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Autore: Manu_Hikari    30/05/2005    4 recensioni
Un grande amore al quale qualcuno ha messo la parole fine senza un valido motivo. Eppure lui non avrebbe saputo immaginare la sua vita senza di lei...
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I wouldn’t have imagined my life without you…

 

 

 

Ciao raga eccomi qui con una nuova fic! Questa volta è ispirata a Holly e Benji e vorrei precisare che è la prima che scrivo su questo anime quindi non so come sarà e il titolo non so precisamente cosa c’entri con tutto il resto ma a me sembrava così carino…

Cmq protagonista è Benji  e la storia è ambientata durante il primo campionato mondiale, quello in Francia. Volevo anche dirvi che, per motivi di copione, le età dei nostri beniamini varieranno lievemente da quelli nell’anime (Anche perché io non ho mai capito molto bene quanti anni hanno…) e che gli spoiler saranno veramente pochini perché io non ci so fare molto…^__^’’

Poi…ah, si. I personaggi di questa storia sono tutti del loro papi Yoichi Takahashi e solo Mie è inventata da me.

Penso che sia tutto, un bacione e buona lettura!

 

 

 

CHAPTER TEN

 

 

 

 

 

GIOVEDì MATTINO, sul tardi

 

Con passo svelto e più gioioso di quanto non volesse mostrare, Holly stava percorrendo il corridoio del secondo piano dell’hotel con Patty al suo fianco, di ritorno dalla faticosa partita contro la Grunvald; faticosa, ma vittoriosa.

«Sai, non avrei mai pensato che avremmo vinto!  » Disse Holly raggiante. «C’è voluta una faticaccia, però! »

«Bè ne è valsa la pena! Sono così contenta!  » Aggiunse Patty saltellando dalla gioia. «Anche se piccolo, è comunque un passo verso la vittoria! »

«Esagerata! »

La ragazza rise di gusto. «E poi, hai visto che hanno organizzato una festa in nostro onore? Non vedo l’ora che sia domenica, farà bene anche a Mie distrarsi un po’, chissà che non la inviti un bel ragazzo tedesco! » disse eccitata.

«A-a proposito della festa…io volevo dirti qualcosa…ehmm » Cacchio, ma perché proprio in quel momento si doveva impappinare? Se non riusciva nemmeno ad invitare la ragazza che gli piaceva ad una festa, era davvero uno smidollato! Su, forza, doveva solo aprire quella bocca…

«Già, è vero! Mie! » Esclamò lei come se non l’avesse nemmeno sentito.

«Mie? » Ripetè lui.

«Si, Mie! Sicuramente starà morendo dalla voglia di sapere l’esito della partita, è chiusa in stanza da stamattina, poverina! »

Quello le piaceva di quella ragazza, l’altruismo; pensava sempre agli altri, fosse la sua migliore amica o il suo peggior nemico; e poi era proprio la ragazza fatta apposta per lui, vivace, allegra, solare, femminile quanto bastava, senza inutili fronzoli. Già, perfetta per lui, ma se non riusciva a dirglielo…era inutile essersene reso conto.

«Allora va da lei.  » Le disse sorridendo. «Non riuscite proprio a stare separate, voi due! »

Patty gli fece una linguaccia e corse via verso la stanza di Mie. «Ci vediamo a pranzo, allora!»

 

Picchiò più volte le nocche sulla porta della stanza N° 61, senza  ricevere, però, nessuna risposta; eppure aveva chiesto alla reception, nessuno l’aveva vista uscire e tanto meno le chiavi della sua stanza erano state riposte nella bacheca, Patty provò, allora a girare le maniglia della porta; era aperta.

«Mie, ci sei? » Chiese entrando timidamente. «Mie! Cos’è successo?! » Esclamò agitata precipitandosi al fianco della sua migliore amica. Patty era spaventata, Mie, ancora in pigiama, era seduta a terra con la schiena contro l’armadio e le gambe al petto; teneva il viso nascosto e singhiozzava sommessamente. «Cos’è successo? » Ripetè ancora più allarmata toccandole una spalla.

Mie sollevò lievemente il capo, fissando Patty con gli occhi lucidi e la faccia impiastricciata di lacrime. «Patty…lui…lui è venuto qui, io gli ho detto di andarsene, ma non ha voluto e poi…oh, Patty, io non ce l’ho fatta, non ne ho avuto la forza! » Gridò sconvolta prima di cercare riparo fra le braccia della ragazza.

«Oh, Mie, non capisco! » Disse accarezzandole la testa amorevolmente e, invitandola ad alzarsi, la fece appoggiare al letto. «Comincia dal principio; chi è “lui” che è successo? »

«…Benji…» Quell’unica parola fu sufficiente a provocare una serie di sentimenti contrastanti nell’animo di Patty; temeva quello era successo, pur non sapendo, eppure sentì un piccolo brivido di gioia percorrergli la schiena e una nuova speranza accendersi. «Benji è stato qui! »

«E cos’è successo? » Incitò Patty.

«Mi ha portato i provini delle foto… » Rispose Mie mentre riprendeva  a piangere. « io gli ho detto di andare via, che non volevo lui stesse qui…e lui mi ha dato della codarda, così io  mi sono arrabbiata e… »

«E…»

«Lui mi ha baciata…» Mie ruppe in un pianto disperato mentre Patty a stanto trattenne un gridolino di gioia. «Patty, è terribile! Io…io non volevo…non volevo…davvero…io non ce l’ho fatta…» Ripetè Mie balbettando.

Tutta la gioia che aveva animato l’animo di Patty fino a quel momento scomparve; la sua amica era davvero sconvolta e, probabilmente, molto confusa; Patty sapeva che Mie era combattuta fra due stati d’animo contrastanti, da un lato doveva aver toccato il cielo con un dito, il bacio di Benji, così temuto e desiderato allo stesso tempo, aveva risvegliato sentimenti ormai sopiti. Ma di certo tutta quella gioia, tutta quell’eccitazione era schiacciata da un maggiore senso di colpa, dalll’angoscia di non aver mantenuto i propri propositi.

«Non ce l’ho fatta! » Riprese Mie nascondendo il volto fra le mani «All’inizio ho cercato di oppormi, ma il mio corpo non ne voleva sapere di obbedire al mio cervello…così alla fine mi sono arresa, mi sono sentita completamente in suo potere e ho ricambiato il bacio…»

«N-non sapevo che Benji fosse così…impetuoso? » Disse Patty non sapendo cos’altro dire.sle! Io...terribi

«Era disperato » Disse Mie alzando lo sguardo su quello incredulo della sua migliore amica.

«Cos…? »

«Non mi ha mai baciata così. sembrava che io fossi la sua unica fonte di vita e l’aria che lui respirava provenisse dalle mie labbra » Mie chiuse gli occhi, riassaporando quei lunghi, intensi attimi, meravigliosi, seppur sofferti.

«E poi? Qualcosa mi dice che la cosa non si è risolta così “pacificamente” »

«Infatti, » confermò Mie «io non ci ho capito più niente, ero così felice in quel momento che avremmo potuto continuare a baciarci anche per delle ore…ma all’improvviso mi sono tornate in mente le parole di…”tu sai chi” e così l’ho allontanato, l’ho rifiutato e lui si è arrabbiato…è andato via sbattendo la porta…Oh, Patty, è stato come se mi mancasse l’aria! » Esclamò gettandosi fra le braccia della sua migliore amica e nascondendo il volto sulla sua spalla.

«Oh, Mie…»  Cercò di consolarla lei con delle dolci carezze sulla testolina mora. «Come vorrei che tutto si risolvesse! Forse se tu dicessi la verità a Benji…»

«No! Lui non lo deve sapere, non deve sapere niente! Il signor Marshall ha ragione…Vedrai,» Disse asciugandosi le copiose lacrime. «stavolta ci riuscirò; me lo devo togliere dalla testa!  »

 

Il Kaiser bussò un paio di volte alla porta della stanza numero 57, ricevendo in risposta un nervoso quanto apatico avanti. Gli fece quasi pena ciò che vide. Il portiere della nazionale giapponese stava seduto sul letto e teneva la testa fra le mani, travolto da una probabile disperazione; uno dei migliori giocatori d’Europa, uno che quando cammina per strada, o entra in un locale, gli basta schioccare le dita per avere intorno a se tante di quelle ragazza come le api attirate dal miele, ridotto in quello stato, ridotto alle lacrime, a causa di una ragazzina.

«Ehi, Price, che hai?  » Chiese il tedesco toccandogli la spalla.

«Sono impazzito. » Fu la risposta del portiere giapponese.

«Bè…che tu avessi qualche rotella fuori posto, lo sapevo…» fece l’altro sarcastico. Poi, scorgendo l’espressione scura sul volto di Benji, tornò serio. «C’entra Mie, vero? » Benji annuì. «Che è successo? »  Chiese allora il tedesco.

Benji tirò un gran sospiro e prese a raccontare, ancora tremante per chi sa quale sentimento.le sue parole sembravano venir fuori a stento, con quella voce così atona e ancora rotta dalle lacrime di prima.

«Tu hai fatto cosa? » Fu l’esclamazione sconvolta del tedesco alla fine del racconto. Non riusciva  a credere alle sue orecchie; si, Benji era decisamente impazzito.

«Lo so che non avrei dovuto, Karl (Grazie 1000 a Sonya per la correzione ^___^ ), ma è stato più forte di me,era così spaventata…»

«E tu hai pensato bene di consolarla….Ma lo sai che ora non hai più nemmeno la speranza che ti guardi in faccia?...Ma non dovevi limitarti a scoprire perché ti ha lasciato? »

«Karl, io la amo ancora, e me la riprenderò! »

 

PIU’ TARDI; ORA DI PRANZO.

 

«Ehi,Patty, dov’è Mie? » Chiese Olly notando che sua sorella non era scesa per il pranzo.

«È chiusa in camera sua, a piangere. » Fu la secca risposta della ragazza seduta di fronte a lui.

«Cosa?! Perché, che è successo? » Chiese l’attaccante giapponese agitato.

«Niente di che, lai e Benji si sono baciati…o meglio, lui l’ha baciata, Mie si è limitata a ricambiare il bacio; »

«Davvero? » Fece Olly  piacevolmente sorpreso.

«Aspetta. » Disse Patty frenando l’entusiasmo del ragazzo. «Dopo però, tornata in se, l’ha allontanato. »  

«Ah…»

«Olly,noi dobbiamo fare qualcosa. » Affermò Patty decisa.

«Qualcosa, che cosa? » Ribattè Olly confuso.

«Quei due si amano; dalla disperazione di Mie ho potuto ben capire che sta soffrendo moltissimo per questa storia e che vorrebbe stare con Benji…noi dobbiamo aiutare tua sorella, se continua così si ammalerà. Dobbiamo fare qualcosa, anche a costo di raccontare a Benji tutta la verità! »

«Non lo so Patty, certo, voglio che mia sorella sia felice…ma raccontare la verità a Benji significherebbe tradire la fiducia che ha riposto in noi…aspettiamo ancora un po’, ti va? » Propose Olly. Lui voleva che Mie tornasse a sorridere come quando stava con Benji, che la luce che illuminava i suoi occhi tornasse a splendere, ma aveva paura di fare il passo sbagliato, per questo preferiva attendere.

Patty annuì rattristandosi; Mie non meritava di soffrire così tanto.

 

 

 

 

…To be continued

 

 

 

 

SCUSATE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Chiedo immensamente scusa per il mostruoso ritardo nel postare questo orribile capitolo; purtroppo sono stata iper impegnata con la scuola, fra ultime interrogazioni e ultimi compiti in classe. Per fortuna ormai è tutto finito e credo che d’ora in poi posterò più frequentemente, anche perché la storia si avvia verso la conclusione, credo che si potrebbe concludere anche fra tre, al massimo quattro capitoli.

Bene, vorrei ringraziare Driger e Mary lu per i commenti (Continuate a commentare, vi prego!!!!!!!!!!!! ) e tutti quelli che lo faranno. Un bacio e al prossimo chap!

 

P.S: Sonya dove sei finita? Che ne pensi dello sviluppo di questa storia? Fammi sapere!

 

 

  
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