CAPITOLO_4°
FUGGITA
«Mio Dio: come
sei cinico!» si lamenta scherzando un uomo.
L’uomo in nero
lo guarda: non c’è espressione nei suoi occhi, prova un’indifferente calma nel
raccontare come è morto lo spacciatore e quasi fa paura al resto delle persone
riunite oziosamente nella stanza.
«A volte mi
chiedo se sei sempre stato così» continua quello che sembra essere il capo o
almeno il più importante del gruppo.
«No, non credo…
ma
ora sono così» risponde lui infastidito.
«È anche
permaloso…» osserva uno del gruppo guadagnandosi dall’uomo in nero uno sguardo
che gli fa gelare il sangue nelle vene.
«Ah Giulio,
Giulio: così fai innervosire il nostro amico!» dice il capo «Tieni per te
questi commenti» lo minaccia poi e quello si zittisce spaventato.
Per alcuni
secondi regna uno strano ed irreale silenzio interrotto dall’improvvisa
irruzione nella stanza di un uomo.
«Signore!»
chiama allarmato ed affaticato «È fuggita!»
Il capo sbuffa
irritato.
«Spiegati
meglio!» gli ordina.
«La ragazza,
Luisa, è fuggita… stanotte»
«Come?!?!» urla
quello scattando in piedi furibondo e l’altro scuote la testa.
Il capo guarda
l’uomo in nero.
«Dimmi: sai che
fine ha fatto Rita?» gli chiede con rinnovata calma.
Quello annuisce.
«Allora sai cosa
fare: vai!» gli ordina e l’uomo in nero si alza.
«Un ultima cosa»
lo blocca il capo «Non fallire, Hector!»
L’uomo in nero,
Hector, annuisce meccanicamente ed esce dalla stanza pronto ad entrare in
azione ancora una volta.
«Fatela
portare via…» diede ordine Luca; poi si avvicinò ai suoi uomini.
«Allora
era questo quello in cui era coinvolto: droga» osservò Raffaele guardando gli
ultimi pacchi da un chilo che venivano portati via.
«Si…
è probabile che avesse deciso di mettersi in proprio, con tutta la droga che
c’era…» congetturò Ale.
«Non
mi sembra che i superiori abbiano gradito tanto…» commentò Anna.
«Sì,
ma questo non ci aiuta un granché» disse pratica Elena «Siamo arrivati a giochi
conclusi… e non credo che qui troveremo indizi per risalire ai fornitori
dell’uomo…»
Purtroppo
aveva ragione.
Il
telefono di Luca squillò facendolo quasi sobbalzare.
«Si?
Ugo, dimmi… sì… va bene: mando subito qualcuno»
«Che
succede?» chiese Anna.
«Una
ragazza è stata portata in ospedale da un uomo che l’ha trovata per strada
svenuta. È ferita, probabilmente è stata picchiata. Ci andate tu ed Elena?»
Le
due ragazze annuirono.
«Se
ci sono novità…»
«Vi
informeremo» concluse Luca salutandole con un sorriso.
«L’hanno
portata qui questa mattina» spiegò un’infermiera alla due poliziotte.
«Ha
subito violenze?» chiese Anna.
«No…
ma ha lividi su tutto il corpo…»
Entrarono
nella stanza della giovane.
«Non
so se può esservi d’aiuto, ma durante il sonno ha più volte fatto il nome di
una certa Rita»
Elena
ed Anna si guardarono in volto folgorate
da quel nome: Rita, come la ragazza uccisa. Era una semplice coincidenza?
Proprio in quel momento la giovane si svegliò. Le due donne si avvicinarono.
«Buongiorno»
cominciò Anna «Noi siamo della Polizia…»
Gli
occhi della ragazza sembrarono animarsi.
«Finalmente…»
sussurrò stanca «Ci sono riuscita…»
«Di
cosa parla?» chiese Elena.
«Mi
avevano rapita… ma sono riuscita a scappare»
«Chi?»
«Non
so chi fossero… si sono sempre fatti vedere con i passamontagna…»
«Sai
perché ti hanno rapita?»
«Traffico
di donne credo. Ho sentito che volevano venderci ad un tizio…» spiegò, ma
sembrava ancora molto confusa.
«Aspetti!
Aspetti! Ci racconti tutto d’accapo. Anna chiama Luca: la Fortuna sta girando
finalmente dalla nostra parte!»
Anna
si affrettò ad uscire e compose il numero telefonico.
«Pronto?»
«Luca?
Anna. Ascolta: vieni subito in ospedale e porta anche Ale e Raff. La Fortuna
finalmente si è accorta del X Tuscolano!»
«Arriviamo
subito!» fu la risposta un po’ perplessa del commissario.
«Il
mio nome è Luisa Martini, ho 17 anni ed abito nella periferia Nord di Roma.
Sono stata rapita… che giorno è oggi?» chiese confusa.
«Il
10 Aprile» la informò gentile Luca.
«Il
10… Allora sono… 3 mesi. Una sera, dopo un party, stavo tornando a casa quando
due uomini con i passamontagna mi hanno presa, bendata, imbavagliata e caricata
su un furgone. Quando ho potuto di nuovo vedere ero in una stanza buia e
polverosa insieme ad una decina di ragazze più o meno della mia stessa età. Con
il passare dei giorni il numero è aumentato: prima di fuggire eravamo circa 30.
È lì che ho conosciuto Rita»
«Rita?
Rita Diana?» chiese Ale sorpreso.
La
ragazza annuì.
«Lei,
oltre a me, era l’unica che avesse la voglia di ribellarsi, di provare a
fuggire; le altre avevano già perso le speranze. Abbiamo provato ad ascoltare
ciò che dicevano gli uomini: parlavano di venderci a qualcuno e poi di un
traffico di droga… e… di un tizio… qualcuno che stava esagerando e che
bisognava fermare»
Luca
ebbe un brivido. Droga? Un uomo da uccidere? Era un’altra coincidenza? O forse…
era fin troppo bello per essere vero… eppure…
«Quando
ne abbiamo capito abbastanza io e Rita abbiamo deciso di fuggire. Lei però si è
fatta scoprire e…»
Gli
occhi le si riempirono di lacrime e Raffaele le porse un fazzoletto.
«Scusate…
Rita è stata l’unica consolazione in quei tre mesi tremendi.,.. per questo
quando è morta mi sono convinta a portare a termine ciò che avevamo progettato.
Ci sono voluti giorni e notti, ma alla fine sono riuscita a scavare un tunnel e
a scappare. Ora credo che si saranno accorti della mia assenza…»
«Di
questo non deve preoccuparsi: metteremo un piantone fisso davanti alla porta
della sua stanza. Non le accadrà nulla» la rassicurò Luca e la ragazza sorrise,
ma aveva qualcosa di triste negli occhi.
«Piuttosto»
continuò Anna «Dobbiamo avvertire qualcuno, i suoi genitori?»
Gli
occhi di Luisa si illuminarono per qualche istante, poi prese carta e penna che
si era fatta portare e scrisse un numero telefonico.
«Credo
che li troverete a casa» li informò con voce ancora stanca.
Gli
agenti sorrisero felici di come si fosse risolta la situazione.
«È
sempre bello vedere una famiglia che si ritrova!» esclamò felice Anna.
«Sì…»
la assecondò Luca impegnato a riflettere sulle parole di Luisa.
«Luca?!
Mi stai ascoltando?!» chiese lei offesa.
«Sì…»
fu la noncurante risposta.
«Già…
e domani pensavo di salire sul tetto del palazzo e buttarmi giù per vedere se
riesco a volare…» disse aspettando una reazione.
«Si…
cioè no! Ma che cavolo dici Anna!»
«Era
l’unico modo per attirare la tua attenzione!» si giustificò la ragazza ridendo
per l’espressione sul volto del commissario «A che pensavi?»
«Alle
parole di Luisa… Quelli che l’hanno rapita hanno avuto delle controversie con
qualcuno che spacciava droga fornita da loro e che stava alzando un po’ troppo
la cresta…»
«Pensi
ad Albino?»
Il
commissario annuì.
«Non
credo sia solo una coincidenza…» spiegò.
«Quindi
se prendiamo i rapitori di Luisa e Rita troviamo anche gli assassini dell’uomo…
due piccioni con una fava: comodo» commentò Anna «Hai idea di come fare?»
chiese poi.
«Forse…
prima bisogna che io chieda una cosa a Luisa»
I
due entrarono in ospedale ed incrociarono i signori Martini che stavano
uscendo.
«Ah
signori Martini! Come sta vostra figlia?» chiese cortese Anna.
«Ora
bene… grazie a voi» disse la madre con gli occhi lucidi.
«Se
non fosse stato per voi… non potremmo mai ringraziarvi abbastanza» continuò
l’uomo stringendo la mano di Luca.
«Dovere»
rispose il commissario, poi lasciò che i coniugi andassero via e si avviò con
Anna verso la camera della giovane.
«Se
non sbaglio anche Raffaele dovrebbe essere qui» disse Anna pensierosa.
Ma
appena voltarono l’angolo videro il collega steso per terra svenuto.
«Raffaele!!»
urlarono i due poliziotti correndo verso il collega.
Anna
gli si inginocchiò accanto sollevandogli la testa: si accorse che perdeva
sangue.
«Oddio
Luca: perde sangue!» urlò mentre l’altro entrava nella stanza pregando di
sbagliarsi su ciò che aveva pensato. Quando uscì il suo volto era pallido, gli
occhi lucidi. Guardò Anna che incrociò il suo sguardo.
«L’hanno…
l’anno uccisa… Anna… e Raffaele?»
«È
ferito» disse lei respirando affannosamente «Un medico! C’è bisogno di un
medico! Aiuto!» urlò poi spaventata man mano che si rendeva conto della
situazione. Ad un tratto un rumore proveniente dalla fine del corridoio bloccò
la sua voce.
«Anna!
Sono ancora qui!» le urlò Luca, poi prese a correre nella direzione dalla quale
proveniva il rumore.
Corse
per alcuni corridoi senza vedere nessuno tranne medici, infermieri o pazienti;
poi scorse qualcuno, un uomo con un passamontagna.
«Fermo!»
gli urlò, ma ebbe appena il tempo di farlo che questo, voltatosi, gli puntò la
pistola contro e sparò.
Luca
ebbe appena il tempo di rendersene conto che sentì un dolore tremendo alla
spalla, la stessa spalla dell’ultima volta. Si accasciò a terra senza emettere
fiato e tentò di toccarsi la ferita sanguinante mentre l’uomo si avvicinava
sicura e con la pistola puntata. Si fermò a pochi passi dal commissario, la
pistola sempre impugnata; i loro occhi si incrociarono: quelli scuri dell’uomo
in quelli verdi di Luca e per un attimo il commissario credette
di vedere qualcosa di più dell’esteriore freddezza che traspariva. Caricò la pistola e la puntò verso la testa
di Luca. Il ragazzo deglutì: stava per svenire, le immagini cominciavano a
farsi sfocate, i suoni si allontanavano; credette che
fosse davvero giunta la sua ora quando un suono sembrò riportarlo alla vita.
«Hector
vieni via! Hector ci sono agenti ovunque!» urlò qualcuno che Luca non vide.
L’uomo
in nero rimase fermo per qualche istante, indeciso sul da farsi, poi abbassò
rapido la pistola e corse verso l’uscita. Non seppe se per la ferita o per lo
spavento, ma Luca svenne e l’ultima cosa che sentì fu un rumore in lontananza…
forse una voce…
«Luca…?
Sentì…? Avanti…»
Una
voce destò Luca dal mancamento in cui era caduto. Riaprì lento gli occhi
chiedendosi se gli fosse sempre costato tutto quello sforzo e voltò lo sguardo
verso la voce che aveva sentito.
«Anna…»
sussurrò stanco.
La
ragazza si voltò verso di lui, gli occhi ancora lucidi, il volto pallido, un
po’ trascurato e le labbra rosse di quando piangeva. Provò a sorriderle.
«Luca!»
esclamò lei con rinnovate lacrime «Io… pensavo… ho creduto…»
«Ora
va tutto bene» provò a rassicurarla lui.
Lei
lo strinse a se ignorando i tubi ed il debole lamento di Luca; solo pochi
istanti dopo il ragazzo riuscì a mettere a fuoco la situazione.
«L’hanno
uccisa!» gridò facendo sobbalzare Anna «Luisa è morta!»
L’ispettrice
annuì triste.
«E
Raffaele… lui era ferito… perdeva sangue… era a terra…» continuò balbettando
mentre la paura cresceva man mano che i ricordi si faceva più nitidi.
«Ah
Raffaele… non devi preoccuparti… lui…»
«Voglio
vederlo!» la interruppe lui con ansia; poi senza più ascoltare la collega si
alzò, si tolse violento la flebo e corse fuori: aveva paura che Anna gli stesse
mentendo per non agitarlo, che Raffaele stesse male… o peggio…
«Luca!»
lo chiamò la ragazza preoccupata.
«Raffaele!
Raffaele!» urlò il commissario guardandosi intorno senza vedere l’amico «Anna
dov’è?! Dov’è Raff?!»
«Vuoi
calmarti?! Eccolo!» disse Anna indicando il collega che aveva appena svoltato
l’angolo; aveva una sottile fasciatura alla testa, ma per il resto sembrava
stare meglio di prima.
Luca
tirò un sospiro di sollievo; poi la spalla gli diede una fitta tremenda ed
impallidì vedendo che perdeva di nuovo sangue.
«Luca!»
urlarono insieme Anna e Raff vedendo il collega sanguinare. Lo riportarono in
stanza e l’infermiera rimise la flebo al braccio.
Quando
si riprese Ale e Raff erano accanto a lui.
«Anna
ha detto che se ti azzardi di nuovo a muoverti ti attacca con le manette… e tu
sai com’è quando si arrabbia» scherzò l’ispettore.
Luca
sorrise.
«Cosa
stai?» gli chiese.
«Mmh…
tutto a posto» giudicò tastandosi la testa «Piuttosto te: che cavolo ti passa
per la testa? Strapparti la flebo e correre in corridoio!»
«Io…
non ti ho visto… e ho pensato che Anna non mi stesse dicendo la verità per non
farmi preoccupare…»
Questa
volta fu Raffaele a sorridere.
«Sta
calmo: è tutto ok…»
In
quel momento Elena entrò nella stanza.
«Ohi
Luca! Ti sei svegliato! Come va?»
«Mmh…
bene direi» rispose lui imitando i gesti che aveva fatto il collega poco prima.
«La
scientifica ha appena ricostruito la scena dell’omicidio. Erano in due, hanno
aspettato che in corridoio finisse il giro degli infermieri e poi hanno agito:
prima hanno colpito Raff, poi la guardia; infine hanno ucciso la ragazza»
concluse con una nota di dolore.
Anche
gli altri ebbero un moto di rabbia: avevano ucciso la ragazza sotto i loro
occhi, in più dopo che sembrava essersi sistemato tutto… che aveva rivisto i
genitori… che l’odissea sembrava conclusa.
«Scusate»
intervenne Anna, che era appena entrata «La scientifica ha trovato questo,
dovreste leggerlo» disse porgendo un biglietto ad Ale.
Quando
arrivò nelle mani di Luca, questi lesse ad alta voce.
So
che se leggerete questo messaggio io sarò morta e so che morirò presto: sono
troppo bravi per potermi tenere in vita e troppo organizzati per perdere tempo,
quindi vi lascio questo messaggio perché so che non vi parlerò più. Non potete
fermarli solo con indagini e tentativi (senza offesa). Avete bisogno di
qualcosa di concreto, sicuro, di qualcuno che sappia come funzionano le cose
nella banda. Il prossimo mese, il 24, al porto ci sarà uno scambio: droga con i
soldi di una rapina. Sarà di sera… di solito è così. Ci sono voluti giorni per
procurarmi quest’informazione… vi prego di non gettarla al vento…
Dite
ai miei genitori che li voglio bene e gliene vorrò sempre… grazie…
Luca
sospirò. Lei era consapevole di ciò che stava per accadere e anziché avvertirli
aveva preferito informarli di quanto sapeva sulla banda. Gli si strinse il
cuore ed un senso di amarezza ed impotente rabbia lo travolse: non avrebbe
sprecato l’opportunità che Luisa aveva loro offerto.
«Luca
che si fa?» chiese Anna.
«Un
infiltraggio!» rispose serio il Commissario.
***
Lo spazio dell’autrice
Salve a
tutti!! Vi ho fatto attendere, eh?? Perdonatemi ma la scuola mi stressa!!=_=
Cmq… Cosa vi sembra?? Vi ho fatto spaventare di nuovo? Povero Luca, l’ho messo
in un bel casino! Ed anche Raff… beh una volta per uno no?? Hihihi… a parte gli
scherzi… ora sapete che il nome dell’uomo in nero è Hector… ma vi prego non
ditemi che avete capito! Restate in dubbio ancora un po’… tanto tra poco il
mistero verrà svelato!!
Intanto
passo a ringraziare:
Luna95 -^^- *me
emozionata* Felice di spere che ti piace… e per quanto riguarda il documentarsi…
Beh, senza impegno, eh?! Solo se ti fa piacere! XD Grazie x il tuo sostegno!!
Che te n’è parso di qst capitolo? Mi sono impegnata x farlo un po’ più giallo…
Beh, alla prossima!
Uchiha_chan Qnd dici che alcuni personaggi è come se
trasudassero terrore ti riferisci all’uomo in nero eh?? O meglio Hector che
sarebbe il suo nome! Questa volta la linea gialla ho provato a farla più
avvincente… ci sono riuscita? Spero ti sia piaciuto… alla prossima!
Dani85 Felice della tua lunghissima recensione! *Occhi
luccicanti* Anch’io sono fiera del pezzettino iniziale sull’uomo in nero dello
scorso cap: credo sia il riuscito meglio! Poi capirai come e per “colpa” di chi
fa quello che fa… e… non posso anticipare nulla anche se… nono devo stare
zitta!! Per i possibili sviluppi tra Ale ed Elena… bisogna aspettare ancora un po’…
Concordo con te per la preferenza della coppia Luca/Anna (li adoro troppo
*___*) E per loro… vedrai, vedrai… ^^. Non scusarti x la curiosità… anch’io
sono molto curiosa!! Questo capitolo ha chiarito qlcs di più?? Come ti è
sembrato?? Alla prossima!! Un bacio.
Tinta87 Mille grazie ancora x i complimenti! Credo di
essermi rifatta x quanto riguarda la linea gialla e d’azione, no?? Cos’è che
hai capito?? Anzi no non dirlo… lo darai quando svelerò tutto… dovrei tenere la
bocca chiusa… ^^’’’ Cosa te ne pare di qst capitolo?? Un bacio!!
Nel
prossimo capitolo, AMONG THE MEN IN BLACK,
le cose si faranno più… pericolose e… romantiche… (chi vuole intendere
intenda…) e… vedrete ok?? Un bacio a tutti ed un ringraziamento a tutti coloro
che hanno letto!! Alla prossima un bacio!
La vostra
Alchimista!