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Autore: purpleblow    24/09/2009    2 recensioni
Lontano dagli sguardi degli altri L e Light si racchiudevano in un mondo tutto loro, fatto di carezze e sguardi.
[Partecipa a clicheclash di LJ - prompt: #67. Rapporti professionali]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: L, Light/Raito
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Al di là delle apparenze



Sembrava tutto perfettamente normale: Light e Ryuzaki si punzecchiavano come sempre. Il primo che sentiva il fiato sul collo dell'altro perché sospettato di essere Kira, il secondo non perdeva l'occasione di fargli domande compromettenti, cercando sul suo volto una qualche reazione che lo avrebbe portato ad avere ancor più sospetti su di lui.
Era sempre stato così da quando Yagami era entrato a far parte della squadra di indagini sul caso Kira e così sarebbe sempre stato.
Erano colleghi di lavoro: il detective e il suo assistente o il detective e l'assassino, dipendeva dai punti di vista. Erano legati da un filo indissolubile e non solo perché i loro polsi erano collegati da un paio di manette.
Il loro pensiero viaggiava sulla stessa linea d'onda, si capivano come nessun altro e le loro ipotesi erano sempre le stesse. Chiunque facesse parte della squadra di L invidiava un po' il loro rapporto e la loro intelligenza.
Alle volte sembrava che solo loro fossero capaci di tener testa a quel complicato caso. Matsuda per esempio di sentiva di troppo ogni volta ed L lo aveva fatto sentire così più di una volta.
L'unico motivo per cui aveva chiesto la sua collaborazione era stato per farsi portare il caffè -o una torta, o qualsiasi cosa contenesse dello zucchero.
Tota Matsuda ammirava il suo capo e allo stesso tempo sentiva la stessa cosa per Light Yagami. Troppo impulsivo per essere al loro pari, troppo stupido, forse? Più di una volta aveva immaginato di trovarsi ad ipotizzare insieme a loro, ma non trovava mai niente di intelligente da dire, per cui se ne stava zitto e osservava il lavoro di Ryuzaki e Light.
I due in questione sapevano del pensiero dei loro colleghi: niente di più vero, come niente di più sbagliato.
Ai loro occhi erano solamente due persone che la pensavano allo stesso modo, ma era solo alla sera, quando si trovavano da soli che davvero il loro legame diveniva perfettamente unito. Era in quei momenti che diventava indissolubile.
Lontano dagli sguardi degli altri L e Light si racchiudevano in un mondo tutto loro, fatto di carezze e sguardi.
Il letto su cui dormivano sapeva di loro, come le lenzuola che avvolgevano i loro corpi sudati e stanchi dopo quei momenti di passione che attendevano entrambi dall'inizio della giornata.
Non poteva definirsi amore il loro, bensì un forte bisogno di lasciarsi andare alle emozioni che solo l'uno era capace di dare all'altro, senza il quale si sentivano persi. Ormai era spontaneo lasciarsi coinvolgere dalla passione, non potevano farne a meno.
Anche quella sera, dopo una giornata lavorativa si erano ritrovati su quel letto: Ryuzaki tra le braccia dell'altro, che era impegnato a mordicchiargli il collo sensualmente. Quelle stesse labbra andarono poi a posarsi sulla bocca del compagno, che le accolse schiudendola, permettendo alla lingua di insinuarvisi al suo interno.
Qualche istante più tardi il detective interruppe il contatto -anche se a malincuore- guardando Light nel profondo dei suoi occhi, con la sua solita espressione vacua.
"Che c'è, mi stai ancora studiando Ryuzaki?" chiese con una punta di irritazione nella voce. Detestava che L ponderasse le sue ipotesi su Kira anche in quei momenti.
"Mh?" mugolò portando un dito alle labbra con fare perplesso, senza mai abbandonare le iridi color nocciola dell'altro.
"Stai ancora pensando che io sia Kira." esclamò lo studente infastidito, mentre il compagno per tutta risposta gli rivolse uno dei suoi rari sorrisetti.
"Niente di tutto ciò Light-kun. Ma vedi, pensavo al fatto che la porta non sia mai stata chiusa a chiave." sussurrò apatico, indicando l'entrata della loro stanza.
"E allora?" Yagami non capiva perché gli fosse venuta in mente una cosa simile: per quale motivo doveva tirare in ballo una stupida porta non chiusa?
"Sarebbe un problema se MisaMisa dovesse entrare. Temo non resisterebbe allo shock." rispose con un pizzico di ironia, spiazzando del tutto Light che continuava a chiedersi quale fosse il problema.
Sinceramente a lui non era mai importato della ragazza e del loro presunto fidanzamento aveva colpa solo lei. Quando mai aveva acconsentito di essere il suo ragazzo? Non ricordava il fatto che fosse stato lui ad accettare la relazione, usandola solo come una pedina per i suoi scopi: Light aveva perso i ricordi legati al Death Note, per cui non poteva rimembrare.
Sorridendo afferrò la mano di L, portandosela alle labbra e addentandone leggermente il dorso.
"A me non interessa, che entri pure..." disse riprendendo a mordere la pelle liscia del detective, che continuava ad osservarlo ironico. Forse non aveva capito il punto della situazione.
"Ma Light-kun, sai che Amane non è capace di star zitta..." non finì la frase sapendo perfettamente che a quelle parole il ragazzo avrebbe compreso dove voleva andare a parare. Infatti non ci mise molto a ribattere.
"Prima o poi lo avrebbero capito comunque, non trovi?" non aveva importanza che suo padre, Misa, Mogi, Matsuda o Aizawa venissero a sapere della loro relazione.
In fondo era una scelta loro e avrebbero dovuto accettarla nonostante tutto.
Ovviamente non avevano rivelato nulla per non avere fastidi, non era una cosa che volessero spifferare ai quattro venti. A loro bastava avere quei momenti insieme e se la squadra investigativa l'avesse scoperto o meno non faceva alcuna differenza.
Non era un problema loro affrontare la situazione, dato che andava bene così.

[Fine.]


Note dell'autrice:
Ecco qua il secondo prompt del "piano N": #67. Rapporti professionali. Spero di aver reso bene l'idea e che non sia troppo banale!
Adesso me ne mancano tre, ho già in mente tutto quanto! *w*
Beh, spero vi sia piaciuta! Alla prossima con il prompt: "#68. Scheletri nell'armadio"!
See Ya,
vostra Cami.
   
 
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