Quando Hans, rientrato a casa, non trovò sua figlia, la sua prima reazione non fu rabbia, ma stupore, che quasi subito si trasformò in preoccupazione: Hilde era una bambina adorabile, era tranquillissima, obbediente e giudiziosa, un comportamento simile non era da lei. Se fosse stato giorno non sarebbe rimasto così turbato ma era buio e anche se le streghe erano state impiccate, ciò non significava che non ci fossero dei pericoli.
Già, le streghe.
Tante volte si era chiesto cosa avesse fatto di male per meritarsi tanta sofferenza. Non era sempre stato un buon cristiano? Forse no, non lo era stato abbastanza.
Era giunto alla conclusione che, se esisteva il bene, allora esisteva anche il male, se c’era Dio, allora c’era anche la sua controparte, e stava ad ogni singolo essere umano scegliere a quale dei Due consacrare il proprio cuore.
Forse lui, senza rendersene conto, stava percorrendo una brutta strada. Aveva sposato la donna sbagliata, era stato poco accorto e aveva pagato un prezzo altissimo.
Perciò ora andava in chiesa tutti i giorni, anche più volte al giorno, quando era libero dal lavoro nei campi.
L’angoscia stava aumentando, una voce gli diceva che qualcosa non andava, che qualcosa di terribile era successo. Doveva andare a cercarla.
Accese il lume ed uscì di casa, senza preoccuparsi del freddo.
Corse fuori dal paese, verso i boschi immersi nelle tenebre, cercando di non pensare a ciò che sua madre gli diceva sempre, quando era bambino, ossia che appena scendeva la sera, quei luoghi si trasformavano in dimore di streghe, diavoli, creature del maligno. Non andare nei boschi di notte, mai, lo aveva sempre ammonito.
Fu in quel momento che sentì il suono.
Gli sembrò quello di un piffero, ma non era sicuro. Sentì i peli rizzarsi sulla nuca, c’era qualcosa in quella melodia che lo terrorizzava nel profondo, qualcosa di inquietante, di… sbagliato.
Man mano che la musica si avvicinava, la voce interiore che gli urlava di scappare si faceva sempre più forte ma lui sembrava essersi trasformato in una statua di sale.
E poi dal bosco uscì una… cosa.
Non era un uomo, no, non lo era. Era alto, magro, un pallore che riluceva nonostante l’oscurità e gli occhi completamente neri. Hans aveva avuto ragione, quella melodia proveniva dal piffero che stava suonando, ma non vi badò. Era troppo concentrato sui bambini.
Decine, centinaia di bambini, di tutte le età. I più piccolini, dall’andatura incerta, si aggrappavano a quelli più grandi, tutti con un’espressione rapita ed assente.
Con la mano tremante, Hans alzò la lanterna, sapendo già cos’avrebbe visto. Ed eccola, sua figlia. La sua Hilde. Camminava fra gli altri, gli occhi completamente vuoti.
Hans la chiamò, sapendo che era inutile. Fu la creatura a girarsi e a piantare i suoi occhi, due pozzi senza fondo, su di lui.
E Hans vide tutto. Seppe tutto.
Valak, il signore dei serpenti, tentatore diabolico, rapitore di bambini. Valak, che da secoli era su questa terra a reclutare vittime, giovani vittime. Vide altri bimbi, quella volta dallo sguardo acceso ed ardente, sfilare nei villaggi urlando: “Libereremo la Terrasanta dagli infedeli!”, nessuno era riuscito a fermarli, nessuno di loro era tornato. Erano tutti annegati o finiti come schiavi da qualche parte nel deserto arabo. A quell’epoca tutti si erano commossi, perché quei piccoli avevano mostrato agli adulti cosa significasse avere davvero fede in Dio. La crociata dei fanciulli, l’avevano chiamata.
Ma i loro cuori non erano guidati da Dio. Era stato un inganno di Valak, emissario di Satana. Non era forse questo che facevano i demoni? Ingannare i puri? Volgere i buoni sentimenti a loro vantaggio?
Lo trovarono all’alba, i suoi compaesani, che ancora rideva.