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Autore: Mnemosine__    06/11/2024    0 recensioni
"Non è facile," ammise Lyanna, la sua voce quasi un sussurro. "Nascondere quello che sono, quello che ho fatto…" Le si spezzò la voce. “È…”
Dridjior seguì il suo sguardo verso Ewan, poi tornò a concentrarsi su di lei. "Ewan ti ama." Disse con un tono che non lasciava spazio a dubbi. "Dovresti permettergli di amare te, non la maschera che indossi."
Lyanna abbassò lo sguardo, riflettendo sulle parole di Dridjior.
“Tu non hai visto lo sguardo che aveva, quando ho ucciso quel maiale."
“Ma ho visto il tuo, quando sei piombata nella mia stanza e mi hai trascinato qui.” Dridjior si avvicinò a lei, sfiorandole la spalla con il braccio.
"Ho sempre pensato che fosse più facile fingere di essere meno di ciò che sono, per evitare di spaventarlo. E non lo conoscevo, se fosse stato un tipo di uomo diverso..."
Dridjior annuì, mantenendo il suo tono di voce rassicurante. "Non puoi nasconderti per sempre, Lyanna. Ewan ti ha scelto per quello che sei, non per la maschera che indossi. E ogni volta che cerchi di nascondere una parte di te, gli neghi la possibilità di amarti completamente."
Per leggere questa è necessario aver letto prima : Le Cronache di Vralysia - Fiducia
Genere: Introspettivo, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Vralysia'
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# Angolo autrice
Sono tornataa! Ciao. 
Non so bene cosa dire, se non che ho sistemato gli errori (credo) della storia precedente e ho finito la fase di revisione e editing di questa (sempre credo... in realtà sono ancora nella fase in cui i miei occhi passano sopra il testo senza soffermarcisi perchè lo so quasi a memoria quindi probabilmente non ho visto errori o incongruenze perchè in realtà la mia testa fa solo finta di leggere), quindi direi che posso iniziare a pubblicare la seconda storia di questa serie (probabilmente, saranno davvero 5 e non 3). 
Quindi ecco. 
Siccome sto ancora pubblicando la prima storia dell'altra serie a cui sto lavorando, Nous, non so dire con esattezza quando aggiornerò questa, anche se ormai sono abituata al mercoledì e alla domenica, quindi direi che terrò questi giorni buoni. 
Magari il mercoledì potrebbe essere giorno Vralysia e la domenica giorno Nous. O potrei pubblicare un doppio capitolo alla settimana per entrambe. 
Datemi un po' di tempo per capire cosa e come fare. 
Intanto vi lascio con questo (e con questo intendo i primi 4 capitoli).
Buona lettura ! 


1

Il fuoco scoppiettava ancora nel camino, quando Lyanna aprì gli occhi. Battè lentamente le palpebre, inspirando con il naso e sentendo i polmoni riempirsi piacevolmente del profumo familiare di Ewan. Deglutì, muovendo la mano sul petto del marito, sfiorandogli la pelle con le unghie per disegnare piccoli cerchi.
Le braccia che aveva attorno ai fianchi si strinsero un poco, la mano aperta sulla sua anca si mosse per farle delle leggere carezze.
“Sei sveglio?” Chiese lei, dopo qualche secondo.
“Mhmm.” Lo sentì annuire sotto di lei e alzò la testa dalla sua spalla per poterlo guardare. I riccioli scuri erano illuminati dai bagliori del fuoco, così come la sua pelle. Lyanna incrociò gli occhi chiari del marito e si mordicchiò il labbro.
“Non riesci a dormire?” Chiese lui, guardandola con attenzione.
“Ti amo.” Disse lei, d’impeto. Inspirò, guardando gli occhi del marito brillare e le labbra alzarsi lentamente all’insù. “Ho capito di amarti quando ti ho visto là sotto.” Scosse la testa e una ciocca di capelli le scivolò davanti al viso. “E – non mi è piaciuto.” Sospirò. “Ero terrorizzata.” Socchiuse gli occhi. “No, terrorizzata non rende quello che ho sentito quella sera. Non credo di aver mai provato un terrore simile, in tutta la mia vita. E – mi sono spaventata, perché è stata… è stato orribile e avevo paura di quello che provavo.” Sentì la mano di Ewan spostarsi dal suo fianco e sistemarle i capelli dietro l’orecchio con una carezza. “E poi mi hai – abbiamo litigato una volta e una seconda. E tu mi hai detto che eri innamorato di me. E – tu provavi lo stesso.” Le tremò la voce. “Non ho mai sperato di avere quello che avevano i miei genitori. Mai, non una sola volta – quando la mamma è morta… Vinar mi ha detto che papà non è mai più stato lo stesso, da allora. E quando ti ho visto in quella vasca…” Sentì le labbra dell’altro sfiorare le sue. “Ho avuto paura di dover provare tutto quel dolore.”
“Ti amo anche io.” La voce di Ewan le arrivò come una carezza. Si staccò da lei per poterla guardare. “L’ho capito quando ti ho dato Grace.” Le sorrise. “Volevo renderti felice. Non contenta, non sorridente. Ma felice.” Piegò il collo per appoggiare la testa sul cuscino. “Ci ho messo un po’ a capirlo.”
Lei si sporse in avanti per baciarlo di sua iniziativa. Era la prima volta che si muoveva lei per prima ed il marito dischiuse le labbra, sorpreso ed entusiasta. Lei ne approfittò e fece scivolare la lingua nella bocca di Ewan, gemendo quando lui gliela succhiò in risposta. Si staccò per prima per poter guardare gli occhi chiari del marito brillare, mentre le restituiva uno sguardo carico di emozioni. E un pensiero le attraversò la mente come una lama. “Tuo padre sa che sei qui?” Chiese.
Ewan rise. “Vinar ci ha coperti. Siamo stati ufficialmente invitati a passare un po’ di tempo qui, prima di andare da lui.”
“Da lui?” Lyanna lo guardò, curiosa.
“Ha chiesto se avessimo voglia di stare da lui per un paio di mesi. Lontano da mio padre. Vorrei rispondergli positivamente, se a te sta bene. Desidero vedere casa tua.”
“Ha di sicuro combinato qualcosa.” Commentò lei. Conosceva suo fratello e di sicuro quell’invito non serviva a dare credito alla loro piccola bugia al re di Dursae.
“Tesoro, siamo noi ad aver combinato qualcosa, visto che tuo fratello ci ha aiutati a risolvere.”
“Non dargli tutto questo merito, poi si monterà la testa.”
La risata di Ewan fu come una doccia calda. Lyanna socchiuse gli occhi e inspirò di nuovo il profumo del marito, sentendo le sue mani vagare sul proprio corpo, facendola rabbrividire.
“Cosa vuoi fare?” Chiese lui dopo un po’, senza smettere di muovere le dita. Lyanna sospirò e si inumidì le labbra, prima di sbattere le ciglia. “Potremmo riprendere una certa attività.” Propose, alzando e abbassando le spalle.
“Non so a cosa ti riferisci.” Ewan piegò il collo verso l’alto per alzare la testa e guardarla da più vicino, un ghigno divertito sul volto.
“Peccato.” Lei fece forza sulle braccia per alzare il busto e mosse le gambe per scavalcare le ginocchia del marito con una gamba, distendendosi completamente su di lui. “Perchè avrei ricambiato il favore di prima molto volentieri.”
“Il favore?” Gli occhi del giovane brillavano, mentre lei si chinava per sfiorargli le labbra con le proprie. “Mhmm.” Lei si alzò di nuovo, mantenendosi sulle braccia, e scivolò un po’ più indietro.
“Mi sembrava di averti fatta venire tre volte. Non mi merito forse tre favori?” Ewan non riuscì a mascherare una risata roca.
Gli baciò il petto, prima di guardarlo. “Tre?” Alzò le sopracciglia, un sorriso stampato in volto.
“Tre.” Gli occhi del marito brillarono.
“Pretenzioso.” Lei si morse un labbro di proposito, abbassando gli occhi quel poco che bastava per fissargli le labbra.
“Sono un principe.” Ewan si appoggiò sui gomiti per alzare la schiena. “Tocca a te, tesoro.” Si fermò ad un soffio dalle sue labbra. “E ho delle richieste.”
“Addirittura.” Lyanna sentì il fiato caldo del marito sfiorarle la pelle e venne percossa da un brivido più forte degli altri, così forte che Ewan sorrise, guardandola con una bramosia che rispecchiava le fiamme scoppiettanti del camino, avide di aria preziosa per poter bruciare. “Per il primo favore voglio la tua bocca.” Piegò la testa di lato, mangiandola con lo sguardo come non aveva mai fatto. “La seconda, ti voglio sopra di me.” Si avvicinò ancora, ma non per baciarla, voltò la testa quel tanto che bastava per poter schivare la sua bocca e avvicinarsi al suo orecchio. “E, se sarò soddisfatto, forse potrei anche pensare di non richiedere il terzo e scoparti contro la parete.” Un ennesimo brivido la scosse e Lyanna inspirò pesantemente, rendendosi conto di quanto il proprio corpo fosse fuori controllo. Prese una boccata d’aria tremolante, mentre sentiva il corpo del marito tendersi sotto di lei.
“Allora?” Si allontanò quel tanto che bastava per guardarla. Lyanna battè le ciglia un paio di volte, prima di scivolare ancora verso il basso.
Quattro ore dopo, Lyanna si lasciò ricadere pesantemente sulla poltrona davanti al fuoco che, durante le brevi pause che si erano concessi, Ewan aveva pensato a ravvivare.
“Potevamo dichiarare i nostri rispettivi sentimenti molto prima, se questo è il risultato.” Il marito si sedette per terra, sulle pellicce che ancora coprivano il pavimento, e alzò una gamba piegata per poter appoggiare il gomito sul ginocchio.
Lyanna lo guardò e si leccò le labbra, mentre si ravvivava i capelli sudati sulla testa. “Prima, non te lo avrei detto.”
Lo vide alzare un sopracciglio verso di lei. “No?” Scosse la testa. “E cosa avresti fatto?” 
“Mi sarei tenuta il segreto.” Lyanna fece una smorfia.
Ewan la guardò, genuinamente curioso. “Anche dopo che te l’ho detto io?”
E lei si portò le ginocchia al petto, quando annuì.
“Perché?”
“Perché ti avevano appena affogato.” Lei gli scoccò un’occhiata veloce, prima di riportare gli occhi sulle proprie ginocchia. “E dirtelo significava ammetterlo.” Deglutì. “Anche a me stessa.”
Lo guardò con la coda dell’occhio, senza muovere lo sguardo dalla propria pelle, mentre lui si alzava per poi inginocchiarsi proprio davanti a lei.
“E sarebbe stata una brutta cosa, ammetterlo?” Lo chiese con delicatezza. E Lyanna socchiuse gli occhi. Annuì. Lui non rispose, ma lei sapeva di doversi spiegare. Si schiarì la voce e parlò solo dopo alcuni minuti. Ed Ewan aspettava, paziente, senza cercare il suo sguardo, ma facendo semplicemente vagare i propri occhi sul suo corpo.
“Ti ho detto che non mi piace essere vulnerabile.” Lyanna si passò la lingua sulle labbra. “Non volevo avere un altro punto debole su cui qualcun altro avrebbe potuto fare leva.”
Alzò lo sguardo per poter vedere gli occhi di Ewan brillare, preoccupati, mentre la fissava in silenzio. In tutti quegli anni, qualche nemico se lo era fatto. Alcuni l’avevano vista in faccia, nella veste di semplice principessa di Saeros, come il conte Erisar, che era stato così felice di approvare il suo matrimonio con Ewan per poterla mandare via dalla Corte; altri, invece, non conoscevano il suo volto, per fortuna, ma rappresentavano comunque una minaccia. Dridjior e Fray erano i due colonnelli del Loto blu, gli ufficiali di grado più alto che il resto del continente conosceva, ma molti sospettavano ci fosse un gran maestro nascosto nell’ombra, e se avessero scoperto chi fosse e che, per di più, sarebbe stata ricattabile con i giusti mezzi… deglutì.
“Hai già tuo fratello. Uno in più non è un problema.” Ewan cercò di sorriderle, probabilmente aveva visto l’ombra scura sul suo viso.
“Lui è un re. Ed è ignobile da dire, ma… per lui – se la posta in gioco fosse alta non credo che mi lascerei…” Non terminò la frase, ma probabilmente il marito capì lo stesso. “Non lo avevo mai detto ad alta voce.” Sospirò.
Ed Ewan le prese il volto tra le mani, avvicinandosi quel tanto per poterle baciare la fronte. Lyanna chiuse gli occhi. Non sapeva come mai, ma quando il marito le baciava la fronte – non la bocca o la guancia – si sentiva… bene. Sentiva il petto scaldarsi di un calore dolce e piacevole e per quei pochi, brevi secondi in cui sentiva le labbra di Ewan sulla testa, il petto si liberava dal peso opprimente che sosteneva da sempre.
“Per me lo faresti?” Chiese lui, soffiando sui suoi capelli.
“Si.” Lo disse d’impeto. E, di nuovo, ebbe paura della facilità con cui le era uscita quella risposta. Aveva paura di ciò che provava, perché sarebbe potuto essere un problema, se avesse mai dovuto fare una scelta.
“Ti sembrerò poetico e – com’è che avevi detto? Idealista?” Ewan ridacchiò e tornò a guardarla. “La vita di uno non vale quella di molti. Nemmeno la mia. Soprattutto la mia, perché ho sulle spalle il bene dei sudditi di mio padre. E, se ce ne fosse bisogno, darei la vita per loro.”
“E io baratterei tutti loro per te, probabilmente. E anche questo mi spaventa.” Lyanna alzò gli occhi per guardarlo solo in quel momento. Ed Ewan fece una smorfia. “Ti prometto che non ti metterò mai nelle condizioni di scegliere.” Le prese le mani.
Lyanna sospirò. “Non puoi fare promesse del genere e lo sai anche tu.”
Ewan la guardò per un istante, la determinazione nei suoi occhi si mescolava a una profonda comprensione. "Hai ragione." Ammise, con un filo di voce. "Ma posso prometterti che farò tutto ciò che è in mio potere per proteggerti e per evitare che tu debba fare scelte del genere."
Lei annuì lentamente, accettando quelle parole come un piccolo conforto. E, quando lui si sporse verso di lei per baciarla, si lasciò sfuggire dalle labbra un sospiro di sollievo.
“Vuoi andare a dormire?” Chiese Ewan, spostando gli occhi sull’orologio appoggiato su uno degli scaffali della libreria.
Lyanna si guardò intorno. Le era sempre piaciuta quella stanza, fin da quando era piccola, quelle pareti, quei mobili, le avevano sempre infuso sicurezza e serenità. Ma il letto… quello era il letto di suo padre.
Ewan seguì il suo sguardo e sembrò capire, perché le chiese: “Mi fai vedere la tua stanza?” Lei lo guardò, grata per quella scelta di parole. Non vuoi farmi vedere la tua stanza, il che implicava che lei ammettesse di non voler rimanere lì dentro, ma fammi vedere la tua stanza, una semplice richiesta. Lui sembrò leggerle nel pensiero, perché le fece l’occhiolino e le porse la mano.
Lyanna ed Ewan si alzarono lentamente, i muscoli indolenziti dalla lunga serata passata tra le braccia l'uno dell'altra. Si guardarono intorno, osservando gli abiti sparsi per terra. Lyanna sospirò, ponderando se rivestirsi completamente o cercare qualcosa di veloce da indossare.
"Non c'è molto qui." Mormorò Lyanna, guardando le vesti sparse per la stanza. “Ed è notte fonda.”
Ewan annuì, comprendendo la situazione. "Allora, useremo queste." Disse, raccogliendo le pellicce che ancora coprivano il pavimento. Ne arrotolò una intorno a Lyanna con cura, e lei fece lo stesso con lui.
"Ricordami di chiedere a Talya di pensare al tuo guardaroba."
"Mi ha già portato quelli." Rispose Ewan, indicando gli abiti ancora impilati sul tavolo.
“Infatti, ho parlato di guardaroba. Non di qualche capo.”
Ewan ridacchiò, avvicinandosi per baciarle la tempia, mentre con una mano stringeva i due lembi della pelliccia attorno ai fianchi.
Si avviarono verso la porta e sgattaiolarono fuori, cercando di non fare rumore.
Il corridoio era freddo e silenzioso, illuminato solo dalla debole luce delle torce appese alle pareti.
“E se ci trovasse qualcuno in queste condizioni?” Ewan sussurrò alle sue spalle e Lyanna sorrise “Ti sorprenderà sapere quanto spesso capita di trovare qualcuno mezzo nudo che sgattaiola fuori da una stanza di notte.”
“Ho visto che ci sono almeno quindici cavalieri, qui.” Ewan ridacchiò con lei.
“Sedici, ora che c’è anche Kenneth.” Fece un attimo di silenzio, prima di aggiungere: “Ma è Dridjior, quello che rischi di trovare nudo in corridoio, se vai in giro di notte.”
Ewan aumentò il passo per affiancarla e Lyanna sorrise, vedendo lo stupore sul volto del marito.
“Si rifiuta di condividere la camera con Talya. E sgattaiola nella sua ogni mattina, come se nessuno di noi ne fosse al corrente, qui.” La ragazza ridacchiò. “Quei due stanno insieme da tre anni.”
Le ombre danzavano sui muri, creando un'atmosfera quasi spettrale. Lyanna guidò Ewan verso la sua vecchia stanza, i loro passi leggeri sul pavimento di pietra. Mentre camminavano, Lyanna non poté fare a meno di ricordare le notti della sua infanzia trascorse a correre lungo quei corridoi, quando il castello sembrava un luogo sicuro e inviolabile. Lo era ancora, naturalmente, solo che… se non fosse stato per i cavalieri che, ormai, lo usavano come base fissa, tutte quelle stanze sarebbero state vuote e spettrali.
Quando finalmente raggiunsero la porta, Lyanna si voltò verso Ewan, il volto rilassato ma gli occhi ancora preoccupati.
"Qui." Disse, aprendo lentamente la porta. L'interno era semplice ma accogliente, con un grande letto coperto da una trapunta pesante e mobili in legno scuro. Le tende di velluto pesante erano tirate, ma una debole luce filtrava attraverso le fessure, illuminando la stanza con una luce soffusa.
Entrarono, e Lyanna si sentì subito un po' più calma. La familiarità della stanza, con i suoi vecchi libri sugli scaffali e i piccoli oggetti personali sparsi qua e là, le dava una sensazione di sicurezza che non provava da tempo.
"È perfetta." Disse Ewan, guardandosi intorno. "E molto più accogliente di quella di tuo padre."
Lyanna annuì, chiudendo la porta dietro di loro. "Sì, è vero."
Gli occhi del marito si fermarono sulle ampie librerie che occupavano l’intera parete opposta a quella su cui era addossato il letto, intervallate solo dal camino. Lei fece una smorfia, guardando alcuni libri in doppia fila. Avrebbe dovuto trasferirne alcuni in biblioteca.
Ewan la abbracciò, stringendola forte. "Ti amo."
Lei sospirò, lasciandosi andare tra le sue braccia. "Anche io." Rispose, dopo qualche secondo, mentre lui appoggiava il mento sulla sua testa.
Si diressero verso il letto, le pellicce ancora avvolte intorno ai loro corpi. Una volta sotto le coperte, Ewan allungò un braccio verso di lei per farle segno di avvicinarsi. Lyanna strisciò fino a che Ewan non le fece passare il braccio lungo la schiena, stringendola contro di sé, e lei appoggiò la testa sull’incavo tra il suo collo e la spalla. Lyanna chiuse gli occhi, ascoltando il battito regolare del cuore di Ewan.
Mentre la notte avanzava, il castello restava immerso in un silenzio quasi surreale. Fuori, il vento ululava tra le torri, ma dentro la stanza di Lyanna tutto era tranquillo. Si sentiva protetta e amata, e con quella consapevolezza, scivolò dolcemente nel sonno.
Il mattino seguente, la luce del sole filtrò attraverso le tende, svegliandoli dolcemente. Lyanna aprì gli occhi e trovò Ewan che la guardava, un sorriso sereno sul volto.
"Buongiorno." Disse lui, accarezzandole una guancia.
"Mi stavi guardando dormire." Rispose lei.
“Mi piace guardarti.” Si sporse per baciarla.
Lei sorrise, ma interruppe il contatto poco dopo, chiudendo gli occhi e facendo una smorfia. “Devo andare.” Gemette. Vide gli occhi del marito incupirsi. “Dove?”
“Dobbiamo chiedere a Talya qualcosa per te.” Sospirò, lasciandosi ricadere a pancia in su sul letto, con i capelli sparsi sul cuscino. Ewan si appoggiò su un gomito rimanendo su un fianco per poterla guardare dall’alto.
“E poi dovrei passare un paio d’ore con Reghan.”
Ewan alzò un sopracciglio.
“Ha passato la penultima prova una settimana fa. Lo hanno portato qui stamattina. Quindi immagino potremo dire che siamo a diciassette cavalieri, ora.” Lyanna guardò gli occhi curiosi del marito e piegò la testa di lato. Alzò le mani per poter stringere delicatamente la sua testa e tirarlo verso di sé per baciarlo.
“L’ultima prova è battere te?” Chiese lui sulle sue labbra. Lei passò la lingua sui suoi denti, bevendo il fiato caldo di Ewan quando si staccò da lui. “Provare a battere me.” Sottolineò. “Non tutti ci riescono. Il test vero e proprio è vedere se mi sottovaluta o no.”
“Mhmm.” Ewan si staccò da lei, sedendosi sul materasso. “E io che faccio?”
“Dopo che ho fatto il culo a lui, posso farlo anche a te, se ti va.”
Proprio in quel momento, sentirono bussare alla porta. Prima che potessero rispondere, Talya la aprì e fece un passo dentro la stanza. Lyanna ed Ewan si irrigidirono all'istante, tirando su le lenzuola per coprirsi.
Talya si fermò sul posto, alzò gli occhi al cielo e sorrise in modo sornione. "Chissà perché me lo aspettavo.” Disse, girandosi subito per dar loro le spalle. "Solo, credevo di trovarvi entrambi negli alloggi del duca. Non volevo interrompere niente."
Lyanna si schiarì la gola. "Buongiorno, Talya." Scoccò un’occhiataccia alla schiena dell’amica.
"Sì, buongiorno." Rispose Ewan, la voce leggermente imbarazzata.
"Buongiorno anche a voi." Rispose Talya, il tono leggermente divertito. "Lyanna, vuoi che trasferisca le cose del principe in questa stanza?"
Lyanna si scambiò uno sguardo con Ewan, poi annuì. "Mhmm."
Talya fece un cenno con la testa. "Perfetto. Lascerò una cesta qui fuori per… quando vorrete." Lyanna pensò se prendere il cuscino che aveva sotto la testa e lanciarlo verso l’altra ragazza. Ma non poteva. Lei aveva fatto ben peggio, la prima volta che l’aveva beccata con Dridjior.
"Talya." La chiamò Lyanna, fermandola prima che uscisse. "Potresti anche chiedere alla sarta di confezionare un intero guardaroba per mio marito che possa indossare qui senza far spedire nulla da Dursae?"
Talya si voltò leggermente, senza però guardare direttamente la coppia. "Certamente, mia signora." Dondolò sul posto, con aria colpevole. “Ehm… Potrei aver già pronto qualcosa, oltre ai capi che vi ho portato ieri sera, altezza. Dridjior mi ha avvertito dieci giorni fa che probabilmente sareste venuto.”
“Non so se essergli riconoscente o no.” Il commento di Ewan fece sorridere le due ragazze.
“Mando qualcuno a prendere anche gli abiti nuovi e li metto insieme al resto, qui fuori.” Talya ridacchiò mentre usciva dalla stanza, chiudendo la porta dietro di sé. " Vi lascio continuare la vostra... mattinata."
Lyanna e Ewan si guardarono e scoppiarono a ridere.
“Talya è…” Ewan ebbe difficoltà a continuare la frase.
“Un’ottima amica. E governante.” Finì Lyanna per lui, prima di sporgersi per baciarlo.
“E non ci disturberà per un po’.” Ewan le cinse i fianchi con le braccia e la strinse contro il proprio corpo. “Quanto tempo hai?”
“Abbiamo.” Lo corresse lei. “Non tutto il tempo che vorrei.” Sospirò. Ed Ewan le sorrise, prima di tirarla a sé per baciarla a sua volta. “Me lo farò bastare.”

 
   
 
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