Eccomi
di nuovo qua con il III capitolo! stavolta è anche
più lungo XD
ringrazio chi ha recensito e chi ha messo la fic nei preferiti o nelle
seguite^^ buona lettura!!
Capitolo terzo – 30 dicembre/31dicembre/1gennaio –
Prova
30
dicembre
Dopo
le sfuriate dei primi giorni i due andavano più d'accordo,
o meglio, Mello, anche se faceva di tutto per non affezionarsi al suo
compagno,
stavolta non riusciva a restargli indifferente.
La sua prima impressione non era sbagliata, quel ragazzo era
diverso dai soliti poveretti con cui si ritrovava a convivere.
Aveva però adottato la strategia di trattarlo male,
così
forse sarebbe riuscito a non legare con lui, così gli
rispondeva spesso
sgarbatamente, o non gli rispondeva affatto.
Anche Matt, però, dal canto suo stava iniziando a voler bene
a quel ragazzo dal destino così avverso e, facendo infuriare
Mello, ignorava i
suoi atteggiamenti ostili.
“Mel... perché dobbiamo parlare da questa
distanza? Daiii
vieni a sederti vicino a me”
“intanto sei solo tu che stai parlando... poi ti ho
già
detto di non prenderti tutta sta' confidenza! Per te sono Mello. E non
c'è
dubbio che venga lì.”
“daiii, Meel!” lo pregò ancora il rosso.
“no!”
“daiiiiiiii”
“ho detto di no”
Mezz'ora dopo erano seduti vicini appoggiati al muro.
Matt sorrideva contento mentre Mello aveva un'aria seccata.
“alla fine sei venuto”
“sì, ma non fraintendere... sono venuto solo per
dirti una
cosa”
“cosa?”
“preparati” disse solo.
“prepararmi? Per cosa?” chiese iniziando a
preoccuparsi.
“oggi, domani o al massimo dopodomani verrà
giù Mikami, è
lui che fa tutto il lavoro sporco, ti legherà e ti
porterà sopra.”
“c-cosa c'è sopra ?”
ormai aveva capito...
“il motivo per cui siamo qui, far divertire quei due
pervertiti”
Sì, aveva capito bene.
“Mel, non voglio” disse quasi piangendo.
Quando era stato
rapito immaginava qualcosa come una richiesta di riscatto, non certo...
Mello lo ignorò forse per la sua strategia, forse non
sapendo cosa dire.
“non voglio” ripeté più forte
e stavolta una lacrima rigò il
suo viso.
“non voglio...” stavolta era quasi un sussurro, ma
le
lacrime scendevano copiose.
Mello allora gli prese un braccio e lo tirò a sé,
abbracciandolo.
Matt continuò a piangere con la testa poggiata alla spalla
del biondo, continuando ogni tanto a ripetere “non
voglio”
Mello cominciò allora ad accarezzargli i capelli.
“passerà.
Passerà tutto”. Disse fissando un punto
imprecisato sul soffitto.
Dopo un'oretta il rosso si era addormentato sfinito dal
pianto
Mello lo lasciò lì e tornò nella sua
gabbia pensando a come
avrebbe giustificato il suo gesto all'altro.
Ma prima avrebbe dovuto giustificarsi con se stesso.
Forse l'aveva fatto perché anche lui, anni prima, quando
aveva realizzato il suo destino, avrebbe voluto qualcuno che lo
abbracciasse,
che lo accarezzasse sulla testa e che gli dicesse che tutto sarebbe
passato. E
invece era stato da solo, in un angolo della gabbia, a piangere
silenzioso
ripetendosi all'infinito nella testa “non voglio”.
31 gennaio
Tump! Tump!
Matt si svegliò di
colpo, destato da questi rumori forti. Per quanto aveva dormito? Doveva
essere
già mattina... pian piano i ricordi della sera prima
affiorarono nella sua
mente, Mello lo aveva... abbracciato? Anche se non si capacitava del
motivo ora
si sentiva comunque meglio, il gesto improvviso del compagno era
riuscito a
calmarlo.
Ma, cos'era questo
insistente “Tump! Tump!” che lo aveva svegliato?
Ancora un po'
intontito alzò lo sguardo per cercare Mello ma quando non lo
vide nella sua
gabbia si spaventò.
Decise allora di
guardare in direzione del rumore. Fino ad ora aveva evitato di farlo
temendo si
trattasse di Mikami. Invece, con sua grande sorpresa, scoprì
che a provocare il
rumore era Mello che bussava freneticamente alla porta dello scantinato.
La domanda a
questo punto era... perchè lo stava facendo?
In risposta,
proprio in quel momento, qualcuno si decise finalmente ad aprire la
porta.
“Mello, che vuoi?”
Era stato Mikami a
venire, in fondo era sempre lui.
“ho finito la cioccolata”
disse abbassando un attimo lo sguardo e arrossendo leggermente.
“idiota” disse
dandogli uno schiaffo.
“oggi è il giorno
di prova del nuovo non abbiamo certo tempo per te e la tua
cioccolata!”
“ma io la voglio
oggi” ripetè testardo il biondo.
“ho detto di no!”
e gli diede un altro schiaffo, stavolta con il dorso della mano,
ferendolo
anche sul labbro che iniziò a sanguinare.
“Mikami... portalo
qui invece... possiamo sempre rimandare la prova a domani...”
“come vuoi, kami”
Mikami prese Mello per la maglietta e lo strattonò in
direzione della voce
sbattendosi la porta alle spalle.
Matt a questa
scena rimase interdetto.
Perchè Mello aveva
deciso di chiedere la cioccolata proprio oggi che era il suo giorno di
prova?
Che fosse stato
per posticipargli anche se di poco il dolore e l'umiliazione?
Impossibile.
Si trattava pur
sempre di Mello e per quanto lo avesse consolato la sera prima non
sarebbe di
sicuro arrivato a tanto...
Sì, era
sicuramente per un'altra ragione.
Ma Matt non sapeva
che invece era proprio per quello.
La sera prima
infatti, dopo che lui si era addormentato, Mello aveva continuato a
pensare.
Anzi... aveva
cercato di ricordare la reazione che aveva avuto l'altro ragazzo nella
stessa
situazione.
Solo qualche
flash, l'immagine di un altro che si sovrapponeva per un attimo a
quella di
Matt, l'immagine di qualcuno che però lui, per il suo
stupido orgoglio, non
aveva consolato, che piangeva, steso per terra.
Poi la scena era
cambiata, si sentì uno sparo e poi la mano appartenente al
ragazzo della
visione in un lago di sangue. Dopo di che nero totale e una grande
fitta alla
testa.
Di quei ricordi
gli rimase una sensazione, che quel ragazzo, per il quale, ormai ne era
certo,
aveva provato qualcosa, era morto per causa sua, ed era morto triste e
solo.
Fu così che decise
che stavolta avrebbe fatto qualcosa per aiutare Matt, anche se questo
forse li
avrebbe fatti soffrire entrambi e fu così che inconsciamente
quella mattina si
era alzato e aveva bussato alla porta del diavolo, per chiedere il
cioccolato e
posticipare così l'agonia di quello stupido ragazzo per il
quale, suo malgrado,
aveva davvero iniziato a provare qualcosa.
***
Mello non si vide
affatto per tutta la giornata.
A sera ormai
inoltrata Mikami riportò nello scantinato un Mello
più morto che vivo, almeno
psicologicamente. L'umiliazione stampata in faccia, sembrava una
marionetta
senz'anima.
“hahaha, lo vedi
questo qui?” disse Mikami rivolto a Matt indicando il biondo.
“M-Mello”
boccheggiò il rosso.
“sarai fortunato
se domani sarai come lui. Haha!”
Detto questo diede
un calcio a Mello che cadde senza un grido tra le braccia di Matt poi
se ne
andò ridendo, dopo aver buttato la cioccolata nella gabbia.
“bastardi... cosa
ti hanno fatto...”
“non preoccuparti,
ci sono abituato...” disse Mello mettendosi a sedere di
fianco a Matt ma
restando comunque inespressivo, come se lo avessero svuotato.
Aveva nuovi lividi
e segni di morsi un po' ovunque e un graffio che ancora sanguinava sul
ventre,
poco sotto la linea della maglietta.
Matt allora si
chinò istintivamente a leccare la ferita, ripulendo il
sangue.
“Matt...” Mello lo
guardò stupito, anche se aveva capito che quello del
compagno era solo un gesto
dolce, senza malizia o doppi sensi.
“deve farti
male...” disse continuando la sua opera.
Era così bello
avere qualcuno che si preoccupava per te...
Ma ora non era il
momento di pensare a certe cose.
“alza la testa”
disse infine il biondo.
“non c'è
bisogno... sto bene... dormi, domani ti aspetta una dura
prova” e fece per
alzarsi ma Matt lo fermò.
“Mel aspetta...
stamattina... questo... perchè'”
“fatti miei...”
“ma Mel...”
“lasciami in
pace!”
E detto questo si
chiuse nella sua gabbia. L'umiliazione bruciava ancora. Inoltre
già non sapeva
come giustificare l'abbraccio, figuriamoci questo... cosa gli avrebbe
detto?
Questa notte non
avrebbe dormito, ne era certo, e così neppure Matt, ma
nessuno dei due osò
aprir bocca, uno chiuso nel suo dolore e nella sua indecisione e
l'altro nella
paura e nell'insicurezza del futuro.
Di una cosa però
erano certi entrambi, quello che sarebbe successo il giorno dopo
avrebbe dato
una svolta alle cose, ne erano certi.
1 gennaio
Alla fine Mello,
sfinito dalla giornata tremenda, aveva ceduto al sonno e si era
abbandonato tra
le braccia di morfeo.
A svegliarlo
quella mattina era stato lo scattare della serratura della porta dello
scantinato, provocato da Mikami che stava scendendo a prendere Matt per
sottoporlo alla “prova”.
Si girò a guardare
il rosso, le occhiaia sempre più vistose testimoniavano che
anche quella notte
non aveva dormito per niente. Guardava verso Mikami come un condannato
a morte
guarda verso il suo boia.
Non che tra queste due figura ci fosse poi chissà
quale differenza.
Ogni scalino che l'aguzzino scendeva Mello vedeva Matt
stringere sempre più i pugni.
“hihi! Pronto
novellino?” chiese Mikami mentre slegava la catena dal piede
di Matt dopo
avergli legato i polsi. Era inutile, per quanto cercasse di negare i
suoi
sentimenti, Mello si era davvero affezionato a quel ragazzo e vederlo
con
quella faccia estremamente sconsolata, lo fece stare davvero male.
Come se avesse
espresso questi pensieri ad alta voce, il rosso si voltò
dalla sua parte e gli
sorrise, gli sorrise in un modo dolce, in un modo che stonava con
quella
situazione, come se avesse voluto dirgli di non preoccuparsi.
E per la prima
volta Mello rispose al sorriso sorridendo a sua volta. Certo non era un
sorriso
a trentadue denti, o dolce un decimo di quelli di Matt, ma
riuscì comunque a
trasmettere un po' di felicità al malcapitato rossino.
“Mello! Sbaglio o
quello era un sorriso?”
Lo sbeffeggiò
Mikami.
“sbagli bastardo.
Era un ghigno, perchè oggi anche quello sfigato
imparerà cosa significa vivere
qui.”
Matt sapeva che
non una sola parola di quelle uscite dalla bocca di Mello era reale ma
non
capiva perchè stava mentendo così spudoratamente.
“ehi pivello!
Perchè te ne stai imbambolato a fissare Mello? Non hai
ancora imparato che a
lui non importa di nessuno tranne che di se stesso? Haha! Forza
andiamo”
Per quel giorno il
rossino non si vide per niente, come era stato poi per Mello il giorno
prima.
Il biondino dal
canto suo aveva suo malgrado passato quelle ora preoccupandosi per Matt
e
cercando di immaginare la sua reazione. Aveva anche cercato
più e più volte di
ricordare quella dell'altro ragazzo ma ogni tentativo si era concluso
con
null'altro che un terribile mal di testa.
Verso le otto di
sera la serratura finalmente scattò e lo sguardo di Mello
andò subito al
rossino. Quello che vide lo lasciò sgomento.
Non tanto per le
condizioni fisiche, simili alle sue la sera prima, ma quanto per quelle
psicologiche.
Matt teneva la
testa bassa, il mento attaccato al petto, i capelli sugli occhi, come
se
volesse nascondersi. Inoltre appena entrò nello scantinato
cercò di coprirsi
anche cn le braccia.
I lividi, i graffi
e i vestiti in disordine accentuavano ancora di più l'orrore
di quella visione.
“M-Matt...”
sillabò a bassa voce Mello, gli occhi sbarrati come se per
la prima volta
vedesse e capisse realmente gli orrori che si perpetravano in quella
casa.
Quando Mikami ebbe
finito di legarlo e se ne andò, Mello uscì dalla
sua gabbia e si avvicinò al
rossino che nel frattempo si era rannicchiato in un angolo, le
ginocchia
strette al petto e la testa nascosta tra esse.
“M-Matt...” ripetè
quasi imbambolato allungando timidamente una mano nella sua direzione.
“non guardarmi.”
si limitò a dire Matt e Mello si bloccò
improvvisamente, tornando alla realtà.
“Mello ti prego vattene, non guardarmi.”
iniziò a tremare. Il suo tono di voce
era incredibilmente disperato ma non piangeva, probabilmente oggi aveva
già
finito le lacrime.
Il biondino
ritrasse la mano. Aveva capito e se ne tornò nella sua
gabbia.
Sapeva quanto
poteva essere pesante l'umiliazione la prima volta e capiva
perchè non voleva
farsi vedere in quello stato.
Avrebbe voluto
fare qualcosa ma per la prima volta si era ritrovato a non sapere cosa.
Non era riuscito a
restargli indifferente, come con tutti gli altri e non era riuscito a
consolarlo.
Si
sentiva
tremendamente impotente.