Quando
un giornale (porno) ti cambia la vita!
-“Credimi, se non fosse perché ci ha ricattato di non passarci
le domande del test, non ci sarei mai venuto da quel pallone gonfiato.”-
Sbottò un ragazzo biondo seduto sul sedile dietro di una piccola utilitaria.
Davanti
a lui v’erano altri due ragazzi, dell’età di circa
vent’anni o poco più, uno dai capelli castani seduto dal lato del passeggero
intento a leggere un giornale definito da lui “di anatomia femminile”, e
l’altro dai capelli neri raccolti in un’alta coda di cavallo alla guida che
sbuffava ogni volta che sentiva la voce stridula del biondo alle sue spalle.
-“Taci, infondo la benzina e la macchina ce le metto io! Inoltre come dovrei
sentirmi io che, oltre a dovermi sorbire la strafottenza di quell’idiota per
tutta la serata, sono anche in compagnia di una piaga come te e di un maniaco
come lui?!”- Inveì in maniera acida il ragazzo dal
codino, facendo stizzire non poco l’amico alle sue spalle che mormorò qualcosa
d’incomprensibile, probabilmente qualche insulto, e si lasciò andare con la
schiena sul sedile della macchina.
L’altro,
invece, sebbene sembrasse anche lui poco compiaciuto delle ”gentili parole”,
non mise di certo il muso come il suo amico biondo e anzi, con molta
nonchalance e continuando a sfogliare la sua rivista “scientifica”, decise di
rendere pan per focaccia all’amico con qualche battuta molto velenosa.
-“Primo:
non sono un maniaco ma bensì un’amante del corpo femminile”- Rispose il
castano, suscitando l’ilarità del ragazzo seduto dietro e l’indifferenza di
quello alla guida.
-“E
secondo: non avremmo dovuto cedere al ricatto di Gaara se qualcuno qui alla
guida non avesse passato le notti insonni sui miei giornali tanto
disprezzati e avesse studiato di più!”- Colpito e affondato.
Difatti
il ragazzo alla guida, per l’imbarazzo e l’improvviso aumento della temperatura
corporea che gli appannò momentaneamente gli occhi, rischiò di finire fuori
strada e, a pericolo scampato, dovette pure sorbirsi la sonora risata
dell’amico seduto ai posti dietro e la faccia compiaciuta di quello che gli
stava in parte e che continuava senza alcun problema a leggere il suo giornale.
-“Kiba,
se non taci il ritorno te lo fai in l’autostop!”- Disse furibondo il moro, con
ancora le guance leggermente paonazze.
Questi
tre che vi abbiamo appena presentato, sono tre studenti del college della
Princeton University, nel New Jersey. I loro nomi sono Naruto Uzumaki, il
biondo, Kiba Inuzuka, il castano e Shikamaru Nara, il moro alla guida e sono
diretti a una festa in piscina nella fastosa villa del loro compagno di corso
Sabaku no Gaara, figlio di un capo delle più importanti ditte di elettronica
presenti in America. Per loro era solo
una normale e a tratti noiosa festa in piscina che il loro compagno aveva fatto
solo per ostentare la sua ricchezza e per essere sicuro che loro non andassero
a spifferare il suo giro di passaggio illecito di risposte dei test. D’altronde
si sapeva, Gaara non era un santo, ma ciò che i tre non sapevano era che quella
notte le loro vite sarebbero cambiate drasticamente, specie per uno di loro.
-“Ma
sbaglio, o questa villa diventa sempre più grande ogni volta che ci mettiamo
piede?”- Commentò ironicamente Naruto alla vista della “modesta” residenza di
casa Sabaku.
-“Avremo
dovuto farci dare una mappa…”- Rispose in maniera altrettanto ironica Shikamaru,
grattandosi la nuca e non capendo da che parte andare girarsi per trovare
l’ingresso alla piscina della villa.
-“Tsk,
ma ci pensate?! Qualcuno ha davvero vinto la festa
organizzata per il compleanno di una delle conigliette di Playboy! Beato lui…”- Ovviamente Kiba non sembrava minimamente preoccupato
per la situazione e anzi continuava a guardare il suo adorato giornale.
Allora
Shikamaru, innervosito per non riuscire a trovare l’entrata e per i commenti
idioti dell’amico, prese il giornale e, arrotolandolo, lo diede in testa
all’Inuzuka per punirlo come si fa con i cagnolini non ben educati.
-“Ahi!”-
Protestò Kiba massaggiandosi la testa.
-“Piantala con questa cavolata! E’ una
settimana che ci rompi l’anima con questo concorso!”- Ribatté Shikamaru dando
l’ennesima botta in testa al ragazzo che cercava, invano, di riprendersi il
giornale dalle mani del moro.
-“Ah,
eccovi finalmente!”- Prima che si scatenasse una rissa tra i due che avrebbe
finito per coinvolgere anche il biondo, una voce li richiamò involontariamente all’ordine.
Un
ragazzo dai capelli castano chiaro, con solo indosso dei bermuda da mare ornati
con dei disegni tribali e delle infradito color nere, si avvicinò al trio con in mano un cocktail da festa e lì salutò con un cinque
di gruppo, come erano soliti fare tra loro uomini.
-“Ehi Kankuro! Scusa il ritardo ma questa
villa è enorme!”- Disse l’Uzumaki battendo il cinque al ragazzo che ricambiò
con una virile stretta di mano.
Lui
era il fratello maggiore di Gaara, frequentava il loro stesso college ed era
anche il capo della loro confraternita creata unicamente con lo scopo di fare
niente tutto il giorno e di organizzare delle feste molto chiassose e, il fatto
di avere una villa enorme e una carta di credito con fondo illimitato
contribuiva molto. Ma Shikamaru, che era solito andare alla confraternita solo
per dormire, non era molto propenso a partecipare a questo genere di feste, a
differenza degli altri due, e spesso e volentieri i due fratelli Sabaku erano
costretti a farlo cedere con dei ricatti, altrimenti avrebbe passato la sua
intera vita da college a dormire e studiare. Quello che il
Nara quella sera non riusciva a capire era non solo il motivo di quella
rimpatriata, ma del perché avessero insistito tanto per trascinarlo dentro.
-“La
prossima volta vi regalo un navigatore, ora seguitemi!”- Rispose Kankuro
facendo segno con la mano ai ragazzi di seguirlo.
I
tre vennero scortati davanti alla piscina della villa, gremita di gente, per lo
più studenti della loro età membri della confraternita, ma soprattutto
di…donne! I tre giurarono a se stessi che in tutte le feste a cui avevano
partecipato non avevano mai visto tante donne tutte assieme e a guardarle bene
alcune non sembravano affatto della loro età. I seni ben definiti, i fianchi
sodi e i micro
- costumi bagnati che aderivano alla loro pelle dorata e vellutata, i tre
rimasero imbambolati, e imbarazzati, a fissare tante meraviglie messe assieme
che agitavano le loro grazie sui dei cubi in legno messi vicino ai bordi della
piscina a tempo di musica. I corpi caldi delle ragazze si strusciavano l’uno
contro l’altro,ma c’era anche tra chi, i più
fortunati, era assieme a loro sul palco a ballare e a godersi una vista da
“trenta e lode”!
-“Ehi ragazzi, ce ne avete messo! Non vi
dispiace se abbiamo cominciato senza di voi?”- La voce del loro compagno di
corso, Gaara, li richiamò per qualche secondo alla realtà poiché la vista delle
belle signorine che stavano accompagnando il rosso, li fece ripiombare tutti
tre in uno stato catatonico, sguardo che, ovviamente, era puntato sulle forme
prorompenti delle ragazze.
-“Co-Come
mai tutto questo sfarzo?”- Cercò di balbettare Shikamaru, riuscito a
riprendersi e a distogliere lo sguardo dagli “occhi” delle due ragazze.
-“E
non è ancora finita…”- Disse Gaara facendo segno ai tre di voltarsi.
E
fu allora che la videro, anzi che la vide. Bionda, occhi azzurri, labbra
carnose e rosa, fisico mozzafiato e un costume bianco con i ricami in pizzo.
Gli occhi di Kiba parvero uscire dalle orbite, la mascella di Naruto sembrava
cadere al suolo e il cuore di Shikamaru si fermò per qualche istante alla sua
vista. Tanto erano increduli che Kiba dovette aprire il suo giornale, per
confrontare la realtà con la finzione, alla pagina centrale dove vi uscì un
poster pieghevole con sopra immortala lei.
La
playmate dell’anno: Ino Yamanaka.
-“Buon
compleanno, Shikamaru.”- Sussurrò lei con un sorrisetto malizioso mentre i suoi
occhi cerulei si soffermavano su un Nara decisamente
imbarazzato.
Shikamaru
l’adorava. L’aveva sempre adorata, fin dal primo giorno che l’aveva vista
girare uno spot per una marca di shampoo, per lui era la dea scesa sulla terra
per essere sua. La trovava simpatica, sebbene non avesse mai avuto occasione di
conoscerla, e sebbene gli
sembrasse che fosse un pochino troppo chiacchierona nelle
interviste, aveva comunque una personalità particolare. E un corpo particolare.
Inoltre erano nati a un giorno di differenza l’uno dall’altra e avevano la
stessa età, segno inequivocabile del destino, secondo lui, che erano destinati
a incontrarsi prima o poi.
-“Non
sai che fatica abbiamo fatto per vincere a quel concorso!”- Disse Kankuro con
un sorriso compiaciuto stampato sulle labbra nel vedere l’espressione persa nel
vuoto, o per meglio dire “fissa in un punto preciso” del moro.
-“Goditi
al festa Shikamaru, e non dimenticare a mezzanotte di
fare gli auguri a lei!”- Esordì Gaara, incitando la folla allo scatenarsi e
buttando nella mischia i tre.
Fiumi
di birra e di alcol si andarono a confondere con l’acqua della piscina, piena
di ragazze che giocavano a schizzarsi in maniera provocante a tempo di musica.
Kiba e Naruto, ubriachi come non mai e molto eccitati alla vista di tanta
“carne al fuoco”, erano riusciti a salire sulla piattaforma della console del
dj e ci avevano trascinato sopra anche uno Shikamaru alticcio, rimasto solo in
costume e con una cravatta, di chissà chi, nera legata al collo. Ballarono
tutto il tempo a tempo di musica, facendo battute provocanti sulle donne
presenti e continuando a scolarsi ogni tipo di cocktail, fino a quando anche la
bionda provocante playmate salì anche lei sulla piattaforma e cominciò a
ballare, strusciando il suo corpo contro quello del
festeggiato. Il Nara poteva avvertire tranquillamente
la crescita di “qualcosa” che era nascosto dentro i bermuda, ma era troppo
alticcio per curarsene e decise di bere l’ennesimo bicchiere di Mojito che
teneva in mano.
-“Posso
averne un sorso?”- Domandò in maniera provocante
Non
un semplice bacio sulle labbra, ma un vero e proprio “affondo di lingua”, come
li chiamava Kiba. Shikamaru rimase sorpreso da tale reazione, ma non poté farci
niente, perché il contatto con la calda lingua di lei e la vista del Mojito che
colava dalla bocca della bionda e andava a bagnare il suo provocante costume,
lo mandò in confusione. Tanto da ricambiare con passione il bacio, stringendo
con vigore a sé al ragazza e facendo scendere le
proprie mani sul fondoschiena di lei che, anche se non lo dava a vedere,
sembrava esserne infastidita.
Nonostante
tutto, Shikamaru la lasciò andare quasi subito, probabilmente resosi conto che
il suo gesto non era dei più galanti, e tornò a ballare come se niente fosse.
Questo comportamento incuriosì Ino, era abituata alle avances degli uomini che
la consideravano il suo oggetto sessuale, ma era la prima volta che un ragazzo,
specie della sua età, gli rivolgeva uno sguardo sinceramente dispiaciuto. Non
l’avrebbe ammesso, ma iniziava a essere incuriosita dal festeggiato.
Ad
ogni modo, la festa si protrasse fino a mezzanotte inoltrata, ma il festeggiato
non si fece trovare per due motivi: era sufficiente ubriaco per volersi
appartare con Ino ed era sufficientemente ubriaco per sentirsi male.
-“Nooo…non sono ubriaco HIC!”- Si lamentò il
Nara, steso a terra da una seccata Ino che non avrebbe di certo pensato di fare
da balia a un ubriaco il giorno del suo compleanno.
-“Invece lo sei! Piuttosto come mai mi hai
portato qui…da solo?”- Domandò in maniera volutamente sfacciata la ragazza con
l’intento di imbarazzare il giovane.
Ma
Shikamaru fece per la prima volta da quando era entrato nel mondo di Playboy,
un gesto che non si aspettava davvero di ricevere da un ragazzo ubriaco di
vent’anni. Le porse sorridendo in modo impacciato, una bottiglia vuota di
Bacardi con dentro dei fiori colorati fatti di carta che sembravano volessero
rappresentare un mazzo di fiori.
-“Buon
compleanno,Ino…”- Disse il ragazzo sorridendo, prima
di cedere agli effetti dell’alcol e di addormentarsi sonoramente sul prato del
giardino di villa Sabaku.
Ino
d’altro canto, rimasta con in mano la bottiglia
contenenti i fiori di carta, avvertì uno strano calore pervaderle il corpo-
Pensava fosse dovuto all’alcol ma ragionando, capì che non erano le birre o il
Mojito a farle arrossare le guance,
semplicemente era quel piccolo gesto
impacciato fatto da un ragazzo ubriaco che aveva conosciuto quella sera stessa,
e non poté fare a meno, ripensandoci, di sorridere.
Il
mattino dopo, i nostri tre eroi erano talmente distrutti, che decisero di
saltare le lezioni della mattina e cercare di trascinarsi nell’aula dove si
tenevano quelle del pomeriggio. Al suo risveglio, Shikamaru non trovò più la
bionda e non vi era nemmeno un biglietto con uno straccio di contatto per
poterla rivedere. Alla fine si convinse che, per lei, lui era solo uno
sconosciuto alla quale aveva partecipato come “intrattenitrice” alla sua festa
di compleanno e di certo non aveva significato nulla.
-“Scusa,
posso sedermi qui?”- Una voce femminile lo richiamò alla realtà, ma era troppo
deluso e stanco per guardare chi fosse e così fece un cenno allo sconosciuto
che poteva sedersi.
-“Sai,
sono nuova di qui e speravo che magari tu potessi farmi da guida…Shikamaru.”-
Al pronunciare il suo nome il ragazzo si voltò di scatto di lato.
Ed
era ancora lei, questa volta non in bikini e con i capelli sciolti ma bensì
legati e con indosso una maglietta a maniche corte e cappello e occhiali per
nascondere il suo volto. Il Nara non poteva crederci,
ma quando lei abbassò gli occhiali e gli sorrise facendogli l’occhiolino, capì
che, da quel momento in poi, la sua vita al college sarebbe stata fantastica!
♥ THE END ♥