all'aragosta che ha avuto il coraggio di distruggere tutto,
ma perlomeno la voglia di scrivere è rimasta intatta...
Odio l'altalenante andamento delle aragoste, un passo avanti e tre indietro,e tu non sei altro che un aragosta giovane e veloce a tornare al punto di partenza, lasciandomi sempre più perplessa con in mano un pugno di mosche che a nulla portano se non a decine di se e dubbi esistenziali che minano fortemente la maschera che porto, facendo apparire qualcuno che vorrebbe autostima, forza e sicurezza ma che non riesce a raggiungere.
La capacità di distruggere ogni volta la maschera che nasconde la vera me, o sparisce, o viene cambiata con un'altra ancora più impenetrabile solo per proteggermi, o per controllare ogni mia emozione, per non permetterti di conoscermi troppo.
Essere superficiale è forse la sola grande soluzione per essere come gli altri si aspettano io sia, quando le parole ti trapassano come spade affilate e tu continui a fingere che tutto vada bene mentre il tuo Io vorrebbe urlare dal dolore, dalla rabbia e dalla voglia di rivalsa per una vita che ti va stretta. Non sono poi cambiata così tanto da quella bambina che urlava a gran voce la verità, fingendo di essere forte, ma che aveva paura di ogni cosa, anche della sua ombra e che è riuscita ad arrivare fino a qui con decine di ferite mal curate, nascoste da cerotti che le rendono invisibili a vista ma che rimangono e limitano ogni cosa.
La stessa bimba è ancora viva e vegeta e aspetta solo che qualcuno riesca a scalfire il guscio. Forse è proprio questo che mi spaventa. Hai la capacità di farlo e lo fai se non dopo tornare indietro, e in quel lasso di tempo un altro guscio appare pronto a difendersi dagli attacchi.
E la storia ricomincia all'infinito fino a che non arriva il crollo distruttivo, come sempre, in cui siamo solo io e me stessa a curarci le ferite che tu procuri, per poi rialzarci convinte che non ti lasceremo più farci male mentre sappiamo che accadrà di nuovo ogni volta.
kikka