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Autore: Hannah_    27/09/2009    7 recensioni
Questo è il preannunciato seguito di "Piacere Nick, Joe e Kevin Jonas." Deborah nel frattempo è riuscita a trasferirsi a Los Angeles e può continuare a vivere con il suo grande amore Nick e i suoi tanto adorati fratelli acquisiti Joe e Kevin. Ma vivere con delle rockstar non è proprio una passeggiata, soprattutto quando si è anche la fidanzata di uno di loro. Cosa succederà? Leggere e scoprire!
Genere: Romantico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutte!! Scusate ma purtroppo non ce la faccio proprio a pubblicare più di una volta alla settimana, a scuola ci stanno massacrando sabato ho avuto il compito di storia, domani avrò quello di greco e in settimana due di filosofia e via discorrendo! uffa! Comunque in questo capitolo ad un certo punto appare una canzone "Only Hope" ve la consiglio vivamente come anche il film da cui è tratta: "I passi dell'amore!" buona lettura e recensione! Ciao!

 

CAP. 13 QUAL È LA COSA CHE TI FA  EMOZIONARE DI PIù? TU!

“Ragazzi vi muovete??” urlai dal salotto rivolta Nick e Kevin. Quella mattina infatti saremmo dovuti andare a correre tutti e tre insieme, Kevin aveva deciso che entro il matrimonio avrebbe dovuto perdere qualche chilo, ultimamente aveva messo su un po’ di pancia, e così benché mancassero ancora sei mesi abbondanti voleva prenderla per le lunghe. Io sarei stata la sua allenatrice mentre Nick si univa a noi semplicemente perché amava lo sport. Era più di un quarto d’ora che li stavo aspettando, qui due quando si trattava di vestirsi erano peggio di una donna.

“La smetti di urlare?” sbuffò Joe seduto sul divano intento a guardare un film.

“Gne gne! Non è mica colpa mia se i tuoi fratelli sono delle lumache!”

Joe mi tirò un cuscino colpendomi in pieno viso.

“Ehi!” protestai io ribellandomi con uno scappellotto.

“Ah - ah vuoi la guerra?” chiese lui fingendosi minaccioso. Non mi diede tempo di rispondere che mi afferrò per i fianchi facendomi ribaltare sul divano da sopra la spalliera.

“Joe!” mi lamentai io mentre lui iniziava a punzecchiarmi con dei pizzicotti sulle cosce. Afferrai un cuscino e glielo tirai in testa. Adoravamo fare finte lotte, era il nostro gioco preferito. Mentre continuava a pizzicarmi rotolammo giù dal divano.

“Oddio le costole!” gemetti. Joe si tirò su di scatto e assunse una faccia preoccupata.

Dopo l’incidente mi ero ripresa abbastanza bene, facevo fisioterapia per le gambe e andavo a correre per rinforzarle, ma alle costole purtroppo non si può far niente bisogna aspettare che si rimettano apposto da sole. Ecco perché benché di solito non sentissi molto il dolore, quella botta non aveva fatto sicuramente bene.

“Oddio Deb scusa, me ne ero dimenticato. Ti fa tanto male?” chiese agitato. Mi sforzai di rispondergli con un sorriso rassicurante.

“Ehi che è successo?” chiese Nick allarmato scendendo le scale.

“è caduta e si è fatta male alle costole.” Spiegò Joe.

“Scommetto che è colpa tua…” disse Nick raggelando il fratello con uno sguardo, poi si rivolse a me. “Tesoro, stai bene?”

“Si, ora va meglio. È stato solo il momento della botta che mi ha fatto male.” Risposi tirandomi su e mettendomi a sedere sul divano. Nel frattempo anche Kevin ci raggiunse.

“Che state combinando?”chiese.

“Piuttosto che sta combinando lui!” disse Nick riferendosi a Joe.

“Dai Nick, non l’ha mica fatto apposta!” dissi.

“Io cerco di difenderti, mi preoccupo per te e tu mi dai contro?” disse alzando la voce.

“io non ti ho…senti se sei nervoso per i cavoli tuoi non te la prendere con gli altri, e soprattutto non con me! Ok?” gli risposi urlando.

“Beh meglio che me ne vado!”

“Si vai al diavolo!”

Nick uscì di casa sbattendo la porta, io sprofondai sul divano con le braccia conserte, mettendo su il broncio. Joe e Kevin si misero a sedere affianco a me.

“Beh ora mi sento davvero in colpa!” esclamò Joe.

“Dai, che dici?”

“Guarda che non è arrabbiato con nessuno di noi, è solo che probabilmente avrà qualche problema suo e come al solito le cose bisogna tirargliele fuori con le pinze!” disse Kevin.

“Lo so ed è proprio per questo che mi arrabbio. Dannazione, sono o non sono la sua ragazza? Non si confida con me per niente! E poi santissimi numi se è nervoso perché se la prende con noi?”

“Ehm non per dar fastidio al can che dorme, ma vorrei farti notare che sei esattamente come lui, anzi…l’ultima volta che eri nervosa mi hai spaccato un sopracciglio con una pallina mentre giocavamo a tennis!” disse Joe ridendo.

“Mica l’ho fatto apposta scemo!” Uffa, ogni tanto mi servirebbe una figura femminile con cui parlare, qui siete tutti uomini…le vostre ragazze dovrebbero venire a trovarvi più spesso!” sentenziai.

“Cavolo! Mi stavo dimenticando che ho un appuntamento con Demi fra mezzora!” esclamò Joe saltando su dal divano. I due si erano messi insieme la sera del compleanno di quest’ultimo alla villa, la notizia mi aveva reso felicissima.

“Io invece devo andare a prendere Dani!” disse Kevin. I due mi salutarono e uscirono dal portone.

“Sola…” mormorai.

Mi avvicinai al piano di casa Jonas, iniziai a picchiettare su quell’interminabile distesa di tasti bianchi e neri, una dolce melodia iniziò a diffondersi per la stanza.

“There’s a song that’s inside of my soul…” iniziai a cantare con voce flebile, “Only Hope”, la cantavo spesso nei momenti tristi, mi piaceva da morire. In quel momento però più che triste ero molto innervosita, ma abitando in una famiglia di musicisti avevo imparato a sfogare le mie emozioni nella musica, e dovevo ammettere che la maggior parte delle volte funzionava davvero.

“Deb tesoro, stai diventando ogni giorno più brava a cantare!” esclamò Denise alle mie spalle, appena finii la canzone.

“Grazie, anche se la gran parte del merito è dei tuoi figli e beh anche di tuo marito!”

“Mm sai ero in cucina e non ho potuto fare a meno di sentire che eri triste, ormai riesco a capire di che umore sei da cosa canti!”

Le sorrisi, era inutile dirlo, Denise era un ottima madre e come tale vedeva subito quando c’era qualcosa che non andava.

“Ho pensato di portarti un po’ di torta al cioccolato, l’ho sfornata poco fa. È un ottimo rimedio contro la tristezza!” aggiunse lei porgendomi un piattino con una bella fetta di torta ancora fumante.

“Grazie mille!”le risposi.

“Ti va di dirmi cosa è successo?” chiese dolcemente mentre addentavo un pezzo di torta. Sospirai.

“Beh è un difficile parlarne con te…”

“Ne deduco che centra Nick, giusto? Anche se è mio figlio so riconoscere benissimo quando sbaglia.”

“Non è che sia successo niente di grave, è solo che come al solito se ha qualche problema non si confida con me, mi fa sentire quasi come se io non fossi niente per lui quando invece potrei anche aiutarlo. E allora lui è nervoso, scontroso e se la prende con il mondo, me compresa…”

“Beh, conosco un'altra persona che fa così quando è nervosa!” esclamò sorridendo.

“Chissà perché me lo hanno già detto!” risposi ridendo.

“Comunque so come è fatto, è mio figlio, e so anche che se lui non si confida con te non è perché non ti vuole abbastanza bene o perché non si fida, sapessi quanto tempo mi ci è voluto per imparargli a confidarsi con me senza problemi! È solo che lui non vuole caricarti dei suoi problemi, tutto qui! Perché non provate a parlarne un po’ di questa cosa?”  consigliò lei con la saggezza innata che solo le mamme possiedono.

“Beh si hai ragione, dovrei parlarne con lui ma… è difficile, non saprei nemmeno cosa dirgli!”

“Lascia parlare il tuo cuore….”

La abbracciai forte, lei mi strinse a se e mi accarezzò i capelli, mi sentivo una bambina di due anni a cui è appena caduto il gelato e la mamma cerca di consolarla, peccato che io di anni ne avevo diciotto e lei non era mia madre.

 

Uscii di casa, Nick era seduto su un muretto lì fuori, solo e pensieroso.

“Ciao!” dissi a bassa voce sedendomi accanto a lui.

“Ciao.” Rispose.

“Cos’hai? Oggi sei strano…”

“Scusa per oggi…”

“Non mi importa, non ti ho chiesto questo comunque! Perché stai così? Mi piacerebbe ogni tanto sapere cosa diavolo ti passa per la testa…”

Lui rimase in silenzio.

“Nick, ti prego…sono o non sono la tua ragazza? Se continui a comportarti così mi spingerai a pensare che non ti fidi di me…o non so cos’altro…”
“Deb, dai non dire sciocchezze!! Se non mi fidassi di te non staremmo insieme da quasi un anno non credi?”

“Allora parla!”

“Niente, sono un po’ nervoso o per meglio dire sotto pressione, non riesco a scrivere una canzone da un po’ di tempo e questo non va assolutamente bene, rischierò di far fallire la band…” disse lui torturandosi le mani.

“Nick, cosa cavolo stai dicendo? Qui non fallirà proprio nessuno, e per quanto riguarda te e la tua ispirazione beh succede a tutti che ci sono periodi migliori e quelli peggiori, ma non mi sembra un motivo adatto per arrendersi.”

“Hai ragione ma per me scrivere è sempre stata una cosa così spontanea…non ho avuto mai di questi problemi!”

“C’è sempre una prima volta per tutto no?” gli presi la mano. “Prova a pensare a qualcosa di bello, qualcosa di magico, qualcosa di speciale nella tua vita e scrivici su…per esempio qual è la cosa che ti da più emozioni ultimamente?”

“Tu!”

Sorrisi imbarazzata. Lui mi abbracciò.

“Scusa tesoro mio…mi dispiace per tutto!”

“Giura che da ora in poi se avrai qualche problema me lo dirai e io prometto che ti aiuterò…da ora e per sempre…finché morte non ci separi!”

“Sembra che ci stiamo sposando…” disse ridendo, poi tornò serio.  “Beh non vedo l’ora che arrivi quel momento…”

Ci baciammo.

  
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