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Autore: Martyx1988    27/09/2009    6 recensioni
Renesmee è cresciuta, secondo i suoi tempi, ed è ormai un'adolescente in età da liceo...ma è difficile affrontare il cambiamento senza la persona cui vuoi più bene al mondo...non sa però che il ritorno di Jacob dopo un anno di vagabondaggi potrebbe cambiare le cose più di quanto è cambiata lei in un solo anno...
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Renesmee Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Successivo alla saga
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Sunrise
CAPITOLO 10

Se ne stava appoggiata alla sua moto, sovrappensiero, il volto nascosto dai riccioli ramati e lo sguardo rivolto alla ghiaia della stradina. Probabilmente Edward avrebbe saputo affrontare meglio quella situazione, avantaggiato dalla sua capacità di leggere nel pensiero. Invece era stato Johnny ad offrirsi di andare a parlare con Renesmee dopo che questa era uscita d'improvviso dalla casa. Probabilmente aveva pensato che essere il più antico mezzo vampiro esistente comportasse delle responsabilità verso i suoi simili più giovani, motivo per cui era partito con sua sorella alla ricerca di Nessie e del mezzo vampiro amazzonico. Ma vivere per quasi cinquecento anni come eterno adolescente non gli era stato d'aiuto da quel punto di vista e in quel momento non riusciva a trovare argomenti validi per tirare su di morale l'amica.
Stava di fatto, però, che si era preso l'impegno e che doveva quindi mantenerlo. Prese un bel respiro e scese le scalette che conducevano alla grande casa. Nessie non sembrò sentirlo, o forse fece finta, nè alzò lo sguardo quando le fu vicino.
"Mi dispiace se ti abbiamo in qualche modo ferita o offesa, Nessie. Noi volevamo solo..."
"Non è questo il problema, Johnny" sbuffò lei, scostandosi i capelli in modo da guardare l'amico in faccia.
"Allora perchè non mi spieghi qual è quellò vero?" azzardò lui.
Nessie sospirò.
"Sinceramente non lo so nemmeno io. Sapevo già di non essere l'unica mezza vampira esistente e comunque non è l'unicità che cerco. Essere unici non aiuta a non dare nell'occhio"
"No, per niente" rise Johnny per spezzare l'atmosfera tesa, ma Nessie restò seria.
"Il fatto è che non riesco a togliermi dalla testa quell'immagine, quel ricordo..."
"Quale ricordo?"
"Mantelli scuri, tanti. Grigi quelli ai lati, neri come la pece quelli al centro. E tanti occhi rosso porpora che guardavano in un'unica direzione. La mia" rabbrividì e chiuse per un attimo gli occhi.
"I Volturi"
Nessie annuì.
"Conosco la storia. Era stato un semplice malinteso. Non sei una bambina immortale"
"Ma hanno tentato lo stesso di eliminarmi. Di eliminarci tutti. Se non fosse stato per mia madre non saremmo qui"
"So anche questo"
Renesmee si voltò verso Johnny e lo inchiodò con lo sguardo.
"Per colpa mia ho messo in pericolo venti vampiri e sedici licantropi. Solo perchè non sapevano cosa fossi e mi credevano un pericolo!"
"Nessie, sei stata solo un pretesto per l'annuale reclutamento dei Volturi"
"Non è questo il punto, Johnny!" esplose la ragazza alzandosi dalla moto e piantandosi davanti all'amico, gli occhi velati dalle lacrime "Se avessero saputa della vostra esistenza, di quella di Nahuel, prima che Irina mi vedesse cacciare quel pomeriggio, la mia famiglia non sarebbe mai stata in pericolo nè sarebbe entrata nel mirino di Aro più di quanto lo fosse già"
Le scappò un singhiozzo, ma riprese subito il controllo di sè.
"La mia famiglia è tutto ciò che ho e che posso permettermi. Anche i licantropi alla fine sono entrati a farne parte, seppur contro ogni pronostico iniziale. Io non voglio dare alcuna colpa a te, a Jules, a Nahuel o a chiunque altro, ma non riesco a dispiacermi di aver reagito male prima, perchè sono convinto che chiunque l'avrebbe fatto se fosse stato nei miei panni"
Johnny non rispose ma continuò a ricambiare lo sguardo intenso di Renesmee, ancora in collera. Anche se su quel punto era stata chiara, non riusciva a non sentirsi in colpa per lei. Trovarsi faccia a faccia con l'intera guardia italiana a pochi mesi di vita sarebbe stato traumatico per chiunque. Un incubo che ti tormenta per l'eternità.
Capiva perfettamente lo stato d'animo di Renesmee, forse perchè figurarsi la scena gli risultava molto più semplice di quanto lei stessa credesse. Gli bastava moltiplicare i suoi di ricordi per il numero dei membri del clan dei Volturi.
"Potrai mai perdonarci, Nessie?" domandò spiazzando completamente Renesmee.
"Cosa?"
"Riuscirai un giorno a perdonare me e mia sorella per tutto questo?"
"Johnny, io non devo perdonarvi niente" si avvicinò al ragazzo e gli prese le mani "Perchè non c'è niente da perdonare. E' un problema solo mio, che sta qui, nella mia testa" si picchiettò la tempia "Ma sono convinta che
riuscirò a risolverlo col tempo "
"Beh, di sicuro quello non ti manca" rise Johnny.
"E nemmeno le persone che mi aiuteranno a farlo. Voi invece siete soli"
"Non ci è mai pesato. In fondo siamo sempre stati in due. Certo, un po' piccola come famiglia, ma ce la siamo sempre cavata"
"Non pensi possa essere tutto più semplice con una vera famiglia accanto? La nostra, per esempio"
"Stai dicendo che..."
"Che sono perfettamente d'accordo con nonno Carlisle. Se volete unirvi ai Cullen, siete i benvenuti. Potrete impersonare i lontani parenti francesi di Esme, per esempio"
Preso dall'entusiasmo, Johnny abbracciò Nessie per la vita e la fece girare in tondo, ringraziando sia a voce sia col pensiero e causando un fastidioso eco nella testa di Renesmee, la quale però ricambiò volentieri il gesto d'affetto. Era riuscita a mettere quel ragazzo al posto giusto nella sua vita. Sarebbe stato il fratello maggiore che non avrebbe potuto biologicamente avere e che per molto tempo era stato Jacob.
Già, Jacob. Che posto doveva occupare lui nella sua vita?
Finalmente Johnny la rimise a terra e la smise di ringraziare, riportando il silenzio nella sua testa. Ciò le permise di sentire il lieve fruscio del sottobosco accompagnato da uno straziante guaito di dolore in lontananza e da una macchia fulva che scompariva nel buio degli alberi.
Jacob aveva visto tutto quanto, o forse solo una parte, e probabilmente aveva frainteso qualcosa. Ad ogni modo stava soffrendo, e di conseguenza lei.
"Jacob, aspetta!" urlò al bosco muovendo i primi passi verso di esso.
"Nessie che succede?" le domandò Johnny in apprensione bloccandola sul limitare "Cos'era quella...cosa nella foresta?"
"E' Jacob, un licantropo, il mio licantropo e..."
"Il tuo licantropo?"
"Oh Dio, è tutto così complicato!" si portò le mani alla testa.
"Va bene, ascolta. Se vuoi posso aiutarti a cercarlo. Per parlare nella testa delle persone mi devo sintonizzare sulla lunghezza d'onda della specie di appartenenza. Se riesci a trovare un altro licantropo posso trovare la lunghezza d'onda giusta"
"Sì, dovrebbe esserci qualcuno di loro nelle vicinanze, ma non so come rintracciarlo" rispose Nessie sempre più in agitazione.
Quasi avesse sentito tutto, Seth comparve in forma umana da dove poco prima era sparito Jacob.
"Nessie, che diavolo succede?" le chiese il ragazzino, ma Renesmee non gli diede il tempo di continuare e lo prese per il braccio mettendolo davanti a Johnny.
"Lui è Seth Clearwater, è uno dei licantropi"
"Molto piacere Seth, sono Johnny Norton"
"Piacere mio, ma che sta succedendo? E perchè puzzi di vampiro?"
"Ti spiegheranno tutto mamma e papà, Seth, ora devi aiutarci a trovare Jacob" tagliò corto Nessie.
"L'ho sentito fino a LaPush, ma poi è scomparso. Deve essersi ritrasformato"
"Ok, Seth. Adesso dimmi quando senti la mia voce nella testa"
"Che?"
"Ssssh" lo zittì Nessie, e il silenzio cadde in tutto la zona circostante la casa.
Johnny guardava Seth negli occhi e il giovane Quileute faceva vagare lo sguardo interrogativo da lui a Renesmee, anch'ella in attesa. Dopo qualche secondo Seth trasalì.
"Amico, ma come hai fatto? Eri nel mio cervello!"
"Lo so" sorrise Johnny "L'ho trovata, Nessie. Possiamo andare"
"Grazie per l'aiuto Seth. Ti spiegheranno tutto in casa" promise Nessie, prima di scattare insieme a Johnny in direzione di LaPush.
Johnny si rivelò molto più veloce di lei e in breve la distanziò, scomparendo tra gli alberi. Renesmee iniziò a rallentare e provò a scrutare il bosco, ma non vide nulla.
"Vai verso LaPush" rimbombò la voce di Johnny nella sua testa "Appena trovo qualche traccia te lo faccio sapere"
Nessie sospirò e riprese a correre in direzione della riserva Quileute. La stessa strada che aveva fatto quella fatidica sera. Sbucò dopo poco sulla strada, vicino al negozio della madre di Embry. Prese a camminare a passo normale in direzione della casa di Jacob, sperando di trovarvi Billy. Raggiunse in breve la casetta rossa, ma non vi trovò nessuno dentro.
Johnny si mise di nuovo in comunicazione con lei.
"Ci sono troppe tracce simili a quella di Seth qui, Nessie. Non riesco ancora a distinguerle"
Naturale. Si trovavano nella tana dei lupi, che non era mai stata così affollata come in quegli anni. Logico che Johnny non riuscisse a trovare l'onda di Jacob. Avrebbe voluto ringraziarlo per l'aiuto e dirgli di tornare a casa, ma non sapeva come recapitargli il messaggio.
"Glielo dirò io, non preoccuparti"
Renesmee si voltò di scatto, spaventata. Non era da lei farsi prendere così alla sprovvista, ma era troppo sovrappensiero per carpire l'odore di suo padre. Edward la raggiunse sulla porta di casa Black.
"Ma prima c'è una cosa che devi sapere"
"Di cosa si tratta?" gli domandò Nessie sulle spine.
"Non sarò io a parlartene. Vieni, seguimi"
Ripercorsero il piccolo vialetto a ritroso, Edward davanti e Renesmee subito dopo, quindi imboccarono la strada principale e camminarono in silenzio per un bel pezzo. La mente di Nessie era del tutto sgombra, in attesa di sapere. Si fermarono davanti ad un'altra abitazione.
"E' la casa di Emily" constatò la ragazza, sempre più confusa.
"Sì, e tra poco potrebbe arrivare Sam, ma penso che Emily basti a spiegarti tutto, essendo stata la prima"
"Spiegarmi cosa? Papà, non ti seguo"
"Saprai tutto a tempo debito. Tu devi solo raccontarle quello che è successo fuori casa con Jacob"
"Va bene, anche se continuo a non capire"
Edward le sorrise e le prese il volto fra le mani gelide per darle un leggero bacio sulla fronte. Sparì subito dopo, lasciando Renesmee sola a pochi passi dalla soglia della piccola casetta.
Nessie rimase lì a metà strada per qualche momento ancora, incerta se seguire il consiglio del padre oppure raggiungere Johnny e continuare a cercare Jacob nella riserva e dintorni. Ma la curiosità aveva ormai messo radici nella sua testa e fece muovere i suoi piedi verso la porta di casa. Bussò con leggera titubanza e, dopo poco, il bel viso sfregiato di Emily comparve dietro la porta.
"Nessie! Che sorpresa! Come mai da queste parti?"
"Ciao Emily. Ecco, io...noi stavamo...cercando Jake"
"Strano che venga a chiedere qui dove sia. Passa più tempo a casa vostra che da Billy ormai" rise lei, ma non vedendo la stessa reazione nella ragazza, si fece più accigliata.
"E' successo qualcosa di particolare?" domandò apprensiva.
"Io...non lo so. E' un periodo che con Jake non..."
"Senti, tesoro: entra, siediti e raccontami tutto. Dall'inizio"
Renesmee annuì e varcò la soglia di casa a passo svelto. Le avrebbe raccontato tutto dall'inizio, dal ritorno di Jacob. Emily l'avrebbe aiutata.

Il sobrio anello in oro brillava all'anulare di Emily, che ormai da un anno era la signora Uley. Nessie non aveva mai visto una coppia affiatata come Emily e Sam, eccetto i suoi genitori, e in quel momento si sorprese ad invidiare l'amica per quel piccolo gioiello che indossava. Distolse lo sguardo dalla sua mano sinistra e tornò a guardarla in viso.
"Questo è tutto" concluse in un sospiro, incrociando le mani in grembo. Lo sguardo le cadde sul braccialetto artigianale che Jacob le aveva regalato per il suo primo Natale. La solita morta allo stomaco la colse, insieme all'apprensione per il licantropo. Rialzò la testa in attesa di una risposta da parte di Emily. Nonostante le profonde cicatrici, la tenerezza che emanava il suo volto era quasi tangibile.
"Non ti hanno mai raccontato niente, vero? Di te e Jacob, intendo" domandò materna, continuando a scrutarla.
"Cosa avrebbero dovuto dirmi?" chiese lei con fare innocente.
"Voglio che mi parli di Jacob, che mi racconti tutti i tuoi ricordi che lo riguardano, tutto ciò che avete fatto assieme, qualsiasi cosa"
Era una richiesta un po' bizzarra, pensò, ma decise di assecondarla.
"Beh, che io ricordi, Jacob è stata una delle prime persone che ho visto, dopo i miei genitori e zia Rosalie. E da quel momento non mi ha mai più lasciata. Sempre insieme a Rose si è preso cura di me quando la mamma si era appena trasformata, grazie a lui ho imparato a cacciare gli animali e a muovermi nel bosco senza perdere l'orientamento. All'inizio a mamma e papà non andava a genio che mi girasse così tanto intorno, poi però l'hanno accettato. Addirittura mamma mi aveva affidata a lui nel caso fossi dovuta fuggire dai Volturi"
Rabbrividì nuovamente a quel ricordo, quindi continuò.
"Dopo quell'episodio la nostra vita è continuata normalmente, per quanto si possa definire normale, certo. Ma lui è rimasto sempre con noi, con me, come se fosse un fratello maggiore. Ma quando, crescendo, sono arrivati i primi cambiamenti in me, papà cercava di tenerlo lontano il più possibile, e anche lui cominciava a non sentirsi a suo agio con me. Finchè poi se n'è andato, così, all'improvviso, senza darmi alcuna spiegazione. E' stato come se mi avessero strappato un pezzo di cuore, un pezzo di me. Ho passato l'anno peggiore della mia vita. La notte lo sognavo e mi svegliavo piangendo, mi mancava da morire. E poi è tornato, improvvisamente come se n'era andato. Il resto te l'ho raccontato"
Emily, che aveva ascoltato attentamente ogni parola, si distese in un sorriso e si sporse sul tavolo della piccola cucina.
"Non ti sei mai chiesta perchè, nonostante la repulsione naturale per i vampiri, Jake sia rimasto sempre e comunque al tuo fianco?"
"No, o meglio, ho sempre pensato fosse per mamma. Mi hanno raccontato entrambi che, prima che lei diventasse vampiro, Jacob era innamorato di lei e anche mamma gli voleva un mondo di bene. Mi dicevo che il suo affetto nei miei confronti fosse un'ulteriore dimostrazione dell'amore che aveva provato per lei"
Stranamente, Nessie provò un certo a pensare a Jacob e a sua madre in un qualsiasi atteggiamento affettuoso come un abbraccio o un casto bacio sulla guancia.
"Anche per questo motivo mi sono sentita in colpa per quello che provavo...provo per lui"
"Cosa provi per lui?" indagò Emily.
"Non lo so di preciso. Non riesco a definirlo"
"Io invece sì. Te l'ho letto negli occhi mentre parlavi di lui"
Renesmee la guardò accigliata e confusa.
"Lo ami, Nessie. Semplicemente questo"
A quelle parole qualcosa si smosse dentro di lei. Come la tessera di un puzzle che si era avvicinata al suo posto. Ma ancora non capiva come era potuto accadere.
"Amarlo? Ma come...com'è successo?"
"E' facile anche questo: perchè lui ama te. Ti ha amato dal primo momento in cui ti ha vista, una bimba in fasce che aveva sempre considerato un abominio. Persino quando ancora eri parte di Bella provava qualcosa per te. E quando sei nata, sei diventata il suo sole, il suo centro di gravità. Non poteva fare a meno di starti vicino, soffriva quando era lontano da te. E soffre ancora adesso. Quella nei tuoi confronti è una devozione a cui è difficile resistere, ma anche nel caso in cui tu non avessi ricambiato, ci sarebbe stato lo stesso per te. Gli anziani lo chiamano imprinting e pensano sia finalizzato alla semplice procreazione di nuovi potenziali licantropi, ma chi lo subisce sa che è molto, molto di più"
"E come lo sai?"
"Perchè come te sono stata oggetto di imprinting da parte di Sam, la prima compagna di un membro del branco. Come me e Sam, tu e Jacob siete le due metà della stessa mela. Siete fatti per stare insieme"
Jacob era sempre stato innamorato di lei. Non riusciva ancora a focalizzare bene la situazione. Soprattutto la parte in cui lei era innamorata di lui. Eppure il suo cuore le stava dicendo che era giusto, che era vero, che quello era il posto di Jacob. In cima al podio, al centro esatto del suo mondo. Il peso sullo stomaco svanì e il senso di leggerezza che aveva provato la sera prima prese il sopravvento. Il suo Jacob. L'unico uomo con cui sarebbe potuta stare.
Doveva trovarlo a tutti i costi, dirgli quello che provava per lui, spiegargli che aveva frainteso tutto quello che era successo quel pomeriggio, che il suo cuore gli apparteneva e gli era sempre appartenuto.
Alzò lo sguardo euforico su Emily, che la illuminò col suo ampio sorriso, così splendente da nascondere lo sfregio che le inclinava l'angolo della bocca in una smorfia inquietante.
"Vai a cercarlo e fai in fretta. Ha già aspettato abbastanza"
Nessie annuì vigorosamente col capo e si precipitò verso la porta d'ingresso, ma prima di uscire si voltò verso Emily, che era rimasta seduta al tavolo.
"Grazie di tutto"

Eccomi tornata con un capitolo bello lungo in cui succedono un sacco di cose :)
Spero che la lettura sia di vostro gradimento!
A presto!
   
 
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