Prologo

Ciao a tutti mi presento mi chiamo Zoe. Ho i capelli biondo cenere e gli occhi azzurri cielo. Sono nata il 13 maggio 1995. Ho molti hobby tra i quali: suonare la chitarra, karate, disegnare anime. Sono molto vivace ma quando serve so essere seria.  La cosa che amo di più è  Naruto, il manga non il personaggio. L’ho sempre trovato affascinante ed è anche per questo che faccio karate. 

Fin qui è tutto normale ma la mia vita prese una svolta che non mi sarei mai immaginata.

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Era una mattina come tante ed io ,come molti ragazze e ragazzi della mia età, non avevo proprio voglia di alzarmi dal mio adorato letto. Ma quella mattina mi sentivo un po’ strana, in un certo senso ansiosa. Avete presente quando vi si chiude lo stomaco perché sentite che sta per succedere qualcosa di bello? Beh, per me era lo stesso però quello che sarebbe dovuto accadere mi faceva paura. Ma per quale razza di motivo?

-Zoe!!!-

Uff… A volte mi chiedo se mia madre abbia un briciolo di sensibilità.. Lo sa benissimo che odia quando mi chiama ,cioè urla, a prima mattina. Mia madre si chiama Rein  ed è completamente l’opposto di me. In senso di caratteristiche fisiche. Infatti lei è un po’ bassa ,ha gli occhi neri e i capelli del medesimo colore.

-Mmmmm..-

Mi alzai e scesi le la rampa di scale che mi divideva dalla cucina. Là trovai mia madre con la mia tazza piena di latte in mano e mio padre seminascosto dal giornale.

-Buongiorno..-

-Buongiorno tesoro ecco la tua colazione, e se vuoi dei biscotti devi prenderteli da sola perché altrimenti faccio tardi a lavoro. Ci vediamo-

Detto questo mi schiocca un bacio sulla fronte ed esce.

-Mamma, non sono una bambina..-

Bevvi tutto di un sorso il mio latte e nel posare la tazza nel lavandino i miei occhi caddero sull’orologio digitale posto vicino il microonde. “Cazzo è tardi”.Senza dire una parola corsi in bagno e con altrettanta fretta ne uscii . Salii le scale cadendo ogni 3 gradini ma riuscii ad arrivare intera in camera mia dove aprii di botto il mio armadio e ne presi la divisa scolastica, che comprendeva una camicia bianca, un gilet blu a giro maniche con sopra lo stemma della scuola ed una gonna beige. Avrei voluto indossare come tutti i ragazzi un semplice pantalone ma le ragazze devono portare quella stramaledetta gonna. Tralasciando il fatto che mi misi il gilet al contrario e presi di corsa il mio zaino facendo cadere  i libri a terra riuscii a scendere le scale e salutando mio padre uscii di casa correndo verso la metro che avrei dovuto prendere per la scuola. Mentre correvo verso la metro incominciai a sentirmi bagnare da leggeri schizzi il volto che poco dopo divennero  un vero e proprio diluvio. Accellerai il passo ed entrai nella metro mezza zuppa. Ma proprio oggi mi dovevo dimenticare di portarmi l’ombrello? Comunque per fortuna trovai un posto libero e mi ci fiondai.

“Uff  oggi non ho proprio voglia di andare a scuola..”

Appena arrivò la mia fermata mi alzai e corsi verso scuola.

Grazie a Dio, o dovrei dire Jashin?, incontrai la mia migliore amica. Si chiama Kym e abbiamo la stessa età.

-Kym, mi dai un passaggio?-

-Ah, sei tu Zoe, certo!-

 Mi attaccai al braccio della mia migliore amica e ,sotto all’ombrello,  ci avviammo verso la scuola.