Fanfic su artisti musicali > Alice Nine
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Autore: Leuvia    24/09/2009    0 recensioni
" è solo un incubo..vero?" " avremmo dovuto dargli ascolto.." [tremors]
Genere: Comico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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"..andiamo via..perfavore "

Kohara lo stava fissando il terreno, nel momento in cui si generò il terremoto, e quindi s'accorse
subito del tremolio dell'auto di Shinji sotto di sè. Si scostò, seguito da Takashi, per mettersi
eretto - dato che poco prima era seduto sul bordo del cofano - ed entrambi gettarono uno sguardo
all'interno d'esso. Osservarono l'abitacolo che ondeggiava e poi tornarono a fissare il punto dove
era caduta la stecchetta del gelato: era ancora poggiata sulla sabbia, come ovvio, ma il terreno
sotto di lei iniziò pian piano a sbriciolare, come la sabbia che fluisce lungo i bordi di un fosso
scavato sulla spiaggia quando è troppo asciutta. Nao e tutto il resto del gruppetto intanto, si
erano accorti del terremoto, ma non inquadrarono la stecchetta, poichè questa, nel giro di pochi
secondi, venne risucchiata sotto terra attraverso il buco che aveva squarciato il terreno. " ma cosa
cazzo.." Takashi fece un passo, due, per avvicinarsi a quello squarcio - piccolo quanto un bicchiere -
e Kohara lo afferrò per il gomito intenzionato a seguirlo; Tremava ancora, la paura non era del
tutto passata, ma di certo nella sua testa non immaginava che gli esseri fossero dei mostri. La sua
visione di pericolo era incentrata su esseri umani cannibiali. Quindi non fece storie quando si
piegò accovacciato, per provare a vedere dov'era finita la stecchetta. Infilò una mano nel buco,
per curiosità - visto che non se ne fregava di riprendersi il legnetto - e appurò che il buco era molto
profondo. Non si avventurò oltre, tirò via la mano e alzò gli occhi neri sul viso del bassista.
Egli gli fece un musetto confuso. " bha.." Si alzarono, forse qualcuno lavorava sotto di loro per la
costruzione di qualcosa e la terra deve essere ceduta per lo sforzo o per l'umido o per chissà quale
altra ragione. Questo, ripetiamo, era la visione di coloro che non sapevano un emerito cavolo di
quello che c'era sotto i loro piedi. " era solo un terremoto.." rassicurò nao avvicinandosi al muretto
che lo divideva dai tre dipendendi del villaggio, appoggiandosi ad esso con i gomiti per aprire il portafogli
e completare il pagamento della loro cabina. Quei pochi gesti, risultarono quotidiani, e tranquilli, tanto
da far dimenticare per un attimo, a Ko, il pericolo. - anche se ammetteva di aver paura di qualsiasi persona si
avvicinasse ai suoi compagni - " bene, buona permanenza! divertitevi " la signorina fece battere tra
di loro i palmi per due tre volte e poi si congedò sparendo dietro la porta della piccola casetta
che c'era all'entrata del villaggio. I musicisti, escluso Tora, entrarono per raggiungere la cabina;
Tora doveva posare l'auto nel parcheggio dietro la casetta, e durante il tragitto, pensava al modo
più figo per fare fuori quelle persone, o comunque quella persona affamata. Non gli bastavano 7 persone?
Cacchio di carne ce n'era!

"..io non ci voglio stare qua.." il cantante tornò a lamentarsi non appena ebbe l'occasione di
farlo. Inoltre l'aver lasciato Shinji da solo, a posare l'auto, gli metteva addosso una paura
assurda. Era in pena per lui, ogni secondo che passava la sua tensione e preoccupazione aumentava,
rendendolo intrattabile. Immaginava cose orribili:' E se quell'essere - umano in testa sua, sia chiaro -
attacca bottone con Shinji? E se quello scèmo si va a fidare? E se viene divorato? '-
insomma tutte pippe mentali che gli si affollarono nella testa nel momento in cui riuscì a stendersi
sulla sdraio poggiata all'esterno della piccola casetta in legno. Era carina: nao la guardava tutto
contento del suo acquisto, mentre Takashi e Hiroto avevano già pensato a dove sistemare le loro cose.
Anche nella loro testa, il pericolo risiedeva in altre persone. " avanti kochan.." il batterista
affiancò il vocalist sedendosi su una bassa sediolina accanto alla sdraio. Appoggiò i gomiti
sulle ginocchia, incrociò le mani e sorrise, beato, come se tutta, ma davvero TUTTA la paura gli
fosse passata. Il cretino che si faceva problemi, per gli altri, era solo Kohara.
  
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