Alessandro
Pacini era da poco uscito dall’ospedale in cui aveva fatto delle domande agli
Avventurieri di quel portale andato, in fin dei conti, neanche tanto male.
Tutti quanti erano sopravvissuti all’incidente senza alcuna ferita. Certo,
erano svenuti fino ad allora, ma si erano oramai tutti completamente ripresi.
Si poteva dire che quello era stato un incidente senza incidenti.
L’ospedale non si trovava molto lontano dalla sede centrale
dell’Associazione degli Avventurieri, quindi non ci vollero più di dieci minuti
in auto per raggiungere il luogo. Scese dall’auto ed eccola, proprio davanti a
lui.
La sede centrale dell’Associazione stava a Roma, la capitale
d’Italia. Come diceva il nome, era la sede più importante, dove venivano
gestite tutte le altre sedi sparse per tutta Italia. Chi lavorava in questa
sede erano solo i migliori dell’Associazione. Solo in casi di estrema
importanza questi si muovevano dall’edificio per svolgere i loro lavori. O, nel
caso di Alessandro Pacini, solo se accadono incidenti che si trovano vicino a
questa sede.
L’edificio era alto venti piani. Questi piani erano divisi in
sezioni, chiamati Dipartimenti. Tra questi, ci stava il Dipartimento di
Investigazione, quello in cui lavorava.
Alessandro Pacini entrò nella sede e salì sull’ascensore.
Questo continuò a salire fino a quando non arrivò all’ultimo piano. Camminò per
alcuni metri, prima di ritrovarsi davanti a una porta con su scritto “Ufficio
del Presidente”.
Bussò educatamente alla porta e una forte voce maschile si
fece sentire dall’altro lato.
“Avanti.”
Aperta la porta, trovò un uomo nei suoi cinquant’anni che lo
guardò con un leggero sorriso.
“Buongiorno, signor Presidente.” Alessandro lo salutò. Era il
Presidente dell’Associazione in persona, Sergio De Luca, la più alta carica
dell’Associazione e la seconda più alta in Italia, dopo quella del Presidente
della Repubblica.
“Bentornato, signor Pacini. Come è andata?” Non appena fece
la domanda, gli occhi del Presidente si fecero subito seri. Questa era una
situazione importante. Non capitava spesso che un portale di così basso livello
causasse un incidente. Anzi, non era mai capitato nella storia.
“Non abbiamo alcun indizio di cosa possa essere davvero
successo in quel portale, signor Presidente.” Disse con tono professionale. Il
Presidente Sergio De Luca chiuse per un attimo gli occhi e fece un leggerissimo
sospiro.
“Capisco. In ogni caso, quei ragazzi stanno bene?”
“Sì, signore. Meglio di quanto io pensassi inizialmente, lo
ammetto. Non hanno riportato alcuna ferita e, ora che si sono tutti svegliati,
sono pronti per essere dimessi dall’ospedale.”
“Meglio così, allora.” Fin quando erano tutti sani e salvi,
allora era tutto apposto. Certo, non era solo questo l’unico problema, ma i
suoi pensieri furono interrotti dal dipendente davanti a lui.
“Un’altra cosa, signore.”
“Sì?”
“L’ultimo ragazzo a cui ho fatto delle domande, mi ha
risposto in maniera diversa da tutti gli altri.”
“In maniera diversa?” Socchiuse gli occhi con espressione
curiosa.
“Esatto. Ha detto di aver visto tutti quanti, nessuno
escluso, venire uccisi brutalmente dal capo degli orchi. Disse di essere
l’unico sopravvissuto, talmente pensava che ciò che vide fosse reale.”
“Interessante. Lei cosa ne pensa, signor Pacini?”
“Sinceramente, penso che sia stato solo un incubo.
D’altronde, tutti quanti sono usciti senza nemmeno una ferita, quindi dubito
che quello che lui abbia visto fosse reale.”
“Allora possiamo chiudere qui questo discorso. In ogni caso,
non è questo il problema principale.” Espresse, dunque, il vero problema a cui
stava pensando qualche minuto prima.
“Da dodici anni a questa parte, questa è la prima volta che
il Sistema si sbaglia sulla classificazione del portale. Sinceramente, vorrei
sperare che questa sia anche l’ultima volta. Purtroppo, sono convinto che non
sarà così.”
Proprio come diceva lui, era il Sistema stesso a riferire
loro del livello del portale e, di conseguenza, della difficoltà più o meno
alta della missione. Finora non aveva mai sbagliato una volta, tranne questa
volta. Il Presidente non era così positivo da pensare che una cosa del genere
non sarebbe più accaduta. No, bisognava prendere delle precauzioni.
“Se posso chiederle, cosà ha intenzione di fare a riguardo?”
“D’ora in avanti dovremo fare più controlli per assicurarci
che il livello effettivo del portale sia quello che ci mostra il Sistema.
Questa volta siamo stati fortunati, ma non possiamo permettere che altri errori
come questo portino alla morte dei nostri Avventurieri.”
“Che tipo di controlli, signor Presidente? Non abbiamo
macchine che possano fare dei controlli del genere.” A questa sua risposta, il
Presidente sorrise.
“Ti sei dimenticato dei Doni?”
Alessandro spalancò gli occhi. Non ci aveva pensato. I Doni
erano persone che, grazie al Sistema, avevano ottenuto abilità uniche. Erano
solo poche decine in tutto il mondo e, per questo, venivano trattati come
persone molto importanti, alla pari, o addirittura anche di più, degli
Avventurieri di livello 90
Tra questi Doni, c’era anche il Presidente dell’Associazione
Sergio De Luca. Fu proprio grazie al suo Dono che era arrivato dove si trovava.
Certo, gran parte del merito doveva davvero essere dato all’uomo, che ha saputo
sfruttare quell’abilità innata con ingegno e astuzia.
“è nato un
altro Dono di recente, proprio qui in Italia. Questa persona ha l’abilità unica
di controllare cosa c’è all’interno dei portali senza entrarci.” Poi fece un
sorriso ironico e continuò
“Ci pensi? Ci sono tre Doni in Italia ora. Abbiamo più Doni
che Avventurieri di livello 90.” In effetti, in Italia c'erano solo due
Avventurieri che avevano raggiunto il livello 90.
“Ma come faremo a sfruttare questo sua abilità? Non possiamo
portarla a ogni portale che si apre.”
“Certo, una sola persona non può controllare tutti i portali
che si aprono in Italia, ma questa è solo una misura momentanea.” Allo sguardo
confuso del suo dipendente preferito, il Presidente continuò.
“Oggi parlerò con il capo del Dipartimento di Ricerca. È solo
un’idea al momento, ma chissà.”
“Capisco, signor Presidente. Se è tutto…”
“Un’ultima cosa, signor Pacini.”
“Sì?”
“A proposito di ‘capo del Dipartimento’, vuoi essere promosso
a capo del Dipartimento di Investigazione o la tua risposta sarà sempre la
stessa?”
C’era un motivo se lo considerava il suo dipendente
preferito. Aveva scalato i ranghi del Dipartimento di Investigazione,
diventando il vice-capo. Ora che il capo se ne stava per andare in pensione,
aveva davvero bisogno di qualcuno che lo sostituisse. Non c’era nessuno più
appropriato di lui a prendere quel posto. In un certo senso, vedeva in lui il
se stesso più giovane.
Alessandro formò un sorriso ironico.
“Signor Presidente, lo sa meglio di tutti quanti oramai. Sono
diventato vice-capo solo come sostituto temporaneo.” Anche se lo diceva, sapeva
che quel ‘temporaneo’ era servito solo a farlo diventare vice-capo. D’altronde,
erano passati due anni da quando lo era diventato, ma, fin quando poteva fare
quello aveva sempre fatto, non gli dispiaceva.
“Io voglio lavorare sul campo e, se diventassi capo, questo
non mi permetterebbe di fare quello che voglio.” Se fosse diventato capo,
allora sarebbe dovuto stare tutto il tempo seduto davanti alla scrivania. E
questo lo annoiava più di ogni altra cosa. Da vice-capo, i suoi doveri
rimanevano ancora gli stessi che aveva sempre avuto, con la semplice aggiunta
di dover assistere il capo del Dipartimento per alcune questioni una volta ogni
tanto.
“Credimi. Se dovessi diventare capo, ti permetterò di dare
tutti i tuoi doveri di burocrazia al vice.” Entrambi risero.
Erano
passati alcuni giorni da quando Samuele si era dimesso dall'ospedale. Quella
mattina era stato chiamato dall’Associazione per partecipare a un'altra
missione e lui aveva accettato.
Si trovava
nel luogo del portale. L'accampamento era già pieno di Avventurieri. Non aveva
di certo bisogno di contarli per capire che lui era l'ultimo che stavano
aspettando.
Come la
scorsa missione, era un gruppo di dieci Avventurieri, compreso il leader.
A proposito
del leader…
“Ragazzo,
eccoti!” Samuele si girò verso la voce familiare. Era Marco Terranova. Samuele
gli sorrise e lo salutò.
“Salve,
signor Terranova.”
“Come stai?”
Chiese con voce sinceramente curiosa e un po’ preoccupata. Dopo l'ultima
missione, l'uomo si era preoccupato molto per i ragazzi che stava guidando
all’interno del portale.
E a riguardo
di quel portale, Samuele parlò.
“Signor
Terranova, la ringrazio con tutto il cuore per quello che ha fatto per noi. Se
non ci fosse stato lei, non so come sarebbe potuta finire.” Disse con
espressione di rispetto.
“Eravate
sotto la mia responsabilità, signor Rua. Era mio dovere portare tutti quanti
voi in salvo. Non c’è bisogno di ringraziarmi per aver fatto il mio lavoro.”
Disse. Poi ridacchiò.
“L'unica
cosa che mi dispiace è che non ho avuto il tempo di recuperare la ricompensa
che ci ha lasciato il Sistema.” Entrambi risero.
Poi lo
sguardo di Samuele si fece più serio.
“Dato che è
qui, sarà di nuovo lei a farci da leader?
“Esatto, ma
questa volta ho deciso di attrezzarmi per qualsiasi inconveniente.” Disse,
indicando con la mano l'armatura rossa e una spada enorme dietro di lui.
“Quelle sono
sue?” Disse Samuele, guardando con occhi leggermente stupiti.
“Sì. La mia
classe è Guerriero, quindi la mia statistica principale è la forza. Anche se è
un livello molto basso, non si può mai essere troppo sicuri.”
La classe
veniva data dal Sistema in base allo stile di combattimento dell'utente una
volta raggiunto il livello 10.
Erano quattro
le classi base: Guerriero, Ladro, Mago e Guaritore. Ognuna di queste, aveva una
propria evoluzione che l'Avventuriero avrebbe ottenuto continuando a salire di
livello.
Poi lo
sguardo di Marco si fece un po’ imbarazzato.
“Anche se,
in mezzo a tutti voi, sembrerà come se mi stessi mettendo in mostra…”
In effetti,
in mezzo a tutti gli altri che avevano ricevuto in dotazione solo una spada e
uno scudo, Marco Terranova con quell'armatura avrebbe di certo attirato
l'attenzione di tutti i mostri. Il che non era necessariamente una cosa
negativa.
“Tra pochi
minuti entreremo nel portale. Prendi le cose che ti servono e preparati.”
“Va bene,
signor Terranova.” Annuì Samuele e si separarono.
Il ragazzo
si avvicinò al banco delle armi e prese una spada e uno scudo semplici. In
generale, tutte le armi date dall'Associazione erano molto semplici e un po’
debolucce.
Se qualcuno
voleva un’arma migliore, allora doveva andare in armerie apposite per
Avventurieri.
Purtroppo
per Samuele, non era possibile per lui acquistare quelle armi al momento.
Costavano troppo, a seconda del livello dell'arma e delle sue caratteristiche.
Momentaneamente
dovette accontentarsi delle armi date dall'Associazione, che facevano comunque
il loro dovere in questi portali di basso livello.
“Ciao!” Una
voce femminile improvvisa lo fece leggermente sussultare di sorpresa. Si girò
verso la voce e vide una ragazza, forse della sua stessa età, che gli fece un
grande sorriso.
“Scusa, non
volevo spaventarti. Mi chiamo Sofia! Saremo compagni durante questa missione.
Piacere di conoscerti!”
“Ah, sì… Mi
chiamo Samuele. Piacere mio.” Si presentò in maniera un po’ goffa.
Sofia aveva
un viso affascinante con lineamenti delicati, capelli castani e occhi scuri e
intensi. Era qualche centimetro più bassa di Samuele. Il suo abbigliamento era
molto aderente e comodo, in modo da potersi muovere facilmente durante
l’avventura all’interno del portale.
“Non vedo
l’ora di partecipare a questa avventura insieme a te. Diventiamo amici!”
Samuele alzò un sopracciglio, confuso dal suo comportamento. Era troppo felice
e solare.
“Sì, certo.”
Le annuì e la ragazza si diresse velocemente verso un altro membro del loro
gruppo.
“Ciao, sono
Sofia! Diventiamo amici!”
Samuele
osservò brevemente da lontano l’interazione e gli si formò un piccolo sorriso
sulle labbra.
‘Che
carina.’
Fu poi
attirato dalla voce del loro leader Marco Terranova.
“Va bene,
ragazzi. Radunatevi tutti qui che stiamo per entrare.” Urlò il leader vicino al
portale per farsi sentire da tutti.
Marco fece
nuovamente uno dei suoi discorsi di incoraggiamento con il suo solito sorriso
gentile e procedette ad entrare nel portale. Gli altri del gruppo, compreso
Samuele, lo seguirono in fila.
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Ops... mi sono dimenticato di pubblicare il capitolo oggi pomeriggio... vabbè.
Saranno anche capitoli di intermezzo, questi, ma mai inutili! Spero xD. Non ho nulla da dire su questo capitolo. Voi, invece, sì. Ditemi la vostra nei commenti.
Ci vediamo domani, all'una (Se me lo ricordo xD). Ciao!