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Autore: Hideto Takahashi    07/11/2024    1 recensioni
Cleila, il centro dell'impero Ajens gira placidamente nello spazio governando con supremazia tutte le proprie colonie.
Il mondo di Cleila non è un mondo giusto.
C'è chi vive agiato, chi invece al contrario nella povertà più assoluta e sfruttato nel mondo del lavoro pesante. Fra questi, oltre alla gente comune, si trovano i mezzi androidi e gli androidi.
Vivono un'esistenza dedita solo al lavoro e sono da sempre nel mirino di crudeltà fisiche e verbali, discriminazioni pesanti.
Yukio, il Primo Ministro, è un mezzo androide e nessuno sa' il perché sia il secondo dell'Imperatore per la sua natura di declassato. È un mistero che si protrae da anni e anni, che nessuno è mai riuscito a risolvere.
Aiden invece è un giovane ragazzo, di ceto medio, che vive insieme a sua madre e che porta con sé il ricordo del padre deceduto quando era piccolo.
Ma c'è un legame tra lui e Yukio, un legame impossibile e molto profondo.
Tutto sembra andare perfettamente, i giorni passano l'uno dopo l'altro, ma una nemesi lontana si annida dall'altra parte dell'universo, che forse non è poi così tanto distante...
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Yukio era nel suo ufficio. Era ritornato sé stesso e quel pomeriggio era più raggiante del solito.
 
Il sole splendeva nel cielo e i raggi del sole entravano dalla sua finestra.
 
La musica classica si faceva sentirei forte e chiara tra le mura di quella stanza. Mentre lui era piedi e ballava al ritmo della sinfonia, così energica e divertente.
 
Ballava alla vecchia maniera, come se avesse un partner.
 
Niente e nessuno avrebbe rovinato quella splendida giornata. Oggi era giorno di festa o, meglio, quella settimana si preannunciava la più divertente di tutti i tempi.
 
Come sempre lui aspettava con trepidazione quel giorno, uno in cui poteva semplicemente non pensare al lavoro o ad altre problematiche.
 
Sorrideva e teneva gli occhi chiusi, mentre ballava e si concentrava.
 
Ripensava al passato, quando si ballava a coppie come nelle vecchie tradizioni. Un po' gli mancavano quegli anni.
 
Yukio era talmente tanto preso che non si accorse minimamente del bussare alla porta, ma soprattutto non vide e non sentì l'entrata di qualcuno.
 
Dermot lo osservava sorridente. Era così raro vederlo così felice e accadeva davvero di rado, soprattutto in quella settimana.
 
Prendendolo alla sprovvista si avvicinò, lo afferrò per un fianco con un braccio e con una mano gli afferrò la mano sollevata.
 
Yukio arrossì non appena lo vide. -Mio signore?-
 
Dermot sorrise divertito. -Che c'è?-
 
-Questo è sbagliato, lasciatemi...-
 
-Ma dai, se da piccolo ho sempre ballato con te così.-
 
Scosse la testa e alla fine fu trascinato da lui a ballare. -Beh, quelli erano allenamenti o comunque studio delle vecchie tradizioni... E poi eravate un bambino, non era visto male- abbassò lo sguardo sul suo petto.
 
-Di solito i padri non ballano con i figli?-
 
Scosse la testa. -No, lo sapete e state sbagliando apposta! Erano le figlie femmine a ballare con i propri padri...-
 
Ridacchiò e se lo strinse più vicino a sé. -Dai, siamo soli, chi vuoi che ci veda?-
 
-Ah ah...- disse ancora rosso.
 
Continuarono a ballare e Dermot lo tirava in quel ballo veloce e allegro, spesso gli teneva la mano e lo faceva girare su sé stesso.
 
Dermot era bravo, nonostante non ballasse mai.
 
-Dermot come mai siete qui?- chiese Yukio.
 
Dermot sorrise. -Non posso passare del tempo con te?-
 
Corrugò la fronte e lo osservò con sospetto, si liberò una mano e gli diede un pinocchietto sul naso. -Bugiardo. Penso di averlo capito, non starete qui oggi.-
 
Dermot si massaggiò il naso, fermando il loro ballo di coppia. -Ma... Non voglio andarmene, voglio stare qui.-
 
-Vi prego, è sempre la stessa storia...- andò al vecchio giradischi a fianco alla libreria e alzò il braccetto. La musica si fermò all'improvviso e si girò verso di lui.
 
-Yukio...-
 
-No. Non fate il bambino, lo sapete che è solo per pochi giorni. Non c'è assolutamente motivo per piagnucolare così.-
 
Dermot guardava il suolo.
 
-Non dovete essere qui durante la visita guidata a Palazzo, lo sapete.-
 
Oggi si festeggiava la nascita dell'Impero Ajens, unito dopo tanti sacrifici e si dava l'opportunità a una classe di un complesso scolastico, estratto casualmente, di fare visita al Palazzo Imperiale.
 
In molti avevano il desiderio di vederlo all'interno e in pochi ne avevano la fortuna.
 
Solo dopo una profonda indagine si permetteva l'entrata della classe, prima di tutto si studiava attentamente gli allievi e chi li accompagna nella visita. Per evitare l'entrata di figli di antimperialisti o che potessero avere un qualsiasi contatto con loro.
 
Alzò gli occhi al cielo. -Lo so', Yukio...-
 
-Allora perché insisti?-
 
-Non mi va di andarmene su Yasai senza di te, voglio tornare a passare del tempo come facevamo in passato.-
 
A Yukio si sciolse il cuore e sospirò, fece un piccolo sorriso caloroso. Gli accarezzò una guancia. -Su su, non fare il drammatico.-
 
Dermot sospirò.
 
-È solo per due giorni, ok? Poi tornerete tutti qui, nessuno deve vedere te o avere contatti con la famiglia imperiale.-
 
-Ma...-
 
-Adesso basta. Discorso chiuso- tirò un sorrisino comprensivo. -Ora vai alla nave, tra poco partirai e tra due giorni ci rivedremo.-
 
-Si, Yukio...- disse con il broncio.
 
Yukio gli tirò le guance e rise. -Su, ci vediamo.-
 
Dermot tristemente lo salutò e poi se ne uscì dal suo ufficio.
 
Yukio sospirò e si sistemò la sua giacchetta bianca, dissipando qualsiasi piega. Poi si raccolse meglio i capelli nella sua coda morbida, lasciandola cadere sulla schiena.
 
Andò alla libreria dove c'erano tutti i suoi videolibri, fece scorrere il dito e raggiunse la costa del suo vecchio libro. Lentamente lo fece uscire e poi fece scorrere le pagine, osservava le parole e le immagini con un sorrisino amaro. Raggiunse le ultime pagine e tra quelle sbucò una foto cartacea, vecchia e rovinata dal tempo e da tutto quello che lui aveva vissuto.
 
La prese e osservò i soggetti. Tre bambini sorridenti davanti e due figure alle loro spalle, le loro facce, come lo sfondo, erano schiarite e distrutte. I bordi rovinati dalle fiamme dell'incidente che aveva subito su Cleila. Quella foto era sempre venuta con lui, dovunque ed era un caro ricordo, nonostante fosse accompagnata da avvenimenti da cui scappava.
 
Socchiuse gli occhi e dei ricordi poco piacevoli ritornarono a mente, provò a disfarsene e a pensare solo a quello che sarebbe accaduto oggi. Non poteva deprimersi quel giorno, non lo avrebbe permesso.
 
Chiuse il libro nascondendo la foto, dando una carezza sulla copertina rovinata e sistemandolo al suo posto sulla libreria.
 
SI sistemò di nuovo i suoi vestiti.
 
Si era perfettamente ripreso e adesso era tornato quello di prima, l'Invincibile Primo Ministro di Cleila. Ora si riconosceva guardandosi allo specchio.
 
Odiava vedersi senza le sue protesi, gli ricordavano quanto fosse disgustoso e imperfetto. Così aveva una parvenza di normalità e questo lo risollevava sempre.
 
Yukio osservò fuori dalla sua finestra il cielo azzurro, più intenso che mai e completamente limpido. Neanche una nuvola lo copriva e sembrava che quella giornata fosse una delle più belle degli ultimi tempi, cadendo proprio nel giorno della Celebrazione dell'Impero Ajens. La famiglia imperiale più longeva e che è sempre stata seduta a quel trono, nonostante alcune controversie.
 
Quel pomeriggio gli piaceva per il semplicemente fatto che non dovesse lavorare e che potesse godersi i giovani di una scuola.
 
Non aveva scelto una scuola qualsiasi, aveva fatto di tutto per influire la scelta su un certo complesso e su una classe ben precisa. Gli avrebbe dato l'opportunità di vedere il Palazzo Imperiale.
 
 
 
Aiden osservava con il naso all'insù il temibile Palazzo Imperiale. La sua altezza era vertiginosa, il suo candore incredibile e le vetrate scure riflettevano i raggi del sole.
 
Con lui i suoi tre amici, la classe scelta per quel giorno speciale.
 
I suoi vecchi insegnanti gli avevano proposto di accompagnare la classe, per non fargli perdere un'opportunità del genere, che capitava una volta nella vita.
 
Era l'unica volta che gli era possibile stare ai piedi di quell'enorme palazzo, nessun civile aveva il permesso di stare lì dove erano loro: solo chi aveva uno speciale permesso poteva, o era una figura importante o l'esercito.
 
Era un sogno.
 
Aiden non poteva crederci.
 
Nonostante fosse stato di un ceto sociale basso, anzi il più basso in assoluto, a causa di suo padre, provava una sorta di ammaliamento verso quel luogo, pur essendo un simbolo di oppressione e dominanza di quel pianeta e dell'Impero al di fuori. Ma ne capiva l'importanza storica.
 
Era così entusiasta di vederlo all'interno.
 
La fortuna gli aveva sorriso.
 
Jack, che era a bocca aperta come tutti, girò lo sguardo sui tre e osservò per ultimo l'amico infondo alla fila. Jackson. Lui non sembrava meravigliato quanto loro. -Beh, il ragazzo nerd e serio non sembra così entusiasta.-
 
Jackson alzò gli occhi al cielo. -Quello stupido forse lo è troppo.-
 
Il biondo lo fisso alzando le sopracciglia. -Hey!-
 
Scosse la testa divertito e con un piccolo sorrisino sulle labbra. -Comunque, bello è bello... ma sai, è tanto e troppo.-
 
-Che intendi?- Chiese Alex guardandolo, anche Aiden adesso era concentrato su di lui.
 
-Voglio dire, capisco l'importanza, ma è troppo... Infondo la famiglia Imperiale non è che faccia sempre il giusto per il suo popolo.-
 
-Aiden corrugò la fronte. -Non dovresti dire queste cose, insomma, almeno non fuori dalla porta della famiglia Imperiale.-
 
Jackson mise le mani in tasca. -Pensi che siano parole antimperialiste? Col cazzo, sono i fatti.-
 
-Jackson, lo capisco meglio di tutti ma evitiamo di parlare di fatti storici e sociali adesso, ok?-
 
Jackson annuì. -Già, hai ragione.-
 
Le guardie osservavano gli studenti che si univano al gruppo. Attendendo tutti e la conferma dai piani alti per entrare.
 
I minuti passarono e furono raggiunti infine da una donna, vestita elegante e dai capelli tirati indietro. Il suo viso era luminoso e il suo trucco leggero metteva in evidenza la sua eleganza. Indosso una divisa.
 
Le alte porte si aprirono lentamente.
 
Aiden entrò insieme al gruppo all'interno del Palazzo Imperiale e quando furono tutti dentro la porta si chiuse alle loro spalle, distaccandoli completamente dal mondo esterno.
 
Camminavano per i corridoi al primo piano, dove le ampie finestre facevano entrare la luce abbagliante del sole. Non c'era un alone di polvere sui mobili o sugli oggetti che osservavano, quel posto era talmente grande che non riusciva a immaginare quante persone si prendessero cura di tutto.
 
Tra i corridoi e le varie stanze non c'era anima viva e Aiden sentiva tutto il vuoto che quelle mura davano, tutto il freddo e la asetticità. Non la sentiva come una casa, ma come solo un grande edificio di lavoro... certo, la guida aveva detto a loro che la parte residenza privata non l'avrebbero vista, ma se quella parte era così, molto probabilmente anche la vera e propria casa dell'Imperatore doveva essere così.
 
Sulla parete alla sua destra diverse foto digitali in perfetta qualità, di mezzi busti di uomini e donne importanti. Spiccava tra tutti uno, un signore sulla sessantina e dall'espressione orgogliosa. Capelli grigi e tirati indietro con cura e degli occhi di un azzurro che ricordava il cielo di quella bellissima giornata. Sotto la foto un nome, Leener Delvin.
 
Sembrava stranamente curata la sua postazione.
 
Lo conosceva, aveva letto molto della sua carriera politica da Primo Ministro, il penultimo nella carriera dei Primi Ministri, prima che arrivasse Yukio per tutti gli anni a venire. Sapeva che fosse stato lui a portare Yukio a palazzo e che gli avesse insegnato quel mestiere, anche se non fino alla fine.
 
Aiden fu richiamato e riprese a camminare nel corridoio. Entrarono in un'immensa stanza lì vicino; al centro si trovava un trono di un candore incredibile e tutt'intorno altri tavoli e sedute, sbalzati su gradoni a diverse altezze.
 
La guida attese che tutti fossero lì e poi parlò: -Questa è una delle stanze più importanti, molti fatti storici sono avvenuti qui. Riunioni da tutte le parti dell'impero di Cleila e soprattutto è famosa per il primo e ultimo omicidio dell'Imperatore Markas, Il Sole di Cleila.-
 
Aiden era stupito di trovarsi lì, dove le menti più importanti e intelligenti si erano ritrovate per discutere di leggi, votare e stringere patti con altri Imperi. Sapere che lì fosse stato assassinato un imperatore era assurdo, perché poteva immaginarsi la scena. La sua immaginazione era divagata, ma fu riportato quasi immediatamente alla realtà da un ragazzo della classe che fece una domanda alla guida: -Come è possibile che un imperatore sia stato ucciso?-
 
La guida sospirò amareggiata. -Ci è stato una vera e propria ribellione tra gli alti nobili aristocratici, i generali, membri della famiglia e i governanti minori degli altri pianeti dell'Impero. Nessuno è stato capace di anticipare la terribile minaccia, è stata ben nascosta e organizzata. L'imperatore Markas è stato ucciso per delle idee troppo... - ebbe un momento di incertezza e poi riprese -...diverse da quelle della famiglia Imperiale e diverse dalla Società di Cleila.-
 
Molti ne furono stupiti. Non se ne parlava mai troppo di questo evento, la famiglia Imperiale tendeva a nasconderlo per la vergogna.
 
Al centro della stanza si accese l'ologramma di Cleila, grande e di una qualità incredibile, tanto che si potevano dettare i dettagli delle città e dei vari quadranti abitativi.
 
-L'Imperatore Markas era troppo rivoluzionario per Cleila..-
 
Tutti si girarono e alle loro spalle era comparso il Primo Ministro in persona, sguito da due soldati grandi e grossi il doppio di lui.
 
Aiden lo osservava incantato, era più bello che mai. Il suo viso era travolto da un sentimento di leggerezza e felicità, sembrava estremamente rilassato. Anche se in quel momento aveva un sorriso percorso dall'amarezza.
 
-Era troppo per tutti e nessuno poteva accettarlo.-
 
Uno studente si fece avanti timidamente. -Voi Primo Ministro eravate presente?-
 
-Si, ero lì. Ho visto l'Imperatore colpito, ero al suo fianco e non ho potuto fare assolutamente nulla. Quando è caduto morente hanno mirato anche a me, io ho potuto solo recuperato il figlio dell'Imperatore e scappare- fece una breve pausa, come se stesse viaggiando nel passato. -L'esercito Imperiale intervenne subito per placare il caos e la rabbia e dopo ore si era riusciti a tranquillizzare i presenti.-
 
-E cosa successe poi?- chiese Alex.
 
-Ci furono delle conseguenze, chi aveva ucciso l'Imperatore o partecipato alla rappresaglia venne giustiziato o arrestato. Estirpando il marcio.-
 
-Ma se l'avevano ucciso per le sue idee troppo avanguardiste, non era lui da considerare la mela marcia?- chiese sempre Alex.
 
Yukio annuì sorridendo. -Si, ma era pur sempre l'Imperatore, per quanto le sue idee fossero troppo diverse, gli venne dato il giusto rispetto e venne trattato come l'Imperatore che era.-
 
Jackson chiese: -E come è visto ad oggi l'Imperatore Markas? Sia dalla famiglia Imperiale che dalla Società Alta di Cleila?-
 
Yukio sorrise a Jackson. -Diciamo che è successo molti anni fa, ma se dovessimo parlarne ora con la famiglia non ne sarebbero felici, anzi, come vedete tendono a nascondere il suo nome e a fare finta di nulla.-
 
Tutti furono abbastanza stupiti dalla franchezza del Primo Ministro, nessun altro avrebbe avuto il coraggio di dire quelle parole dentro quel palazzo.
 
Jackson alzò un sopracciglio. -Un po' ipocrita.-
 
Yukio ridacchiò. -Un po'. Comunque, come sta andando la visita? Avete qualcosa da chiedermi?-
 
Gli studenti erano abbastanza emozionati di essere davanti al Primo Ministro, inizialmente uscirono timidamente le domande, ma poi l'atmosfera si sciolse completamente e si ritrovarono a chiacchierare insieme. Alcune erano domande serie, altre più leggere e curiose sulla vita del Primo Ministro.
 
Yukio si divertì a rispondere e sorrideva a tutti, ma soprattutto ad Aiden.
 
Il ragazzo non faceva domande, ma ascoltava attentamente domande e risposte.
 
Il grande ologramma di Cleila galleggiava sopra il trono bianco e puro. Girava placidamente e con calma.
 
Yukio raccontò i fatti avvenuti lì dentro e fece da guida all'interno di quella stanza, seguiti dalle sue guardie del corpo e dalle guardie di palazzo.
 
-Questo è il più grande ologramma di Cleila esistente, di solito non si spegne mai, ma quando siete entrati era in manutenzione.-
 
Tutti osservavano dal basso l'enorme pianeta galleggiante. Gli studenti poi furono liberi di girare per la stanza, tenuti sott'occhio dalle guardie.
 
Pochi studenti, insieme a Yukio ed Aiden, erano rimasti ad osservare il pianeta.
 
Yukio stava a fianco al ragazzo, dietro di lui, le sue guardie del corpo.
 
-Un giorno ti porterò a vedere Cleila da fuori- mormorò sorridendo.
 
Aiden lo sentì e appoggiò gli occhi su di lui. -Mi piacerebbe.-
 
All'improvviso l'ologramma di Cleila ebbe un tremolio, uno sbalzo, poi un altro e la luce che emetteva a intermittenza attirò l'attenzione di tutti.
 
L'ologramma tornò ad essere fisso, anche se tremava percettibilmente.
 
Aiden corrugò la fronte. -È normale?- chiese a Yukio.
 
Yukio era confuso e osservò Aiden. -No. È stato appena sistemato...- osservò le sue guardie del corpo e loro gli si avvicinarono allarmate.
 
L'ologramma continuava a tremolare.
 
Un ragazzo con una divisa bianca, sui pantaloni dei simboli quadrati che andavano a sfumare fino a sparire del tutto in modo disorganizzato, entrò e camminò con passo svelto dal Primo Ministro. Lo raggiunse e gli mormorò: -Signore, abbiamo un problema.-
 
Yukio fu confuso. -Risolvetelo.-
 
-Non è così semplice...- disse guardandosi attorno a disagio e vedendo tutti gli occhi degli studenti addosso a loro.
 
Yukio capì e si allontanarono dal gruppo, ma non uscirono dalla stanza, parlavano a voce bassa. Con loro le guardie del corpo.
 
-Quale è il problema?-
 
Il ragazzo a disagio disse: -Non lo sappiamo, il sistema di difesa sembra impazzito.-
 
-Impazzito?-
 
-Si mio signore.-
 
Corrugò la fronte. -In che senso?-
 
-Il sistema ha dei cali e adesso segna anomalie attorno a noi.-
 
-Eh?- chiese scioccato e poi scosse la testa, riprese la sua compostezza.
 
-Riprendete il controllo e aggiustate il sistema, deve esserci solo un problema nel programma.-
 
Il ragazzo fece un mezzo inchino e se ne uscì dalla stanza.
 
Yukio scambiò degli sguardi con le sue guardie e poi raggiunse di nuovo i ragazzi, mentre una sua guardia andava a una parete della stanza.
 
Yukio alzò la voce per farsi sentire bene. -Ragazzi, che ne dite di vedere una parte nascosta del palazzo?.-
 
Matt pigiò un tasto mimetizzato sulla parete e si aprì una porta completamente invisibile, che dava su uno stretto corridoio e in cui si accesero delle luci.
 
Gli studenti non sembravano rassicurati da quella proposta, ma i soldati che li stavano accompagnando nella visita li spinsero ad entrare. Lentamente gli studenti entravano uno alla volta, seguiti dai loro insegnanti.
 
Aiden riuscì a sgusciare verso Yukio, ma uno delle sue guardie provò ad allontanarlo. Yukio intervenne e lo fece passare. -Che succede Yukio?-
 
-Nulla di preoccupante, è solo per sicurezza.-
 
-Per sicurezza?-
 
-Si. Non ti preoccupare Aiden, non succederà nulla alla fine, ok?-
 
Aiden stava per rispondere e di colpo una forte scossa lo fece traballare, Yukio gli evitò una rovinosa caduta a terra e lo afferrò.
 
Poi altre scosse e alcuni ragazzi cominciarono a gridare nel panico.
 
Yukio gridò. -Veloce, ora entrate!-
 
Le guardie di palazzo spinsero dentro allo stretto corridoio i vari ragazzi, loro cominciarono a sciamare all'interno, correndo e gridando nel panico.
 
Frank afferrò Yukio. -Signore, entrate!-
 
Il Primo Ministro riuscì a liberarsi e poi spinse Aiden verso il corridoio dentro alla parete. -No, prima i civili.-
 
-Aspetta Yukio, no, non voglio entrare senza di te- erano a pochi metri dal varco.
 
-Aiden, per favore, entra e basta!-
 
Le scosse diventarono sempre più forti e sulle pareti del palazzo incominciarono ad apparire lunghe crepe.
 
Yukio provò a spingere Aiden ma lui fece resistenza e oramai tutti gli studenti e le guardie del Palazzo erano entrate. Yukio si arrese e alla fine guardò le sue guardie. -Entrate tutte e tre.-
 
Matt era confuso e anche Frank. -Ma Primo Ministro...-
 
-Andate, sbrigatevi!-
 
Yukio decise di usare tutta la sua forza da mezzo androide e riuscì a spingere all'interno le sue due guardie e proprio mentre stava per spingere Aiden, di colpo, ci fu una scossa talmente forte che attivò il sistema di sicurezza e le porte si sigillarono. Yukio esclamò. -No, cazzo!- provò a forzare le porte, usando tutta la sua forza, ma erano studiate apposta per non essere aperte da nessuno, nemmeno da un mezzo androide.
 
Le scosse erano impossibili e adesso cadevano interi pezzi di soffitto.
 
Yukio afferrò Aiden per un polso e lo trascinò nel corridoio, facevano fatica a correre e a mantenere l'equilibrio.
 
-Che succede Yukio?!-
 
Non gli rispose e correva velocemente e spesso andarono a sbattere contro le pareti, ma non si fermarono. Pezzi continuavano a cadere e per i riflessi di Yukio riuscirono ad evitarli. All'improvviso in mezzo alle scosse e alla distruzione si sentirono rumori di passi pesanti e voci.
 
Yukio raggiunse il suo ufficio/stanza e spinse dentro Aiden. Chiudendo la porta con la chiusura di sicurezza e ansimava recuperando il fiato.
 
-Di chi erano quelle voci strane?- chiese Aiden nel panico e osservò Yukio che stava pensando e velocemente era andato alla scrivania, stava cercando impaziente qualcosa.
 
-Yukio??-
 
Nervosamente girò sguardo sul ragazzo. -Aiden, non lo...- in quel momento alzò gli occhi, guardò oltre di lui e vide una cosa che lo scioccò completamente. Le braccia gli caddero lungo i fianchi e come ipnotizzato si avvicinò alla finestra dietro ad Aiden. Da lì non entrava neanche un raggio di sole. Il cielo terso era scomparso, al suo posto un mantello grigio scuro. Tutto si era fatto cupo e oscuro.
 
Aveva gli occhi sgranati e la bocca aperta in una grossa "A". Iniziò a tremare visibilmente e il suo occhio destro bruciò.
 
Anche Aiden si girò vedendolo impallidito e vide lo stesso spettacolo. -Cosa cazzo...-
 
Sopra a Cleila non c'era più il cielo, ma delle navi enormi e grigie scure.
 
Una forte esplosione e del fumo si alzò dalla porta da cui erano entrati.
 
Yukio si mise davanti al ragazzo.
 
Dal fumo uscirono due figure alte quasi tre metri, slanciate e dal corpo avvolto in una divisa; tra le lunghe braccia degli strani fucili neri e dalle forme taglienti.
 
Aiden sgranò gli occhi e volle mettersi davanti a Yukio per proteggerlo, ma lui lo tenne fermo dietro di sé.
 
Le due figure puntarono le armi contro di loro e il suono di carica andava a crescere.
 
-Non sparate! Volete me e vi seguirò!-
 
Le due figure sotto i loro caschi sembrarono scambiarsi degli sguardi e abbassarono i fucili.
 
   
 
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