Anime & Manga > Full Metal Alchemist
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Autore: Eldrion300    27/09/2009    3 recensioni
Verso mezzogiorno Roy era già appostato nell’ufficio del Comandate Supremo, aveva ordinato di avere come segretaria Riza e come sottoposti quelli che aveva avuto anche da Colonnello. Mentre firmava delle scartoffie consegnatele dalla sua segretaria, gli cadde l’occhio su un foglio per una missione importante; i soldati scelti per quella missione erano Jean Havoc ed Edward Elric. -Riza! Chiamami subito il sottotenente Jean Havoc ed il maggiore Edward Elric!- urlò il nuovo Furher . -sissignore!- disse Riza uscendo dalla porta velocemente.
Genere: Romantico, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang, Un pò tutti
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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SALVO " Capitolo 8. Salvo?


Una tenera luce entrava dalla piccola finestra del magazzino. Questa era limpida e calda, e sollecitava le palpebre, celanti meravigliosi occhi ambrati, del giovane addormentato. Tutto era calmo e silenzioso. Solo il cinguettare allegro degli uccellini rallegrava il cuore angosciato del ragazzo, che si destava stancamente dal suo lungo sonno. Aprì gli occhi arrossati dal pianto, ma subito li richiuse per la troppa luce accecante. Riprovò ancora una volta strofinandoli con la mano sana. I capelli come fili dorati, risplendevano al sole e mostravano sfumature di giallo più chiaro. La pelle pallida e fredda del viso, mostrava sfumature grigiastre e le sue labbra non più rossastre come soleva averle, erano livide e screpolate. Un brivido colse tutto il suo corpo facendolo tremare e gemere. L'aria era cambiata, era molto più fredda e la piccola luce che riscaldava il pallido viso, venne subito nascosta da alcune nuvole, che preannunciavano un forte acquazzone. Si raggomitolò su se stesso per cercare un pò di conforto.
Gli occhi rossi bruciavano a contatto con l'aria fresca. Piccole e innocenti lacrime, scendevano solitarie sullo zigomo frantumato e sulla guancia biancastra, scendendo giù per il collo. Chiuse gli occhi un momento, assaporando il gusto salato delle lacrime, che non smettevano di scendere copiose dagli occhi di miele colato.
Sentì qualcosa posarsi delicatamente sul viso rilassato, ma non ebbe la forza di aprire gli occhi.
-Roy...- 
Un flebile mormorio.
-Edward svegliati...-
-non voglio, se riaprirò gli occhi mi ritroverò ancora in quel freddo magazzino. Voglio dormire ancora e pensare a lui.-
-non rifugiarti nel mondo dei sogni, non scappare dalla realtà, vivi e torna da lui.-
-no, non so più cosa fare...ormai é troppo tardi...non ci sono speranze, morirò qui dentro...-
-no! tu non puoi morire! che ne sarà di lui, di tutti quelli che tengono a te e che ti amano?-
-hai ragione...ma come faccio ad uscire da qui? Guardami, non ho più il braccio destro e l'altro braccio é ferito. Non riesco a camminare, non mi sento più la gamba, credo che sia rotta. La testa mi pulsa terribilmente, per non parlare del mio zigomo...-
Non riuscì a continuare che sentì due braccia avvolgergli il corpo martoriato e calde lacrime appoggiarsi alla sua guancia. Ma non erano le calde lacrime che scivolavano copiose dai suoi occhi, bensì provenivano da tutt'altra parte, c'era qualcun altro lì con lui in quel momento, e la cosa strana era che lo stava abbracciando.
Aprì gli occhi lentamente; non riusciva a distinguere bene le forme per la forte luce che filtrava nuovamente dalla finestrella, ma ciò che vide era sicuramente un illusione.
Un volto angelico davanti a se lo scrutava piangendo; una donna dagli occhi verdi, labbra carnose, capelli castano scuro e viso pallido. Quegli occhi espressivi, che mostravano tanta sofferenza e tanto dolore.
Vicino a lei c'era una bacinella d'acqua, con delle bende e delle garze.
Il biondino continuava a fissarla confuso, ma perché lo stava abbracciando? Perché stava piangendo? Ma sopratutto, chi era quella donna?
-chi sei...?-
Chiese Ed flebilmente, mentre la donna lo faceva appoggiare ad uno scatolone vuoto.
-sono la sorella di Reeno, il mio nome é Miriam.-
-cosa vuoi da me? Se devi uccidermi fallo velocemente.-
-cosa?! No, Edward io non voglio farti del male! Sono qui per aiutarti! Mio fratello non sa che sono venuta da te, quindi dobbiamo sbrigarci prima che ci vedano.-
Miriam prese la bacinella d'acqua, immergendo delle garze e uno straccio al suo interno.
Poi appoggiò delicatamente lo straccio bagnato sulla fronte sudata di Edward.
-io posso aiutarti a fuggire, ma in queste condizioni non so se potrai fare molto, cercherò di curare al meglio le tue ferite, sfortunatamente non pratico l'alchimia.-
Il ragazzo non rispose, sapeva che non sarebbe più uscito da quel posto e che sicuramente non avrebbe più rivisto il suo Roy.
-non ho potuto neanche salutarlo per l'ultima volta.-
-cosa?-
-spero che mi possa perdonare prima o poi...lo faccio solo soffrire.-
-non dire così! Ti prego Edward non arrenderti! Devi essere forte, anche quando la vita ti presenta soltanto ostacoli, devi andare avanti per le persone che ami e sopratutto per te stesso.-
E detto questo cominciò a bendargli la spalla sinistra dopo averla disinfettata.
-grazie per quello che stai facendo per me.-
-figurati.-
-ma perché mi vuoi aiutare?-
La domanda la lasciò un pò spaesata. Abbassò lo sguardo facendo ricadere delle ciocche di capelli  sugli occhi. Prese le altre bende e il disinfettante curandogli le altre parti lese.
-vedi...da quando i miei sono morti a Ishibar, Reeno non si é mai ripreso da quello shock. Per molto tempo ha cominciato a comportarsi in modo più violento, con gli altri e anche con me. Successivamente ha cominciato a cercare superstiti Ishibariani della guerra, e a formare un gruppo di ribelli. Ora come ora sono decisi a riprendersi ciò che hanno perso. Infatti, tu sei qui per questo motivo, e non ti lascieranno andare finché non avranno ottenuto quello che vogliono.-
Fece una pausa sospirando prima di continuare. Ma poi posando lo sguardo sulla gamba rotta di Ed, cominciò a sollevargli la parte sinistra del pantalone di pelle nero. Questo gemette di dolore chiudendo con forza gli occhi.         
-scusa.-
-non ti preoccupare, continua.-
Mormorò piano. Il dolore era insopportabile.
Lo alzò ancora fin quanto bastasse per vedere la gamba. Edward chiuse la bocca cercando di fermare i gemiti di dolore.
-Edward hai una frattura scomposta alla gamba!-
Il ragazzo si alzò di poco per osservare l'arto. Non era un gran bello spettacolo. Oltre ad essere rosso e gonfio c'era anche una ferita in superficie che sanguinava copiosamente.
-devo assolutamente rimettertela apposto!-
Ed la guardò terrorizzato. Sapeva che il dolore sarebbe stato insostenibile, ma si fece forza e annuì debolmente lasciandola fare.
-ecco tieni questo, sarà molto doloroso.Voglio che tu lo stringa forte. Pronto?-
Il biondino prese il panno, che gli aveva dato la donna mettendolo tra i denti. Non fece in tempo a rispondere, che subito Miriam gli prese la gamba, e con un gesto secco rimise al loro posto le ossa della gamba.
L'urlo di Ed non si sentì, fortunatamente, oltre il magazzino, perché prontamente la ragazza gli tappò la bocca.
Il dolore era davvero intenso. Cominciò a stringere forte il panno e la manica della tunica di Miriam, mentre delle gocce salate gli rigavano il viso sofferente.
-g..grazie..-
Un sorriso forzato di gratitudine gli increspò le labbra screpolate.
La castana gli rispose con un sorriso baciandogli fraternamente la fronte.
-comunque... non.. hai.. risposto alla... mia domanda.-
Disse il ragazzo faticosamente.
-quale?-
-"perché... mi stai... aiutando?"-
Calò un silenzio profondo, nel quale la giovane pensierosa, fasciava la gamba del ragazzo. Questo la guardava come per cercare una risposta nei suoi occhi verdastri, ma non ne ebbe nessuna e quel silenzio angosciante continuava.
Infine fu lei a romperlo:
-io voglio aiutarti, perché dopo aver visto mio fratello fare del male a così tanta gente, ho deciso che io non voglio diventare un mostro come lui. Io non farei mai del male ad un ragazzino. Per tua sfortuna sei un cittadino di Amestris
, ma tu non hai fatto niente. Allora mi sono chiesta: perché trattarti così? Puro sadismo? Vendetta? Follia? Non so neanche io il perché di tutto questo. Però, non posso certo abbandonare mio fratello, l'ho sempre seguito, stando sempre al suo fianco. Ho cercato di persuaderlo, ma non mi ha dato ascolto. In un certo senso é anche colpa mia, gli ho permesso di fare tutto questo. Ma voglio rimediare, per questo sono qui adesso, ti farò uscire, te lo prometto.-
Con un gran sorriso vittorioso e orgoglioso concluse il discorso.
Le sorrise anche lui; anche se più che un sorriso la sua sembrava di più una smorfia di dolore.
-grazie... di tutto.-
Non aveva più la forza di parlare e la ragazza lo notò. Perciò cercò di non fare domande, così da non farlo stancare troppo.
Dopo averlo medicato, gli posò una mano sulla fronte per sentire se la febbre era scesa. Come aveva previsto, il biondino stava molto meglio anche se visibilmente stanco.
-ora riposati devi recuperare le forze.-
Edward annuì debolmente, appoggiandosi meglio sullo scatolone.
La giovane gli sorrise e poggiò lo sguardo sul suo braccio destro. Questo se ne accorse e scrutò l'espressione curiosa della ragazza.
-ti chiederai come sia successo.-
Questa in risposta annuì solamente. Si sedette sul pavimento pronta ad ascoltare la storia, come facevano i bambini quando gli venivano raccontate le favole prima di andare a dormire.
Dopo un primo momento di esitazione -dove Ed non sapeva se rivelare o no il suo più grande segreto- decise di farlo ugualmente, consapevole, che alla fine non sarebbe servito a niente tenerlo nascosto, visto che ormai era chiaro che avrebbe finito
i suoi giorni in quel posto. E poi, lui si fidava di Miriam.
-é successo tutto quando avevo dodici anni e mio fratello undici. Nostro padre ci aveva abbandonati e vivevamo a Reesembool con nostra madre. Purtroppo si ammalò di una malattia che non aveva cura...morì pochi giorni dopo.-
Fece una pausa sospirando amaramente.
-io e mio fratello studiavamo l'alchimia da parecchi anni, e avevamo scoperto un modo per far tornare in vita nostra madre. Mai sbaglio fu più grande. Avevamo deciso di violare il più grande tabù dell'alchimia: la trasmutazione umana.-
La giovane sgranò gli occhi. Non poteva crederci.
Ed, invece, non poté non abbassare lo sguardo a quell'espressione sorpresa.
-decidemmo così di trasmutare la mamma. Avevamo preparato tutto accuratamente, ma qualcosa andò storto. Mio fratello perse tutto il corpo e scomparve. Io invece persi una gamba.
Per far tornare mio fratello, decisi di trasmutare la sua anima legandola ad un'armatura con un sigillo di sangue. Così persi il braccio destro.-
Adesso lo sguardo di Miriam era triste, non era più impressionato. Sentiva grande pena per lui, per tutto quello che aveva passato e sopratutto ammirazione per il grande amore fraterno che legava i due.
-infatti, avremmo dovuto pensare alle conseguenze dello "scambio equivalente".-
-lo scambio equivalente...?-
-sì, per avere qualcosa devi dare in cambio qualcos'altro. Questa legge sta alla base dell'alchimia. Ma noi non gli abbiamo dato molta importanza in quel momento.-
-mi dispiace...-
Ed sentiva che le lacrime volevano uscire, ma cercò di reprimerle inutilmente. La ragazza se ne accorse e si sporse verso di lui abbracciandolo forte.
A quel contatto, il biondino si fece rigido. Poco dopo, anche lui rispose all'abbraccio piangendo silenziosamente contro la sua spalla.


-Signore siamo arrivati.-
-cosa?-
-siamo arrivati a West City.-
Disse Riza richiamando il Furher, che guardando fuori dalla finestra era perso in chissà quali pensieri. Sicuramente erano rivolti a Edward.
Dopo aver radunato i migliori soldati di tutto il Quartier Generale di Central City, Havoc, Riza e Roy erano partiti immediatamente verso West City per recuperare il Fullmetal Alchemist.
I tre scesero dal treno con i soldati. Successivamente dopo essere usciti dalla stazione, il Furher radunò intorno a se i militari, che si misero sull'attenti.
-soldati, sapete tutti il motivo per cui ci troviamo qui. La nostra missione é molto importante, dobbiamo assolutamente portare in salvo il maggiore Edward Elric l'Alchimista d'Acciaio.
Conto su di voi signori. Tra mezzora ci ritroveremo qui, davanti alla stazione, e daremo il via all'operazione. Rompete le righe.-
-sissignore!-
Dopo questa esclamazione i soldati si dileguarono, lasciando i tre alchimisti ai loro pensieri.
-Tenente hai già pensato a un piano?-
-sissignore, io e il Sottotenente ci abbiamo pensato molto e siamo arrivati ad una conclusione.-
-dimmi pure.-
-vede, l'unico modo per recuperare Edward, é tendere un imboscata a Reeno e quindi dirigerci direttamente a Darkseed Street.Non c'é tempo da perdere...-
-fin qui non ho niente da ribattere.-
-...ma c'é un problema: chi ci conferma che quando arriveremo, troveremo Reeno e Edward? Se scappasse portandosi dietro Ed, non potremo certo trovarli facilmente. In fondo Reeno ci ha mandato quella cassetta per attirarci, sapendo che saremo venuti qui per salvarlo. Non escludiamo il fatto che ci possa aver teso una trappola.-
-Tenente hai ragione. So che queste constatazioni sono molto ragionevoli, ma noi siamo qui per salvare Acciaio e anche se Reeno scapperà, dobbiamo almeno provarci.-
-sissignore.-
Detto questo i tre si prepararono per ciò che gli attendeva.
Il tempo passò in fretta e prima di svolgere la missione, si diressero al Quartier Generale di West City, dove alcuni dei migliori soldati del posto vollero contribuire all'operazione.
-siete di Central City, vero? Chi siete? Abbiamo sentito che volete salvare un vostro compagno, che é stato rapito da l'ishibariano scappato da Briggs. Stiamo cercando Reeno e i suoi uomini da molto tempo, ci farebbe piacere unirci a voi nella ricerca.-
-Sono il Furher Roy Mustang di Central City. Se insistete tanto, non vi negherò la possibilità di venire con noi.-
Con molta discrezione, i nostri soldati si apprestarono a dirigersi verso Darkseed Street, viaggiando sulle macchine dei militari del luogo. Arrivati a destinazione, tutti si prepararono silenziosamente; indossando giubbotti antiproiettile e armeggiando con fucili e pistole.
Il magazzino buio e abbandonato, accresceva molto la tensione nell'aria. La via era buia, ma illuminata qua e là da alcuni lampioni posti sui marciapiedi.
Gli uomini aprirono piano la porta del palazzo semi distrutto, ed entrarono.
Si fecero luce, con le torce attaccate ai loro fucili d'assalto M14. Si diressero, verso un corridoio spoglio e impregnato di alcune macchie di sangue. Quell'atmosfera metteva i brividi, ma non potevano demordere, dovevano assolutamente arrivare a lui.
Alcuni pensieri si fecero largo nella testa di Roy; Ed era ancora vivo? Reeno era scappato portandoselo via? Gli hanno teso una trappola? Dov'era Ed? L'unica cosa che sapeva per certo, era che Edward era ferito e che aveva bisogno del suo aiuto.
Man mano che avanzavano, questi pensieri svanivano, facendo largo ad ansia e angoscia. Sperava come tutti in cuor suo, di trovare il suo amato ancora vivo. 

-ehi, svegliati.-
Il biondino aprì gli occhi lentamente, guardandosi intorno. Era ancora in quel maledetto magazzino. Pensando al bellissimo sogno che aveva fatto, in cui finalmente era tornato a casa, la negatività di poco fa si impossessò di lui ancora una volta.
-ho sentito dei rumori, credo che mio fratello e gli altri siano tornati.-
-non credi che se ne siano andati? Da quando ci siamo visti questo pomeriggio, non hanno ancora varcato quella porta.-
Indicò la lastra di legno chiusa, che era stata sigillata dall'esterno per non far fuggire l'ostaggio. Ma fortunatamente, essendo magra e minuta, Miriam era riuscita a passare dalla finestrella per aiutare Ed.
-forza Edward, ce la possiamo fare infondo sei picc...-
-cosa hai detto?!?!-
-volevo dire magro, sei molto magro, quindi passerai facilmente. Cosa pensavi stessi dicendo?-
Rispose lei alzando le mani e agitandole in segno di difesa, con un sorriso che la sapeva lunga.
-grazie per il tuo aiuto, ma non credo che riuscirò a scappare, non riesco ancora a muovermi.-
-Dobbiamo provarci. Se non scapperai adesso, dopo Reeno ti ucciderà perché non gli servirai più!-
-lo so questo. Ma non posso fare altro che starmene qui. Confido nella speranza che qualcuno mi sta cercando, lui mi sta cercando e mi salverà, ne sono sicuro.-
-non é il momento per la speranza questa! Devi assolutamente reagire, Edward!-
-lo sto facendo, sto aspettando.-
La ragazza non potendo ribattere, lo prese per il braccio ferito cercando di farlo alzare. Ma un capogiro fece cadere il biondino e con lui anche lei, ritrovandosi per terra.
-cosa... stai... facendo?-
-cerco di salvarti la vita.-
-ho detto...c..che resterò...qui.-
Il biondino cominciava a sudare, segno che la febbre era tornata.
-maledizione! Hai la febbre Ed!-
-no...s..sto benissimo...-
Il biondino cercava di alzarsi senza successo. Sentiva un gran caldo e la testa pulsargli moltissimo. Miriam stava per prendere il pezzo di stoffa ormai asciutto, per poterlo bagnare e dare un pò di conforto al ragazzo. Ma si fermò udendo dei rumori molto forti provenire dall'esterno.
I due guardarono terrorizzati la porta, temendo che Reeno fosse tornato. La ragazza trascinò Ed a fatica,  dirigendosi verso alcuni scatoloni.
-dobbiamo nasconderci!-

-preparatevi, mettetevi ognuno su una porta.-
-sissignore.-
Dopo aver percorso alcuni corridoi, i soldati si trovarono di fronte ad alcune porte. Ognuno di loro su ordine di Mustang, si misero davanti ad una di esse. Riza diede ad ogni soldato delle ricetrasmittenti, per poter comunicare tra loro.
-porta numero uno.-
La prima porta venne aperta con un calcio da uno dei soldati. Ma non vi trovarono niente, solo una stanza vuota.
-porta numero due.-
Anche con la seconda si ripeté la stessa cosa.
-porta numero tre.-
Anche con questa e con le successive non trovarono nulla.
-maledizione!-
Urlò Roy scagliandosi verso l'ultima porta del corridoio, dove, come nelle precedenti non trovò nulla. Affannato si accasciò a terra tenendosi la testa tra le mani. Respirando piano cercò di riprendere il controllo.
-signore, non si sente bene?-
Gli chiese Riza premurosa, porgendogli una mano. Questo si alzò aggrappandosi a lei. Sul viso aveva uno sguardo stanco e disperato.
-no, sto bene, grazie.-
-signore, abbiamo trovato qualcosa.-
Uno dei soldati dall'altra parte del corridoio, colse la sua attenzione. A perdi fiato cominciò a correre verso quella direzione, sicuro e speranzoso, che questa volta avrebbe trovato Edward.

To be continued...

ok, lo so che sono in un tremendo ritardo!!! *si inchina chiedendo perdono* ^^'' Con l'inizio della scuola e il trasferimento, sono stata molto occupata e anche se avevo già scritto il capitolo, non avevo tempo per rileggerlo e correggerlo! Mi scuso infinitamente per avervi fatto aspettare!! ^^'' Ringrazio come sempre tutti quelli che mi seguono e recensiscono sempre. Un grazie di cuore! <3
Ditemi la vostra: volete che Ed venga salvato oppure che rimanga prigioniero nelle mani di Reeno?
A chi interessasse ho sistemato il capitolo 7, che purtroppo alcune parti erano state cancellate a causa del mio computer tarocco -.-' Se volete potete tornarci e leggere le parti modificate. Grazie! ^^
UN BACIO!! ^^

  
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