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Autore: JadeDevour    28/09/2009    4 recensioni
Una ragazza bellissima ed adorabile, ma fin troppo paranoica. Un migliore amico vampiro che a differenza sua non sembra avere intenzione di spigersi oltre al bacio sulla fronte, e una famiglia intera di vampiri con cui convivere. Jade vi da ufficialmente il benvenuto nel suo mondo.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ricapitoliamo.
Esattamente un'ora fa, varcavo la soglia di questo locale, che adesso mi sembra enorme e ancora più luminoso di quando sono entrata e subito abbagliata dalle luci al neon che i miei amici mi hanno gentilmente puntato in faccia, tanto per aumentare l'effetto sorpresa e mettere bene in evidenza la mia matita sbavata dalle lacrime. Fortunatamente però nessuno se ne è accorto, o meglio, probabilmente l'hanno attribuito alla commozione per il momento di celebrità, e mi hanno subito trascinato, dopo strilli e abbracci di rito, nel vortice della festa. In questo momento, dopo aver abbondantemente assaggiato ogni singolo alcolico disponibile, con tanto di secondo giro per quelli particolarmente meritevoli, sono decisamente su di giri, e il pensiero di Gee e della vampira è stato ben relegato dall'alchool in un angolino della mia testa. Sto saltellando e ridendo con una bottiglia di bayliss alla menta in mano, cercando contemporaneamente di trattenere il cappellino a forma di cono, con la faccia di Gloomy Bear nero, sulla testa, ma quello non pare proprio collaborare, scivolando di continuo in avanti e ostruendomi la visuale.
"cappellino...fottuto."
dichiaro solennemente ad Iris, che ha un braccio intorno alle mie spalle, ancora coperte dalla giacca di pelle. Inizialmente la tenevo addosso con la scusa del freddo, ora l'alchool mi rende particolarmente determinata a tenermela ben stretta, e a ringhiare contro chiunque si avvicini e tenti di strapparmela a forza. Mi pare persino di aver buttato della vodka al mirtillo addosso a Peter, che tentava di strapparmela, urlandogli contro che la festa è la mia e decido io che cazzo indossare, e porco dio. Potrei anche decidere di togliere il vestito ma tenere la giacca, e nessuno dovrebbe protestare. è o non è la mia festa, cazzo? A quel punto per qualche strano motivo Peter ha immediatamente consentito a lasciarmi la giacca, ribattendo che certo, potrei benissimo farlo. Anzi, perchè non sul cubo? Ma io mi sono allontanata bestemmiando, dopo avergli leccato via un pò di preziosa vodka dalla mano.
Cazzo, i miei amici sono proprio strani.
Alla mia dichiarazione Iris scoppia sonoramente a ridere, e io mi unisco presto alle sue risate, che mi appaiono estremamente giustificate e contagiose, come se entrambe stessimo ricordando una battuta particolarmente divertente: lei si stacca da me in preda ad una crisi isterica e si accascia a terra, tenendosi la pancia e continuando a ridere di gusto, il viso pallido ormai solcato dalle lacrime, che si portano via residui di fard, tingendo appena di aranciato il suo vestito nero.
Ridendo a mia volta, ma non così tanto, prendo un altro sorso di baylees e mi avvicino alla prima coppia nelle vicinanze, rendendomi conto solo quando circondo le spalle di entrambi con le braccia di non avere la minima idea di chi siano.
Certo, non che la mia mente sia perfettamente sana..forse sono un pò brilla, ecco. Però non mi pare di averli mai visti, questi due. Socchiudo gli occhi azzurro ghiaccio, e punto un dito accusatore contro il primo che mi capita a tiro, ciondolando leggermente a destra prima di riuscire a raddrizzarmi e ritrovare la traiettoria: dopo una nuova risatina, divertita dalla mia scarsa mancanza d'equilibrio, torno ad ostentare una totalmente inefficace espressione minacciosa.
"voi..voi cazzo ci fate? Qua. Cazzo ci fate qua. Siete dei fooottuti?"
chiedo circospetta, alternando lo sguardo appena velato dal liquore tra i due, e quello più vicino a me, con i capelli biondi e una sola ciocca blu sul ciuffo sorride, allungando un braccio per circondarmi la vita. Questo migliora il mio equilibrio, e in un moto di gratitudine verso questo caro ragazzo torno a ridacchiare, abbandonando l'espressione indagatoria.
"dipende, piccola. Tu lo sei?"
Sbatto le ciglia, per poi assumere un'espressione assorta e pensierosa. Oooh, bella domanda. Ci penso un pò su, ciondolando di tanto in tanto, provvidenzialmente sostenuta dai miei due nuovi amici, nonchè perfetti sconosciuti ed imbucati alla mia festa di compleanno, per poi scuotere fermamente la testa, così forte da provocarmi una leggera nausea. Rido per il leggero capogiro, per poi rispondergli
"noooo. Non sono una fottuta. Mai stata fottuta. Cioè, mai stauna fottuta."
rido istericamente in seguito alla mia spontanea quanto involontaria dichiarazione di verginità, e il ragazzo che mi aveva posto la domanda solleva un sopracciglio, estremamente divertito, e dopo aver lanciato un'occhiata triondante all'amico mi si avvicina, anche troppo, e mi sussurra nell'orecchio
"vuoi esserlo?"
fortunatamente sono ancora abbastanza lucida da spingerlo via indignata e non accettare entusiasta la sua proposta, cosa che avrei anche potuto fare, un paio di bicchieri più tardi: agito minacciosamente la bottiglia di bayliss nella sua dichiarazione, continuando a sorreggermi al secondo e per ora innocente ragazzo per evitare di cadere sul pavimento in una pozza di liquore alla menta, mettendo a repentaglio la mia reputazione, al momento più vacillante di me.
"ma, cioè, sei cretino? Sì, lo sei. E sei anche un fottuto che cazzo, lo dicevo. Non da me, però."
preciso indignata, sorseggiando nuovamente il liquore in un impeto di nervosismo, e sento l'altro ragazzo accanto a me esclamare, irritato
"sei proprio un coglione, Joel!"
Mi volto verso di lui, perfettamente d'accordo, e questa sua dichiarazione me lo rende istintivamente simpatico. Lui si volta verso di me, e io sgrano appena gli occhi nel vedere il colore dei suoi: nonostante le luci abbaglianti e i miei sensi notevolmente distorti riesco perfettamente a distinguere le sue iridi verdi, verdissime, prima che lui mi sorrida con aria vagamente colpevole, continuando a mantenermi in piedi
"scusalo, Jade! Sei Jade, vero? Io mi chiamo Adam!"
annuisco solenne, ancora vagamente incantata dal colore dei suoi occhi, prima di mettere a fuoco tutto il resto. Capelli neri, con qualche ciocca viola. Perfettamente piastrati, e non scompigliati. Questo provoca in me una leggera smorfia, come se l'avessi già catalogato come possibile sosia di..suo, e questo dettaglio contribuisca a sbalzarlo dalla rosa dei candidati. Però sembra simpatico, e mi sta pur sempre salvando da un'inesorabile caduta, quindi gli rivolgo un sorrisone e annuisco vigorosamente, sollevando la bottiglia di Bayliss, come brindando in suo onore, prima di buttarne giù un gran sorso, che mi provoca un capogiro ancora maggiore. Rido nuovamente di me stessa, per poi allontanarmi ciondolando in direzione del cubo, sempre tampinata dal mio nuovo angelo custode, che si fa largo tra la folla, tenendomi costantemente d'occhio, mentre io canticchio e di tanto in tanto mi porto la bottiglia alle labbra.
"voglio salire qui."
dichiaro solennemente, tentando di arrampicarmi, e cadrei rovinosamente all'indieto se Adam non fosse nuovamente dietro di me, a sostenermi: mentre ridacchio, estremamente divertita, e lotto per liberarmi dalla sua presa e tornare a tentare una performance sul cubo, lo sento chiedere a qualcuno se conosce le mie migliori amiche: prima che possa trovare Maria, miracolosamente lucida, io mi sono già messa a ballare, abbracciata a lui, le braccia intorno al suo collo, e il viso vicinissimo al suo. Non ho la minima intenzione di baciarlo, ovviamente. Non so nemmeno se mi piace, non ricordo che faccia ha e non ho nemmeno voglia di sollevare lo sguardo per verificare i suoi tratti. Mi piacciono i suoi occhi, questo sì.
Ma per il momento voglio solo ballare..ballo e rido, stretta a lui, che sembra tranquillizzarsi un pò, ridacchiando nel sostenermi, almeno fino a quando non rischio di inciampare nei miei piedi, e lui sembra decidere che il mio limite è stato raggiunto e oltrepassato, per quanto io cerchi di protestare, fermandomi solo per salutare entusiasta Maria, vedendola avvicinarsi, richiamata dal mio accompagnatore, Albert. O Aiden? Boh.
"senti, non riesce nemmeno a stare in piedi. La devo potare a casa, o..?"
Maria mi lancia un'occhiata a metà tra l'esasperato e l'affettuoso, poi torna a rivolgersi al ragazzo, e scuote la testa, estraendo il cellulare dalla tasca della gonna leopardata che indossa "No, chiamo io il suo migliore amico.."
a questa dichiarazione, tornata improvvisamente quasi lucida, sgrano gli occhi e riesco persino a sorreggermi da sola, sporgendomi a vuoto nel tentare di acchiappare il cellulare dalle mani della mia migliore amica, strepitando di non chiamarlo.
No, non deve chiamarlo. Chissà dov'è, lui. Sicuramente con la sua bella vampira..mi sembra quasi di vederli. Lei, bianchissima, bionda e perfetta, abbracciata a lui sotto costose lenzuola, lo osserva rispondere al cellulare, e ruota appena le pupille, per poi chiedere lamentosa
"ancora la mocciosa? Oh, Gee, non può cavarsela da sola, per una volta? Non devi sempre fargli da baby sitter."
L'immagine mi nausea tanto da rischiare seriamente di farmi svenire. Adam, notando il mio improvviso e straordinario pallore, considerata la già notevolmente lattea tonalità della mia pelle, mi accompagna fino ad un divanetto, dove mi accascio, un braccio reclinato a coprirmi gli occhi, e rimango lì in uno stato di semiincoscienza, con curiose immagini originate dalle luci contro le mie palpebre chiuse e dal fragore della musica intorno a me. Per non parlare delle fitte allo stomaco, certo, o della nausea che di tanto in tanto mi attanaglia le viscere. Una cosa la distinguo chiaramente, però, tra tutte quelle percezioni distorte e quei suoni attutiti: il suono più meraviglioso mai esistito.
"tranquilla Maria, ora ci penso io..vieni qui, piccola spugna."sento Gee ridere, e poi, improvvisamente, le sue braccia che mi sollevano, la sensazione della sua pelle meravigliosamente fresca contro la fronte, il suo respiro sui capelli. Mi viene da piangere. Piangere per il sollievo, perchè lui ha trovato il tempo di farmi da baby sitter, nonostante la meravigliosamente perfetta vampira ed i suoi mezzi per trattenerlo. Piangere per quanto meravigliosamente io mi senta, tra le sue braccia, con la sua voce tanto vicina, che mi sussurra che ora mi porta a casa, che va tutto bene. Di dormire, se sono stanca. Piangere per la frustrazione, perchè non c'è dolore più grande che sentire la persona più importante della propria vita tanto vicina, sapendo però di non avere alcuna possibilità di avvicinarla ulteriormente a sè, di farla davvero propria. Apro gli occhi,proprio quando lui preme le labbra fredde sulla mia fronte, attenuando immediatamente ogni mio fastidio, e i miei occhi socchiusi incontrano quelli di Maria, che mi sorride e mi saluta con la mano, man mano che mi allontano, negli occhi la silenziosa consapevolezza che, per quanto sia davvero grata a lei e ad Iris per avermi organizzato quella festa magnifica, per me non c'è e non ci sarà mai modo più perfetto di quello, per festeggiare i miei quindici anni. Sentire le sue braccia intorno a me e il suo profumo impresso sulla mia pelle. Le sorrido appena, agitando vaga la mano, l'altro braccio intorno al collo di Gee, e chiudo nuovamente gli occhi, fino a sentire della notte, resa gelida dal temporale appena dissolto, sferzarmi la pelle intorpidita: la sensazione è tanto vivida da riscuotermi, e improvvisamente mi ritrovo quasi totalmente lucida, con la piena consapevolezza di essere abbracciata a quello che dovrei considerare solo il mio migliore amico. Sollevo lo sguardo, e incontro il suo, incredibilmente vicino. Lo sostengo, pregando con tutta me stessa che non lo distolga: mi aggrappo meglio al suo collo, raddrizzandomi leggermente, in modo da avvicinare ulteriormente le labbra alle sue, e mi sorprendo nel non vederlo minimamente intenzionato ad abbassare il suo sguardo meraviglioso: e io sbatto le ciglia, abbagliata da quel verde particolarmente intenso, intensissimo, come raramente ne ho visti, sebbene io abbia l'intera scala delle tonalità che le sue iridi possono assumere ben impressa nella mente: la timida ipotesi che quel verde tanto vivido sia dovuto ad un emozione forte quanto quella che sto provando io si fa largo nella mia mente, insieme ad una minuscola ma perfettamente udibile vocina.

"bacialo."
No, non se ne parla. Finirei solo per imbarazzarlo ed allontanarlo.
"bacialo. Lo vuole anche lui."
No, che non lo vuole. Voglio dire, l'avrebbe già capito e mi avrebbe assecondato in un qualsiasi modo. Non può non capirlo, ogni millimetro, ogni cellula del mio corpo canta il suo nome.
"bacialo, Jade. O ora, o mai più."
No..eppure basterebbe solo un minimo gesto. Le sue labbra sono così vicine..
"BACIALO!"

"credo..credo di dover vomitare."
sussurro, e sono decisamente grata che lui sia un vampiro, con velocità e percezioni surrealmente sviluppate, o avrei finito per gettarmi ulteriormente nel ridicolo, considerato che un secondo dopo sto già vomitando, china su me stessa, con lui che accanto a me mi sostiene, tenendomi indietro i capelli neri, in modo che non si sporchino..vomito per quelle che mi sembrano ore ma forse è solo una manciata da minuti, scossa da conati tremendi e violentissimi, per poi accasciarmi nuovamente contro di lui, che sospirando mi prende in braccio e mi adagia con estrema delicatezza sul sedile accanto al suo, sorridendo silenziosamente nel vedermi raggomitolarmi su me stessa, abbracciandomi le ginocchia..
Ho fallito. Un'ennesima occasione sfumata, dannazione.
La testa mi martella tanto da non farmi minimamente percepire lo scorrere del tempo, o lo spazio percorso: mi ritrovo improvvisamente nella mia camera, adagiata sul mio letto, con lui inginocchiato davanti a me, la testa appena piegata e un'espressione vagamente preoccupata dipinta sul volto bellissimo..apro gli occhi, prima socchiusi poi sgranati, solo per meglio ammirare la meravigliosa immensità dei suoi, e sollevo una mano per accarezzargli piano il viso bellissimo: pochi istanti, prima che lui mi prenda delicatamente la mano e me la baci, impedendomi di continuare ad accarezzarlo. I miei occhi tornano lucidi, ma spero attribuisca tutto all'alchool.
"Gee..perfavore, resta qui con me, stanotte. A farmi compagnia."
lo dico di getto, senza ragionarci, badando solo all'istinto, senza più pensare alla stupenda vampira impaziente di vederlo tornare per farci chissà cosa: rendendomi conto di ciò che ho appena chiesto apro la bocca per correggermi, sussurrando qualcosa per contraddirmi, ma mi sorprendo nel vederlo annuire dolcemente, con un leggero sorriso.
"va bene, piccola. Sto qui a farti compagnia..tutto quello che vuoi."
mormora con dolcezza, tornando ad accarezzarmi il viso, e io sono così contenta che scoppierei a piangere, in questo preciso istante, e magari gli confesserei anche tutto quello che desidero dirgli da un'infinità di tempo. Tutto quello che mi tengo ben chiuso nel cuore da giorni, mesi, persino anni. Ma una briciola di lucidità mi impedisce di espormi tanto clamorosamente, e io mi levo faticosamente a sedere, e borbottando qualcosa sul pigiama inizio ad armeggiare con la cerniera del vestito, mezza addormentata. Senza mostrare il minimo segno di imbarazzo lui prende il mio pigiama, adagiandolo accanto a me perchè io possa raggiungerlo senza fatica, mi bacia sui capelli, sussurra che va a cercarmi qualcosa per dormire meglio e sparisce con la solita armoniosa grazia fuori dalla porta della mia stanza, dandomi tutto il tempo per cambiarmi. Quando torna, sto giocherellando con il fiocchetto nero al centro dei pantaloncini viola del mio pigiama, e gli sorrido, prendendo dalle sue mani meravigliosamente bianche il bicchere che lui mi porge
"grazie, Gee.."
sussurro dolcemente, bevendo piccoli sorsi, con una lieve smorfia nell'avvertire il sapore acre del farmaco disciolto nell'acqua: inghiottito tutto a forza, mi raggomitolo sotto le coperte morbide, e sorrido incantata nel vederlo stendersi accanto a me, sollevato su un gomito, accarezzandomi i capelli neri, il tocco meravigliosamente fresco e delicato..e mi perdo nuovamente nei suoi occhi tanto vicini, avverto qualcosa, e non certo il farmaco, attanagliarmi lo stomaco, il ritmo del mio cuore aumentare improvvisamente, tutto il corpo pervaso da un piacevolissimo calore: tutte quelle sensazioni nuove e meravigliose che mi animano solo in sua presenza, sintomi di qualcosa che non ho avuto ancora il coraggio di dichiarare nemmeno a me stessa. Lui si sporge a premere le labbra sulla mia fronte, augurandomi la buonanotte, ma il farmaco mi ha già chiuso le palpebre, inducendomi semplicemente a rannicchiarmi meglio contro di lui: e mentre avverto le sue carezze sempre più distanti ma ugualmente meravigliose, il suo respiro profumato ancora tra i miei capelli, e il suo calore, per quanto paradossale possa sembrare se si parla di una creatura gelida quanto il marmo, pervadermi, facendomi sentire meravigliosamente sicura e protetta, sento la stessa vocina che prima mi consigliava di baciarlo, e che so in fondo essere la voce del mio cuore, dei miei desideri e dei miei innegabili ed intensissimi sentimenti, sussurrare una semplice frase, che ogni cellula del mio corpo canta insieme al suo nome, riempita dalla sua assoluta verità e purezza:

"Ti amo, Gee."
  
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