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Autore: Sakurina    23/09/2009    8 recensioni
–“Non possiamo fare in cinque giorni quello che non abbiamo fatto in cinque anni, lo capisci, non è normale!”- borbottò la biondina, allarmandosi quando percepì le braccia del Nara sciogliere l’abbraccio e rimetterla a terra; come una bambina che vuole sempre restare in braccio al suo papà, e che si mette a piangere quando la obbliga a ritornare sulle sue gambe. Shikamaru sbuffò in tutta risposta, appoggiando una mano al frigorifero con aria seccata e abbassando lo sguardo verso la ragazza, che lo guardava vagamente imbronciata. Lui si grattò la nuca, sbuffando seccato da quella interruzione.-“Ti pare che noi siamo una coppia normale?”- le domandò il Nara, attendendo una risposta, sornione.
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La forza con cui venne sbattuta contro il frigorifero fu tale da far tremare anche le mensole che lo sovrastavano

 

A Ino e Shikamaru,

Perchè ancora una volta la notte è loro e nostra <3

[happy white midnight!]

 

A nonna Rinoa,

che fa gli anni domani

e da cui aspetto ancora la magica pizza margherita <3

 

5 Years in 5 Days

 

 

 

 

La forza con cui venne sbattuta contro il frigorifero fu tale da far tremare anche le mensole che lo sovrastavano.

“Per poco non mi incrina una costola!”

Ino mugugnò di dolore, osservando con cipiglio contrariato il ragazzo che la pressava con insolita veemenza contro il mobile della cucina: le sue mani la tenevano sollevata da terra con una facilità estrema, quasi fosse un peso piuma per quelle braccia divenute muscolose e forti nel giro di pochi anni, senza che lei se ne fosse accorta.

Le sue lunghe e snelle gambe erano attorcigliate intorno al bacino del ragazzo, aiutandolo a tenerla più stretta a sé e a farne ciò che voleva, quasi fosse una bambola. A sbatterla dove voleva, letteralmente.

Shikamaru affondò il volto nell’incavo del collo della bionda, baciandolo e mordicchiandolo con passione, quasi violentemente, lasciandole una scia di marchi viola e di segni rossi che difficilmente sarebbero svaniti in pochi giorni.

“Ottimo, ora sembro pure morsa da un vampiro!”

-“Shikamaru, vuoi darti una calmata, maledizione?!”- brontolò Ino, ma di risposta non ricevette nient’altro che ansimi frenetici e il tocco della grande mano del compagno, che si infilava smaniosa sotto la maglietta viola della giovane, scivolando lenta e delicata su e giù per la schiena della Yamanaka.

La bionda ansimò a quel tocco sensuale e affondò il volto nel petto di Shikamaru, intenta a nascondere il volto arrossato e a soffocare i gemiti che le sfuggivano dalle labbra, compiaciuti.

Lui non si era fermato, anzi, aveva continuato a torturarla con baci dolci e roventi, risalendo il collo fino a giungere alla guancia; arrivato all’orecchio, il suo alito caldo bruciava ora la pelle sensibile del lobo, mentre delle parole insolitamente audaci e provocatrici si alternavano a bacetti e morsi che facevano ansimare la ragazza sempre di più, vanificando  il suo intento di zittirsi mordendo la stoffa della maglia nera del Nara.

Ino era talmente sconvolta – eccitata – da non riuscire a carpire perfettamente il significato di ciò che Shikamaru le stava sussurrando e, sebbene le suonassero come inviti e provocazioni estremamente arditi, preferiva non pensarci troppo, per non perdere il controllo più di quanto non stesse già facendo.

-“Mh… Ino…”- mugugnò il ragazzo, lasciando scivolare la mano lungo la coscia e sotto la minigonna della Yamanaka, giocando compiaciuto col pizzo delle mutandine nascoste dal tessuto viola.

A quel punto, Shikamaru percepì le unghie della ragazza conficcarsi nelle spalle e nella nuca, e il suo respiro aumentare velocemente, a contatto col proprio petto.

Sogghignò fra sé e sé, compiaciuto, e lasciò scivolare un dito nell’interno coscia della biondina, facendola sussultare e inarcare la schiena, come d’istinto, all’indietro.

Ora finalmente Ino era nuovamente appoggiata al frigo, e il Nara ne poteva gustare in pieno l’espressione stravolta, le guance teneramente imporporate, gli occhi azzurri brillanti, agguerriti ed eccitati, i ciuffi dorati che le cascavano ribelli sul viso. E l’eccitazione di Shikamaru non poteva fare a meno di crescere – e Ino lo sentiva, altroché se lo sentiva.

-“Andiamo a letto, Ino…”- le propose Shikamaru, ansimante.

-“Col cavolo, Nara… non crederai… che io venga a letto con te… dopo così poco tempo, vero?!”- ribatté la Yamanaka, affannata da tutto quel movimento improvviso.

Del resto non aveva potuto evitarlo e a ben pensarci… sì, se l’era proprio voluta.

 

 

Il lunedì, un assonnato Shikamaru sostava sulla porta di casa Yamanaka.

-“Ino…”-

-“Shika, cosa ci fai qui? Non dovevi essere con i ragazzi?!”-

-“Ino… ti devo dire una cosa.”-

-“Ah sì? Parla!”-

-“…mendokuse…”-

-“Strano, non me lo dici mai.”-

-“Mendokuse, Ino… ti amo.”-

-“…ah.”-

-“Già.”-

-“…e me lo dici così?! Dopo mendokuse?!”-

-“Tu me l’hai detto dopo aver baciato Kiba davanti ai miei occhi, cosa dovrei dire?!”-

-“Beh, io ero ubriaca!”-

-“Beh, oggi sei sobria, io ti ho risposto… ora ci possiamo baciare e concludere questo siparietto imbarazzante?”-

-“Assolutamente no!”-

E sbam, gli aveva sbattuto la porta in faccia. Con ben poca grazia.

 

 

Il martedì, Shikamaru sostava nuovamente sulla porta di casa Yamanaka.

-“Ciao Ino.”-

-“Ciao… Shika.”-

-“Mi ami ancora o hai bisogno di una vodka per dirmelo?”-

-“Ovvio che ti amo, baka.”-

-“Ora ci baciamo?”-

-“Il romanticismo è un optional, Nara?!”-

-“Dopo cinque anni che ti muoio dietro, permettimi di trattenermi a fatica.”-

-“…okay, baka. Però andiamo in giardino, prima che ci becchi mio padre.”-

E finalmente dopo cinque lunghi anni, sotto il luminoso cielo azzurro di un martedì come tanti, Ino Yamanaka e Shikamaru Nara si erano baciati nel cortile della ragazza, all’ombra di un salice piangente.

 

 

Il mercoledì, un tenace Shikamaru sostava ancora sulla porta di casa Yamanaka.

Ora erano i saluti ad essere diventati optional, sostituiti da baci sempre più audaci e intensi fra i due ragazzi, appoggiati contro lo stipite della porta.

Solo che il saluto si era prolungato così tanto, che Inoichi era rincasato dal lavoro al tramonto e Ino era ancora sull’uscio a dare il benvenuto a Shikamaru.

Il signor Yamanaka concesse loro solo un’altra ora per dirsi addio, ma in effetti furono solo trenta minuti perché quando la mano di Shikamaru scivolò troppo in basso sulla schiena della biondina, il ragazzo fu gentilmente accompagnato al cancello – ovvero fu tirato per le orecchie – da un Inoichi parecchio adirato.

Sotto il brillante cielo stellato di un mercoledì, Shikamaru aveva rischiato di perdere il lobo dell’orecchio destro nel suo primo vero scontro col suo pseudo-suocero.

 

 

Il giovedì Shikamaru non sostava più sulla porta di casa Yamanaka, ben vigilata da un Inoichi armato di kunai, rimasto a casa “in malattia” – un insolito mal di denti l’aveva attanagliato stranamente proprio quella mattina.

Dopo una sfuriata col padre, Ino si era chiusa in camera sua col broncio, a studiare.

Il giovedì Shikamaru non sostava più sulla porta di casa Yamanaka, ma sulla finestra della camera della ragazza.

Shikamaru si portò un dito sulle labbra in segno di silenzio e Ino, radiosa, gli corse incontro, fiondandosi in un abbraccio seguito da un bacio lungo e passionale, che era sfociato in una “innocente” pomiciata sul letto.

Sotto il cielo nuvoloso di un giovedì, Shikamaru si era intrufolato furtivamente nella camera della sua ragazza e si era dovuto nascondere nel suo armadio per sfuggire alla visita inaspettata del suo adorabile e armato pseudo-suocero.

 

 

Il venerdì Shikamaru sostava sulla porta di casa Yamanaka, la mente assai poco lucida e il corpo accaldato ancora prima di avere Ino fra le braccia.

I coniugi Yamanaka erano impegnati con il servizio floreale per un matrimonio, e questo Shikamaru lo sapeva bene.

-“Entra Shika, sono in cucina a fare i biscotti!”-

L’aveva invitato lei, urlando.

Nemmeno il tempo di accoglierlo, che il ragazzo le si era fiondato addosso come assatanato, e…

 

 

-“È no e basta!”- protestò Ino, fingendosi offesa, senza smettere di ansimare per i baci con cui Shikamaru le bruciava la pelle.

-“Mh… come vuoi Yamanaka…”- farfugliò lui, continuando a segnarle il collo di lividi viola; in quel momento che gli avesse parlato di margherite nei prati o della fame nel mondo, la risposta sarebbe stata senz’altro la stessa.

–“Non possiamo fare in cinque giorni quello che non abbiamo fatto in cinque anni, lo capisci, non è normale!”- borbottò la biondina, allarmandosi quando percepì le braccia del Nara sciogliere l’abbraccio e rimetterla a terra; come una bambina che vuole sempre restare in braccio al suo papà, e che si mette a piangere quando la obbliga a ritornare sulle sue gambe.

Shikamaru sbuffò in tutta risposta, appoggiando una mano al frigorifero con aria seccata e abbassando lo sguardo verso la ragazza, che lo guardava vagamente imbronciata.

Lui si grattò la nuca, sbuffando seccato da quella interruzione.

-“Ti pare che noi siamo una coppia normale?”- le domandò il Nara, attendendo una risposta, sornione.

-“Ovviamente… no.”- sogghignò lei, mordendosi il labbro inferiore, conquistata dall’astuta malizia del ragazzo.

-“E ti sembra così strano che io ti voglia portare a letto dopo anni passati a sognarti in vesti non propriamente innocenti?”- le domandò ancora lui, avvicinandosi di più e bloccandola questa volta contro l’adiacente tavolo.

-“Mh… no… ma io stavo preparando i biscotti per Choji…”- cinguettò Ino, scoccandogli un’occhiata maliziosa accompagnata da un sorriso provocatore.

Con un gesto repentino, Shikamaru spazzò tutti gli strumenti da cucina sul tavolo con un braccio, facendoli volare a terra con un gran fracasso metallico.

Rapita da quel gesto a sua avviso estremamente eccitante, Ino sussultò conquistata guardando il ragazzo, cingendogli le braccia al collo con sorriso smaliziato e tentatore; lui la prese per la vita con un solo braccio, adagiandola sul tavolo con uno sbuffo, seccato da tutta quella fatica.

-“Mendokuse, Ino… perché mi devi far faticare anche in queste situazioni?! Farlo a letto come le persone normali no?”- protestò Shikamaru, bloccando con le mani i polsi della ragazza contro il tavolo.

-“Ma se hai appena detto che non siamo normali!”- sogghignò Ino, arricciando il naso perplessa ma visibilmente divertita –“E poi chi ti dice che lo faremo?!”- lo provocò, fulminandolo con i suoi grandi occhioni azzurri, accesi di sfida.

-“Mpfmendokuse…”- sorrise lui, accogliendo di buon grado la provocazione della ragazza.

Si abbassò su di lei, sfiorandole la morbida e liscia pancia con le labbra umide e calde, tracciando il contorno dell’ombelico con la lingua. Le mani del Nara tenevano ancora i polsi della biondina, incatenandole le braccia sopra la testa, senza possibilità di svincolarsi.

Lentamente, Shikamaru ripercorse tutto il bacino di Ino con una scia di baci, sollevando la maglietta viola man mano che avanzava, bramoso.

Lasciò Ino libera di tirarsi su a sedere, liberandole i polsi dalla sua presa, troppo preso a sfilarle la magliettina per ammirarne il seno prosperoso fasciato stretto da un delizioso reggiseno lilla dal pizzo nero.

Il ragazzo si lasciò sfuggire un ghigno compiaciuto, per poi abbassarsi nuovamente verso di lei, affondando il volto fra i seni della biondina, stampandoci qualche bacio a fior di pelle con delicatezza.

I lievi ansimi compiaciuti di Ino seguivano il ritmo dei baci del Nara; intanto le sue manine piccole ma maliziose si intrufolarono sotto la maglia del ragazzo, afferrandone gli estremi e sollevandoli, per sfilargli la maglia scura con facilità e poterne finalmente ammirare i pettorali perfetti e scultorei con ghigno soddisfatto.

Shikamaru inarcò un sopracciglio, concedendosi con una smorfia sorniona mentre una mano scivolava lungo la schiena nuda di Ino, facendola rabbrividire. Si pregustava già il momento della sua vittoria, insomma.

La biondina si morse il labbro inferiore con aria divertita, avvicinandosi al collo del ragazzo, che leccò lentamente e morse lievemente, risalendo poi verso l’orecchio. Vi poggiò le sue morbide e calde labbra, soffiandovi con dolcezza all’interno, provocando un mugugno di piacere da parte di Shikamaru, evidentemente al limite della sopportazione.

-“Temo che…”- sussurrò Ino, stampando un bacio sul lobo del ragazzo ad ogni pausa –“…per oggi basti così.”-

-“…mh?”- brontolò Shikamaru, ancora poco cosciente dell’affermazione della ragazza.

-“Shikamaru… oggi io non posso.”- sorrise lei, con aria colpevole ma sadicamente divertita.

-“…in che senso?”-

-“Lo sai benissimo in che senso. Sai che noi donne a volte non…”-

-“No! Non ci credo!”- sbottò lui, impallidendo di colpo – ora stava cominciando a realizzare.

-“…continuiamo fra cinque giorni, ti va bene?”- cinguettò Ino balzando giù dal tavolo con grazia, mentre Shikamaru si accasciava a terra, occhi sbarrati al cielo e aria sofferente.

-“…sì… altri cinque giorni…”-

 

 

 

- The End –

 

 

 

 

 

 

*Angolo di Luly*

 

Care moschelle bianche, scusate il ritardo, ma puntualmente avevo un esame importantissimo ieri. Nonostante tutto sono qui, al filo del rasoio, per festeggiare i nostri amati Shikamaru e Ino nei giorni della loro festa. <3

Quindi buon White Midnight a tutte voi, cara moschelle bianche, e soprattutto a loro, che si amano tantissimo come sempre! E che il bianco risieda sempre nei vostri cuori puri [e non ù.ù].

 

 

 

 

 

 

  
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