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Autore: whateverhappened    25/09/2009    4 recensioni
Può essere considerato un sequel della prima parte di "Viva Forever", ma non è necessario ai fini di questa fic la lettura dell'altra.
“No, ha ragione, è di ciliegie, è diverso.” rispose semplicemente, le braccia strette al petto e un'espressione di sfida in volto “Lo sciroppo di ciliegie è il preferito di Ted, quello di more per nulla.”
Bellatrix pareva diventare sempre più furiosa ogni momento che passava, la tensione era palpabile e chiunque non fosse stato una sorella Black in quel momento avrebbe voluto fuggire dalla cucina.
“Chi diavolo è questo Ted?!” gridò a quel punto Bellatrix, non più capace di trattenersi. Non era mai stata capace di mantenere un saldo autocontrollo, Andromeda lo sapeva bene, in quel campo le migliori erano lei e Narcissa.
“M-mio f-fratello...” balbettò Daisy, spaventata non poco dalla più grande delle sorelle Black. In fondo lei era una Tassorosso, non era affatto tanto coraggiosa da affrontare Bellatrix senza una nota di paura.
“...nonché mio ragazzo, sorellina.” concluse per lei Andromeda, il suo tono era ormai apertamente di sfida. Probabilmente era giunto il punto di rottura, non avrebbe più visto la sua famiglia e sua sorella, ma in fondo non riusciva ad esserne scontenta. Le dispiaceva solamente per Narcissa.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Black, Bellatrix Lestrange
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
- Questa storia fa parte della serie 'Drinks and Memories.'
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Sciroppo di Ciliegia









Secondo le leggi non scritte delle Cucine di Hogwarts l'accesso alle stesse era consentito solamente agli elfi domestici e, solo in rare occasioni, agli insegnanti. Mai gli studenti avrebbero potuto entrarvi, non senza una serie di permessi speciali che venivano forniti direttamente da Silente con l'approvazione di Bow, l'elfo domestico responsabile di quegli ambienti. Nonostante ciò tutti sapevano, e nessuno lo diceva apertamente, che per alcuni alunni la porta delle cucina non era chiusa dal lucchetto. Per la grande maggioranza di essi questo avveniva perché erano riusciti a corrompere qualche elfo, magari con la scusa di passar loro qualche bottiglia di Burrobirra, ma per Andromeda Black era tutto diverso.
La ragazza poteva accedere alle cucine semplicemente bussando e dicendo il suo nome, senza bisogno di pegni o minacce, in quanto grande amica di Bow. L'elfo, che secondo la sua condizione avrebbe dovuto obbedire ad ogni desiderio della giovane senza minimamente discutere, era stato colpito dalla gentilezza con la quale ella trattava ognuno di loro tutte le volte che capitava nelle cucine insieme a suoi compagni di casa. In un primo momento Bow aveva diffidato di lei, mai una Black avrebbe potuto essere così cortese con un individuo di razza inferiore quale era un elfo domestico, ma dopo qualche mese si era convinto della sua effettiva gentilezza.
Così in quel momento Andromeda si affaccendava sul tavolo dove normalmente lavoravano gli elfi, buona parte di volto e braccia coperte di farina e un sorriso gioioso sul volto. Accanto a lei la sua migliore amica, Daisy, mangiava tranquilla dei muffin che Andromeda aveva sfornato solo un'ora prima.
“Smettila, Daisy, non sono per te!” ripeté per l'ennesima volta, sbuffando, sul punto di fermare le fauci dell'amica con un Petrificus Totalus. Sapeva che se l'avesse fatto una volta tornata normale Daisy le avrebbe urlato contro che era una serpe esattamente come diceva lo stemma sul suo petto. Quando si alterava in quel modo Daisy diventava estremamente buffa e Andromeda si divertiva sempre parecchio, ricordandosene la Black ghignò istintivamente al pensiero delle risate che si sarebbe fatta, seriamente tentata di pietrificare l'amica.
“Se continui a ghignare così, sorellina, potrei cominciare a pensare che non sei un caso grave come credevo.” intervenne una voce proveniente dall'ingresso della cucina. Ad Andromeda non servì voltarsi per scoprire a chi appartenesse, la conosceva fin troppo bene.
“Bellatrix” salutò secca, mentre uno strano lampo attraversava rapido i suoi occhi.
“Poi però vedo che ti diletti in cose così... babbane – continuò l'altra, ignorando il saluto della sorella – e penso che ti stai perdendo sempre più. Frequenti compagnie così poco adatte a te e al nome che porti.” Bellatrix non si curò di nascondere uno sguardo di puro disprezzo a Daisy, una Nata Babbana.
“Penso di averti già detto che non questi non sono affari tuoi.” sibilò Andromeda fra i denti pur continuando a lavorare l'impasto che aveva fra le mani.
“Vedi, cara, per quanto tu voglia nasconderlo tu sei una Black. Non puoi far finta di non essere ciò che sei. Nemmeno facendo quella... cosa.” accennò all'impasto che Andromeda stava lavorando “Non mi pare che sia tuo compito cucinare, hai chi lo fa per te.”
“Hai ragione, ma mi diverto e mi rilassa. Anzi, mi passeresti lo sciroppo di ciliegia, per favore? É dietro di te!”
“Cosa?” Bellatrix parve sconcertata per un istante “Lo sciroppo di ciliegia?!” gli occhi della ragazza si erano pericolosamente assottigliati, ma Andromeda li ignorò.
“Esattamente. Capisco che tu non abbia la minima esperienza di torte...”
“Nemmeno tu dovresti averla, Andromeda, e lo sai. Quella cosa che stai facendo verrà uno schifo, non è un compito che ti compete.”
“Oh, peccato che Ted non la pensi così!” intervenne Daisy, che fino a quel momento era rimasta in silenzio ad osservare la discussione fra le due sorelle. Si morse immediatamente la lingua, capendo quanto fuori luogo fosse il suo commento in quel momento, e a conferma di ciò si guadagnò anche una buona gomitata dalla sua migliore amica.
“Cosa?” sibilò Bellatrix, assottigliando ancor di più gli occhi. Era minacciosa, non si poteva negarlo, e Andromeda sapeva bene quanto potesse essere pericolosa sua sorella quando si alterava.
“Niente, Bella, niente. Daisy parla sempre a sproposito, vero?” rispose a denti stretti Andromeda, calcando con forza sull'ultima parola.
“Oh sì, certo!” Daisy parve tirare un grosso sospiro di sollievo.
“Mi passeresti quello sciroppo, Bellatrix? Senza non posso andare avanti con la torta, serve a dare sapore.” sembrava che Andromeda avesse ritrovato la calma, ma sapeva bene che ormai la pietra della verità era stata scagliata, non sarebbe passato molto prima di dover confessare. Quando sarebbero state sole Daisy avrebbe in qualche modo pagato il suo non star mai zitta.
“Andromeda Black, smetti immediatamente di comportarti come una Mezzosangue qualunque. Sono stanca di vederti umiliare la nostra famiglia, il sangue che ti scorre nelle vene! Ci mancava solo questa uscita della cuoca provetta! - Bellatrix rise istericamente per qualche istante – Cosa credi che direbbe nostro padre se lo venisse a sapere? O nostra madre al pensiero di sua figlia intenta a perder tempo con Sanguesporco e sciroppo di more?!”
“Ciliegie” mugugnò Daisy, nuovamente incapace di tenere a freno la lingua.
“É lo stesso.” sibilò Bellatrix pericolosamente, senza distogliere lo sguardo dalla sorella.
“No, ha ragione, è di ciliegie, è diverso.” rispose semplicemente, le braccia strette al petto e un'espressione di sfida in volto “Lo sciroppo di ciliegie è il preferito di Ted, quello di more per nulla.”
Bellatrix pareva diventare sempre più furiosa ogni momento che passava, la tensione era palpabile e chiunque non fosse stato una sorella Black in quel momento avrebbe voluto fuggire dalla cucina.
“Chi diavolo è questo Ted?!” gridò a quel punto Bellatrix, non più capace di trattenersi. Non era mai stata capace di mantenere un saldo autocontrollo, Andromeda lo sapeva bene, in quel campo le migliori erano lei e Narcissa.
“M-mio f-fratello...” balbettò Daisy, spaventata non poco dalla più grande delle sorelle Black. In fondo lei era una Tassorosso, non era affatto tanto coraggiosa da affrontare Bellatrix senza una nota di paura.
“...nonché mio ragazzo, sorellina.” concluse per lei Andromeda, il suo tono era ormai apertamente di sfida. Probabilmente era giunto il punto di rottura, non avrebbe più visto la sua famiglia e sua sorella, ma in fondo non riusciva ad esserne scontenta. Le dispiaceva solamente per Narcissa.
“Cosa?” la mano di Bellatrix corse alla bacchetta “Ti sei fidanzata con un lurido Mezzosangue?!” strillò istericamente, mentre con velocità sorprendente Andromeda le pietrificava la mano in modo che non potesse lanciare incanti.
“Sì, direi di sì. E ti dirò di più, quando era ad Hogwarts era a Tassorosso!” pareva che Andromeda si divertisse a sfidare Bellatrix, sapeva che il dettaglio della casa di appartenenza di Ted non era affatto utile ai fini della discussione, ma sapeva anche quanto profondamente Bellatrix odiasse la casa di Tosca.
“Mi fai schifo.” disse solamente Bellatrix, voltandosi per uscire dalle cucine.
“Lo sciroppo, Bellatrix!” le disse Andromeda tranquillamente. Bellatrix si voltò lentamente, sul volto un'espressione di puro odio. “Oh, giusto. Il tuo sciroppo di more.” sibilò, afferrando con la mano ancora libera la bottiglia e lanciandola contro la sorella, che la scansò con facilità.
“Ciliegie, Bella, ciliegie.” le rispose calma, un ghigno dipinto su quelle labbra tanto simili a quelle della stessa Bellatrix.
Aveva ragione Bellatrix, lei era una Black e non poteva nasconderlo, e come ogni Black non sarebbe tornata sui suoi passi. Aveva fatto la sua scelta, e l'avrebbe difesa fino alla fine.














Questa storia è stata scritta per il tema “Sciroppo di ciliegia” della tabella sulle bevande del Seven for Side, così come Viva Forever era stata scritta per il tema “Burrobirra”.
   
 
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