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Autore: Kokky    23/09/2009    6 recensioni
Un mondo parallelo e antico, popolato da vampiri che si muovono nell'ombra e umani troppo ciechi sui nemici succhiasangue. L'esercito, i positivi e gli alchimisti sono gli unici che possono proteggere l'umanità da ciò che stanno bramando i vampiri...
Un'umana insicura. Due piccoli gemelli. Un vampiro infiltrato. Una squadra di soldati. Una signora gentile e un professore lunatico. Una bella vampira e il capo. Due Dannati. L'Imperatore e i suoi figli. Una dura vampira. E chi più ne ha più ne metta!
Di carne sul fuoco ce n'è abbastanza :)
Provare per credere!
Genere: Fantasy, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Positive Blood' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Questo capitolo va a Clouddy (anche se, facendo parte della frigida casata Uchiha, non comprende più di tanto la storia tra Adam e Sofia) perché cerca qualcosa di più dello spensierato scrivere fic. Forse PB è quello che sta cercando. Spero che un’opera mia – che sono priva di volontà nello scrivere costantemente – la incoraggi a continuare su questa strada <3.

 

 

 

85 – E mi lascio indietro ciò che pesa

 

Ooh, baby, don’t you know I suffer?

Ooh, baby, can you hear me mourn?

(Supermassive black holes, Muse)

 

Violet si alzò dal divanetto color panna e andò ad aprire la porta, scocciata di essere stata interrotta proprio nel miglior punto della storia, nel fulcro del racconto.

Adam la fissò senza battere ciglio.

«Ah... sei tu. Entra», borbottò la Dannata.

Il vampiro ghignò. «Perché, se fossi stato qualcun altro mi avresti mandato via a pedate?», domandò retoricamente. Il silenzio fu una risposta più che soddisfacente.

Maximilian, ancora seduto sul divano, si sentì escluso da quell’aria di familiarità che s’era creata fra i due all’istante, anche se percepiva il legame forte tra lui e Violet, quel filo che li legava poiché unici superstiti di una razza diversa. Capì che c’era qualcosa d’importante su cui discutere e decise di andare via, magari nella sua stanza condivisa con Hassan.

Max si alzò e uscì dalla stanza.

«Stai per partire? Lei ha detto di sì», sussurrò Violet. Adam annuì, con un soffio nel sorriso sulle labbra che sembrava di felicità.

«Quando sarà come noi me la farai incontrare», continuò la bambina, sollevandosi in aria in modo che il suo volto fosse all’altezza di quello di Adam.

«La porterò a casa mia, a Leluar, e lì la trasformerò in un vampiro», le preannunciò.

Violet sorrise crudelmente: «La porterai con te nella guerra che fra poco scoppierà? Gli umani non staranno zitti a lungo, si prepareranno a combattere e smetteranno di essere ciechi, tutto verrà rilevato al popolo. E noi daremo loro un avvertimento, un motivo per combattere. Lei sarà, come tutti i vampiri nei primi anni di vita, potente e incontrollabile – senza umanità alcuna. La porterai con te?», chiese.

Adam, con gli occhi vitrei e blu mare, rispose: «Sì, certo, sarà utile nella battaglia».

E Violet, carezzandogli fugacemente i capelli dorati, mormorò infine: «Ma nessuno potrà ucciderla, vero? Sei troppo soddisfatto di non essere più solo».

Adam le bloccò la  mano sul suo capo con una mano, stizzosamente l’allontanò da sé e poi, dopo un minuto di vuoto totale, ribatté: «Posso andare? Avverti che ho trovato la mia donatrice». E si mosse, uscendo fuori dalla stanza.

Sì, davvero, il silenzio era una risposta più che soddisfacente.

 

Sofia era ancora appoggiata al muro, con le lacrime che le rigavano le guancie e la bocca socchiusa, tremante per un urlo muto.

Aspettava che lui tornasse, senza sapere cosa fare né il modo per consolare la parte di sé triste e addolorata.

«Ehi», la chiamò Adam, dopo dei minuti che parvero ore.

Lei si voltò verso di lui, alla sua destra, e lo guardò con gli occhi color nocciola ancora imperlati di lacrime ghiacciate. Non riusciva a smettere: pensava a Rupert da solo, a Ryan disperso, probabilmente morto; pensava ai giorni in cui era stata felice, riparata dall’ombra degli alberi, dove la villa bianca e barocca splendeva di una luce particolare; pensava alla solitudine intestina che provava ogni giorno in fondo alla pancia e che ricacciava tutte le volte in un angolo oscuro, con un sorriso allegro.

«Adam», disse e la sua voce le sembrava uscire da qualche altra parte che non fosse la sua bocca, era lontana e sconosciuta. Era bagnata, quell’unica parola, e Sofia stentava a riconoscersi.

«Adam», ripeté. «Non è facile come credevo, sai? Anche se sono sempre determinata a continuare, è così difficile scordare il passato...».

Da una parte, aveva anche paura di risultare ridicola ai suoi occhi. Ma lui non ironizzò, parve pensarci un po’ su, corrucciando le sopracciglia bionde, e poi le disse: «Trasformandoti dimenticherai tutto questo, probabilmente».

Rimaneva distante. Sofia desiderava che l’abbracciasse, per risollevarsi su di morale e per non percepire più quel groppo alla gola, e allora ribatté: «Potresti fingerti per solo un istante umano e venire qui a riscaldarmi, stupido vampiro?».

«Certo, sciocca umana piena d’ormoni», sussurrò lui con una risatina sottile e quasi inudibile.

Annullò la distanza tra di loro e la strinse a sé, rimanendo immobile in quell’abbraccio. I suoi occhi blu mare vagarono nel corridoio bianco, mentre cercava qualcosa da dirle. Eppure non ricordava bene il dolore che si poteva provare quando si era vivi, pieni d’emozioni pulsanti e squillanti.

«Me lo rinfaccerai a vita, vero? Forse non avrei dovuto chiederti questo», mormorò Sofia al suo orecchio. Stava meglio, si sentiva meno vuota.

Aveva una strana sensazione di completezza, adesso, e cercò di buttare tutto sullo scherzo.

Adam stette al gioco: «È ovvio, se no che divertimento c’è?».

Stettero un altro po’ abbracciati. Lei era molto calda, Adam poteva sentirlo col semplice contatto, attraverso i vestiti; ricordò la sua attrazione per quella umanità – ora sempre più vicina al disperdersi – avuta un giorno d’inizio luglio, sotto le fronde verdeggianti del bosco vicino alla villa. Gli parve lontana molto tempo, eppure nitida. Sentì sulle proprie labbra quel primo bacio e desiderò percepire ancora quel calore lancinante, perciò si chinò sulla sua bocca e la sfiorò leggero.

«È ora di andare, non trovi?», domandò, fissandola negli occhi.

Sofia annuì meccanicamente.

Adam le passò un braccio sulle spalle e incominciò a camminare, portandola con sé verso l’uscita di quella stretta prigione. I vampiri che li vedevano non dicevano nulla, già sapevano.

Sofia immaginò la luce del sole e il vento lieve sulla sua pelle, sorrise pacatamente e scacciò via il pensiero dei gemelli. Avanzò in avanti.

Il cuore umano sa perdonare, sa distruggere, sa rimarginarsi. “Gli ci vuole solo un po’ di tempo”, pensò Sofia intanto.

«E dove andremo?», chiese.

«A casa mia», ghignò Adam in risposta, con fare ammiccante.

Non era appropriato, ma Sofi si ritrovò a sogghignare di rimando.

 

Il cuore lo si può anche perdere. Una parte può essere seppellita, mentre un’altra continuerà ad esistere per ciò che la rende appagata, per la passione e l’affetto che la mancanza fa nascere.

Sofia fece così. Sotterrò i ricordi e pensò solo a quegli occhi blu mare, poiché ne aveva bisogno.

 

*

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao *_* Ah che bello tornare a postare (anche se con un capitolo corto, che però mi piace). In realtà non ho molto da dire, tranne che mi è iniziata la scuola ç_ç e che ringrazio tutti i 51 preferiti e tutti i 29 seguiti. 80 persone – io non ci credo pur vedendolo xD

Anyway, i miei soliti ringraziamenti più grandi vanno a chi usa due piccoli minuti del suo tempo e mi recensisce:

mikybiky: Silviuz, sai perché faccio soffrire i pg? Perché amo l’angst e mi viene naturale XD, comunque, grazie XD

CloudRibbon: AmantaH cara e super impegnata, anzitutto partiamo con un grazie generale. Anche io ho subito un sottile bullismo, ma non è stato poi così serio, però sono riuscita a capire meglio Maximilian scrivendolo, ricordando inconsciamente quello che mi era successo. Per il gergo: penso che i ragazzi siano sempre gli stessi, in ogni mondo possibile u_ù Poi Violet è come dici tu, e lo stesso la teoria sui Dannati, davvero interessante. Effettivamente le condizioni in cui si cresce ti influenzano molto, così come se sei visto come diverso ti sentirai davvero diverso. Però nei Dannati c’è anche un’altra cosa da valutare. Non sono solo frutto delle credenze popolari, bensì… come dire… anche se cresci in posti diversi e in modo diverso, la tua pasta è sempre la stessa, come sei fatto dentro in parte è immutabile. I caratteri principali di una persona non mutano, così come il fatto che si è Dannati a prescindere da dove cresci.

Comunque hai detto qualcosa di molto giusto. Di essere Dannati, infatti, lo sono sia Max che Viò, ma sono persone differenti, questo di sicuro – lui è sprezzante, lei capricciosa e altre cose che non posso dire su Max senza svelare un flash back che poi scriverò ;)

Grazie.

 

E ora… un piccolo regalino perché non si sa. Ecco due bannerini su Adam e Sofia (quelli sugli altri pg li posterò poco a poco con i capitoli successivi):

 

Ora vado, a presto. Kò

 

   
 
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