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Autore: Kastania    31/05/2005    1 recensioni
*COMPLETO* Un'altra FF su "Il fantasma dell'Opera"...un po' più cupa della precedente,sicuramente più interessante (a parer mio,ovviamente)
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 19: LA LUNGA ATTESA

CAPITOLO 19: LA LUNGA ATTESA

 

 

Dio ha donato lo spirito di ali, perchè volassimo nel firmamento immenso di amore e libertà. Quanto è meschino mozzare le ali con le proprie mani e lasciare che lo spirito strisci come un verme sulla terra.

Kahlil Gibran

 

 

Non fu facile spiegarlo ad Erik.

Impaziente, lui avrebbe voluto affrettare i tempi,partire subito.


Quel bastardo riesce a metterci i bastoni fra le ruote anche involontariamente!! Pensò con rabbia.

 

Christine aveva dovuto sfoggiare tutta la diplomazia di cui era capace,per convincerlo a calmarsi e a rimanere.

Aveva sollevato su di lui occhi supplichevoli ,imploranti.

Capisci Erik non posso! Non posso soltanto scomparire,te l’ho già spiegato!! Rimarrò qui fino al suo ritorno.. ti prometto che gli parlerò subito. Senza indugi. Quella sera stessa ce ne andremo.”

 

Non ebbe risposta,solo un silenzio rabbioso.

 

Si erano incontrati nella stessa macchia di bosco della notte precedente.

Christine sospirò,ed appoggiò la testa sul petto di Erik, ascoltandone il battito irregolare. Era arrabbiato,e teso.

Cercò di blandirlo.

 

“E nel frattempo..gli sorrise maliziosa.

“Verrai ogni notte alla villa. E passeremo almeno qualche ora insieme. Non è molto,ma dopo mesi di separazione non posso pensare di non vederti più nemmeno per due settimane.”

 

Erik si irrigidì.

“Sei impazzita? Ho tenuto d’occhio la villa per giorni,prima di avvicinarti. Ci sono dozzine di servitori che vanno e vengono ad ogni ora del giorno. Come..”

 

Lei gli serrò la bocca con un bacio.

“Certo sarebbe difficile se io rimanessi a dormire nella stanza al piano superiore,con Meg..ma vedi,oggi pomeriggio abbiamo messo in scena una bella litigata davanti a più di metà della servitù.”ammiccò divertita al racconto di quell’innocente astuzia femminile.

“Immagino che non abbia insospettito nessuno il fatto che, furibonda,abbia chiesto di farmi preparare una delle camere degli ospiti,per stanotte…precisamente quella sul retro. La quale,per combinazione, dà sulla terrazza… insomma,non ti dovrebbe essere difficile scivolare attraverso la finestra alla sera ed uscire alla mattina.. Famigerato Fantasma!”

 

Risero entrambi di gusto alla facezia,ed Erik smise di essere arrabbiato.

Qualunque guaio combinasse,quella piccola peste riusciva a farsi perdonare!

 

 

E così fecero.

Ogni notte,con la protezione dell’oscurità, Erik si introduceva furtivo nella villa,e seppelliva la propria angoscia fra le braccia di Christine,fino al mattino.

All’alba la prudente Meg,dal sonno leggero, bussava di nascosto alla loro porta,per avvertirli.

Immediatamente Erik scivolava fuori dalla casa,il cuore pieno di rimpianto,mormorando silenziose preghiere affinché la nuova notte calasse il più presto possibile.

Non viveva che per quelle poche ore.

 

Arrivavano sporadiche,brevi missive da parte di Raoul.

Erano già passate due settimane,ed il ragazzo non accennava ancora ad un ritorno.

 

Erik era a dir poco furibondo.

Ogni giorno spiava la villa, nascosto nell’ombra come solo lui era in grado di fare.

Ogni giorno la servitù si affaccendava per la villa, preparando ogni salone, ogni terrazza,ogni remoto angolo dell’ampio parco in previsione del giorno delle nozze.

Giungevano numerose carrozze,ognuna con il suo stemma blasonato,a consegnare pacchi e pacchetti, i regali di nozze per la coppia di novelli sposi. 

 

Tutto questo gli dava una sensazione di nausea,di capogiro…soprattutto vedere come Christine sembrasse completamente indifferente a tutto questo trambusto, come si comportasse in modo assolutamente naturale. Era davvero straordinaria nel recitare,bisognava riconoscerglielo..ma il dubbio che non si trattasse di finzione lo aveva sfiorato più di una volta.

 

Se alla fine Christine ci avesse ripensato?

Nessuno a parte Meg era stato messo al corrente del suo ritorno…di quanto era accaduto fra loro.

Se dopo tutto… avesse cambiato di nuovo idea?

Quella era un’idea che non gli dava requie.

 

Certo,in quel caso avrebbe avuto la sua vendetta.

Ma a quel punto,che importanza avrebbe potuto avere?

 

La vendetta,potente pulsione che lo aveva fatto sentire vivo per lunghissimi anni di fredda solitudine, gli sembrava ora soltanto uno stupido artificio,non un sentimento capace di infiammare le vene,il cuore.

Questo perché un nuovo sentimento fluiva liberamente in lui,ora.

Qualcosa che non aveva mai assaporato,e da cui ora sapeva di dipendere come un neonato inerme.

 

 

 Senza di te che cosa sarei stato?

Senza di te che cosa non sarei?

Destinato a paure e smarrimenti,

solo mi sentirei nel vasto mondo.

Non amerei più nulla con certezza,

sarebbe un cupo baratro il futuro;

se nel profondo il cuore si turbasse,

a chi potrei svelare la mia pena?

Solo, da amore e nostalgia consunto,

non dissimile il giorno dalla notte

mi sembrerebbe; e seguirei con caldo

pianto il corso selvaggio della vita.

Troverei nel tumulto inquietudine,

dentro la casa angoscia disperata.

Chi reggerà senza un amico in cielo,

chi reggere potrà qui sulla terra?

                                                    Novalis

 

 

Una notte,mentre riposavano esausti,allacciati strettamente l’uno all’altra, aveva trovato il coraggio di raccontarle del suo piccolo trucchetto nel confessionale!

Quanto si era arrabbiata Christine!

Lo aveva pizzicato, morsicato, schiaffeggiato..per gioco certo,con una certa furia infantile che lo aveva deliziato.

 

Gli  piaceva quell’atmosfera intima e giocosa che oramai aleggiava fra loro, quel tipo di quieta armonia che solo gli innamorati amano e comprendono fino in fondo.

Quella sensazione lo faceva sentire uomo, non più solo e disperato,ma amato e protetto.

Non lo avrebbe mi creduto possibile.

 

Il problema è che un tale squisito incantesimo non poteva durare per sempre.

In ogni fiaba arrivava il momento in cui la magia si spezzava, in cui il protagonista doveva pagare il fio per la felicità assaporata… ed Erik temeva l’arrivo di quel momento con tutto stesso, benché cercasse di negarlo.

 

 

 

  
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