Ciao a tutti!
Questa
è la prima fanfiction che scrivo, ed è una vera
(scusate il
termine) cazzata, ma spero che vi divertiate.
Si svolge durante il
periodo in cui L e Light sono ammanettati l'uno all'altro.
marty_ohba
L'ARMA SEGRETA
Era un giovedì e
quella
sera c'era poco lavoro. Raito e Ryuuzaki avevano tirato comunque
tardi, presi dalle loro congetture sul caso Kira.
Tornati alla
loro stanza, Raito prese a fissare Ryuuzaki; era dà un po'
che ci
pensava, ma Ryuuzaki gli sembrava sempre più intrigante e
anche
molto attraente... era un pensiero molto strano per un tipo perfetto
e preciso come Raito, ma non poteva farne a meno: Ryuuzaki, nei suoi
modi bizzarri, nel suo abbigliamento particolare, nella sua
intelligenza aveva sempre attratto Raito, che ultimamente restava
spesso a fissarlo... Ad un certo punto percepì un violento
strattone: era Ryuuzaki che aveva tirato per qualche ragione la
catena delle manette dalla sua poltrona.
Raito si riprese
subito: era così abituato alle manette che non se ne rendeva
nemmeno
conto.
-Perché continui a fissarmi, Raito-kun?- chiese
Ryuuzaki con la sua solita voce atona.
Raito abbassò lo
sguardo, arrossendo lievemente. Ma che diamine gli succedeva? Da
giorni ormai non faceva altro che fissare il moro, non riusciva
nemmeno a concentrarsi sul caso Kira, che gli sembrava ormai
archiviato. Poi una parte del suo brillante cervello gli
ricordò che
Ryuuzaki gli aveva fatto una domanda.
Arrossì di nuovo, più
intensamente e rispose col tono più calmo che
riuscì a
simulare.
-Non è nulla...-.
Ryuuzaki non insistette, ma lo
scrutò con attenzione da sotto la sua chioma scompigliata,
leccando
un gelato alla fragola.
Raito, sperando di non essere visto,
continuava a guardare il compagno, osservando con attenzione ogni suo
gesto, non voleva dimenticarsene: come sbatteva le ciglia, come
faceva spostamenti impercettibili sulla sedia cambiando leggermente
la sua bizzarra posizione, come leccava il gelato con la sua lingua
morbida e delicata, che poi passava velocemente sulle labbra, per non
lasciarsi sfuggire nemmeno un frammento del gelato. Improvvisamente
lo investì il desiderio di sentire il suo odore e il suo
sapore...
era un desiderio forte, non poteva resistere, ma doveva: che avrebbe
pensato Ryuuzaki ?
Un secondo dopo capì che non gli importava.
Chissà perché se n'era preoccupato. Voleva
scoprirlo, e voleva
farlo subito.
Lentamente si
alzò dal divano e lo chiamò:
-Ryuuzaki?- .
Quello si girò. Raito lo fissò negli occhi
cercando di comunicargli qualcosa con lo sguardo, cercando di fargli
capire ciò che pensava.
Il moro ricambiò l'occhiata,
curioso. Raito si avvicinò ancora, finò a
trovarsi di fronte
all'altro. Si inginocchiò davanti alla poltrona e
avvicinò il suo
viso a quello del detective. Ryuuzaki arrossì. Raito non
seppe
resistere a quell'atto di timidezza: voleva baciarlo, il desiderio
gli stordiva la testa.
Ma prima che potesse avvicinarsi
ulteriormente, Ryuuzaki fece qualcosa di inaspettato: con
velocità
impressionante, tirò fuori qualcosa che sembrava una
bomboletta e la
spruzzò dritto negli occhi di Raito, che urlò.
Quando Raito
si fu calmato, Ryuuzaki lo scrutò con aria di
superiorità e cambiò
tono di voce: assomigliava al presentatore di un programma
televisivo.
-Mai dimenticare lo Spray Antiaggressione al
Peperoncino!-