Premetto che amo i Tokio Hotel e, mi scuso per qualsiasi malinteso.
Non ho nulla contro nessuno.
Lui? Beh, il mio angelo.
“Oddio, Yle… Guarda quello là…”
Mi fece segno Marty, entrando a scuola. Cercavo di aguzzare la vista, ma
nonostante le lenti a contatto graduate, vedevo poco. Poi vidi un ragazzo, poteva
avere quasi la mia età, anzi la nostra. Mi voltai verso la mia gemella e
scoppiai a ridere. Che buffo che era…
“Martì… Non mi dire che ti piace quel mostro!!!”
Riuscii poi, a dire fra le risa. Tutti i
tipi più strani piacevano a lei, ma mai strani quanto quell’individuo che
passeggiava tranquillo con fare effeminato. Mah, contenta lei. Il primo giorno
alla nuova scuola e già s’era presa una cotta. Ma d’altronde la capivo, anche a
me era successa la stessa cosa. Solo che c’avevo messo un paio di anni a capire
cosa provavo per lui, come si suol dire ti accorgi a quanto tieni a una persona
nel momento in cui la perdi.
No, non volevo pensarci. Mi faceva male ricordare, e non volevo rovinare il
primo giorno di scuola. Sarei andata avanti, avrei soffocato quelle lacrime. Io
ero più forte di loro. Martina si fece seria, capì che qualcosa non andava. Le
sorrisi e la trascinai verso quel tizio.
Arrivate dietro di lui, Marty si tirò indietro. Eh no!! Ora gli parlava! Dopo
un paio di sguardi che significare tutto ma non dire niente, il ragazzo si girò
a guardarci. Appena ci vide impallidì. Sembrava che aveva visto un fantasma, anzi due. Il mio sguardo si posò
sui suoi tratti molto delicati, quasi femminili oserei dire. I capelli lunghi
contornavano un volto pallido, stanco. Poi mi soffermai a guardare gli occhi.
Quello sguardo, quello stanco e sofferente che avevo io tempo fa. I miei occhi
allegri si fermarono a guardare i suoi, quasi a volerlo sfidare. Poi il suo
sguardo si posò su mia sorella, eravamo praticamente uguali. Lei arrossì e fece
per andarsene, la trattenni da una manica della maglietta nera che indossava.
“Allora?? Mi hai fatta venire qua apposta e non gli dici niente??”
Il ragazzo, dapprima, mi guardò stranizzato, poi alzò un sopracciglio. Martina,
invece, mi guardava supplichevole. Poi scoppiò a ridere. Alzai un sopracciglio
pure io e mi guardai in faccia con quel ragazzo. Eravamo sconvolti dal suo
comportamento. Poi lui sfiorò dolcemente la mia mano, non so se per sbaglio
oppure intenzionalmente, al che mi venne un brivido e sentii i pipistrelli
nello stomaco. Dio, quant’ero strana e tetra.
Dopo un po’ Martina si calmò, e per mia fortuna mi salvò dall’imbarazzo totale.
Ringraziavo il cielo di avermi mandato una gemella come lei. Era semplicemente
perfetta. Almeno, io credevo così.
Con la partecipazione di dark483, alias la mia gemellì (non siamo gemelle nella
realtà, ma per me è come se lo fosse). Questa nuova fan fiction la dedico a
tutte/i coloro che hanno seguito e recensito “Lei, lui e… Il gemello”. Grazie
di tutto raga, siete speciali. Ah, e mi raccomando.. COMMENTATE IN TANTIIIII!!!
Un
Bacio,
xXxViolentDollxXx