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Autore: JadeDevour    28/09/2009    1 recensioni
Una ragazza bellissima ed adorabile, ma fin troppo paranoica. Un migliore amico vampiro che a differenza sua non sembra avere intenzione di spigersi oltre al bacio sulla fronte, e una famiglia intera di vampiri con cui convivere. Jade vi da ufficialmente il benvenuto nel suo mondo.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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prima di tutto, lasciatemi dire che mi ha fatto infinitamente piacere  vedere un numero di commenti un pò maggiore, e soprattutto vedere quanto la storia vi sia piaciuta *--* per accontentarvi posto subito un altro capitolo, anche perchè tra l'altro ne ho qualcun altro già pronto :D miraccomando, continuate a commentare, perchè non avete idea di quanto leggere le vostre recensioni mi renda felice :] Grazie mille a tutti quelli che l'hanno fatto, sul serio, mi avete illuminato la giornata <3 Buona lettura!

"dai, assaggialo. Provaci, almeno, è carne!"

rido, tendendo i bastoncini tesi intorno ad un pezzetto di pollo verso di lui, che però mi allontana il braccio, la mano delicatamente stretta intorno al mio polso ed una smorfia disgustata dipinta sul viso celestiale.
"carne decisamente troppo cotta, e bianca."
dichiara, con una smorfia ancora più evidente nell'avvertirne l'odore speziato, quando l'avvicino pericolosamente al suo naso, e io mi decido a ritrarre la mano e ad infilarmi il pezzetto di pollo in bocca, masticando e ridendo divertita.
è un sabato pomeriggio, e come sempre siamo insieme. Lancio un'occhiata veloce alla massa di sacchetti accanto alla sua sedia, sorridendo allegra nel pensare alla gonna magnifica che ho scovato in quel negozietto dietro la cattedrale, e Gee ride, sporgendosi appena in avanti, le braccia posate ai lati del suo piatto immacolato ed un sorrisetto divertito stampato sul viso bellissimo, avendo carpito la mia occhiata
"soddisfatta dei tuoi acquisti, piccola?"
annuisco allegra, e allungo una mano per scompigliargli i capelli neri, ridendo
"decisamente. Ma anche dei tuoi! La cravatta rossa ti sta da Dio, te l'ho detto che era un'aggiunta obbligata al tuo numero indefinito di camice nere."
rido nuovamente alla sua espressione, per poi sorridergli angelica, allungando una mano per sfiorare appena il dorso bianco della sua quando lui, dopo qualche secondo scarso speso inutilmente a tentare di fare l'offeso, torna a sorridere e scuote la testa, ancora una volta rassegnato di fronte alla sua sconclusionata e incorreggibile migliore amica. Io piego la testa, masticando pensosamente, mentre lo osservo guardarsi distrattamente intorno, e rifletto su quel preciso istante della mia esistenza.
è passato poco più di un anno dalla sera in cui ho compiuto quindici anni. Ora ne ho esattamente 16 e 22 giorni. Fisso per qualche istante il bottoncino a forma di teschietto bianco sulla camicia nera che Gee indossa: i primi bottoni sono slacciati, cosa decisamente verosimile, considerato che è fine giugno e si muore dal caldo. Io stesso indosso una canottiera azzurra con un teschio bianco ed una ragnatela, e una collana rigida a due palline intorno al collo. I miei capelli nerissimi, ancora più lunghi di come li tenevo un anno fa, ricadono lucidi sulle mie spalle sottili, in netto contrasto con la mia carnagione straordinariamente pallida, poco meno della pelle appena sotto al collo di Gee, che si intravede grazie ai bottoni slacciati, e in un angolo del mio labbro inferiore ora spicca un piercing, concessione di mamma e papà, un ennesimo regalo per il compleanno appena trascorso. Distolgo lo sguardo dalla pelle lattea del mio migliore amico, e torno a posarlo sul pollo che ancora mi rimane nel piatto, mente ci giocherello con le bacchette di legno ricoperte da ologrammi rossi: quando mi convinco quasi pienamente di averlo dimenticato, perlomeno in quel senso, di essere ormai perfettamente abituata a vederlo sotto la semplice luce dell'amicizia, ecco che ci ricasco, e per dettagli insignificanti come quelli..dannazione.
Per distrarmi da questi pensieri poco consoni alla filosofia accuratamente studiata e da me adottata, almeno tecnicamente, da poco più di due mesi, mi porto la punta della bacchetta alle labbra, sfiorandomi appena il piercing, per poi sollevare lo sguardo azzurro ghiaccio, ulteriormente evidenziato da una notevole dose di matita nera, per incontrare quello di un verde straordinariamente chiaro, dovuto alla sovrabbondanza di luce solare, di Gee: rimango qualche istante a fissarlo, poi dischiudo appena le labbra e dopo un attimo di esitazione dico
"sai, ho un ragazzo, ora."
Il piano ufficiale avrebbe previsto le sue felicitazioni: grandi sorrisi e vigorosi abbracci, conditi con una sfilza di domande entusiaste e curiose tipicamente da migliore amico.
Il piano segreto avrebbe previsto un improvviso incupimento, una frase come "e chi sarebbe questo stronzo?" ( decisamente inverosimile, considerato che Gee non direbbe mai qualcosa di simile) e una successiva dichiarazione.
Contro ogni previsione ( per quanto dovrei ormai essere abituata alla sua imprevedibilità ), lui invece si limita a sorridere. Non è un sorriso forzato, o gelido. è un sorriso decisamente sincero, ma anche moderato, privo di alcuna enfasi.
"davvero? Bene! Ti va di parlarmene?"
chiede, sporgendosi appena verso di me, la testa appena piegata e la guancia posata sul pugno chiuso, e io annuisco assorta e vagamente spiazzata, iniziando a giocherellare con una ciocca di capelli neri, arrotolandomela intorno al dito sottile, dall'unghia smaltata di nero con una sottile ragnatela bianca disegnata (adoro Iris). Mi stringo appena nelle spalle, incerta su dove iniziare, per poi chiedere, esitante, posando le bacchette
"hai presente Adam? C'era anche alla mia festa, quello con i capelli viola.."
lui annuisce subito, perfettamente tranquillo, e io annuisco appena a mia volta
"Ecco..lui."
Già, Adam. Il mio angelo custode del quindicesimo compleanno. I rapporti tra noi sono sempre stati piuttosto trasparenti: voglio dire, è sempre stato piuttosto chiaro quanto io gli piacessi, e non che lui mi sia mai stato indifferente, per quanto il giorno dopo il mio compleanno faticassi persino a ricordarmi il mio nome, e il trovarmi un suo messaggio sul cellulare in cui dichiarava di aver chiesto il mio numero a Maria per sapere come stavo mi aveva lasciata vagamente perplessa.
Avevo risposto vaga, affermando che si, grazie, ora stavo decisamente meglio, e ringraziandolo per la sua gentilezza, per quanto non avessi assolutamente idea di chi fosse: poi, mentre la mattina dopo armeggiavo con il lucchetto difettato del mio armadietto, a scuola..

"hey, ciao!"
mi volto, dopo una bestemmia sibilata, e sbatto le ciglia nel trovarmi davanti quel perfetto sconosciuto, che mi sorride e si sistema la tracolla dell'eastpack sulla spalla, evidentemente convinto di conoscermi.
"uhm..ciao."
saluto a mia volta, vagamente perplessa, e indietreggio quando lui ridendo si avvicina e mi apre l'armadietto con un unico pugno ben assestato nei dintorni della serratura: io sorrido radiosamente, grata
"hey, grazie mille! Come ti chiami?"
Ora è il suo turno di apparire perplesso: mi studia qualche istante, la testa appena piegata, e i capelli neri e viola, liscissimi, che scivolano appena di lato, rivelando un piercing al sopracciglio e due occhi mozzafiato, di un verde impressionante: quel dettaglio sembra ridestare in me qualche ricordo, ma sono solo immagini estremamente vaghe. Mi agito, vagamente a disagio, prima che lui mi chieda, divertito
"tu non sei Jade Devour?"
e al mio cenno positivo e perplesso ride nuovamente, passandosi una mano tra i capelli neri
"oh, probabilmente non ti ricordi nemmeno di me, con tutto quello che hai bevuto..mi chiamo Adam. Ero con te durante la tua festa, ieri sera, sono stato con te fino a quando il tuo ragazzo non è venuto a prenderti.."
Sbatto le ciglia. Il mio ragazzo? Il mio armadietto si apre cigolando, mentre lotto per comporre i mille frammenti del puzzle estremamente confuso composto dai miei ricordi della sera precedente, almeno fino a quando lui, lanciando un'occhiata alla parete interna del mio armadietto, indica una foto mia e di Gee e sorride indulgente, bendisposto nel ricordarmi anche le fattezze del mio fidanzato: a quel punto elaboro tutto, e sancisco la memoria ritrovata con un leggero strillo, puntando l'indice nella sua direzione
"ooooh, Adam! Sei tu, ora ricordo! No, lui non è il mio ragazzo, è, beh, il mio migliore amico. Comunque grazie per ieri sera, davvero!"
esclamo, con un sorriso adorabile e pieno di gratitudine, semplicemente dovuto al fatto che dopo avermi visto in quello stato ha ancora il coraggio di rivolgermi la parola, e lui scuote la testa, ridendo, prima di avviarsi con me verso l'aula dove si terrà la mia prossima lezione, mentre iniziamo a chiacchierare allegri, conoscendoci meglio l'un l'altra..

Dopo quel primo incontro, abbiamo iniziato a frequentarci in modo più assiduo: lui approfittava di ogni cambio dell'ora per vedermi, rintracciandomi in ogni angolo della scuola durante l'intervallo e sedendosi accanto a me in mensa, indagando sui locali che avrei frequentato la sera successiva per farsi trovare casualmente lì, passando interi pomeriggi con me su msn, con frequenti discussioni via web cam dove mi mostrava tonnellate di cartelli con il mio nome, quasi sempre seguito da cuori o frasi dolcissime. Quanto a me, ho attraversato almeno tre fasi, prima di ammettere a me stessa che tra di noi poteva nascere qualcosa.
Fase n°1: è un ragazzo davvero dolcissimo, ma non è sicuramente interessato a me. Siamo solo buoni amici..e comunque io mi metterò con Gee, è solo questione di giorni.
Fase n°2: ok, magari, in fondo, potrei anche piacergli. Ma lui non piace a me. Voglio dire, ok, è un bel ragazzo, ma io mi metterò con Gee, per quanto lui continui a trattarmi come una sorella minore.
Fase n°3: D'accordo, d'accordo. Decisamente gli piaccio, e lui piace a me. E Gee non ha la minima intenzione di mettersi con me.
La terza fase è stata sancita dalla mia sedicesima festa di compleanno, dove ci siamo baciati in cucina, dopo che lui mi ha seguito fin lì con la scusa di aiutarmi a recuperare altre lattine di birra: non il mio primo bacio, ma di certo il migliore che io avessi mai dato fino a quel momento. Il giorno dopo mi ha chiesto di metterci insieme, e io ho accettato.
Per quale motivo ho taciuto la cosa a Gee per ben 22 giorni? Non so. Non che mi sentissi in colpa nei suoi confronti, considerato che sfortunatamente tra noi non c'è mai stato più che un bacio sulla guancia o una carezza fraterna sui capelli: ho continuato ad uscire con lui ogni sabato pomeriggio, facendo ovviamente presente la cosa a Adam, continuato ad invitarlo alle mie gare di equitazione e raccontargli ogni singolo dettaglio della mia vita, esclusi quelli che riguardavano anche solo lontanamente Adam..ma la situazione sta iniziando a sfuggirmi di mano, e in ogni caso mi sento un'orribile migliore amica, nel continuare a nascondergli una parte tanto importante della mia attuale esistenza.
Certo, avrei preferito si mostrasse anche solo vagamente infast..
"sai, anche io..sto frequentando una ragazza."

Ok. Fermate tutto. COSA?
Sbatto le ciglia, arrossendo appena quando le bacchette mi sfuggono dalle mani, colpendo il pavimento con un lieve tintinnio, mentre dalla mia bocca esce solo un lieve mormorio strozzato: accenno con l'indice al pavimento e mi chino a raccoglierle, cercando contemporaneamente di ricompormi, e quando torno a guardarlo negli occhi la mia espressione è più o meno normale, per quanto un punto indefinito ma notevolmente vicino al cuore pulsa ancora, e dolorosamente.
"oh. Una..ragazza! Che bello."
commento, con un leggero, stiracchiato sorriso, e inizio a giocherellare nervosamente con una bacchetta, che tra pochissimo si spezzerà, a giudicare dalla pressione che sto imprimendo sul legno chiaro.
"e. Uhm. Come si..voglio dire, è una.."
Lui si adagia allo schienale, lo sguardo basso sulla tovaglia bianca e rossa, mentre giocherella con il cucchiaino immerso nella salsa cinese piccante, abbandonando l'intento con una smorfia a causa dell'odore sprigionatosi nell'agitare la sostanza rossastra e viscosa.
"no, non è una vampira. Si chiama Sandy, e ha 18 anni..l'ho incontrata in un pub, mentre ero a caccia."
Annuisco lentamente, l'odioso sorrisetto di circostanza ben stampato sulla faccia, per quanto ogni mia singola cellula si trovi in uno stato di shock, e le mie orecchie abbiano iniziato a fischiare. Ok, potevo accettare la vampira di due secoli, surrealmente stupenda, esperta, bionda, eterea, eccetera eccetera. Perchè sarebbe stata il mio opposto, totalmente diversa dalla fragile, piccola umana che sono. Ma una ragazza, un'umana con un paio d'anni, un misero paio d'anni più di me, questo non lo concepisco. Sono dilaniata: una parte di me è profondamente furiosa. Una parte si sente assurdamente in colpa e mi accusa di egoismo, perchè non desidero la sua felicità. Un'altra parte sta piangendo disperatamente, inconsolabile. E una quarta vorrebbe solo trovare questa Sandy, prenderle quella sua graziosa testolina e..
"dovremmo uscire tutti insieme! Stasera. Noi quattro. Sarebbe fantastico, non pensi? Magnifico!"
ma che cazzo stai dicendo? Non sarebbe magnifico. Sarebbe terribile. Fa che lui dica di no, fa che..
"ok. Sì, si può fare. Sento Sandy, ma penso che non ci siano problemi.."
sorride, apparendo sinceramente entusiasta della mia proposta, e io non posso che sancire la mia autosconfitta con un sorriso stiracchiato e un lievissimo cenno della testa, distogliendo lo sguardo dalle sue dita, che compongono il messaggio destinato alla sua ragazza, e mi sorprendo per un attimo a desiderare il potere della mamma, giusto per infliggermi un male ancora maggiore.
Due anni più di me, cazzo. Umana. E io? Io non sono abbastanza, per te? Sono la sorellina minore che non hai mai avuto, il tuo più azzardato istinto nei miei confronti è baciarmi sulla fronte?
Ti odio.
Ti odio
Ti odio
Ti amo.
  
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