ATTENZIONE! Questa settimana ho pubblicato 2 capitoli! Hai già letto il capitolo 40. Fiamme nel cielo?
Epilogo
Priscilla era seduta a un piccolo tavolino situato in disparte all’interno di un anonimo bar. Aveva scelto quella posizione per poter tenere d’occhio il resto del locale mentre sorseggiava il suo drink, ma a quell’ora non c’era molto da osservare, solo un paio di clienti che si facevano i fatti loro e uno schermo su cui venivano mostrate le ultime notizie.
Lei stessa era sola, e non poteva negare che questo le causasse un certo dispiacere. Dopo aver saputo che Ulin’dir e Jérémy erano morti, Yalina e Thiago avevano deciso di lasciare a loro volta il gruppo, sancendo la fine del Branco. L’anfibiana non poteva biasimarli, ma avrebbe sentito la loro mancanza, così come sentiva quella di tutti i suoi passati compagni.
Qualcuno entrò nel locale: un’insettoide con un elegante paio di occhiali da vista e una lunga gonna. La nuova arrivata si diresse proprio verso il tavolo a cui sedeva l’ormai ex leader del Branco.
«Salve, mia cara. È sempre un piacere incontrarti qui. Come stanno i bambini?»
L’anfibiana riconobbe la frase in codice. «Salve, Mowatalji. Anche per me è un piacere.»
Il mutaforma ordinò qualcosa da bere, poi l’attenzione di entrambi venne catturata dal notiziario.
«Lo scontro fra titani continua sulle Lune di Nilmiri» narrò la voce fuori campo, forse di un giornalista. «Il pirata Barbanera ha distrutto buona parte dei territori controllati dall’ex generale della SAF Aryabhatta Reïa, il quale però mantiene il controllo sui centri nevralgici e sulle infrastrutture energetiche.»
«Notizie da Junjie?» chiese Priscilla.
L’altro scosse il capo. Ringraziò il robot che gli aveva portato il suo drink, quindi proseguì: «Barbanera è troppo impegnato per fornirgli qualsivoglia supporto, ma questo scontro potrebbe comunque giocare a suo favore.»
«Lo spero. Sarebbe un bel vantaggio per noi avere il controllo sulla Rete del Burattinaio.» L’anfibiana sollevò il suo bicchiere. «Alla fine degli Eletti.»
Il mutaforma brindò con lei: «Alla fine degli Eletti.»
***
La cerimonia si tenne nelle terre dei faunomorfi, e sarebbe stata ricordata come l’inizio di una nuova era per Raémia. Tutte le persone più influenti del pianeta si erano riunite per quell’evento storico: l’incoronazione dei primi sovrani terreni dopo secoli di egemonia degli dei.
Ogni regnante avrebbe avuto giurisdizione sulla propria specie – con qualche eccezione –, e la sua carica sarebbe durata per tutta la vita, a quel punto un successore sarebbe stato scelto dai rappresentanti del suo stesso popolo.
Ad assistere alla cerimonia c’era anche Shamiram. Per l’occasione aveva scelto un lungo ed elegante abito rosso, non così sfarzoso da “sfidare” i completi dei sovrani, ma comunque di ottima fattura per essere stato realizzato dai locali. Dopo essere quasi morta sulla New Queen Anne’s Revenge, l’umana aveva deciso di ritirarsi su Raémia, un po’ per stare alla larga da Barbanera e dai suoi pirati, ma anche per avere la possibilità di studiare quel pianeta così ricco di magia.
Shamiram osservò con attenzione i nuovi regnanti, ognuno con indosso abiti solenni e ricercati che mettevano in risalto le loro diverse culture. Si trovavano su un alto palco, e da lì salutavano la processione di persone di ogni specie giunta per porgere loro omaggio.
«E così quel ragazzino è riuscito non solo a vendicarsi degli dei, ma anche a diventare re. Non c’è che dire: è proprio mio nipote!» Quando Loki, padre di Hel, aveva saputo che Shamiram intendeva recarsi su Raémia, non ci aveva pensato due volte a seguirla, e quella cerimonia non era che una gradita sorpresa.
La strega prese la mano del dio degli inganni e gli rivolse un sorriso carico di significati, poi puntò il suo sguardo proprio su Havard, il nuovo re degli orchi, dei goblin e dei troll. Il figlio di Hel aveva accolto con favore il ritorno dell’umana, certo che la sua esperienza sarebbe stata molto utile per aiutare gli studiosi come Zabar a comprendere e sfruttare al meglio la magia grezza del pianeta. Il demone tra l’altro sedeva proprio accanto alla strega sulla tribuna d’onore, dalla parte opposta rispetto a Loki, ma in quel momento tutte le sue attenzioni erano rivolte al pallido.
Shamiram si concentrò poi su Pentesilea, figlia di Demetra, ora regina dei faunomorfi e degli elfi oscuri. Il fatto che i due semidei avessero il controllo delle aree centrali dei due continenti poteva essere una coincidenza, ma era anche estremamente utile per tenere sotto controllo le eventuali – per non dire probabili – mire espansioniste dei futuri regnanti.
Gli altri re e regine erano stati scelti per la maggior parte fra le persone giunte al summit nelle terre degli orchi: la strega aveva riconosciuto subito il ricchissimo sauriano ora re del suo popolo e dei dragonidi, l’anziano treant, il guerriero umano e l’insettoide, unica regina oltre a Pentesilea. Anche l’elfo che aveva lasciato il summit per timore della guerra era riuscito a farsi eleggere sovrano degli elfi chiari.
I sette erano affiancati dai re scelti dagli altri popoli, a dimostrazione che tutti avevano accettato il nuovo ordine globale: un nano dalla lunga e folta barba, un imponente teriantropo con la pelliccia sfregiata da numerose cicatrici, e un alto anfibiano dal fisico slanciato.
Shamiram aveva sottolineato l’assenza di un re dei demoni, ma Havard le aveva spiegato che i demoni erano sparsi ovunque in entrambi i continenti, quindi sarebbe stato estremamente problematico nominare un sovrano e assegnargli dei territori, così come avere un re privo di terre.
In ogni caso il consenso verso i nuovi regnanti era solido e diffuso, fatta eccezione per qualche gruppo ostile, come suggeriva l’ampio dispiegamento di guardie armate. Tra loro non c’era Spartakan: stando a quanto le aveva riferito Zabar, il figlio dell’inferno se n’era andato già da qualche settimana per intraprendere il suo viaggio solitario alla scoperta del mondo.
Quello che Shamiram non sapeva era che, oltre ai prevedibili nemici rimasti fedeli agli dei e agli anarchici contrari ai nuovi regnanti, c’era un’ulteriore minaccia che tramava nell’ombra.
«Ancora niente?» domandò l’uomo, un faunomorfo dalla carnagione pallida e gli occhi rossi.
Il suo compagno, un umano, scosse il capo. «Niente. Forse la Luna Nera è in una zona di interferenza. Riproverò tra un po’.»
Il faunomorfo annuì. «Beh, intanto continuiamo come previsto. Se Lilith vorrà venire qui, dovremo essere pronti.»
***
«Io vado, ci vediamo oggi pomeriggio» affermò Tenko.
Sigurd le diede un rapido bacio. «Buona giornata.»
«Anche a te» gli sorrise la demone prima di uscire.
La giovane prese l’ascensore per arrivare al piano terra, uscì dal portone automatico e poi attese un veicolo a guida autonoma. Tutte quelle tecnologie erano state un’enorme sorpresa quando le aveva viste per la prima volta, ma ormai ci stava facendo l’abitudine.
Arrivata all’accademia dei Cavalieri della Luce di New Camelot, Tenko varcò l’ingresso e con passo sicuro si diresse verso una delle tante palestre.
Prima di entrare nel luogo di allentamento vero e proprio, passò dallo spogliatoio per cambiarsi. I vestiti che le avevano dato erano uguali a quelli degli altri allievi: un completo bianco dallo stile moderno composto da maglia e pantaloni tecnici, fatti di un materiale elastico e aderente in grado di assecondare qualsiasi movimento e allo stesso tempo abbastanza resistente da sopportare colpi e sfregamenti.
Indossò la fascia per capelli che le aveva regalato Shamiram e poi raggiunse la palestra per cominciare a fare qualche esercizio. Mancava ancora un po’ all’inizio della lezione, infatti trovò solo una persona nell’ampia stanza attrezzata: un nano sulla trentina, anche lui con il completo bianco da allievo.
«Ehi, Br’rado!» la salutò l’uomo appena la vide.
«Ciao, Sandmeier!» ricambiò Tenko. «Tutto bene?»
Anche il nano era entrato da poco nell’accademia, quindi le stava dando una mano per ambientarsi. Prima faceva il poliziotto su Niflheim, ma entrare nei Cavalieri della Luce era sempre stato il suo sogno, e quindi aveva deciso di rassegnare le dimensioni per provare a inseguirlo seriamente. Tenko aveva riconosciuto subito la sua passione e la sua dedizione, al punto che ormai non faceva più caso all’indole irascibile che qualche volta faceva emergere.
«Vedo che siete in anticipo anche oggi» affermò una voce conosciuta.
Subito i due si misero in riga marziale e fecero un leggero ma rispettoso inchino. «Maestra Rossweisse»
La Valchiria Millenaria ricambiò cordialmente l’inchino. «Tenko, Eilert. Continuate pure, io torno subito.» Mise giù gli attrezzi che aveva con sé, apparentemente dei semplici bastoni, e poi si allontanò.
La demone aveva già incontrato Rossweisse alla base degli Astrali, ma rivederla all’accademia era stato molto diverso. Le due avevano parlato a lungo prima di stabilire se ammetterla nell’accademia; in particolare alla demone era stato chiesto di raccontare la propria storia e le proprie motivazioni, e alla fine la Valchiria Millenaria aveva dato il suo responso: “In tutta onestà, vedo ancora tracce di paura in te. Temi che quello che è successo a te accada ad altri, che tutto ciò per cui tu e i tuoi compagni avete combattuto sia vanificato, e temi di non riuscire a proteggere ciò a cui tieni. E come ti ho spiegato, la paura è uno dei peggiori nemici per un Cavaliere della Luce. Se la vecchia te si fosse presentata, non saresti mai stata ammessa, tuttavia riconosco che hai fatto dei grandi passi avanti nel controllare le tue emozioni. E quindi ti prenderò come allieva.”
Essere riuscita ad arrivare fin lì era già un’enorme soddisfazione, ma Tenko sapeva che quello non era un traguardo, bensì il punto di partenza di un nuovo percorso.
Aveva liberato il suo mondo dagli dei. Ora doveva diventare abbastanza forte da continuare a proteggerlo.
***
«Congratulazioni, sostituto commissario Linch, ispettore capo Smidr» affermò Freyja.
«Congratulazioni anche a te, assistente Valkyregard» rispose la teriantropa di tipo ghepardo. Aveva ancora bisogno delle stampelle per stare in piedi, ma i suoi movimenti si erano fatti nettamente più fluidi.
«Congratulazioni» aggiunse il gigante di ghiaccio.
Ora che la situazione a Glazkov City era tornata alla normalità e che finalmente stavano arrivando nuovi agenti, le autorità avevano deciso di assegnare promozioni a tutto il personale coinvolto nello smantellamento dell’organizzazione criminale del Sindaco. L’occasione scelta era l’insediamento del nuovo governatore al posto dell’ex commissario Mantina, ora promossa a questore con il compito di gestire le forza di polizia di tutte le colonie di Niflheim.
«Ehi, Freyja! Freyja!»
Sentendosi chiamare, l’orchessa si voltò. Cercò tra la folla di uniformi e abiti formali, finché non individuò un goblin dai vestiti un po’ trasandati che agitava la mano. Gli andò incontro.
«Ciao, D’Jagger.»
«Ehi! Congratulazioni per la tua promozione!» esclamò quest’ultimo. Dopo un attimo le lanciò uno sguardo dubbioso velato di preoccupazione. «È una promozione, vero…?»
«Sì, “assistente” è un grado superiore di “agente”» confermò l’orchessa con un sorriso divertito. Solo allora si accorse di Lunaria: la fata aveva fatto capolino dal cappuccio di D’Jagger per salutarla senza farsi notare dal resto della folla. La poliziotta sorrise anche a lei e ricambiò amichevolmente.
«Bene, bene! Beh, anche io sono stato promosso: da “niente” a “reporter certificato”!» affermò il goblin gonfiando fieramente il petto e mostrando il tesserino di riconoscimento.
«Congratulazioni anche a te allora.» Lo guardò di sottecchi. «Posso dedurre che non ti metterai più nei guai?»
«Beh, adesso non esageriamo…»
Freyja non si stupì di una simile risposta.
«Ora vado, tutte queste uniformi mi fanno ancora una certa soggezione» ammise D’Jagger. «Fammi sapere se hai qualche indagine interessante.»
Lei gli sorrise. «Vedrò cosa posso fare.»
Il goblin le rivolse un ampio sorriso e poi si congedò. Mentre si allontanava diede uno sguardo alle ultime notizie. Secondo le fonti più accreditate, i colpevoli dell’attacco agli Eletti in Zurania dell’Ovest erano ancora ignoti, gli effetti invece erano evidenti: Barbanera aveva concentrato le sue forze sulle Lune di Nilmiri per scatenare una vera e propria guerra contro Reïa e i suoi cartelli; Lilith si era ritirata e verosimilmente stava pianificando qualche rituale per riportare indietro i vampiri superiori morti durante l’attacco; Fausta Aurelia Augustus aveva accusato delle fantomatiche spie straniere, e in risposta a ciò aveva intensificato ulteriormente i sistemi di sorveglianza e aveva promesso ritorsioni, tuttavia avendo perso il suo intero arsenale di missili, la forza delle sue minacce si era drasticamente ridimensionata.
«Se il mio istinto di reporter non mi inganna, la signora capobranco ha sfruttato la scusa di aiutarci con il nostro piano per infiltrarsi sulle navi degli Eletti e distruggerle» rifletté D’Jagger. «Non ho idea di come abbia fatto a far partire i missili, ma immagino avrà qualche complice.»
Ora che non si trovavano più circondati dalla folla, Lunaria uscì dal cappuccio. “Fin qui ci ero arrivata anche io.”
«Sì, grazie. Il punto è che gli Astrali avrebbero potuto ottenere lo stesso risultato in modo molto più sicuro ed efficiente. E non lo dico io: lo dice l’illustre signora! Ma non l’hanno fatto perché, cito: “Gli Astrali ci hanno lasciato in eredità l’universo e la libertà, con tutto ciò che ne consegue.” Un po’ spocchioso da parte loro, ma lo rispetto, dato che loro giravano per l’universo quando noi al massimo ci lanciavamo delle pietre. Ma tornando al punto di prima: se non ci pensano gli Astrali a mettere a posto le cose, chi dovrebbe farlo? Servono risorse, certo, ma anche e soprattutto persone competenti e motivate. La cosa buona è che adesso ne ho diverse in rubrica, e spero di aggiungerne altre in futuro.»
“Abbastanza da formare un gruppo di eroi che salverà l’universo?”
Il goblin le rivolse un sorrisetto saccente. «Pensavo più a dei vigilanti.»
Note dell’autore
Ciao a tutti!
E così siamo arrivati alla fine. Di questo racconto, e anche del primo arco narrativo (composto da Eresia, La frontiera perduta, La progenie infernale e appunto L’Eredità degli Astrali). E ci sono voluti solo voluti solo 7 (sette) anni! O.O
Sono soddisfatto perché, tra le varie cose, sono anche riuscito a inserire molti elementi che serviranno nei futuri racconti: i sovrani di Raémia (che, spoiler, cambierà nome), le armi magiche, le biomacchine degli Astrali, gli esoscheletri giganti, i vampiri, gli Eletti, la SAF… e ovviamente i Vigilanti ;D
E adesso? Beh, adesso posso finalmente iniziare il secondo arco narrativo, che partirà con la nuova versione di I Gendarmi dei Re :D
Spero che questo lungo viaggio vi sia piaciuto, perché siamo solo all’inizio. Ora non mi resta che continuare a espandere l’universo di Project Crossover senza renderlo dispersivo :P
Grazie mille a tutti quelli che sono arrivati fin qui e spero di ritrovarvi tra un paio di settimane per l’inizio del secondo arco narrativo. Come sempre, se avete commenti, domande, consigli o richieste, sarò ben felice di leggerli.
A presto ^.^
PS: sì, sto già pensando a come migliorare i racconti del primo arco narrativo (tipo l’inizio di Eresia), ma questo è un altro discorso :P