Axis Powers Hetalia, 'syndrome;' di Meimei su EFP Fanfiction

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Titolo: syndrome;
Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Taiwan, Kiku Honda (Giappone), Im Yong Soo (Sud Corea), Yao Wang (Cina). Citati: Hong Kong
Raiting: Verde (ma non ne sono sicura xD)
Avvertimenti: OOC, One-shot
Generi: Triste
Note:
1. Questa fan fiction è ambientata al termine della prima guerra sino-giapponese (1894-95), che vede la sconfitta della Cina, l'indipendenza della Corea e la consegna del Taiwan e di altri territori al Giappone. Il finale però è ambientato prima del ritorno del Taiwan alla Cina.
2. La mia fonte storica è Wikipedia, quindi se ho scritto delle cavolate, date colpa all'enciclopedia xD
3. La sindrome e la malattia a cui il titolo e il finale della storia si riferiscono è la Sindrome di Stoccolma.
4. Ho fatto tutti i personaggi decisamente OOC. E questo nasce dal mio punto di vista riguardo al personaggio di Taiwan. Le mie fonti (no, stavolta non è Wiki xD) dicono che Taiwan odia Cina e ama Giappone. E vedo un sacco di immagini sugli asiatici con Yao gircondato da adorabili marmocchi che gli vogliono un sacco di bene. La mia mente ha quandi cercato di trovare un filo conduttore a queste informazioni, ed ecco cos'è uscito: da piccola Taiwan voleva bene a Yao, ma una volta "entrata in possesso" di Kiku, ha contratto la Sindrome di Stoccolma [tratto da Wikipedia: condizione psicologica nella quale una persona vittima di un sequestro può manifestare sentimenti positivi (in alcuni casi anche fino all'innamoramento) nei confronti del proprio rapitore] e ha manifestato un odio per Yao in contrapposizione all'amore per Kiku. Ma io sono anti KikuxTaiwan e YaoxTaiwan. Viva HongKongxTaiwan ùwù
5. Meimei è il nome che i fan attribuiscono a Taiwan. Per convenienza, ho utilizzato "Mei" come nomignolo

syndrome;

Si portò le mani, chiuse a pugno, davanti agli occhi, e scoppiò a piangere, non riuscendo più a trattenersi.
Le dicevano tutti che doveva essere forte, che non doveva mostrare le sue debolezze... Ma lei era solo una bambina. Una bambina a cui, pezzo per pezzo, stavano portando via la sua famiglia.
E stava male. Forse era lei quella che soffriva più di tutti, anche se era lei la sola che non veniva ferita.
Stava male più di Hong Kong, che era solo, in una terra lontana, ormai da anni. Più di Im, che si riteneva la causa di quel conflitto. Più di Kiku, che aveva puntato la spada contro i suoi fratelli. Più di Yao, che giaceva su un letto d'ospedale.
Come potevano chiederle di essere forte, se anche la persona che per anni era stato il suo esempio di forza e coraggio, perdeva tutte le guerre?
Gli sfiorò la mano con le dita, temendo che anche solo stringendogliela appena potesse causargli più dolore di quanto le ferite che la spada di Kiku già non facessero.
-Fratellone...- lo chiamò appena, fra un singhiozzo e l'altro, ma lui non accennava a svegliarsi.
Le lacrime scesero più velocemente. Avrebbe... Avrebbe voluto salutarlo...
La porta si aprì, facendola sobbalzare.
Voltandosi, incrociò gli occhi di Kiku, che le parvero quasi crudeli...
Era davvero lui, il suo fratellone?
-Per favore, Kiku... Aspettiamo che si svegli...-
-Mei...- pronunciò il suo nome in un sospiro -Dobbiamo andare.-
Con pochi passi, si ritrovò di fronte a lei, e le afferrò i fianchi con le mani, sollevandola e prendendola fra le sue braccia.
Usciti dalla stanza, incrociarono Im. Nè lui, nè Kiku si dissero nulla.
-Im...- lo chiamò Mei -Dì...dì a Yao, quando si sveglia che...che gli voglio bene...-
Il coreano sorrise. Ma non era il sorriso che Mei voleva vedere.
-Lo farò. Stanne certa.- rispose.
-E...E voglio bene anche a te!- esclamò poi, temendo che si potesse offendere.
E Im rise. Non nel modo sguaiato e quasi irritante che lui aveva di solito.
Per Mei fu un sollievo, sentirlo ridere. Perchè la guerra aveva tolto il sorriso anche a Im, e non voleva vedere nessuno triste.
-Anche io te ne voglio.- la rassicurò -Fa la brava, ok?-
La bambina annuì, e in quel momento Kiku si congedò, nel modo educato, ma che a Mei parve quasi indifferente, che utilizzava di solito.
Im però lo fece fermare, afferrandolo per la vita e facendo affondare le unghie in corrispondenza di una ferita.
Kiku trattenne a stento un gemito, incrociando poi gli occhi carichi di odio del coreano, che non aveva voluto mostrare davanti alla bambina.
Mei si voltò per un'istante verso Im, visto che, stretta in quella posizione, non riusciva a vederlo, per salutarlo.
-Ciao, Im... Ricordati di dire al fratellone quella cosa, ok?-

-Sei un'imbecille!-
Quella di portare Taiwan alla riunione era stata decisamente una pessima idea, ed era sicuro che tutti i presenti ne fossero convinti.
Eppure, non poteva non permettere a Cina e agli altri di vederla. Li aveva avvertiti, ma non gli avevano dato retta. E ora Mei non faceva altro che insultare Yao in cinese, sotto lo sguardo sconvolto di Im.
-Io sto meglio con Kiku!- affermò infine, raggiungendolo e attaccandosi al suo braccio, come ogni ragazza decisamente possessiva avrebbe fatto col suo fidanzato.
E nonostante i conflitti passati, non gli faceva affatto piacere guardare il volto addolorato di Yao.
Era chiaro a tutti i presenti, ormai, la gravità della malattia di Meimei.

Angolo dell'autrice:

Se state leggendo il mio angolino, vuol dire che avete letto la mia storia *venera il lettore*. Grazie mille per averlo fatto!
Questa storia è stata concepita più o meno un'ora fa. E' l'ennesima storia su APH che scrivo, ma è la prima ad essere stata conclusa e pubblicata òwò
Taiwan è il mio personaggio preferito, quindi tornerò spesso a tormentarvi con le mie seghe mentali sui suoi sentimenti. Perdonatemi, ma la adoro troppo çWç
Be', non so che altro dire ._.
Grazie ancora per aver letto e (eventualmete) per aver commentato! Bye bye!