A Ino e Shikamaru,
Perchè ancora una volta la notte è loro
e nostra <3
[happy white
midnight!]
A nonna Rinoa,
che fa gli anni
domani
e da cui aspetto
ancora la magica pizza margherita <3
5 Years in 5 Days
La forza con cui venne sbattuta contro il frigorifero fu
tale da far tremare anche le mensole che lo sovrastavano.
“Per poco non mi
incrina una costola!”
Ino mugugnò di dolore, osservando con cipiglio contrariato
il ragazzo che la pressava con insolita
veemenza contro il mobile della cucina: le sue mani la tenevano sollevata da
terra con una facilità estrema, quasi fosse un peso piuma per quelle braccia
divenute muscolose e forti nel giro di pochi anni, senza che lei se ne fosse
accorta.
Le sue lunghe e snelle gambe erano attorcigliate intorno
al bacino del ragazzo, aiutandolo a tenerla più stretta a sé e a farne ciò che
voleva, quasi fosse una bambola. A
sbatterla dove voleva, letteralmente.
Shikamaru affondò il volto nell’incavo del collo della
bionda, baciandolo e mordicchiandolo con passione, quasi violentemente,
lasciandole una scia di marchi viola e di segni rossi che difficilmente
sarebbero svaniti in pochi giorni.
“Ottimo, ora sembro
pure morsa da un vampiro!”
-“Shikamaru, vuoi darti una calmata, maledizione?!”- brontolò
Ino, ma di risposta non ricevette nient’altro che ansimi frenetici e il tocco
della grande mano del compagno, che si infilava smaniosa sotto la maglietta
viola della giovane, scivolando lenta e delicata su e giù per la schiena della
Yamanaka.
La bionda ansimò a quel tocco sensuale e affondò il volto
nel petto di Shikamaru, intenta a nascondere il volto arrossato e a soffocare i
gemiti che le sfuggivano dalle labbra, compiaciuti.
Lui non si era fermato, anzi, aveva continuato a
torturarla con baci dolci e roventi, risalendo il collo fino a giungere alla
guancia; arrivato all’orecchio, il suo alito caldo bruciava ora la pelle
sensibile del lobo, mentre delle parole insolitamente
audaci e provocatrici si alternavano a bacetti e morsi che facevano ansimare la
ragazza sempre di più, vanificando il
suo intento di zittirsi mordendo la stoffa della maglia nera del Nara.
Ino era talmente sconvolta – eccitata – da non riuscire a
carpire perfettamente il significato di ciò che Shikamaru le stava sussurrando
e, sebbene le suonassero come inviti e provocazioni estremamente arditi, preferiva non pensarci troppo, per non perdere
il controllo più di quanto non stesse già facendo.
-“Mh… Ino…”- mugugnò il ragazzo,
lasciando scivolare la mano lungo la coscia e sotto la minigonna della
Yamanaka, giocando compiaciuto col pizzo delle mutandine nascoste dal tessuto viola.
A quel punto, Shikamaru percepì le unghie della ragazza
conficcarsi nelle spalle e nella nuca, e il suo respiro aumentare velocemente,
a contatto col proprio petto.
Sogghignò fra sé e sé, compiaciuto, e lasciò scivolare un
dito nell’interno coscia della biondina, facendola sussultare e inarcare la
schiena, come d’istinto, all’indietro.
Ora finalmente Ino era nuovamente appoggiata al frigo, e
il Nara ne poteva gustare in pieno l’espressione stravolta, le guance
teneramente imporporate, gli occhi azzurri brillanti, agguerriti ed eccitati, i
ciuffi dorati che le cascavano ribelli sul viso. E l’eccitazione di Shikamaru
non poteva fare a meno di crescere – e Ino lo sentiva, altroché se lo sentiva.
-“Andiamo a letto, Ino…”- le propose Shikamaru, ansimante.
-“Col cavolo, Nara… non crederai… che io venga a letto con
te… dopo così poco tempo, vero?!”- ribatté la Yamanaka, affannata da tutto quel
movimento improvviso.
Del resto non aveva potuto evitarlo e a ben pensarci… sì,
se l’era proprio voluta.
Il lunedì, un
assonnato Shikamaru sostava sulla porta di casa Yamanaka.
-“Ino…”-
-“Shika, cosa ci fai
qui? Non dovevi essere con i ragazzi?!”-
-“Ino… ti devo dire
una cosa.”-
-“Ah sì? Parla!”-
-“…mendokuse…”-
-“Strano, non me lo
dici mai.”-
-“Mendokuse, Ino… ti
amo.”-
-“…ah.”-
-“Già.”-
-“…e me lo dici
così?! Dopo mendokuse?!”-
-“Tu me l’hai detto
dopo aver baciato Kiba davanti ai miei occhi, cosa dovrei dire?!”-
-“Beh, io ero
ubriaca!”-
-“Beh, oggi sei
sobria, io ti ho risposto… ora ci possiamo baciare e concludere questo
siparietto imbarazzante?”-
-“Assolutamente
no!”-
E sbam, gli aveva sbattuto la porta in faccia. Con ben poca
grazia.
Il martedì,
Shikamaru sostava nuovamente sulla porta di casa Yamanaka.
-“Ciao Ino.”-
-“Ciao… Shika.”-
-“Mi ami ancora o
hai bisogno di una vodka per dirmelo?”-
-“Ovvio che ti amo, baka.”-
-“Ora ci baciamo?”-
-“Il romanticismo è
un optional, Nara?!”-
-“Dopo cinque anni
che ti muoio dietro, permettimi di trattenermi a fatica.”-
-“…okay, baka. Però andiamo in giardino, prima che ci becchi mio
padre.”-
E finalmente dopo
cinque lunghi anni, sotto il luminoso cielo azzurro di un martedì come tanti,
Ino Yamanaka e Shikamaru Nara si erano baciati nel cortile della ragazza, all’ombra
di un salice piangente.
Il mercoledì, un
tenace Shikamaru sostava ancora sulla porta di casa Yamanaka.
Ora erano i saluti
ad essere diventati optional, sostituiti da baci sempre più audaci e intensi
fra i due ragazzi, appoggiati contro lo stipite della porta.
Solo che il saluto
si era prolungato così tanto, che Inoichi era rincasato dal lavoro al tramonto
e Ino era ancora sull’uscio a dare il benvenuto a Shikamaru.
Il signor Yamanaka
concesse loro solo un’altra ora per dirsi addio, ma in effetti furono solo
trenta minuti perché quando la mano di Shikamaru scivolò troppo in basso sulla
schiena della biondina, il ragazzo fu gentilmente accompagnato al cancello –
ovvero fu tirato per le orecchie – da un Inoichi parecchio adirato.
Sotto il brillante
cielo stellato di un mercoledì, Shikamaru aveva rischiato di perdere il lobo
dell’orecchio destro nel suo primo vero scontro col suo pseudo-suocero.
Il giovedì Shikamaru
non sostava più sulla porta di casa Yamanaka, ben
vigilata da un Inoichi armato di kunai, rimasto a
casa “in malattia” – un insolito mal di denti l’aveva attanagliato stranamente
proprio quella mattina.
Dopo una sfuriata
col padre, Ino si era chiusa in camera sua col broncio, a studiare.
Il giovedì Shikamaru
non sostava più sulla porta di casa Yamanaka,
ma sulla finestra della camera della ragazza.
Shikamaru si portò
un dito sulle labbra in segno di silenzio e Ino, radiosa, gli corse incontro,
fiondandosi in un abbraccio seguito da un bacio lungo e passionale, che era
sfociato in una “innocente” pomiciata sul letto.
Sotto il cielo
nuvoloso di un giovedì, Shikamaru si era intrufolato furtivamente nella camera
della sua ragazza e si era dovuto nascondere nel suo armadio per sfuggire alla
visita inaspettata del suo adorabile e armato pseudo-suocero.
Il venerdì Shikamaru
sostava sulla porta di casa Yamanaka, la mente assai poco lucida e il corpo
accaldato ancora prima di avere Ino fra le braccia.
I coniugi Yamanaka
erano impegnati con il servizio floreale per un matrimonio, e questo Shikamaru
lo sapeva bene.
-“Entra Shika, sono
in cucina a fare i biscotti!”-
L’aveva invitato
lei, urlando.
Nemmeno il tempo di
accoglierlo, che il ragazzo le si era fiondato addosso come assatanato, e…
-“È no e basta!”- protestò Ino, fingendosi offesa, senza
smettere di ansimare per i baci con cui Shikamaru le bruciava la pelle.
-“Mh… come vuoi Yamanaka…”-
farfugliò lui, continuando a segnarle il collo di lividi viola; in quel momento
che gli avesse parlato di margherite nei prati o della fame nel mondo, la
risposta sarebbe stata senz’altro la stessa.
–“Non possiamo fare in cinque giorni quello che non
abbiamo fatto in cinque anni, lo capisci, non è normale!”- borbottò la
biondina, allarmandosi quando percepì le braccia del Nara sciogliere l’abbraccio
e rimetterla a terra; come una bambina che vuole sempre restare in braccio al
suo papà, e che si mette a piangere quando la obbliga a ritornare sulle sue
gambe.
Shikamaru sbuffò in tutta risposta, appoggiando una mano al
frigorifero con aria seccata e abbassando lo sguardo verso la ragazza, che lo
guardava vagamente imbronciata.
Lui si grattò la nuca, sbuffando seccato da quella
interruzione.
-“Ti pare che noi siamo una coppia normale?”- le domandò il Nara, attendendo una risposta, sornione.
-“Ovviamente… no.”- sogghignò lei, mordendosi il labbro
inferiore, conquistata dall’astuta malizia del ragazzo.
-“E ti sembra così strano che io ti voglia portare a letto
dopo anni passati a sognarti in vesti non propriamente innocenti?”- le domandò ancora lui, avvicinandosi di più e bloccandola
questa volta contro l’adiacente tavolo.
-“Mh… no… ma io stavo preparando
i biscotti per Choji…”- cinguettò Ino, scoccandogli un’occhiata maliziosa
accompagnata da un sorriso provocatore.
Con un gesto repentino, Shikamaru spazzò tutti gli strumenti
da cucina sul tavolo con un braccio, facendoli volare a terra con un gran
fracasso metallico.
Rapita da quel gesto a sua avviso estremamente eccitante,
Ino sussultò conquistata guardando il ragazzo, cingendogli le braccia al collo
con sorriso smaliziato e tentatore; lui la prese per la vita con un solo
braccio, adagiandola sul tavolo con uno sbuffo, seccato da tutta quella fatica.
-“Mendokuse,
Ino… perché mi devi far faticare anche in queste
situazioni?! Farlo a letto come le persone normali no?”- protestò Shikamaru,
bloccando con le mani i polsi della ragazza contro il tavolo.
-“Ma se hai appena detto che non siamo normali!”-
sogghignò Ino, arricciando il naso perplessa ma visibilmente divertita –“E poi
chi ti dice che lo faremo?!”- lo provocò, fulminandolo con i suoi grandi
occhioni azzurri, accesi di sfida.
-“Mpf… mendokuse…”- sorrise lui, accogliendo di buon grado la provocazione
della ragazza.
Si abbassò su di lei, sfiorandole la morbida e liscia
pancia con le labbra umide e calde, tracciando il contorno dell’ombelico con la
lingua. Le mani del Nara tenevano ancora i polsi della biondina, incatenandole
le braccia sopra la testa, senza possibilità di svincolarsi.
Lentamente, Shikamaru ripercorse tutto il bacino di Ino
con una scia di baci, sollevando la maglietta viola man mano che avanzava,
bramoso.
Lasciò Ino libera di tirarsi su a sedere, liberandole i
polsi dalla sua presa, troppo preso a sfilarle la magliettina per ammirarne il
seno prosperoso fasciato stretto da un delizioso reggiseno lilla dal pizzo
nero.
Il ragazzo si lasciò sfuggire un ghigno compiaciuto, per
poi abbassarsi nuovamente verso di lei, affondando il volto fra i seni della
biondina, stampandoci qualche bacio a fior di pelle con delicatezza.
I lievi ansimi compiaciuti di Ino seguivano il ritmo dei
baci del Nara; intanto le sue manine piccole ma maliziose si intrufolarono
sotto la maglia del ragazzo, afferrandone gli estremi e sollevandoli, per
sfilargli la maglia scura con facilità e poterne finalmente ammirare i
pettorali perfetti e scultorei con ghigno soddisfatto.
Shikamaru inarcò un sopracciglio, concedendosi con una
smorfia sorniona mentre una mano scivolava lungo la schiena nuda di Ino,
facendola rabbrividire. Si pregustava già il momento della sua vittoria,
insomma.
La biondina si morse il labbro inferiore con aria
divertita, avvicinandosi al collo del ragazzo, che leccò lentamente e morse
lievemente, risalendo poi verso l’orecchio. Vi poggiò le sue morbide e calde
labbra, soffiandovi con dolcezza all’interno, provocando un mugugno di piacere
da parte di Shikamaru, evidentemente al limite della sopportazione.
-“Temo che…”- sussurrò Ino, stampando un bacio sul lobo
del ragazzo ad ogni pausa –“…per oggi basti così.”-
-“…mh?”- brontolò Shikamaru,
ancora poco cosciente dell’affermazione della ragazza.
-“Shikamaru… oggi io non
posso.”- sorrise lei, con aria colpevole ma sadicamente divertita.
-“…in che senso?”-
-“Lo sai benissimo in che senso. Sai che noi donne a volte
non…”-
-“No! Non ci credo!”- sbottò lui, impallidendo di colpo – ora
stava cominciando a realizzare.
-“…continuiamo fra cinque giorni, ti va bene?”- cinguettò
Ino balzando giù dal tavolo con grazia, mentre Shikamaru si accasciava a terra,
occhi sbarrati al cielo e aria sofferente.
-“…sì… altri cinque giorni…”-
- The End –
*Angolo di Luly*
Care moschelle bianche, scusate il
ritardo, ma puntualmente avevo un esame importantissimo ieri. Nonostante tutto
sono qui, al filo del rasoio, per festeggiare i nostri amati Shikamaru e Ino
nei giorni della loro festa. <3
Quindi buon White Midnight a tutte voi, cara moschelle
bianche, e soprattutto a loro, che si amano tantissimo come sempre! E che il
bianco risieda sempre nei vostri cuori puri [e non ù.ù].