[Hunter]
Finalmente fuori dalla piramide, non riuscivo a credere allo scampato pericolo. Io e Shadow avevamo affrontato una mummia, senza che questa ci scagliasse addosso alcuna maledizione. Tutto procedeva secondo gli standard più classici. Perfino il mio taglio sul labbro si stava già rimarginando, perché in qualità di protagonista di un urban fantasy non potevo rimanere ferito troppo a lungo. La maglia, tuttavia, era rimasta macchiata. Forse le lobby dei detersivi sponsorizzavano il progetto? La cosa non mi dispiaceva, perché in qualità di autore del progetto stesso avrei incassato io e magari sarei diventato benestante come Shadow.
Quel pensiero mi portò il sorriso per un attimo, ma poi ricordai che Destiny mi aveva cornificato con lui e il fatto di essere stato il primo point of view della trama non mi garantiva la certezza di essere io il vero amore della sua vita. In più, il fatto che fosse apparentemente figlia di una mummia non mi lasciava del tutto tranquillo.
Mi diressi verso la macchina, seguito da Shadow. Mi sedetti al posto di guida, con il mio socio al mio fianco e gli domandai: «Secondo te è possibile che le mummie si riproducano?»
«Guarda che non ho ancora dimenticato che ti sei rifiutato di farti da parte» puntualizzò Shadow. «Io e Destiny siamo la Coppia(C) e non ti permetterò di metterti in mezzo. Penso di essere stato abbastanza chiaro e, se tu avessi un minimo di decenza, ti leveresti di mezzo senza fare storie.»
«Ti vorrei ricordare che sei tu quello che si è messo ad amoreggiare in cantina con Destiny nonostante fosse già impegnata con me» replicai. «Non ho alcun dovere nei tuoi confronti e non dovresti venire proprio tu a parlarmi di decenza. Detto questo, ti vorrei ricordare che viviamo in un mondo sconosciuto, con un regime dittatoriale sorto a seguito di una rivolta da parte di alieni texani immuni alle pallottole, in cui le piramidi sono normali palazzi e i portoni si aprono pronunciando la formula magica "apriti sesamo". Abbiamo parlato con una mummia, che ci ha rivelato di essere il padre di Destiny, la ragazza che si metterà insieme al Prescelto, e tutto fa pensare che le mummie effettivamente possano avere rapporti sessuali, come sostiene Century Gothic, il quale si è probabilmente davvero congiunto carnalmente ad alcune di queste.»
«E quindi?»
«E quindi va bene il setting young adult e il diventare nemici giurati da un giorno all'altro, ma non pensi che la nostra priorità, al momento, dovrebbe essere cercare un modo per capire come si fa sd andare via da qui?»
«Quello che dici ha senso» ammise Shadow, «Ma pensi davvero che potrebbe consentirci di mantenere viva l'attenzione dei lettori? Lo sai benissimo che ci leggono solo per scoprire chi di noi si metterà insieme a Destiny.»
«Non dobbiamo pensare solo ai consensi, ma anche a preservare la nostra incolumità, non credi?»
«La nostra incolumità non è in pericolo.»
«Dici così solo perché sei il pronipote di un Lord e vivi in una bolla.»
«Sono un autore e penso alle letture. Dovresti pensarci anche tu, non credi?»
Quella domanda offriva spunti di riflessione interessante.
«Quindi pensi che tutto quello che ci sta succedendo sia il frutto di una trama che io e te stiamo scrivendo?»
«Non vedo altre spiegazioni possibili» rispose Shadow. «Hai visto anche tu il posacenere con la navicella spaziale avvolta da una benda. Era sulla copertina del libro che hai visto, di cui io e te eravamo gli autori.»
«Non sono sicuro che abbia senso» obiettai. Aprii il cassettino portadocumenti, presi la custodia con gli occhiali e me li infilai, per sentirmi più intellettuale. Magari sarei riuscito a fare un ragionamento più coerente. «Se stiamo scrivendo tutto noi, perché complicarci così la vita? Che bisogno avevamo di trovarci in un mondo sconosciuto con regole strane? E di innamorarci della stessa ragazza, che tra parentesi non ci ha ancora permesso di raggiungere il fine ultimo dela nostra esistenza, ovvero la perdita della verginità?»
Shadow sbottò: «Non ti permetto di insinuare che io sia vergine!»
Lo ignorai.
«Quello che stiamo vivendo è assurdo. Avremmo potuto scrivere una trama in cui siamo ricchi, famosi e circondati di donne, invece di dovere dimostrare a tutti i costi che uno di noi due è il Prescelto.»
Dimenticata la polemica sulla sua presunta verginità, Shadow rispose finalmente alle mie obiezioni: «Una trama con noi due ricchi e famosi, nonché circondati di donne, non avrebbe avuto abbastanza traino. Non dobbiamo pensare al fatto che Destiny potrebbe addirittura decidere di non darcela mai, ma ai lettori che ci acclamano.»
«Sinceramente di lettori non ne vedo nemmeno uno! Quando arrivo a casa c'è solo la signora Autumn che insiste sul fatto che non mi devo mettere insieme a un'altra ragazza, in virtù del mio accordo con Prudence e con la signora Autumn stessa. Non mi risulta che questa sia una mia lettrice.»
«Meno male» ribatté Shadow, «Altrimenti ti avrebbe già sgamato e non potresti fare più niente per nascondere la tua relazione clandestina con Destiny. Se ti farai da parte e farai ammenda per le tue malefatte, magari la stessa signora Autumn potrebbe chiudere un occhio, quando farà il grande upgrade e diventerà la nostra lettrice più accanita. Non vedo l'ora di firmarle un autografo.»
«Se ce l'avessi come coinquilina, non sono certo che avresti questo desiderio.»
«Non potrà essere così terribile! Se sopporto Lord Ryder...»
«Lord Ryder è un tipo simpatico. Mi ha detto che me la cavo benissimo con le carte. Secondo me sarebbe stato meglio se fossi stato io il suo pronipote e tu fossi stato il coinquilino della signora Autumn. Sarebbe davvero scorretto se tu fossi anche il Prescelto, oltre che un nobile destinato a una pesante eredità, mentre noi comuni mortali dobbiamo andare a lavorare.»
«Hunter, piantala di rompere. Abbiamo già perlustrato l'atrio di una piramide, perché non mi porti a casa? Penso che Lord Ryder oggi voglia minacciare uno dei suoi cugini elegantoni di diseredarlo, mi dispiacerebbe molto non esserci in un simile momento. Sarà sicuramente una scena molto emozionante, altro che ritirarsi in soffitta o in cantina con l'amata.»
Mi venne un'idea geniale, quindi dichiarai: «In qualità di autore, ti farò diseredare, se non ti leverai di mezzo e non ammetterai che io sia il Prescelto, nonché il futuro sposo di Destiny.»
«Fammi capire» replicò Shadow, «Stai perfino programmando di sposartela?»
«Siamo in un urban fantasy young» puntualizzai. «I protagonisti si sposano mediamente a diciassette anni, al più diciotto. Siamo fuori tempo massimo da anni ormai. A quest'ora dovremmo avere già prodotto un erede che possa unire due mondi in precedenza destinati allo scontro.»
«L'unico scontro è tra il Sindaco e i texani» obiettò Shadow. «A meno che tu non sia il figlio segreto del Sindaco e Destiny non sia una texana, non credo che ci siano grandi possibilità.»
Non sarebbe stato brutto essere figlio del Sindaco. Quel tale deteneva il potere assoluto, quindi avrei potuto chiedergli di sbattere in carcere Shadow perché sì e magari anche di farlo decapitare. Nonostante la pena di morte per decapitazione non fosse stata reintrodotta, per farmi felice avrebbe sicuramente potuto concedermi uno strappo alla regola.
Mi concessi per qualche istante di sognare la testa di Shadow che veniva separara dal collo, ma mi liberai immediatamente di quel pensiero. Ero il protagonista ed ero un personaggio positivo, di certo non potevo permettermi di fare condannare a morte il mio più caro amico per liberarmi di un terzo incomodo e divenire l'unico spasimante della figlia di una mummia dell'antico Egitto.
Shadow notò il mio silenzio e mi domandò: «A cosa stai pensando, Hunter?»
«A niente.»
Avviai il motore e accompagnai Shadow a casa. Avrei trovato una modalità alternativa per permettere a Destiny di riconoscermi come Prescelto, che non comportasse spargimenti di sangue, né il divenire figlio del Sindaco. In qualità di autore, magari avrei anche potuto riuscirci.
Dopo avere scaricato Shadow accanto alla villa di Lord Ryder e avere imprecato al pensiero che di lì a poco avrebbe raggiunto Destiny, mi allontanai. Non ero pronto per andare a casa, non volevo incontrare la signora Autumn.
Parcheggiai in centro e mi misi a camminare per le vie dello shopping, ripensando al giorno in cui ero scampato alla sparatoria dei texani. Davvero ero una delle menti pensanti dietro a quello scempio? La mia penna aveva provocato le rivolte e, di conseguenza, l'assolutismo? Io e Shadow eravamo davvero votati all'ottenere il massimo consenso, indipendentemente dai danni che potevamo causare?
Non potevo crederci. Ero sempre stato un bravo ragazzo, l'innescare assalti armati e contribuire all'ascesa al potere di regimi dittatoriali mi stava facendo diventare un villain... e perfino come villain non ero riuscito a conquistare una ragazza che amasse soltanto me. Per quanto mi sforzassi di autoproclamarmi come unico amore di Destiny, il fatto che avesse un partner per la soffitta e un altro per la cantina non era segno di una love story che vinceva su tutto e su tutti.
Ero immerso in quelle riflessioni quando, alle mie spalle, una voce mi salutò: «Buonasera Hunter, sei davvero tu? Da quanto tempo!»
Mi girai e vidi Prudence in uniforme da infermiera. Rimpiansi per un attimo i vecchi tempi, quando avevo al mio fianco una ragazza che sembrava davvero interessata a me. Sarebbe stato mille volte più semplice, se avessi potuto ricambiarla. Era passato un po' di tempo, ormai. Se fossimo rimasti insieme in quei mesi, magari avremmo potuto dedicarci ad attività ben più eccitanti delle passeggiate mano nella mano: anche Prudence era umana e, come tale, prima o poi avrebbe sentito il bisogno di saltarmi addosso e di denudarmi.
«Sono davvero io» confermai. «E tu? Sei davvero tu?»
«Sì, e avrei potuto essere la donna della tua vita, se solo tu l'avessi voluto» rispose la figlia della signora Autumn. «Comprendo, tuttavia, le tue scelte. Sono passata oltre e adesso sto insieme a un mio collega.»
«Sul serio?»
«Sì, e non solo platonicamente.»
«Tua madre lo approva?»
«Sì, e approva anche il nostro imminente matrimonio. Ci sposeremo tra due settimane.»
Spalancai gli occhi.
«Non hai proprio perso tempo!»
«Perché avrei dovuto?» obiettò Prudence. «Sei stato molto chiaro: non sei pronto per avere una fidanzata. Ti sei impegnato a rimanere single per molti mesi ancora. Mi sembrava doveroso passare oltre, la soluzione migliore per tutti. Non voglio che tu ti senta colpevole, nei confronti miei, oppure di mia madre. Solo se dovessi trovarti una fidanzata, commetteresti un'azione imperdonabile.»
«Quindi tu puoi sposarti, mentre io non posso frequentare altre ragazze?»
«Certo, Hunter, sei tu che hai promesso che non avresti avuto altre relazioni, non certo io. Questo significa che non ho alcun obbligo nei tuoi confronti. Non è la stessa cosa per te. Accettare la fine della nostra relazione è stato un duro sacrificio. Allo stesso modo lo è stato accettare di ricominciare da zero con un altro. Penso proprio che dovresti mostrare rispetto per le mie rinunce, invece di minizzare.»
Annuii.
«Sì, certo, Prudence. Sono assolutamente d'accordo con te. Non potrei mai stare insieme a un'altra ragazza prima della scadenza della mia promessa.»
Le parole della mia ex ragazza furono devastanti. Ricordai che non sarei mai stato libero, o almeno non lo sarei stato per lungo tempo. A peggiorare la situazione, quando io e Prudence ci salutammo, incontrai Century Gothic. Solitamente ero felice di vederlo, ma in quel momento mi sentivo molto abbattuto e non sarei riuscito a nasconderlo.
Century comprese che qualcosa non andava e subito si offrì: «Ti porto al Bordello dell'Oltretomba.»
«Perché dovresti?» obiettai.
«È molto semplice. La tua espressione facciale mi lascia capire perfettamente che sei affranto perché non riesci ad accettare la tua verginità.»
Sospirai.
«È possibile che tu non riesca mai a capire nulla?»
«Perché?» replicò Century. «Per caso non sei più vergine?»
«Non ho detto questo. Però non c'è solo il sesso. Hai mai sentito parlare di sentimenti? Qualora ti sia capitato, sappi che i miei sono stati fatti a pezzi, rivoltati e poi fatti di nuovo in mille pezzi.»
«Non c'è bisogno che tu faccia questi giri di parole. Se questo fosse un urban fantasy young adult, c'è chi taccerebbe gli autori di scrivere dialoghi improponibili solo per allungare il brodo. Dì un po', Hunter, ti stai forse chiedendo come farai ad arrivare a quattromila parole, obiettivo che ti sei posto per questo capitolo?»
La domanda di Century Gothic mi riempì di dubbi.
«Quindi lo credi anche tu?»
«Che non arriverai a quattromila parole?»
«No. Parlo del fatto che questo sia un urban fantasy young adult. Anche tu hai la sensazione di essere all'interno di un racconto di fantasia?»
«A dire il vero non ci ho mai riflettuto. La mia vita è sempre stata normalissima: lavoro come becchino, faccio sesso con le mummie...»
Lo interruppi: «Basta parlare di sesso con le mummie! Lo trovo inquietante.»
«È solo perché sei di vedute molto chiuse» replicò Century. «Non credo ci sia niente di meglio, nella vita, del sesso con le mummie. Danno davvero tante soddisfazioni e preferisco frequentare loro piuttosto che il Bordello dell'Oltretomba, se devo essere sincero.»
Mi tappai le orecchie con le mani.
«Non voglio sentire.»
«Non capisco che tipo di problema tu abbia con le...»
«Non. Voglio. Sentire.»
Century Gothic sospirò.
«Va bene, va bene. Accetto il fatto che tu non conosca il senso più profondo della vita. Non sai cosa ti perdi, ma...»
Lo interruppi: «Insisti ancora?! Ti ho detto che non voglio sentire parlare delle mummie!»
«Allora parliamo di te. Come ti ho detto, ti vedo piuttosto spaesato. Secondo me hai bisogno di una sessione piuttosto intensa con le graziose signorine dell'Oltretomba.»
L'argomento era leggermente meno inquietante, dato che almeno le prostitute del Bordello erano vive e vegete, anche se se ne andavano in giro con outfit che le facevano sembrare cadaveri.
Mi stavo interrogando su come replicare, quando Century riprese: «Mi stavo dimenticando il discorso che abbiamo lasciato in sospeso. Ti stavo dicendo, prima che arrivassi tu vivevo una vita normalissima. Poi sei arrivato, con tutte le tue stranezze, quindi...»
Lo fermai: «No, non dirlo.»
«Cosa?»
«Ti sei innamorato di me?»
«Ma neanche per idea!»
Tirai un sospiro di sollievo.
«Me l'hai chiesto per le quattromila parole per capitolo?» volle sapere Century. «Hai paura di non essere all'altezza del tuo collega Shadow? Che, diversamente da lui, i lettori ti considerino un antagonista nerd?»
«No, te l'ho chiesto perché sei un tipo inquietante e da te posso aspettarmi di tutto» puntualizzai. «E poi non conta davvero quello che pensano i lettori. Quello che conta sono le view e la capacità di monetizzarle.»
«Sei un ragazzo saggio.»
«Lo sono sempre stato.»
«Infatti come fioraio sei sprecato» rispose Century. «Secondo me sei qualcosa di più. È proprio questo che ti stavo dicendo. Ho davvero l'impressione di essere in un mondo urban fantasy. Non che ci sia alcunché di fantasy, qui a Micerino Springs, tutto quello che abbiamo è l'assoluta normalità. Però, secondo me, tu vieni da un altro mondo.»
Avrei voluto confidarmi con lui, dirgli che era proprio così, ma non ero certo di poterlo fare.
Century insisté: «Ti immagino proveniente da un posto strano, in cui la gente ha come massima ambizione quella di fare caciara in una sorta di bar virtuali...»
«Se fossimo in un urban fantasy, quei bar virtuali potrebbero chiamarsi Twittelon e Zuckerbook. Che cosa ne pensi?»
«Penso che è bellissimo e che dovresti continuare. Per caso nel mondo fantasy da cui provieni vige anche l'abitudine di sostituire la C dura con la K per abbellire le parole?»
Era tutto piuttosto agghiacciante. Come poteva conoscere così bene il mio mondo, se non era nemmeno consapevole della sua esistenza? Fino a poco prima credevo di dovergli confessare la mia liaison con Destiny e il fatto che avesse una relazione parallela con Shadow, basandosi su un buco regolamentare che le consentiva di avere un ragazzo per la soffitta e uno per la cantina, invece mi trovavo ad affrontare una situazione ben più complessa.
«Se dovessi immaginare un simile mondo» azzardai, «Baserei questa malsana abitudine sul fatto che in passato le persone comunicassero con i loro cellulari tramite un sistema chiamato Short Message System, il cui acronimo SMS veniva utilizzato per indicare anche il singolo messaggio.»
«Interessante» convenne Century Gothic.
«Tali messaggi dovevano essere brevi ed erano stati concepiti per inviare comunicazioni molto corte. Tuttavia, siccome le telefonate erano molto costose e prosciugavano il credito in tempi brevissimi, soprattutto se il destinatario della chiamata aveva un gestore diverso, gli adolescenti iniziarono a utilizzare questo sistema per rimanere in contatto tra di loro e chattare. Ogni singolo messaggio, tuttavia, aveva un massimo di centosessanta caratteri e soprattutto aveva un costo. Superando il numero massimo di caratteri, veniva addebitato il costo di un secondo messaggio. Per tale ragione, si diffuse l'utilizzo di abbreviazioni forbite, segno della massima inventiva. L'utilizzo di "ke" o "ki" al posto di "che" o "chi" divenne ben presto necessario per la tutela del proprio credito telefonico.»
«Sembra un'idea di buonsenso.»
«E probabilmente lo sarebbe stata, se tutta la popolazione al gran completo non avesse deciso di default che qualsiasi comunicazione doveva essere fondata sul linguaggio da SMS, indipendentemente dal fatto che vi fosse o meno l'esigenza di risparmiare caratteri e denaro. Presto la K smise di sostituire solo il CH e prese a sostituire anche la semplice C dura, le vocali presero a sparire e, a completare l'opera, le lettere iniziarono a essere sostituite da simboli o numeri. Una valida alternativa era inoltre alternare le lettere, una maiuscola e una minuscola. Alcune di queste potevano essere sostituire comunque da numeri, qualora fosse necessario abbellire ulteriormente il tutto.»
«Trovo tutto ciò estremamente affascinante.»
«A peggiorare la situazione, almeno le abitudini meno deliranti si diffusero già in passato anche presso gli adulti. Di conseguenza, al giorno d'oggi ci sono ex adolescenti divenuti adulti che appartengono al popolo della K. Allo stesso modo chi era già adulto a quei tempi e oggi è divenuto anziano si esprime comunque nella stessa maniera. Su Zuckerbook è pieno di soggetti di questo tipo. Hanno come altre caratteristiche distintive quelle di avere una pessima sintassi e la propensione a insultare a random senza un motivo ben preciso. In più, ai giorni nostri, si è diffusa un'altra pessima abitudine, perfino tra persone di maggiore spessore intellettuale: la scelta consapevole di depennare il punto fermo al termine delle frasi, cosa che fa rimpiangere la passata abitudine di pasticciare con lo shift sulle tastiere dei computer e alternare degli 1 a caso tra sfilze di punti interrogativi.»
Century Gothic mi ascoltava con aria affascinata.
«Tutto ciò è molto interessante. Vieni da un mondo davvero pittoresco. Mi fa piacere che tu sia venuto a farci visita a Micerino Springs.»
«No» cercai di negare. «Non vengo da quel mondo. Hai parlato di urban fantasy e ho cercato di inventarmi quello che potrebbe essere un ottimo scenario urban fantasy. Non so se mi spiego: un mondo senza mummie e senza texani alieni... i texani del Texas ce li abbiamo, però stanno in Texas e non sono venuti dallo spazio.»
«Il fatto che tu stia utilizzando l'indicativo presente, mi fa sorgere notevoli dubbi sull'inesistenza di questo scenario fantasy. Ne sono davvero convinto: tu vieni da un altro mondo.»
Cercai di sviare, senza grosse difficoltà, dato che mi aveva suggerito inconsapevolmente un argomento di conversazione.
«Ecco, l'indicativo presente. C'è chi ha difficoltà anche a coniugare quel modo e quel tempo. Frequentare Zuckerbook e utilizzare quantitativi esorbitanti di K è spesso strettamente correlato con questo aspetto.»
«Questo Zuckerbook deve essere proprio un ambiente inquietante.»
«Sì, ma anche Twittelon non scherza. Per non parlare di un altro bar virtuale in cui la gente ha l'abitudine di pubblicare foto, parte delle quali imbarazzanti.»
«L'ho sempre detto che esistono mondi del genere. Nessuno mi vuole credere, mi chiamano complottista. Non capiscono che quelli che chiamano complotti corrispondono a realtà. A proposito, complotto con la C diviene komplotto con la K?»
«Anche.»
«Sarebbe interessante anche scriverlo come: K 0 M P L 0 T T 0. Cosa ne pensi, Hunter?»
Il suggerimento di Century Gothic era molto intrigante, ma avevo un'idea ancora migliore: «K O M P L 8. Non lo trovi molto poetico?»
«E il plurale?»
«Il plurale?»
«Certo! Ce ne sono tanti di complotti, non solo uno!»
«Giusto, Century. Non ci avevo pensato, ma possiamo rimediare: K O M P L 9. Come ti sembra?»
«Penso che tutto ciò sia bellissimo e che dovresti continuare a illuminarmi con queste deliziose perle di saggezza. Tradotto nella lingua utilizzata nel tuo mondo, penso che potrebbe essere: BELLISSIMO, KONTINUA.»
«Dimenticavo: la doppia S può essere sostituita anche con una X. La cosa è confusionaria, perché la X ha anche la funzione di PER.»
«Quindi: BELIXIMO, KONTINUA.»
«Non fare una pausa in mezzo. Non deve esserci la virgola. È una delle regole basilari della punteggiatura secondo il popolo delle K. Infine devi metterci un po' di punti esclamativi a caso, senza dimenticare gli 1.»
«BELIXIMO KONTINUA!!!11!!11!!!11!!»
«Ecco, Century, adesso è perfetto! Conosci tutte le regole di convivenza civile quando si fa conversazione nel mio mondo... nel mio mondo fantasy, intendo, quello che ho ideato per fare da sfondo a una trama young adult.»
Credevo che il mio amico becchino mi avrebbe chiesto delucidazioni sulla trama, il che sarebbe stato imbarazzante, non avendone ancora ideata una, ma non ricevetti alcuna simile domanda. Lo vidi molto assorto, forse si stava chiedendo ancora se venissi davvero da un altro mondo. Era curioso come in ciascuna ambientazione il fantasy fosse quello che apparteneva alle ambientazioni altrui: a Micerino Springs erano normali mummie e piramidi, così come alieni immuni alle pallottole che vivevano come dei texani, mentre i social media, le K e la pessima punteggiatura venivano visti come elementi che non potevano esistere nella realtà.
«È stato molto interessante parlare di questo, Hunter» mi disse, alla fine, quando ruppe il silenzio che era calato su di noi. «Prima, però, mi hai detto che hai avuto una delusione sentimentale.»
Scossi la testa.
«Non ha importanza. Posso andare avanti comunque, adesso che sono pronto per diventare un autore di successo.»
«Lo dici solo perché si stanno avvicinando le quattromila parole per capitolo a cui tu e Shadow puntate.»
«Fai questa insinuazione solo perché, se questo fosse un racconto di fantasia, vorresti vedermi rompere la quarta parete.»
«Allora mettiamola in modo diverso: ormai ti conosco e so quando qualcosa ti turba. Non ti vedo tranquillo, per niente. Ti va di raccontarmi cosa ti sia successo e chi sia la dolce fanciulla che ti ha spezzato il cuore? Ho sentito dire che Prudence deve sposarsi, è per questo che stai così male?»
«No, certo che no» affermai.
Mi arresi. Gli raccontai tutto quello che era successo tra me e Destiny, compreso il fatto che avesse una relazione parallela con Shadow.
«È colpa tua» sentenziò Century. «Non avresti dovuto portarlo con te. Bisogna scegliersi meglio i coautori.»
«Shadow si è rintanato in cantina con la mia fidanzata e la colpa sarebbe mia perché me lo sono portato?» obiettai.
«Queste sono le conseguenze» insisté Century. «La verità è che sei l'antagonista di te stesso.»
Era paradossale che un becchino che si univa carnalmente con le mummie giudicasse me come autore, ma non dissi nulla anche perché, se ero l'autore, non era forse per effetto della mia trama che Century faceva sesso con le mummie? Era una situazione strana, una di quelle che sollevavano grandi dubbi del tipo: è nato prima l'uovo o la gallina?
Propendevo per l'uovo. Dopotutto, anche i dinosauri deponevano le uova, quindi queste già esistevano senza avere bisogno di aspettare l'avvento delle galline.
Century doveva vedermi molto pensieroso, dato che si congedò affermando che avrebbe fatto tardi al Bordello dell'Oltretomba, se fosse rimasto a parlare con me. Lo lasciai andare. Non ero pronto per aggiungere altro, a proposito di me e Destiny.