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Autore: KikiWhiteFly    23/09/2009    7 recensioni
Buon White Midnight a tutte le mosche biancheH *_*
“E se esprimessimo un ultimo desiderio?”, propose lei, appoggiando -senza rendersene conto- il capo sulla spalla del ragazzo.
“Uhm... e quale sarebbe?” Ino poggiò un dito sulle labbra, cercando nel cielo una risposta. “La pace nel mondo?”
E Shikamaru abbozzò un sorriso, per quella battuta così scontata; era incredibile come quella ragazza riuscisse a farlo sorridere anche nei momenti meno indicati... Incredibile come riuscisse a mostrare quelle sue perle immacolate anche di notte, sotto la luce di una luna quasi tetra.
“Io vorrei qualcosa di più materiale”, disse lui, sentendo le dita di Ino scivolargli sulle vene quasi fossero carezze.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ricominciamo?


A tutte le moschelle biancheH che ho conosciuto <3.







Quel sorriso col tempo si era spento.

Quel sorriso tanto sbarazzino che aveva ammaliato Shikamaru, incatenandolo al suo cuore, ora era polvere. Il volto di Ino rifletteva il dolore che provava dentro: le occhiaie scavate sotto le palpebre erano il risultato di notti insonni, combattute tra incubo e realtà... Più volte si era svegliata, nel bel mezzo della notte, supplicando un miracolo, un salto indietro nel tempo.

La sua fronte era un cubetto di ghiaccio, le sue mani sudavano, ansiose.

“L'ennesimo incubo”, si diceva, cercando il corpo dell'amato accanto a lei. E, come al solito, lui era sdraiato di lato, racchiuso nel suo bozzolo protettivo, estraniato dal mondo esterno.

Ino non poteva neppure toccarlo, Shikamaru subito negava quella carezza, mimando un'espressione di puro disgusto; allora lei abbassava lo sguardo, e lasciava quella mano sospesa nell'aria, come per afferrare il vuoto.


Non le pareva un'impresa così impossibile,

ora che anche Shikamaru l'aveva abbandonata.



“Shikamaru?”, lo aveva chiamato, dolcemente.

L'uomo smise di girare col cucchiaino il suo caffè, alzando il mento, con espressione visibilmente frustrata. Ino aveva smesso di sorseggiare il suo latte parzialmente scremato, -quell'abitudine era ancora nelle sue vene, anche adesso che non era più necessario- fiera di aver ottenuto la sua attenzione. “Cosa c'è che non va tra di noi?”, diretta.

Shikamaru lo aveva sempre saputo: la schiettezza era il suo miglior pregio.

La puntò dritto negli occhi, Shikamaru.

“Non lo so...”, aveva dato una risposta molto vaga, ben lungi dalla schiettezza, lui.

Perché sapevano perfettamente cosa non andava tra di loro. Sapevano qual'era stato il tasto dolente, la curvatura che aveva incrinato il loro rapporto, l'incantesimo che si era spezzato.

“Sì che lo sai, Shika. Tu non mi ami...”, lacrima sofferente.

Dannata nemica dell'indifferenza, perché t'intrufoli così maleducatamente sul suo viso?

“E mi hai sposata solamente p-per...”

“Smettila. Mi stai urtando”, freddo e glaciale, aveva serrato il pugno, sbattendolo sul tavolo e facendo cadere un cucchiaino metallico, posato proprio sopra la zuccheriera.

Non aveva il coraggio di chiamarla per nome, non più, ormai. Ino aveva soffocato l'ennesimo impulso nervoso, quello di mandare tutto al diavolo; perché lui sarebbe stato felice con la Sabaku, l'avrebbe amata e rispettata, finché morte non vi separi...

Bla bla bla.

Chiacchiere, solo chiacchiere.

La realtà era palese: lei era rimasta incinta e Shikamaru le era rimasto accanto, perché lui non era uno di quegli stronzi che abbandonavano una donna, a causa di una notte di passione sfrenata e degli ormoni in travaglio. Lei lo sapeva: il suo migliore amico -prima ancor che se ne innamorasse- le sarebbe rimasto accanto, come poteva negare suo figlio?.

E lei doveva abortire, perché in quel periodo -ora sembravano trascorsi secoli, ma era solo cinque mesi fa- l'ultima cosa da fare era rimanere incinta.

“Sai cosa c'è Shikamaru?”, Ino aveva stretto le nocche fino a farle tremare. “... tu puoi proclamarti l'essere più intelligente ma... non sarai mai quello più sensibile. Perché hai il cuore di pietra tu!”, forse affermazioni troppo prepotenti, pensava di aver fatto breccia nel suo cuore però, dal momento che vedeva gli occhi del ragazzo sbarrati, attoniti. “E, per quanto questa situazione sia dolorosa, mi ha fatto capire una cosa, Shika... noi due non siamo destinati a stare insieme. Noi n-non p-oss-”

E lì le lacrime avevano preso il sopravvento, spingendola a lasciare la cucina. Si era alzata, aveva afferrato un pacchetto di sigarette -tanto adesso poteva anche fumare, no?- ed era fuggita via, il cuore che le batteva all'impazzata, per la paura.


Era stata fredda, come il granito.

E dire che aveva usato espressioni molto colorite per descrivere il suo atteggiamento... ma la verità era una sola: nessuno dei due aveva colpa, ma entrambi volevano incolparsi per forza, quasi quello fosse un circolo vizioso che andava avanti da mesi.


E Ino sfiorò il piccolo cerchietto dorato, sull'anulare sinistro. “Perché hai deciso di rovinarti la vita, Shika?”, pensò, espirando un alone grigiastro che poi si condensò in una nuvoletta dalla forma indefinita. E Ino si stese sull'erba fresca, pungente, un tantino fastidiosa. L'aveva fatto così, senza pensarci... era corsa in quel posto -il loro posto- perché ormai era diventata un'abitudine; e anche l'erba respirava di Shikamaru, odorava di Shikamaru, pungeva come l'ispida barba di Shikamaru quando le carezzava la pelle vellutata, liscia al sol tatto.

E ritorni sempre nei miei pensieri.

Si era detta, affranta, mentre una lacrima le aveva solcato le ciglia scure, distinguendosi tra le altre.









Ino si pulì la goccia di sangue che stava zampillando sulle sue labbra. Forse se l'era morse con troppa veemenza, forse per il nervosismo. Un kunai stretto tra le dita ormai martoriate, l'ansia alle stelle.

Se continui così finirai per ucciderti con quel kunai”

Puntualizzò Shikamaru, perfino in simili circostanze la calma era la sua miglior dote. “E tu non sei preoccupato?!”, urlò al cielo. Si corresse subito dopo, abbassando il tono di voce. “... non sei preoccupato per tutti?. Cho, Naruto, Sakura e... Temari”

Cosa c'entra Temari?”, stavolta il controllo era sfuggito dalle sue mani.

Lo stabilizzò subito dopo, quando incontrò negli occhi di Ino quel sottile velo di malinconia.

Come? La tua sposa prediletta Shika-kun!”, scherzò, dandogli uno spintone. Nascose un rivolo sotto le ciglia, per fortuna era buio.

E pensare che tutti credevano che amava ancora Sas'ke -se di amore si poteva parlare, quello di svariati anni fa-, quando ormai era chiaro, per lo meno nel suo cuore, che era un'altra persona a occupare il posto tanto agognato dai pretendenti.

Qualcuno che era l'opposto del suo ideale; non eccelleva né per il fisico, né per un temperamento arrogante... non era affascinante, ma era intelligente, quello sì.

E non chiamarmi Shika-kun!”, esordì lui, interrompendo il flusso dei suoi pensieri.


Hai sentito?”, stavolta impugnò veramente il kunai. Il metallo era pronto a traforarle la pelle, tanto teneva stretto quell'oggetto a sé.

Ho sentito”, anche Shikamaru era in allerta, e, improvvisamente, le aveva coperto le spalle con un braccio. Un gesto a cui Ino cercò di non badare troppo, soprattutto tenendo conto della situazione di estrema fragilità in cui si trovavano.

Spostati!”, aveva esclamato, spingendola.

Che diav- -”

E, mentre il suo corpo era scivolato con malagrazia a terra, vide Shikamaru davanti a lei, pronto a pararle i colpi. Quello stupido si era preso un colpo indirizzato a lei. “Fatti vedere”, gridava al vento, massaggiandosi la parte lesa.

Uno shuriken gli aveva graffiato la pelle, in modo anche profondo, a giudicare dal sangue che gocciolava dal braccio.

Shikamaru”, Ino si era tappata la bocca con la mano, gli occhi sbarrati.

Si alzò anche lei, nonostante le suppliche di Shikamaru.

Dovette convenire con un colpo ben assestato al Nara, mettendolo a tacere una volta per tutte.

Se non dovevo combattere... beh, rimanevo a casa, Nara. Quindi smettila di seccarmi con le tue chiacchiere e fammi combattere come si deve”

E aveva imposto una certa autorità. Il ragazzo si stava ancora tenendo il braccio, dolorante. Imprecava sommessamente, dandole però un tacito consenso, seppur non verbale; aveva fatto un cenno col capo e aveva annuito, arreso davanti a così tanta determinazione.

Un kunai aveva raggiunto la sua pelle, l'aveva sfiorata appena.

Bastardo...”, mugugnava Ino, osservando l'oggetto ben piantato nel tronco.

Poi ne sentì diversi sfiorarle l'epidermide, un susseguirsi di armi, una dopo l'altra... Ino le sfidò con una certa abilità, parandole laddove la forza glielo consentiva.

Capì: l'obbiettivo era proprio davanti a loro, celato nel buio, protetto grazie al mantello scuro della notte.

Tanto ho capito dove sei...”, si era detta, convinta.


Complimenti”, e vide spuntare la figura femminea di Ten Ten. Il sorrisetto sghembo e birichino era una costante sul volto acqua e sapone. Doveva ammettere, con un po' d'amarezza, che di quel viso bambinesco ne era rimasto solo il ricordo. Ten Ten ora era una donna, alta e bella, le forme ben pronunciate, da qualunque prospettiva la si guardasse.

Non si soffermò più di tanto su quelle linee e decise di prestare più attenzione ad altri dettagli.

Non mi dire che eri tu”

La ragazza sorrise, mimando un cenno di vittoria, alzando due dita e inclinando di lato il capo. “Incredibile... noi rischiamo di morire e tu ti diverti!”, esclamò, prestando soccorso al povero Shikamaru.

Volevo solo vedere se eravate preparati all'attacco nemico. Anche se penso che oggi non succederà un bel nulla...”, Ten Ten ora raccoglieva le varie armi, sparse qua e là nel piccolo spicchio di foresta.

Ino stava medicando il compagno di squadra, per sua fortuna era capitato con una dottoressa, ormai quasi qualificata. Ed era in quei momenti che la ragazza sentiva di valer veramente qualcosa, e ne sorrideva, orgogliosa.

Non eri con Neji, Lee e Gai-Sensei?”, domandò Shikamaru, ormai ripresosi.

Sono venuta a controllare la situazione. E non mi piace per niente”, li aveva squadrati da capo a piedi. Ino era subito diventata paonazza, mentre Shikamaru aveva semplicemente arcuato un sopracciglio scuro.

Nel senso che guardate solo da una parte... il nemico può apparirvi dovunque”, e il cuore di Ino aveva preso a pompare di nuovo, in modo regolare.

Hai ragione”, dovette convenire il Nara, guardandosi sospettosamente attorno.

Un minuto di silenzio, come se improvvisamente quella nuova delucidazione avesse accolto tutti in preghiera. Poi Ino si alzò, spezzando l'atmosfera.

Meglio andare a dormire”, stiracchiò le braccia in alto, la bionda.

Io farò di guardia”, Shikamaru fermò i propri passi solo quando incrociò il piccolo fuocherello che la compagna di squadra aveva ingegnosamente creato. Ten Ten sembrò entrare dentro la tenda, fatta su misura per due persone.

Ino lanciò un'ultima occhiata all'amico, rintanandosi anche lei nella tenda. Si sciolse i capelli, liberandoli dal semplice elastico violaceo.

Ora che Ten Ten glielo faceva notare -facendole molti apprezzamenti- con i capelli sciolti sembrava un'altra persona. Sorrise Ino, pensando a come un semplice particolare riesca a cambiarci completamente.



Solo dopo poche ore, passate a girarsi e rigirarsi nello striminzito sacco a pelo, Ino capì che non riusciva a dormire. Il suo sonno era disturbato da troppe cose, troppi pensieri si affollavano nella sua mente, beffardi. D'altro canto il giorno seguente -che ormai era sorto da un pezzo- doveva rimanere sveglia, attiva e pronta a sferrare l'attacco nemico.

Sbuffò, massaggiandosi le tempie. Decise di uscire fuori e prendere una boccata d'aria -quella minuscola parte di aria pulita e incontaminata che era rimasta-, respirando a pieni polmoni. La figura di Shikamaru era proprio come l'aveva lasciata... seduto su un tronco spezzato, mentre guardava il cielo quasi limpido.

Ino... dovresti riposarti”, le sussurrò.

Non ho sonno. Troppi pensieri”, disse semplicemente, sedendosi accanto a lui. Lui la guardò un momento, di sfuggita. Poi, arreso alla sua volontà, gli fece posto, spostandosi alcuni centimetri più in là.

Una distanza che le parve quasi imbarazzante, se spostava le mani -ora giunte in preghiera- sul tronco, poteva sfiorare quelle di Shikamaru.

Forse sarà l'ultima volta che lo vedremo...”

Cosa?”, disse lui.

Il monumento degli Hokage... forse, non lo vedremo più”, se alzavano un po' gli occhi e assottigliavano maggiormente lo sguardo potevano intravedere i profili familiari di quattro grandi volti della storia di Konoha. L'intero monumento era costruito in pietra e lavorato da abili artigiani che ogni giorno si premuravano di tenerlo al sicuro.

Forse questa sarà l'ultima volta che vedremo Konoha così tranquilla”, ahimè il ragazzo non poté negare. Poi sentì, improvvisamente, due dita, incastrarsi tra le proprie; Ino sorrise, inclinando di lato il capo biondo.

E se esprimessimo un ultimo desiderio?”, propose lei, appoggiando -senza rendersene conto- il capo sulla spalla del ragazzo.

Uhm... e quale sarebbe?”

Ino poggiò un dito sulle labbra, cercando nel cielo una risposta.

La pace nel mondo?”

E Shikamaru abbozzò un sorriso, per quella battuta così scontata; era incredibile come quella ragazza riuscisse a farlo sorridere anche nei momenti meno indicati... Incredibile come riuscisse a mostrare quelle sue perle immacolate anche di notte, sotto la luce di una luna quasi tetra.

Io vorrei qualcosa di più materiale”, disse lui, sentendo le dita di Ino scivolargli sulle vene quasi fossero carezze.

E quasi per istinto, quasi per sbaglio -preferì credere alla seconda versione dei fatti-, Ino si avvicinò di parecchi centimetri a Shikamaru, poi, vedendo che lui non opponeva resistenza, trovò il coraggio di imprimergli un bacio -fu morbido quel contatto- sulle labbra, qualcosa che non era previsto, ma in queste questioni, era risaputo, prevaricava l'istinto.

Scusa”, mormorò lei, asciugandosi le labbra umide.

Lui mugugnò un semplice: “Niente”, mimando un'espressione seccata.

Shika?”, si stava torturando le mani Ino, piuttosto nervosa. L'amico -era davvero questo?- le prestò attenzione, sfuggendo al contempo da quei due diamanti troppo brillanti per un diamante allo stato grezzo come lui.

Posso rifarlo?”, occhi dolci, sguardo da cerbiatto.

Come resistere?

E la pace nel mondo che fine ha fatto?”, chiese lui, con sarcasmo.

Ino non rispose.

Quel silenzio parlò, anche quando le parole furono soppresse dai baci.






“Sapevo che ti avrei trovato qui”, mugugnò Shikamaru, stendendosi accanto a lei.

Ino si girava una margherita tra le dita, da ore. Non si mosse di un millimetro, si limitò a fissare quel piccolo fiore, quasi gli stesse trasmettendo telepaticamente i suoi pensieri; fece un grande sforzo, quando sentì il timbro roco di Shikamaru, intimarle di ascoltarla.

“Non c'è nulla di cui parlare”, disse lei, trattenendo il groppo che le si era annidato in gola.

“Non esprimi un desiderio?”, chiese lui, osservando il cielo.

Quella reminiscenza la portò a rivangare una notte di mesi e mesi addietro, quando era cominciato tutto... Ino sbuffò, celando una smorfia amara, sotto l'apparente sicurezza -nascosta dalla corazza di apparente prepotenza.

“Non credo più al cielo, è ingannevole”, una chiara frecciatina. “E poi è giorno, Shikamaru”.

Constatò lei, studiando la forma delle nuvole e immaginandone le figure più astruse.

“Pensavo che i desideri si esprimessero sempre”, disse lui, semplice e coinciso.

“Lo pensavo anche io, una volta. Ma i desideri sono come le stelle... brillano nel firmamento e poi muoiono, diventano polvere, talvolta. I desideri sono effimeri, attimi di apparente perfezione”.

Shikamaru l'ascoltò, attento.

Non disse una parola, preferì calare il sipario su quelle ultime frasi, tacendo; ora la volta celeste era coperta da tante nuvole, così gli sembrò -quasi per uno scherzo del destino- che quella metafora calzasse a pennello anche per quanto riguardava la loro situazione attuale.




Konoha era diventata un cumulo di macerie.

Dovette constatare con mano, mentre prendeva una roccia rovinata e se la rigirava nel palmo, convinta forse che, presto o tardi, si sarebbe svegliata, poiché quello era un incubo. Gli incubi però non facevano così male sulla pelle, tanto meno le lacrime, esse non bruciavano come carboni ardenti sul volto marmoreo.

Ino”, si voltò. Ritrovò l'equilibrio solo dopo un paio di secondi, poggiando una mano su una roccia vicina e appoggiandosi con l'altra sul petto di Shikamaru... quasi per istinto affondò il capo biondo nello sterno del ragazzo, e lui non si ritrasse indietro. Accarezzò la sua nuca, mentre Ino respirava sulla sua maglia -ne sentiva il calore.

Forse pianse.

Il tempo le parve improvvisamente poco misurabile, dato che restarono in quella posizione -scomoda, alquanto scomoda- per interminabili minuti.



Un mese dopo.




Tsunade osservava con sguardo criptico alcune vecchie scartoffie, recuperate da scatoloni impolverati. Shizune aiutava l'Hokage ancora in carica, svolgendo il suo lavoro, per quanto possibile. Tonton era sdraiato sopra la scrivania, guardava tutto da quella strana prospettiva e lasciava che gli altri faticassero al suo posto.

Certo, ricostruire una città era come ricominciare da zero, quando si è caduti in basso. Lavoro che implicava una bella dose d'impegno e di forza di volontà; dovere a cui Tsunade non si era sottratta, anzi, ne aveva adempiuto con onestà e pazienza, tirando fuori una grinta invidiabile.

La donna in questione si ridestò dai suoi pensieri solo quando avvertì il sonoro bussar alla porta di Ino -riconosceva il suo tocco, gentile e senza troppa forza.


Prego”

Tsunade-Sama”, rivolse un saluto anche a Shizune, un breve inchino.

Tsunade corrugò l'espressione, invitando la ragazza sul balcone, posando un braccio attorno alle esili spalle di Ino.

Aveva in mano una cartella di un aberrante color ocra, e sembrava indecisa sul da farsi... aprire la busta ed estrarre il contenuto oppure tenerlo segreto?. Non le ci volle molto per decidersi, dal momento che la preoccupazione le si leggeva negli occhi; cosa che non rassicurò affatto l'allieva.

Lo sapevo”, mormorò Ino, serrando bruscamente i pugni.

L'Hokage le passò la cartella, lasciandogliela aprire. Ino ne sbirciò il contenuto, poi, con coraggio, estrasse l'ecografia, studiando con meticolosità le varie analisi. In ultimo osservò la piccola sacca, altro non era il suo ventre, entro il quale era racchiuso un minuscolo puntino. Ino si sfiorò la pelle, compiendo circonferenze immaginarie sull'epidermide; qualcosa le diceva che proprio in quel punto vi era suo figlio.


Suo?

O Loro?



Non poteva sorridere in quella situazione... non era il caso, forse.

Eppure, se si osservava il volto di Ino, prestando maggior attenzione, si potevano notare due fossette, da angolo ad angolo della bocca. L'istinto materno, il fatto che dentro sé custodisse un essere vivente, adesso. Non aveva mai pensato ad una cosa del genere, non l'aveva nemmeno sognato, per quanto fosse fervida quella sua impagabile immaginazione.

Tuttavia, le parve che quel desiderio fosse in cima a tutti gli altri, aveva conquistato il primo posto, nel suo cuore.




Ino s'issò in piedi, lasciando andare quella margherita dalle sue dita.

Guardò a terra, il suolo erboso e un poco scomodo, i fili d'erba le si erano impigliati tra i capelli e stavano scivolando sulla sua schiena, provocandole il solletico.

“Ino”, il tono di voce mellifluo non le sfuggì.

Shikamaru afferrò il suo braccio, poi scivolò verso la sua mano, cautamente. Poi il genio pigro le apparve davanti, sfiorandole la gota marmorea.

Ed in quel momento ad Ino parve di aver dimenticato i mesi più duri della sua vita; dalla guerra, a quella serata con Shikamaru, a quella nuova rivelazione, finché non aveva perso -e si era incolpata- quel figlio che tanto desiderava da Shikamaru.

E non si erano parlati per mesi, il dialogo era cessato di esistere; anche quelle sue battutine erano diventate fredde, glaciali.



“Cosa c'è?. Vuoi metter fine a tutto?”, indicò visivamente la fede nuziale, così simile alla sua. Avrebbe voluta strappargliela dalle dita, ma si limitò a immaginare la scena.

“Perfetto. Perché non torni dalla Sabaku? Scommetto che lei non avrebbe problemi, lei ti renderebbe felice... e avresti tanti figli, maschio e femmina, come vuoi tu. Perché sarebbe stata femmina forse, sarebbero state tutte femmine, forse. Io non sono adatta, Shika”, cominciò a blaterare, piangendo.

Shikamaru asciugò le sue lacrime, col dorso della mano.

“Forse”, disse, suscitando un certo sgomento nella ragazza. “Forse hai ragione, riguardo la Sabaku”, la scimmiottò. “Ma non amo darti ragione, sai”, la punzecchiò, come solo lui sapeva fare. Ino spalancò la bocca, creando un bell'ovale.

“Allora?”, era risaputo, il Nara non era molto abile di parole, così -anche quella volta- Ino dovette concludere per lui.

“Ricominciamo?”, e gli prese la mano, stringendola alla propria.

Ora Shikamaru stava sopportando un bel sorriso a trentadue denti che sfidava il suo ghigno sardonico; e le labbra di Ino andarono a cozzare contro le sue e, per la prima volta, la Yamanaka, sentì che non avrebbe espresso più desideri, né li avrebbe chiesti alle stelle: tutto ciò che desiderava era accanto a lei.





Fine.







Molto fluff <3. Decisamente diversa dai miei soliti toni cupi-angst XD.


Alcune delucidazioni(?):



La storia non è un AU. È ambientata nella già preannunciata battaglia, quella contro Sasuke Uchiha e l'Akatsuki.

Insomma, c'è un lieve What If... tutto sommato non mi è parsa AU. Ino nella notte in cui guarda le stelle con Shikamaru lo bacia, sì, ma la cosa non finisce lì... immaginate u_ù.

Lei rimane incinta ma perde il bambino, ecco il motivo di tanta tensione e di tanti litigi. Shikamaru e Ino sono sposati e se lui all'inizio l'aveva sposata per il bambino alla fine si ricrede, capisce di amarla veramente.




Ci tengo a dire due paroline su questo White Midnight (Sebbene sia in ritardo, ç_ç):


Shika e Ino is rock! (U_U)


Grazie a Shika e Ino perché mi fanno sognare, un sogno così potente che

vorrei che diventasse realtà.


Grazie Shikamaru e grazie Ino, per avermi fatto conoscere tante di quelle persone stupende che adesso sono mie amiche... persone come ballerinaclassica -collega <3-, Zia Ele, Luly, Elwerien, Paccy, Sil/Wishul, celiane-vale, ely-chan, kari, le moschelle grigie -le ho convertite *_*- meg89, sasusakuxxx, Red Diablo e tante altre persone... Tantissime, veramente.

Ho conosciuto così tanta gente che fatico a ricordare tutti @.@

Tuttavia, queste persone sono nel mio cuore come autrici e come persone, così come lo sono

Shikamaru e Ino,

... la coppia più meravigliosa.



AUGURI!



Kiki <3.

   
 
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