Libri > Orgoglio e Pregiudizio
Segui la storia  |       
Autore: Elizabeth9    27/09/2009    6 recensioni
Quando il signor Bennet lasciò definitivamente la casa,sapeva con certezza che avrebbe posto fine a qualsiasi speranza delle sue figlie di avere una vita felice e di poter essere sposate. Elizabeth, una delle sorelle maggiori perciò decide di lasciare la propria famiglia e stabilirsi presso il temuto e facoltoso Signor Darcy che le avrebbe offerto un guadagno. Una nuova storia di uno dei classici più intramontabili di tutti i tempi, dove forse non sempre l'apparenza è vermante l'unica realtà. Regole e pregiudizi verranno superati ed infranti per dichiarare un amore, per molti impossibile.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nuovo capitolo!Come state? Vi ringrazio ancora di cuore per il vostro sostegno! Sono così felice che la storia vi continui a piacere! Come sempre aspetto vostri pareri il prima possibile. In questo periodo mi sono avvantaggiata un po’ con la storia e vi consiglio di non perdervi il prossimo capitolo, l’ho scritto proprio con il cuore! Come tutti del resto, però, ha un non so che di speciale! J come sempre un saluto a tutti voi! Grazie e alla prossima. Ps lasciate tanti commentini!sarei curiosa soprattutto di sapere cosa pensano della storia gli ultimi arrivati!!!!ciao ciao

Cosa provate per Darcy?”. Quelle parole risuonano ancora nella mia testa. Rimango impassibile per qualche secondo con volto conturbato ed occhi persi nel vuoto. In verità non avevo mai considerato l’idea di amarlo, o forse ho sempre finto di non farlo. Le mie labbra non riuscivano a muoversi, a prendere una decisione ed esprimere la conturbante risposta che Georgiana si aspettava. Non potrei non considerare l’eventualità di amarlo se non come pura follia. La mia ragione non mi permette di dare adito così spontaneamente a ciò che provo. A dire il vero ci sono ancora troppi pensieri, troppe paure per ammettere incoscientemente questo evidente sentimento;eppure il mio cuore comincia a nutrirsi  insanamente di certezze e gioie che non avrebbe mai assaporato prima. La guardo ancora attonita cercando invano di sfuggire alla sua domanda.

Io…io non saprei proprio…” mi congedo da lei inchinandomi come a mio solito modo. Le volto le spalle e rimango vittima delle mie perplessità, della mia costante lotta tra la ragione e il sentimento. Mi affretto a chiudere la porta e lasciarmela alle spalle, così come la preoccupazione che ora mi affligge. Ma, è inutile, ormai è troppo radicata in me. Alzo lo sguardo e mi incontro faccia a faccia mio malgrado con lui. È proprio quello che avrei voluto evitare, la sua presenza non fa che ulteriormente precipitare nei miei timori. Il suo sguardo è troppo cambiato in un sol momento ed io non riesco ad accettarlo.

“Dove state andando?” sento le sue dita sfiorare a mala pena il mio soprabito, ma fuggo accelerando il passo verso la mia stanza.

Con gli stessi pensieri mi desto pochi giorni dopo. Le scuse di Georgiana non sono state mai abbastanza per avermi posto, osando troppo a suo dire, tale domanda. Eppure, non saprei dire se fosse solo a causa sua tale inquietudine, o da sempre tento di nasconderla. Ormai, l’autunno cominciava ad imbrunire lo splendido paesaggio su cui dava la finestra della mia camera. La luce del sole inondava fievole le lenzuola profumate facendo riflettere le ombre delle nuvole su di esse. Apro la finestra nel tentativo di inebriarmi della brezza mattutina, così da dare pace ai miei tormenti, ormai sempre più frequenti. Scorgo dalla finestra la Signorina Georgiana passeggiare accompagnata da un uomo. Era alquanto inusuale trovarla nel giardino sottostante a tale ora. Lei incrocia fortuitamente il mio sguardo e mi invita con gentilezza a raggiungerla. Prendo lo scialle che mia madre aveva tanto tempo prima ricamato per me. Posso ancora percepire il suo profumo, la ruvidezza delle sue mani invecchiate precocemente dal lavoro, la sua presenza. Era ormai passato quasi un mese da quando mia madre mia aveva ripudiata. Tutte le mie speranze di poterla amare ancora, nonostante il suo egoismo e la sua frivolezza erano spente da allora. Afferro con rammarico lo scialle e mi affretto a raggiungere il giardino imperlato da una leggerissima brina. Scorgo la Signorina Georgiana con accanto un uomo che non ritengo di aver mai visto prima.

“Cara Elizabeth! Sono così felice di vedervi quest’oggi!” stringe più a sé il giovane biondo che le stava accanto “ Vi presento con grande piacere il Signor Wickham!”

“ Sono molto onorata di fare la vostra conoscenza!La Signorina Georgiana mi ha più volte parlato accoratamente di voi!” mi bacia la mano in segno di saluto, ricambiandomi con uno splendido sorriso.

“Il piacere è tutto mio!”Sembrava un uomo dabbene e molto cortese.

“ Il Signor Wickham mi ha reso talmente felice! È venuto a mia insaputa a trovarmi, nonostante i suoi doveri di ufficiale! Come potrò mai sdebitarmi per un tale delicato accorgimento!” potevo scorgere in lei una grande gioia. I suoi occhi non potevano che fissarlo, quasi derubati dalla sua bellezza.

“ Sono io ad essere oltremodo felice di stare con voi! Non potrei lasciarvi sola oltre!” il suo sorriso la inebriava di luce. Per l’intera mattinata continuiamo a inoltrarci nello splendido giardino, conversando amichevolmente.

“Spero che un giorno Signorina Elizabeth, troverete un uomo tanto amabile e rispettabile!”

“ Perché voi non siete sposata?”

“No, affatto!Non avuto ancora il piacere di trovare la persona giusta per me!Ma sono comunque felice per voi!”

“ E come si può essere non maritate pur godendo di una tale bellezza?” rimango colpita dal suo complimento.

“Oh certo! Io l’ho sempre sostenuto che la Signorina Elizabeth gode di una impareggiabile grazia!” Georgiana lo accondiscende senza rendersi troppo conto del suo innaturale interesse nei miei confronti.

“ Vi ringrazio, ma non sono poi così come dite!Mia sorella Jane è sempre stata considerata la più bella in famiglia!”

“ Non direi! La vostra modestia è ciò che nasconde la vostra bellezza, solo a voi poco evidente!”

“ Avete senz’altro catturato l’attenzione del Signor Wickham! Sono felice che andiate così d’accordo!” non potevo non notare quanto le parole di Georgiana fossero ancora ingenue e piene di speranze. Era solo un presentimento che il Signor Wickham fosse più interessato a me che a lei. Ma spero di sbagliarmi, del resto sono solo da poche ore che lo conosco. Mi congedo per lasciarli soli e sfuggire ad eventuali incomprensione disdicevoli, quand’ecco il Signor Darcy di fronte a me. Il suo sguardo era impenetrabile.

“ Signorina Elizabeth!” il suo tono di voce era perentorio ed alto “ Desidero che voi non frequentiate quell’uomo!”

C-cosa?E perché mai?” non davo alcun senso alle sue parole. “Non potete impedirmi di frequentare chi voglio!”

“E INVECE SI! VOI STARETE LONTANA DAL SIGNOR WICKHAM!Così come imparerà a fare mia sorella!” era impassibile. Era da tanto che la sua presenza non risultava tanto irrigidita e scontrosa.

“ Voi non potete! Non è vostro compito intromettervi nella vita sentimentale di un’altra persona!”

“Ma è mio dovere proteggerla da quell’uomo che ,credetemi, è tutt’altro che cortese ed affidabile!”

“ Avete la scortese abitudine Signor Darcy di pregiudicare le persone che non conoscete. In ugual maniera vi siete comportato con me, ricordate?”

“Interpretatela come volete, non mi interessa!Agisco solo per il suo bene!”

“IL SUO BENE!Avete solo pensato che forse Georgiana è innamorata di quell’uomo più di chiunque altro, forse ancora più di voi che siete suo fratello? Aprite gli occhi Darcy! Non siete il solo a decidere della sua vita!In quanto a me non ritengo che un semplice incontro possa mettermi tanto in pericolo…

“ TACETE! Non siete nella posizione di darmi ordini e soprattutto di giudicare…

“ E PERCHE’ MAI!IO TENGO A GEORGIANA ESATTAMENTE ALLO STESSO MODO CON CUI FATE VOI!” i nostri sguardi ancora una volta si scontrano, ma nessuno dei due intende arrendersi.

“ Non mi aspetto che voi capiate…avete notato le attenzioni che ha per Georgiana?”

“SI!”

“Io le osservo da tempo e non potrei considerarle autentiche!”

“ Lo conoscete così poco e siete pronto a condannarlo ai vostri dissapori infondati!”

“Voi non sapete quale sia la reputazione che il giovane Signor Wickham si è guadagnato…

“Ora state veramente passando il limite!”

“APRITE GLI OCCHI VOI! Ed osserverete che le sue intenzioni sono ben altre. Aprite bene gli occhi e vedrete il modo in cui vi guarda!” rimango attonita a quest’ultima affermazione. Era solo da pochi istanti che conoscevo quell’ufficiale, e non mi era mancato modo di osservare la sua gentilezza, ma anche il suo interesse per me pur essendo innamorato di Georgiana. “ Non voglio che mia sorella soffra…”lo vedo allontanarsi da me. Posso ancora scorgere quell’alone di gelosia che sconvolgeva il cuore di Darcy. Stava per scendere i gradini che portano al giardino quando incrocia sulla sua strada Caroline Bingley.

“ Signorina Elizabeth! Cercavo proprio voi! Sono accidentalmente capitata presso i dintorni della vostra umile dimora, durante una delle mie passeggiate in carrozza tra nobildonne. Non che la cosa vi possa mai riguardare!” L’arrivo di Caroline era bastato per far fermare il Signor Darcy.

“Sono venuta a conoscenza di alcune notizie che circolano riguardo la vostra famiglia…” il mio cuore comincia a battere. L’ansia mi sovrasta e reprime il mio respiro. Darcy volta il suo sguardo e fissa Caroline in attesa di una sua parola, per quanto fastidiosa possa essere.“…gira voce che una delle vostre sorelle, la Signorina K…K

“KYTTI!” una stretta al cuore mi lascia quasi svenire.

Kitty appunto, sia in fin di vita! vostra madre non è riuscita evidentemente neppure ai balli che con indecenza frequenta, a trovare le giuste amicizie per farla curare, non è così?A quanto ne so, le resterà due, tre giorni al massimo…ma del resto voi sapevate delle sue misere condizioni, no?”  sbarro gli occhi, incredula alle sue parole. Perdo per un istante l’equilibrio ma il Signor Darcy mi sorregge appena in tempo. La mia pelle comincia a diventare bianca e tremolante.

“IO DEVO ANDARE!DEVO ANDARE DA LEI!”

“Lasciate che vi accompagni!Non voglio che andiate in queste condizioni. Tutto ciò è veramente preoccupante!” annuisco, accettando l’offerta del Signor Darcy. 

Per tutta la durata del viaggio non oso pronunciare parola, troppa era la mia agitazione. Non avrei potuto neanche supporre cosa avrei provato se solo lei ci lasciasse. L’idea era terrificante. Non sono riuscita in alcuna maniera a notare le attenzioni che il Signor Darcy riservava nei miei confronti. Avrebbe voluto parlare, ne sono certa, ma forse la notizia era troppo fuorviante anche per lui. Mi cruccio nelle mie disperate preoccupazioni fin quando non scorgo la mia casa. Scendo dalla carrozza con fare agitato e frettoloso prima ancora che giunga completamente di fronte alla soglia della porta. Il signor Darcy attende il mio ritorno con non poco tormento. Spalanco la porta d’ingresso per dirigermi a passo spedito verso la stanza di Kitty. Tutto era in silenzio, terribilmente in silenzio. Non udivo le note disarmoniche del pianoforte di Mary, non un bisbiglio fastidioso di mia madre, non una risata, o una sola parola. Solo il silenzio mi entrava ormai nel ventre ad ogni gradino, mentre nella mia mente tento con tutte le mie forze di allontanare l’orribile possibilità  che Kitty potesse già non esserci più. Ancora qualche passo ci divideva. Non avrei voluto mai aprire quella porta così da scongiurare ogni eventuale disgrazia, ma le circostanze lo imponevano. Entro nella stanza e ritrovo tutto il resto della famiglia attorno al suo letto. Le mie attenzioni vanno subito verso lei. Mi inginocchio sul ciglio delle lenzuola.

Kitty! Mia cara Kitty sono qui! Come stai?” il suo volto era troppo bianco e freddo. Le mie mani lo circondano nel tentativo di porgerle calore. “Ti scongiuro rispondimi!Sono io, sono Elizabeth!” la mia mano comincia a tremolare nel vedere che alcuna risposta mi veniva proferita. Gli occhi si lucidano con più velocità di quanto desiderassi. A stento trattengo le lacrime. Per il bene di Kytti cerco di essere forte. Non avevo ancora notato gli sguardi persi ed allucinati di tutte le mie altre sorelle. Persino mia madre sembrava distrutta.

“Vattene Elizabeth! Vattene immediatamente da questa casa!” mia madre mi afferra per un braccio e mi costringe ad alzarmi strappandomi dalle lenzuola porose del letto. “IO ESIGO CHE TU VADA FUORI!”

“Voi non potete allontanarmi da lei, è mia sorella e in fin di vita per giunta!Se anche non volete riconoscermi come figlia, non avete il diritto di far si che le mie sorelle mi considerino !”

“Madre, vi prego!” Jane tenta senza riuscirvi di farla tornare alla ragione e calmarsi.

“ E’ SOLO COLPA TUA SE KITTY MORIRA’ A BREVE!” queste parole agghiacciano i volti di Lydia , Jane e Mary. Dal canto mio ormai, troppe erano le ferite che tanto impunemente mi aveva inferto da rimanere sconvolta anche per questo ulteriore affronto. Ora ogni mia preoccupazione era rivolta a Kitty, il cui respiro sembrava sempre più affaticato e strozzato da colpi violenti di tosse. “ se non fosse stato per la tua cocciutaggine e ti saresti venduta al Signor Darcy sposandoti, Kitty sarebbe ancora in buona salute! Non sarebbe mancato modo di ottenere l’aiuto di un medico per curarla. Ma il tuo egoismo sovrasta ogni immaginazione…” le lacrime cominciano a scendere contro il mio volere. Gli occhi gonfi e rossi si rifiutano di controllare tanto dolore.

“IO HO LASCIATO QUESTA CASA PER AVERE UN GUADAGNO CHE POTESSE AIUTARVI TUTTE!E non rimpiango alcuna scelta!Piuttosto voi, madre, potreste evitare di sperperare ogni mia fatica in vestiti, balli…” il pianto soffoca le mie parole “…e molte altre esibizioni di presunzione, per affermare una ricchezza che non avremo mai!”

“ Il tuo unico compito era quello di maritarvi con quell’uomo! Non ti è stato richiesto di amarlo, ma di maritarlo! E non sei stata in grado neanche di fare questo!Ed ora, guarda! Ammira i frutti della tua ostinazione!” volge lo sguardo verso Kitty, sempre più sofferente. Accarezzo il suo viso nella speranza che potesse riprendere i sensi od avere un qualche sollievo.

“Se Kitty morirà di polmonite ti riterrò responsabile, sappilo!E ADESSO FUORI, FUORI DA QUI!!!!”

“Madre che cosa dite?” interviene Mary, ammutolita non meno delle altre, dalla sconcertante cattiveria di mia madre.

“ La verità, madre, è che Kitty non potrà mai guarire. Sarà sempre malata, come tutte noi. Soffrirà giorno dopo giorno poiché privata dell’amore che una madre dovrebbe dare.” Pongo un fazzoletto sopra le tempie di mia sorella per smorzarle per quanto possibile, ogni sua pena. Mi avvicino al suo viso. Sento il suo respiro affaticato lottare tra la vita e la morte. La bacio in fronte per l’ultima volta per poi a malincuore lasciarla tra le sue pene, incapace di aiutarla, incapace di poter restare con lei. L’unica consolazione restava nel fatto che sarebbe stata aiutata da tutte le altre sorelle, ora più che mai.

Esco da quella casa ancora più sconvolta ed amareggiata di prima. Il signor Darcy mi attendeva fuori della carrozza.

“Ditemi! Quali sono le condizioni di vostra sorella?Spero non tanto gravi…” si abbassa con lo sguardo per porgere attenzione al mio volto reclinato ed incupito.

“…” non riesco a proferire parola. Stringo i pugni, mentre le mie lacrime dalla rabbia si fanno sempre più copiose e veloci. Mordo le mie labbra fino a perdere la percezione del dolore. Poi scoppio in un pianto accorato. Il Signor Darcy afflitto, ma soprattutto terrorizzato dalla mia reazione afferra le mie mani cingendole alle sue, mentre il mio pianto era sempre più forte. Tra le lacrime cresceva la consapevolezza che l’avrei perduta per sempre in un modo o nell’altro.

“Ve ne supplico parlate!Vincete per un solo istante questo dolore che vi strazia e ditemi ciò che avete visto!”

“NON CAPITE!!!!!!PER ME KITTY SARA’ COMUNQUE MORTA!IO NON LA RIVEDRO’ PIU’!” Darcy rimane interdetto da tali parole. Non capiva. Glielo si leggeva chiaramente in volto. Come avrebbe mai potuto. Darcy mi aiuta ad entrare nella carrozza restandomi accanto, come se non riuscissi più a muovermi. Il mio cuore non poteva che essere freddo ed inerme, incapace di dare un senso a tutto questo.

 

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Orgoglio e Pregiudizio / Vai alla pagina dell'autore: Elizabeth9