoli. In un secondo momento ho pensato che fosse una buona idea, invece del solito personaggio positivo che si rivela negativo, inserire un personaggio negativo che si rivelasse positivo. Ho deciso quindi di ribaltarla completamente, in un personaggio che ha sicuramente molte ombre, ma che alla fine si rivela per quello che è: una persona tormentata dai propri traumi che aveva come unico obiettivo di vita quello di vendicarsi di chi aveva provocato la morte delle sue colleghe restando impunito, inizialmente a costo di allontanarsi dalle persone alle quali è legata, e successivamente di rischiare a propria volta la vita.
Non era previsto, inizialmente, che si sentisse sinceramente legata a Erik, e ancora meno che lo fosse con Val. Però, con il passare dei capitoli, ho iniziato a sentire una certa alchimia tra di loro. Devo ammettere che dal punto di vista romantico il loro menage a trois mi sembra più avvincente rispetto a Erik e Rosalee come coppia.
Detto questo, chi ha già letto altri miei racconti saprà che tendenzialmente le vicende romantiche, se presenti, non sono il fulcro delle mie trame. Il fatto che i protagonisti fossero una coppia non implicava necessariamente che la storyline riguardasse le loro vicende *come coppia*, specie dopo la svolta che ha preso la trama.
Sento, comunque, di potere rispondere al dubbio di Swan Song sul fatto che fossero destinati o meno a rimanere insieme, se fossero stati entrambi ancora vivi: devo dire che non ho mai avuto in progetto di farli lasciare e, se il personaggio di Rosalee avesse preso una svolta diversa, ci sarebbe stato un happy ending per loro.
Detto questo, vi saluto e vi ringrazio se siete arrivati fino a questo punto. Ho finito di scrivere questo racconto il 17 ottobre, ma mi appresto a pubblicare queste note di chiusura in data 26. È il secondo anniversario dell'apertura di questo profilo EFP. Sono felice di essermi reiscritta (avevo un altro account, poi rimasto inattivo, un decennio prima) e di avere trovato uno spazio in cui leggere racconti e pubblicare i miei scritti. È anche grazie a questo sito se scrivo ancora.
Al momento non ho progetti. Non intendo dedicarmi ad altri racconti lunghi (non così tanto lunghi, almeno) nel prossimo futuro, sia perché non ci sono altre trame che sto valutando, sia perché troppo impegnativo dedicarsi a progetti corposi uno dietro l'altro (e scrivere almeno metà del racconto sul telefono durante le pause pranzo). Pubblicherò comunque sicuramente qualcosa, prima o poi, ma nulla che sia troppo lungo.
Parallelamente alla stesura ho pubblicato "Black Rose" anche su AO3, che uso solo 1) come backup, 2) perché converte il testo in HTML, permettendo di fare copia e incolla su EFP pubblicando anche dallo smartphone, che almeno durante la settimana è la mia principale fonte di accesso.
Dato che AO3 permette di scaricare i racconti in formato PDF/Ebook (cliccando su Download e scegliendo il formato), se volete potete scaricare questo racconto al seguente link (anche se vi consiglio di aspettare un paio di settimane, perché sto lentamente correggendo i refusi):