Era passato un giorno dall’ultima missione e Samuele era
seduto comodamente nel divano a guardare la TV. Solitamente, lui non era
proprio tipo da guardare la televisione. Piuttosto, preferiva altre piattaforme
d’intrattenimento.
Era semplicemente un’occasione per stare insieme alla sua
famiglia. Ogni tanto ci stava guardarsi un film tutti insieme, pensava.
Samuele guardò sua sorella accanto a lui nel divano che si
mangiava snack a non finire.
“Sei una discarica di cibo, lo sai?” Prese in giro con un
sorriso.
“Stai zitto! Tanto dopo mi alleno.”
Sua sorella praticava pallavolo, ormai, da tre anni. Le
piaceva davvero e puntava a diventare una pallavolista professionista. A
proposito della pallavolo, Samuele pensò a una cosa.
“Quando comincia il torneo?”
“La prossima settimana. Verrete a guardarmi, quindi?” Chiese
sia al fratello sia ai genitori.
“Certo, tesoro. Non ce lo perderemo per nulla al mondo.”
Disse la madre con un sorriso rassicurante.
Poi Anna guardò Samuele con occhi imploranti. A quegli occhi
sospirò.
“Certo.” Come poteva dirle di no?
A un certo punto, in mezzo alle pubblicità, in TV apparve una
notizia.
“Si è aperto un portale nei pressi di Milano e sono usciti
vari mostri che stanno attaccando la città! Gli Avventurieri più vicini si sono
diretti in zona e hanno cominciato a combattere contro quelle creature!”
“Mi dispiace per loro, ma menomale che non è successo qua
vicino.” Disse la madre, guardando le riprese dei combattimenti tra gli
Avventurieri e i mostri.
In effetti, Roma si trovava nel Lazio, nel centro Italia. Milano
in Lombardia, nel nord Italia. In linea d’aria, le due città si toglievano
alcune centinaia di chilometri.
“Se si è aperto significa che non hanno completato la
missione del portale entro trenta giorni. Cavoli loro, direi. Trenta giorni non
sono mica pochi!” Disse in tono burbero il padre.
“Cosa significa ‘cavoli loro’? Ci deve essere stato un motivo
per cui non sono riusciti a completare la missione.”
“Allora perché non hanno mandato aiuto? Tutto questo mi
puzza, te lo dico io!”
“Ci risiamo, il solito complottista. Anche se fosse, i
cittadini non meritano nulla di tutto questo.”
“Ah, su questo mi trovi d’accordo. E poi non sono
complottista. Dico solo che non è normale non riuscire a completare un portale
nei trenta giorni di tempo. L’Associazione, o la Gilda che si è presa la
proprietà del portale, avrebbe dovuto capire che c’era qualcosa di strano.”
Samuele decise di intervenire.
“Hai ragione, papà. Ma non sappiamo nemmeno cosa sia
successo. L’unica cosa che sappiamo è che si è aperto un portale.”
“Cosa intendi dire con ‘l’unica cosa che sappiamo’? Questa
informazione già di per sé vuol dire che non sono riusciti a completare la
missione!”
Samuele rimase in silenzio. Suo padre, in un certo senso,
aveva ragione. La missione non era stata completata, ma non si sapeva il
motivo. Gli Avventurieri non ce l’avevano fatta? Certo, capitava ogni tanto, ma
solo con i portali di livello elevato.
E i mostri che vedeva nel notiziario non sembravano per nulla
creature provenienti da un portale di alto livello. In ogni caso, gli
Avventurieri non sarebbero mai entrati in un portale impreparati. Lo aveva
visto di persona. Anche nei portali di più basso livello ci si portavano
pozioni di cura, pur sapendo che non sarebbero mai stati utilizzati.
Che poi quello che era successo nel suo primo portale era
qualcosa di strano, quello era un altro discorso. A proposito di ciò, anche a
distanza di alcuni giorni pensava che quello che era successo fosse reale. Non
riusciva a pensare a tutto quello come un brutto incubo.
“Tutto bene, fratellone?” Chiese sua sorella preoccupata,
vedendo lo sguardo incupito di suo fratello.
“Mh? Ah, sì. Tutto apposto.” Rispose con un mezzo sorriso.
Poi tornò a guardare il notiziario, venendo attirato dalla voce della
giornalista.
“Ah, Guardate! È uno dei Avventurieri più forti d’Italia!
Michelangelo Rizzo!”
A questo nome, i suoi occhi si concentrarono proprio su di
lui. Michelangelo Rizzo era un limite massimo di livello 90. In pratica, era il
più forte Avventuriero d’Italia, insieme ad un altro. Osservando la sua lotta
contro i mostri, il suo cuore sembrò infiammarsi.
Voleva diventare ancora più forte.
Voleva salire ancora di livello, fin quando non avrebbe
raggiunto il limite massimo.
Il suo cuore batté sempre più forte. A questo sorrise. Era
davvero diventato dipendente dai portali come tutti gli Avventurieri.
“Torno subito.” Disse Samuele, alzandosi dal divano e
allontanandosi, con sua sorella che lo guardava incuriosita.
Arrivato nella sua camera, prese il telefono e chiamò
l’Associazione.
“Salve, è l’Associazione degli Avventurieri. Come possiamo
aiutarla?” Chiese una voce femminile.
“Salve, sono Samuele Rua. Voglio una missione.”
“Mi faccia controllare… ma, signore, vedo che lei ha già
completato una missione proprio ieri.”
“Sì, quindi?”
“Non possiamo incaricarla di un’altra missione a distanza di
un giorno dall’ultima.”
‘Seriamente?’ Pensò dentro di sé
“Per quale motivo?”
“Dopo le continue richieste degli Avventurieri di partecipare
ad altre missioni, è stato deciso che non è più possibile.”
‘Ah, giusto. Dipendenti dai portali…’ Non era l’unico affetto
da questa dipendenza. Quindi non poté fare altro che accettare la risposta
della signorina.
“Se vuole una missione, allora dovrà attendere la chiamata da
parte dell’Associazione, signore.”
“Va bene, grazie lo stesso. Buona giornata.” Chiuse alla fine
la chiamata e sospirò deluso. Come disse la signorina, non poteva fare altro
che aspettare una chiamata da parte loro.
Cinque minuti prima, nei pressi di Milano i civili erano
disperati. Correvano via dappertutto, cercando di sfuggire dalla battaglia tra
gli Avventurieri e i mostri usciti dal portale.
Quei mostri, più precisamente, erano troll. Tra gli
Avventurieri di medio livello, chi li affrontava diceva sempre che erano molto
forti, ma lenti di mente. Era come se non ragionassero. Combattevano e
distruggevano senza pensare a niente.
In quel momento, erano solo macchine da distruzione il cui
unico obiettivo era provocare il caos e uccidere quante più persone possibili.
Il loro numero non era nulla di cui scherzare.
Più di cinquanta troll uscirono dal portale e finora ne
furono abbattuti solo cinque. Gli Avventurieri riuniti in quel punto non erano
nemmeno molto forti. Il livello più alto tra loro era il 40.
Un troll, solitamente richiedeva un livello 50 per essere
ucciso con facilità.
Il loro ruolo in quella situazione, quindi, era quella di
limitare i loro danni fino all’arrivo dei rinforzi.
E speravano arrivassero nel più breve tempo possibile.
Combattere contro tutti loro non era per nulla facile.
Dovendo limitare i danni di cinquanta troll, tutti gli
Avventurieri dovettero dividersi per fermarli il più possibile. Ed erano solo
in venti.
Fortunatamente, il loro grido interiore di aiuto sembrò
essere arrivato a qualcuno.
Mentre un troll stava per dirigersi contro uno degli
Avventurieri per schiacciarlo a terra con la sua enorme mazza di legno, una
lancia perforò da un lato all’altro della sua testa ad una velocità
allucinante. Il rimbombo del troll che cadde a terra poté sentirsi a centinaia
di metri di distanza.
La lancia, come ad avere vita propria, si staccò dalla sua
testa e volò in un’altra direzione non molto lontana dal troll ucciso,
fermandosi davanti a una persona che la prese in mano e guardò l’Avventuriero
scioccato. Chi aveva ucciso il troll era niente di meno che uno dei due
Avventurieri italiani più forti, Michelangelo Rizzo.
Aveva capelli mori corti e una leggera barba che copriva il
viso. Una cicatrice scorreva verticalmente lungo la sua guancia destra.
Indossava un’armatura dorata che era impossibile non notare per quanto luccicava.
“Tutto bene?” Chiese Michelangelo all’Avventuriero che aveva
appena salvato.
“S-sì… La ringrazio.”
“Da questo momento penserò io ai troll. Dì agli altri che
possono ritirarsi e ringraziali da parte mia per averli rallentati.”
“V-va bene!” Immediatamente, fece come detto e se ne andò.
Michelangelo Rizzo non perse tempo e andò ad uccidere tutti i
troll rimasti, assicurandosi di fare meno danni possibili alla città già fin
troppo danneggiata. Uno ad uno, i troll vennero tutti abbattuti.
Chi guardava la scena dalla TV o dal vivo con i loro stessi
occhi, non poté che rimanere incredibilmente colpito dalla velocità con cui
questi cadevano a terra. In pochissimi minuti, quarantacinque troll erano stati
uccisi da un solo uomo.
Un uomo che portava la nomea di “più forte d’Italia” non
poteva non dare una dimostrazione di forza così gigantesca.
Tutti quanti esultarono alla sua vittoria. La città era
appena stata salvata e chi meritava una ovazione era proprio lui.
Finito il combattimento, chi di dovere si occupò di
trasportare via i corpi dei troll.
Mentre Michelangelo guardò il lavoro di quegli operai che con
le macchine apposite li portavano via, dietro di lui apparve un’altra figura,
che Michelangelo riconobbe immediatamente.
“Oh, già finito? Che peccato.” Disse con un sorriso enorme.
“Se arrivi in ritardo non è colpa mia, Leonardo.” Disse con
tono aspro, guardandolo con la coda dell’occhio.
L’uomo con cui stava parlando era, insieme a lui, l’altro
livello 90 d’Italia, Leonardo Pisano. Egli aveva capelli rasati e occhi scuri.
“Che posso dirti? Il protagonista arriva sempre all’ultimo
minuto per salvare tutti e ricevere gli applausi da parte degli spettatori.”
Disse ridacchiando.
“A quest’ora molte persone sarebbero morte se avessero dovuto
aspettare il tuo arrivo…” Disse guardandolo male. Poi fece una domanda.
“A proposito, che ci fai qua? La tua gilda è a Torino.”
Osservandolo, Michelangelo notò che Leonardo non era vestito come si vestirebbe
normalmente, ovvero con un abbigliamento casual quando era in giro a svagarsi
oppure con la sua armatura da Avventuriero. Indossava un abito elegante, come
se avesse un affare da sbrigare.
“In effetti, normalmente non verrei qua, ma oggi è un giorno
speciale.”
“Ah, sì?”
“Oggi forse recluterò qualcuno nella mia gilda. È ancora un
livello 15, ma se penso sia quello che è veramente, ho intenzione di prenderlo
per me prima che qualcun altro ci metta le mani sopra.”
Michelangelo alzò un sopracciglio incuriosito. Conosceva bene
Leonardo e non era uno che sceglieva a caso gli Avventurieri da prendere per la
propria Gilda, soprattutto un livello 15.
“Che ha di così speciale questo Avventuriero.” A questa
domanda, il sorriso di Leonardo si fece ancora più grande.
“C’è la probabilità che questo Avventuriero sia un futuro
livello 90.” Disse con tono molto sicuro.
Michelangelo fece un’espressione sbalordita. A questo,
Leonardo sorrise ancora di più. Era proprio quello che voleva ottenere da lui.
Michelangelo pensò a come l’uomo davanti a lui potesse sapere
che qualcuno sia un probabile limite massimo di livello 90. Poi ricordò di come
ultimamente nella sua gilda aveva reclutato Avventurieri di basso livello che
avevano raggiunto anche livelli oltre il 50. Poi gli venne in mente qualcosa e
parlò.
“Il Dono nella tua gilda…?” Era saputo da tutti come la sua
Gilda avesse un Dono tra i suoi membri, ma non era mai stato rivelato di cosa
si trattava. Forse Michelangelo l’aveva appena capito.
“Chissà.” Disse Leonardo beffardamente. Poi la sua
espressione si fece seria, emanando un’aura opprimente che avrebbe fatto sentire
a disagio chiunque altro tranne Michelangelo, che lo guardò con occhi gelidi.
“In ogni caso, molto presto nessuno vedrà le nostre gilde
come pari. Il giorno in cui io e la mia Gilda vi schiacceremo è vicino. E
quando quel giorno arriverà, ti guarderò strisciare a terra. Ti annienterò.”
“Allora fai del tuo meglio.” Chiunque lo avesse sentito,
avrebbe ricevuto una sensazione gelida scorrergli lungo il corpo.
Fortunatamente, vicino ai due “mostri” italiani non c’era nessuno, altrimenti
sarebbero già svenuti.
Dopo un’intensa gara di sguardi, Leonardo si voltò e se ne
andò per la sua strada.
Dopo un’ora, il vice-capo del Dipartimento di Investigazione
dell’Associazione, Alessandro Pacini, era giunto nel luogo della battaglia e
adesso stava parlando con Michelangelo.
“Si è già scoperto da quale portale sono usciti?”
“Sì, signore. Abbiamo seguito la loro scia e abbiamo scoperto
essere usciti da un portale di livello 30.” Disse Alessandro Pacini con un
espressione leggermente nervosa. Gli occhi dell’Avventuriero più forte d’Italia
si spalancarono.
“Livello 30? Come è possibile?! I troll sono creature presenti
solo nei portali di livello 40 in su!”
“è proprio
questo il problema. La gilda incaricata di completare la missione non ce l’ha
fatta. Purtroppo, questo non sembra essere il primo caso.”
Gli occhi di Michelangelo si strinsero.
“Cosa intende dire?”
“Pochi giorni fa in un portale in cui sono entrati dei
Novellini si è scoperto solo dopo essere controllato da orchi. Fortunatamente,
tutti si sono salvati.”
“Come hanno fatto?” Chiese in tono sorpreso. Dei Novellini che
avevano vinto contro degli orchi non era per nulla normale. Sarebbero stati
fortunati se ne avessero ucciso anche solo uno, ma sopravvivere arrivando
perfino a ucciderli tutti era oltre lo straordinario.
“Non lo sappiamo, i Novellini sono stati trovati tutti
svenuti con gli orchi già morti.”
“Quindi non sono stati loro ad ucciderli.”
“è quello che
pensiamo.” Annuì Alessandro Pacini.
“Capisco.” Abbassò le spalle, leggermente deluso. Se dei
Novellini avessero battuto gli orchi, non avrebbe perso tempo a reclutarli
tutti quanti. Dopo la recente “dichiarazione di guerra” di Leonardo Pisano, non
aveva intenzione di stare fermo immobile e aspettare di farsi sconfiggere così
facilmente da lui. Era svantaggiato dal fatto che il suo rivale avesse con sé
un Dono che a quanto pare poteva rilevare il limite massimo di livello degli
Avventurieri.
Molto presto, la Gilda di Michelangelo avrebbe avviato la
selezione per gli Avventurieri da reclutare. Decise che ne avrebbe tratto il
massimo profitto da quella selezione.
Qualcosa, però, gli diceva che il portale di cui gli aveva
parlato il vice-capo del Dipartimento di Investigazione era troppo anormale. Si
rivolse dunque al suddetto uomo e fece una domanda.
“Potrebbe darmi delle copie di ogni Novellino che ha
partecipato a quel portale, per favore?”
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Si vanno ad aggiungere all'elenco altri due personaggi. Cosa ne pensate del capitolo? Fatemelo sapere. Qualunque commento costruttivo è sempre ben accetto.
Ci vediamo domani, stessa ora. Ciao!