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Autore: Nichi824    24/09/2009    3 recensioni
Non ricordava che profumo avesse l'aria. Non ricordava la sensazione di camminare libero per strada. Non ricordava la luce del sole e nemmeno l'ultima volta in cui l'aveva vista. ------------- Mello e Matt sono stati rapiti da Mikami e Raito, che non gli risparmiano davvero niente. Riusciranno a sopravvivere e a fuggire dall'inferno in cui, anche se in momenti diversi sono precipitati e si sono incontrati? o cederanno alla pressione psicologica? E Mello così orgoglioso riuscirà a proteggere il rossino da quei due e... da se stesso?
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Matt, Mello
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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3cap mattxmello cronache d p

Eccomi di nuovo qua con il III capitolo! stavolta è anche più lungo XD 
ringrazio chi ha recensito e chi ha messo la fic nei preferiti o nelle seguite^^ buona lettura!!


Capitolo terzo – 30 dicembre/31dicembre/1gennaio – Prova

30 dicembre

Dopo le sfuriate dei primi giorni i due andavano più d'accordo, o meglio, Mello, anche se faceva di tutto per non affezionarsi al suo compagno, stavolta non riusciva a restargli indifferente.
La sua prima impressione non era sbagliata, quel ragazzo era diverso dai soliti poveretti con cui si ritrovava a convivere.
Aveva però adottato la strategia di trattarlo male, così forse sarebbe riuscito a non legare con lui, così gli rispondeva spesso sgarbatamente, o non gli rispondeva affatto.
Anche Matt, però, dal canto suo stava iniziando a voler bene a quel ragazzo dal destino così avverso e, facendo infuriare Mello, ignorava i suoi atteggiamenti ostili.
“Mel... perché dobbiamo parlare da questa distanza? Daiii vieni a sederti vicino a me”
“intanto sei solo tu che stai parlando... poi ti ho già detto di non prenderti tutta sta' confidenza! Per te sono Mello. E non c'è dubbio che venga lì.”
“daiii, Meel!” lo pregò ancora il rosso.
“no!”
“daiiiiiiii”
“ho detto di no”
Mezz'ora dopo erano seduti vicini appoggiati al muro.
Matt sorrideva contento mentre Mello aveva un'aria seccata.
“alla fine sei venuto”
“sì, ma non fraintendere... sono venuto solo per dirti una cosa”
“cosa?”
“preparati” disse solo.
“prepararmi? Per cosa?” chiese iniziando a preoccuparsi.
“oggi, domani o al massimo dopodomani verrà giù Mikami, è lui che fa tutto il lavoro sporco, ti legherà e ti porterà sopra.”
“c-cosa c'è sopra ?” ormai aveva capito...
“il motivo per cui siamo qui, far divertire quei due pervertiti”
Sì, aveva capito bene.
“Mel, non voglio” disse quasi piangendo.
Quando era stato rapito immaginava qualcosa come una richiesta di riscatto, non certo...
Mello lo ignorò forse per la sua strategia, forse non sapendo cosa dire.
“non voglio” ripeté più forte e stavolta una lacrima rigò il suo viso.
“non voglio...” stavolta era quasi un sussurro, ma le lacrime scendevano copiose.
Mello allora gli prese un braccio e lo tirò a sé, abbracciandolo.
Matt continuò a piangere con la testa poggiata alla spalla del biondo, continuando ogni tanto a ripetere “non voglio”
Mello cominciò allora ad accarezzargli i capelli. 
“passerà. Passerà tutto”. Disse fissando un punto imprecisato sul soffitto.
Dopo un'oretta il rosso si era addormentato sfinito dal pianto
Mello lo lasciò lì e tornò nella sua gabbia pensando a come avrebbe giustificato il suo gesto all'altro.
Ma prima avrebbe dovuto giustificarsi con se stesso.
Forse l'aveva fatto perché anche lui, anni prima, quando aveva realizzato il suo destino, avrebbe voluto qualcuno che lo abbracciasse, che lo accarezzasse sulla testa e che gli dicesse che tutto sarebbe passato. E invece era stato da solo, in un angolo della gabbia, a piangere silenzioso ripetendosi all'infinito nella testa “non voglio”.

31 gennaio

Tump! Tump!
Matt si svegliò di colpo, destato da questi rumori forti. Per quanto aveva dormito? Doveva essere già mattina... pian piano i ricordi della sera prima affiorarono nella sua mente, Mello lo aveva... abbracciato? Anche se non si capacitava del motivo ora si sentiva comunque meglio, il gesto improvviso del compagno era riuscito a calmarlo.
Ma, cos'era questo insistente “Tump! Tump!” che lo aveva svegliato?
Ancora un po' intontito alzò lo sguardo per cercare Mello ma quando non lo vide nella sua gabbia si spaventò.
Decise allora di guardare in direzione del rumore. Fino ad ora aveva evitato di farlo temendo si trattasse di Mikami. Invece, con sua grande sorpresa, scoprì che a provocare il rumore era Mello che bussava freneticamente alla porta dello scantinato.
La domanda a questo punto era... perchè lo stava facendo?
In risposta, proprio in quel momento, qualcuno si decise finalmente ad aprire la porta.
“Mello, che vuoi?”
Era stato Mikami a venire, in fondo era sempre lui.
“ho finito la cioccolata” disse abbassando un attimo lo sguardo e arrossendo leggermente.
“idiota” disse dandogli uno schiaffo.
“oggi è il giorno di prova del nuovo non abbiamo certo tempo per te e la tua cioccolata!”
“ma io la voglio oggi” ripetè testardo il biondo.
“ho detto di no!” e gli diede un altro schiaffo, stavolta con il dorso della mano, ferendolo anche sul labbro che iniziò a sanguinare.
“Mikami... portalo qui invece... possiamo sempre rimandare la prova a domani...”
“come vuoi, kami” Mikami prese Mello per la maglietta e lo strattonò in direzione della voce sbattendosi la porta alle spalle.
Matt a questa scena rimase interdetto.
Perchè Mello aveva deciso di chiedere la cioccolata proprio oggi che era il suo giorno di prova?
Che fosse stato per posticipargli anche se di poco il dolore e l'umiliazione?
Impossibile.
Si trattava pur sempre di Mello e per quanto lo avesse consolato la sera prima non sarebbe di sicuro arrivato a tanto...
Sì, era sicuramente per un'altra ragione.
Ma Matt non sapeva che invece era proprio per quello.
La sera prima infatti, dopo che lui si era addormentato, Mello aveva continuato a pensare.
Anzi... aveva cercato di ricordare la reazione che aveva avuto l'altro ragazzo nella stessa situazione.
Solo qualche flash, l'immagine di un altro che si sovrapponeva per un attimo a quella di Matt, l'immagine di qualcuno che però lui, per il suo stupido orgoglio, non aveva consolato, che piangeva, steso per terra.
Poi la scena era cambiata, si sentì uno sparo e poi la mano appartenente al ragazzo della visione in un lago di sangue. Dopo di che nero totale e una grande fitta alla testa.
Di quei ricordi gli rimase una sensazione, che quel ragazzo, per il quale, ormai ne era certo, aveva provato qualcosa, era morto per causa sua, ed era morto triste e solo.
Fu così che decise che stavolta avrebbe fatto qualcosa per aiutare Matt, anche se questo forse li avrebbe fatti soffrire entrambi e fu così che inconsciamente quella mattina si era alzato e aveva bussato alla porta del diavolo, per chiedere il cioccolato e posticipare così l'agonia di quello stupido ragazzo per il quale, suo malgrado, aveva davvero iniziato a provare qualcosa.

 

***

 
Mello non si vide affatto per tutta la giornata.
A sera ormai inoltrata Mikami riportò nello scantinato un Mello più morto che vivo, almeno psicologicamente. L'umiliazione stampata in faccia, sembrava una marionetta senz'anima.
“hahaha, lo vedi questo qui?” disse Mikami rivolto a Matt indicando il biondo.
“M-Mello” boccheggiò il rosso.
“sarai fortunato se domani sarai come lui. Haha!”
Detto questo diede un calcio a Mello che cadde senza un grido tra le braccia di Matt poi se ne andò ridendo, dopo aver buttato la cioccolata nella gabbia.
“bastardi... cosa ti hanno fatto...”
“non preoccuparti, ci sono abituato...” disse Mello mettendosi a sedere di fianco a Matt ma restando comunque inespressivo, come se lo avessero svuotato.
Aveva nuovi lividi e segni di morsi un po' ovunque e un graffio che ancora sanguinava sul ventre, poco sotto la linea della maglietta.
Matt allora si chinò istintivamente a leccare la ferita, ripulendo il sangue.
“Matt...” Mello lo guardò stupito, anche se aveva capito che quello del compagno era solo un gesto dolce, senza malizia o doppi sensi.
“deve farti male...” disse continuando la sua opera.
Era così bello avere qualcuno che si preoccupava per te...
Ma ora non era il momento di pensare a certe cose.
“alza la testa” disse infine il biondo.
“non c'è bisogno... sto bene... dormi, domani ti aspetta una dura prova” e fece per alzarsi ma Matt lo fermò.
“Mel aspetta... stamattina... questo... perchè'”
“fatti miei...”
“ma Mel...”
“lasciami in pace!”
E detto questo si chiuse nella sua gabbia. L'umiliazione bruciava ancora. Inoltre già non sapeva come giustificare l'abbraccio, figuriamoci questo... cosa gli avrebbe detto?
Questa notte non avrebbe dormito, ne era certo, e così neppure Matt, ma nessuno dei due osò aprir bocca, uno chiuso nel suo dolore e nella sua indecisione e l'altro nella paura e nell'insicurezza del futuro.
Di una cosa però erano certi entrambi, quello che sarebbe successo il giorno dopo avrebbe dato una svolta alle cose, ne erano certi.

 

1 gennaio

Alla fine Mello, sfinito dalla giornata tremenda, aveva ceduto al sonno e si era abbandonato tra le braccia di morfeo.
A svegliarlo quella mattina era stato lo scattare della serratura della porta dello scantinato, provocato da Mikami che stava scendendo a prendere Matt per sottoporlo alla “prova”.
Si girò a guardare il rosso, le occhiaia sempre più vistose testimoniavano che anche quella notte non aveva dormito per niente. Guardava verso Mikami come un condannato a morte guarda verso il suo boia. 
Non che tra queste due figura ci fosse poi chissà quale differenza. 
Ogni scalino che l'aguzzino scendeva Mello vedeva Matt stringere sempre più i pugni.
“hihi! Pronto novellino?” chiese Mikami mentre slegava la catena dal piede di Matt dopo avergli legato i polsi. Era inutile, per quanto cercasse di negare i suoi sentimenti, Mello si era davvero affezionato a quel ragazzo e vederlo con quella faccia estremamente sconsolata, lo fece stare davvero male.
Come se avesse espresso questi pensieri ad alta voce, il rosso si voltò dalla sua parte e gli sorrise, gli sorrise in un modo dolce, in un modo che stonava con quella situazione, come se avesse voluto dirgli di non preoccuparsi.
E per la prima volta Mello rispose al sorriso sorridendo a sua volta. Certo non era un sorriso a trentadue denti, o dolce un decimo di quelli di Matt, ma riuscì comunque a trasmettere un po' di felicità al malcapitato rossino.
“Mello! Sbaglio o quello era un sorriso?”
Lo sbeffeggiò Mikami.
“sbagli bastardo. Era un ghigno, perchè oggi anche quello sfigato imparerà cosa significa vivere qui.”
Matt sapeva che non una sola parola di quelle uscite dalla bocca di Mello era reale ma non capiva perchè stava mentendo così spudoratamente.
“ehi pivello! Perchè te ne stai imbambolato a fissare Mello? Non hai ancora imparato che a lui non importa di nessuno tranne che di se stesso? Haha! Forza andiamo”
Per quel giorno il rossino non si vide per niente, come era stato poi per Mello il giorno prima.
Il biondino dal canto suo aveva suo malgrado passato quelle ora preoccupandosi per Matt e cercando di immaginare la sua reazione. Aveva anche cercato più e più volte di ricordare quella dell'altro ragazzo ma ogni tentativo si era concluso con null'altro che un terribile mal di testa.
Verso le otto di sera la serratura finalmente scattò e lo sguardo di Mello andò subito al rossino. Quello che vide lo lasciò sgomento.
Non tanto per le condizioni fisiche, simili alle sue la sera prima, ma quanto per quelle psicologiche.
Matt teneva la testa bassa, il mento attaccato al petto, i capelli sugli occhi, come se volesse nascondersi. Inoltre appena entrò nello scantinato cercò di coprirsi anche cn le braccia.
I lividi, i graffi e i vestiti in disordine accentuavano ancora di più l'orrore di quella visione.
“M-Matt...” sillabò a bassa voce Mello, gli occhi sbarrati come se per la prima volta vedesse e capisse realmente gli orrori che si perpetravano in quella casa.
Quando Mikami ebbe finito di legarlo e se ne andò, Mello uscì dalla sua gabbia e si avvicinò al rossino che nel frattempo si era rannicchiato in un angolo, le ginocchia strette al petto e la testa nascosta tra esse.
“M-Matt...” ripetè quasi imbambolato allungando timidamente una mano nella sua direzione.
“non guardarmi.” si limitò a dire Matt e Mello si bloccò improvvisamente, tornando alla realtà. “Mello ti prego vattene, non guardarmi.” iniziò a tremare. Il suo tono di voce era incredibilmente disperato ma non piangeva, probabilmente oggi aveva già finito le lacrime.
Il biondino ritrasse la mano. Aveva capito e se ne tornò nella sua gabbia.
Sapeva quanto poteva essere pesante l'umiliazione la prima volta e capiva perchè non voleva farsi vedere in quello stato.
Avrebbe voluto fare qualcosa ma per la prima volta si era ritrovato a non sapere cosa.
Non era riuscito a restargli indifferente, come con tutti gli altri e non era riuscito a consolarlo.

Si sentiva tremendamente impotente.

  
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