Serie TV > The Mentalist
Segui la storia  |       
Autore: Hikary    29/09/2009    4 recensioni
[ JaneLisbon ~ RigsbyVanPelt ]
In un mondo un po' diverso dal nostro, la stragrande maggioranza delle persone è dotata di una speciale abilità dovuta a mutazioni genetiche non meglio identificate; solo una piccola percentuale della popolazione può ancora definirsi normale.
Teresa Lisbon non fa parte di questa minoranza: come la maggior parte dei suoi coetanei, anche lei possiede un' Abilità, grazie alla quale è a capo di una piccola squadra che si occupa di tenere al sicuro gli studenti della Bose Academy of Sacramento.
Quando però il preside le affibbia un bizzarro collaboratore che afferma di essere assolutamente normale, nonostante sembri in grado di fare le cose più incredibili, la curiosità ha subito il sopravvento...
Patrick Jane è davvero un Regolare?
Qual'è la sua storia, cosa nasconde?
( Un piccolo esperimento nato in un momento di pura follia che spero possa divertirvi!)
Genere: Generale, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

[Chap. 1]

How we got in troubles


Il “ grosso guaio”, com'era solito chiamarlo, era arrivato quando Teresa stava per iniziare il terzo anno; dal Primo Censimento il Governo aveva avuto il suo bel daffare nel riorganizzare il sistema scolastico e alla Bose si poteva accedere dai quindici anni.


Un giorno qualunque - non ricordava quale – aveva urtato un ragazzo in corridoio.

Niente di grave, nemmeno un libro a terra.

Si era voltata per scusarsi e lui aveva fatto altrettanto; per un lungo istante i loro sguardi si erano incrociati, studiandosi in silenzio. Aveva grandi occhi chiari, di un azzurro intenso.

Lisbon se n'era andata in fretta, dimenticando le scuse e solo dopo parecchio tempo si era accorta che anche lui non aveva aperto bocca.


Il giorno seguente, mentre metteva a soqquadro la stanza di un “ sospettato” - Lisbon amava usare termini tecnici anche per le piccole questioni scolastiche – quello stesso ragazzo era comparso sulla soglia, chiedendo cosa stesse facendo nella propria stanza.

E Lisbon, non senza un certo orgoglio, gli aveva sventolato sotto il naso il suo bel tesserino: CBI, College Bureau of Investigation.

Una sorta di di Dipartimento Scolastico di Investigazione.

La bocca del nuovo arrivato si era piegata in uno strano sorriso.


- So chi sei – le aveva detto – ci siamo già visti. -


Dapprima la ragazza aveva creduto che si stesse riferendo all'incontro-scontro in corridoio.

Poi, colta da un improvvisa folgorazione, le tornò tutto in mente.

Due anni prima, aula di musica; una ragazza del secondo anno era stata trovata morta assieme alla sorellina dodicenne e nessuno – nessuno - aveva mai trovato il responsabile.

La ragazza era una bellissima ed ineccepibile studentessa, con un futuro assicurato nel mondo della musica. E aveva un fidanzato, Patrick Jane, con cui avrebbe dovuto sposarsi l'ultimo anno di scuola.

Ptrick Jane, il ragazzo che ora si trovava di fronte a Lisbon.

Ma lei non era riuscita a pensare ad altro; distogliendo lo sguardo da Jane, aveva letto le prime righe del foglio che aveva trovato in uno dei cassetti.

Il suo cervello si era spento di botto, cancellando ogni altro pensiero che non fosse l'intestazione stampata in bella grafia in cima al pezzo di carta.


Certificato di Non-Eccellenza

Rilasciato a: Jane, Patrick

il 4-05-2002


***



Dal 1954 alcuni fenomeni migratori sospetti avevano scombussolato l'equilibrio della popolazione mondiale: gruppi di persone assolutamente eterogenei partivano all'improvviso, ritirandosi in luoghi via via sempre più isolati. Nessuno all'epoca ne era a conoscenza, ma già dal '56 i governi di tutto il mondo iniziarono a mobilitarsi per studiare cosa accomunasse questa gente. Venne alla luce una sorta di “ virus” non meglio identificato, che generava comportamenti bizzarri, trasformando così gli “ infetti” in dei reclusi.

La situazione subì una brusca svolta con la grande manifestazione del 1971. A Praga, in Piazza Venceslao, un folto gruppo di manifestanti si diede fuoco come segno di protesta e ribellione, rivendicando la propria appartenenza ad una specie nuova, fatta di persone superdotate in grado di compiere azioni incredibili. Gli studi sul famoso virus vennero alla luce e il problema dei Dotati, o Iper-abili, divenne l'oggetto di quasi ogni studio scientifico.

Dieci anni dopo, una brillante genetista indiana, Shanty Bose, isolò e studiò una particolare mutazione genetica, responsabile delle Abilità dei Dotati.

La cosa che lasciò il mondo senza fiato, tuttavia, fu quello che venne chiamato il “ Grande Censimento”: la dottoressa Bose riuscì a catalogare, grazie all'appoggio di tutti gli stati, ogni singolo essere umano sul pianeta, dimostrando che il numero di Dotati era assai vicino a quello delle persone “ normali”. Il carattere iper era molto più forte dello standard e presto i Dotati aumentarono parecchio.

Attualmente la popolazione mondiale conta un 68% di Dotati contro un misero 30% di non-dotati. Il restante 2% è costituito da elementi che potrebbero sviluppare un'Abilità in futuro o sulla cui natura si è ancora incerti.

A dodici anni avviene l'usuale visita con registrazione nel Database Genetico del proprio paese e i non-dotati ricevono un documento che attesti la loro normalità, il Certificato di Non-Eccellenza.

Questo è all'incirca ciò che un qualunque ragazzino dai nove anni in su sa o dovrebbe sapere.

A volte un'Abilità non è niente di eccezionale; ma per i soggetti davvero in gamba esistono scuole speciali, dove mettersi alla prova. Ormai al mondo ce ne sono a migliaia, benché tre di queste restino nella memoria collettiva come “ storiche”, quelle che hanno dato il via ad una nuova era.

Tutte e tre portano il nome della grande genetista indiana: la Bose School for Abilities di Brighton, il Bose Memory College di Bombay e la Bose Academy of Sacramento.


Non-dotati rigorosamente esclusi.


***


- Devo portarlo a Minelli. - aveva esclamato improvvisamente Lisbon.

- Già. -


Jane si era limitato ad annuire, con espressione neutra.


- Sul serio. -

- Lo so. -

- Dovresti supplicarmi di non farlo. -

- Non farlo sarebbe quasi un reato. -

- Vuoi finire nei guai? -

- No, ovviamente. Chi mai vorrebbe finire nei guai? -

- E allora... -

- Tu, invece, hai l'aria di una che vorrebbe finirci. Se non consegni quel documento di metterai nei casini. -

- Tu ...io... - scuoteva piano la testa, il naso arricciato e le labbra contratte in una strana smorfia. - Mi stai confondendo. - aveva ammesso.


Jane le aveva sorriso in maniera davvero curiosa.

Nonostante tutto, quel sorriso le era parso molto rassicurante.


- Come fai a non farti scoprire? -

- Semplice: io sono più bravo di loro. -

- Tu sei un non-dotato. Non hai nessuna Abilità, non puoi essere più bravo! -

- Ho la mia mente. Ti assicuro che basta. -

- E in che modo? -

- ...vuoi consegnarlo davvero, il foglio? -

- Io non ...non lo so. -


Si era ritrovata a fissare con aria smarrita l'ennesimo sorriso.


- Facciamo progressi, non trovi? -



***


Un'intera giornata con Patrick Jane era qualcosa al limite del massacrante.

Teresa Lisbon, tenace e risoluta, lo aveva seguito tutto il giorno, metro per metro, cercando di capire come accidenti facesse ad ingannare i migliori insegnati d'America.

In effetti, Jane era proprio in gamba.

Con infinita pazienza le aveva spiegato come l'attenzione ai particolari, l'abitudine a non dare nulla per scontato e qualche altro trucchetto, che per il momento avrebbe tenuto ancora per sé, potevano trasformarti nel più dotato dei Dotati.

In segreteria, Jane era stato registrato con le Abilità lettura del pensiero e manipolazione mentale o persuasione. Due Abilità rare che gli insegnanti adoravano.

Un curriculum niente male.


Ma a Lisbon questo non bastava.


***


- Ma tu cosa sei? - gli aveva finalmente chiesto, quella sera.


Stavano camminando verso il maneggio ( uno dei motivi per cui Lisbon non aveva avuto dubbi sulla scuola in cui iscriversi), seguendo il vialetto in ciottolato che dal portico esterno arrivava fino al torrente.


- La definizione giusta, quella da veri pignoli, è mentalist. -

- Mentalist? -

- Mentalist; pronuncia /’men-tə-list/, sostantivo: persona che ricorre all’acutezza mentale, ipnosi e/o suggestione. Colui che padroneggia la manipolazione del pensiero e del comportamento.-

Le aveva strappato una risata con la sua piccola performance da bravo scolaro.

- Andiamo, Jane. I mentalist non esistono. Sono come i sensitivi. La scienza ha spiegato la fantascienza, ha spiegato sé stessa. Nemmeno Clark Kent si è salvato. Sarai un 2%. O un errore di Censimento, chi lo sa? Oppure sei soltanto molto furbo e fortunato. -

- La mia è scienza. -

- Allora sei come me. -

- No, nient'affatto. -

- Allora non puoi indovinare a cosa sto pensando. -


Si era fermato. Sorridendo, aveva reclinato appena il capo, guardandola con un sorrisetto molto divertito.

- Ti piacciono i cavalli, vero? O forse i pony. -


Lisbon non era riuscita a nascondere il proprio stupere, neppure per un istante. Gli occhi verdi brillavano di curiosità mentre cercava di trattenere un sorriso a dir poco estasiato, mordicchiandosi il labbro inferiore. Con un gesto inaspettato, Jane l'aveva presa sottobraccio riprendendo a camminare, questa volta in direzione della scuola.

- Magia... - le aveva sussurrato ridacchiando.


E Lisbon gli aveva affibbiato un leggero pugno sulla spalla.


- Cammina, scemo... -


***


Il foglio – Certificato di Non-Eccellenza - non si era mosso dalla tasca di Lisbon; così, in un certo senso, anche lui era stato convocato dal Minelli, assieme alla sua attuale proprietaria e a Jane.


Virgil Minelli era un uomo con tante idee e pochi capelli, grigi e un po' ispidi. Aveva modi diretti e incisivi, ma non amava mettere in soggezione i propri allievi. Adorava Teresa; la ragazza nutriva un sincero rispetto nei suoi confronti e inoltre una certa gratitudine per la fiducia che il preside le accordava ogni qual volta ne avesse bisogno.

Per lei era un classico ritrovarsi in piedi davanti alla sua scrivania, in attesa di scoprire per quale motivo l'avesse convocata. Per Jane, in piedi accanto a lei, un po' meno. Minelli aveva trovato estremamente curiosa la neo-amicizia tra Lisbon e Jane. Ed anche una bizzarra coincidenza, dato che aveva una mezza idea di aggiungere il ragazzo alla squadra del CBI. Li aveva osservati a lungo prima di parlare e quando finalmente sembrava deciso a dire qualcosa, quel foglietto tanto preziono – mannaggia a lui – era scivolato fuori dalla tasca del giubbotto di Lisbon. Un po' come aveva fatto nella stanza di Jane, sbucando fuori all'improvviso.


- Cos'è quello? - aveva chiesto d'istinto il preside.

- Nulla. - era stata l'altrettanto rapida risposta della ragazza.

- Lisbon, che accidenti stai combinando? Dammi quel foglio, ora. -


Pallida ma irremovibile, Lisbon agitava il capo, facendo segno di no.


- E' soltanto... -


In quel momento la mano di Jane le si era posata sulla sua spalla, con fare comprensivo.


- E' tutto okay Teresa. - aveva detto.


Il tono d voce grave e il suo sguardo serio, per un attimo l'avevano persuasa che Jane volesse dire la verità.

- Ho letto io le analisi, dal momento che tu non avevi il coraggio. La nostra Grace non aspetta nessun bambino, può smettere di preoccuparsi. -


Se le avesse avuto ancora del colore in viso, di certo sarebbe sbiancata. Invece si era voltata verso il preside, cercando di sembrare perlomeno convincente.


- Le chiedo scusa, davvero. Ma Grace... -

- Grace? Intendi dire Van Pelt? -


Un vago flash sulla dolce e piccola Grace che assisteva a quel dialogo a dir poco distruttivo per la sua vita e quel che ne sarebbe rimasto.

Tuttavia l'istinto di sopravvivenza ebbe la meglio.


- Sì. - aveva mormorato, con un filo di voce.


Minelli le aveva chiesto un paio di aggiornamenti sul lavoro del CBI, ancora profondamente scosso da quella rivelazione, dopodiché li aveva congedati.

E, non appena la porta si era chiusa alle loro spalle, Jane non era riuscito a fare a meno di dare spettacolo.


- C'è davvero una Grace nel CBI? -

- Mi stai dicendo che hai detto il primo nome che ti è passato per la mente?! -


Jane aveva finto di mordersi la ligua, in una strana espressione giocosa. E il pugno di Lisbon non era stato così delicato con la sua spalla, questa volta.


***


Minelli era rimasto molto colpito dal modo in cui i due ragazzi si erano difesi dalle sue domande. Trovava straordinario che Jane fosse riuscito ad avvicinarsi a Teresa in così poco tempo.

Lei era una studentessa brillante, una ragazza sveglia e sempre intenta a fare qualcosa di utile. Molte persone le si affezionavano, soprattutto perché, nonostante la sua posizione, si comportava in modo giusto ed imparziale. Ma era come chiusa in una corazza di ferro, dalla quale lasciava trasparire pochissime emozioni e zero informazioni personali. Odiava parlare di sé. Jane sembrava saperla prendere piuttosto bene e – cosa davvero insolita – riusciva a farla ridere.


Fu questione di pochissimo e finalmente anche Lisbon, che cominciava a sentirsi parecchio frastornata, capì cos'era successo e cosa stava succedendo: Jane era entrato alla Bose con il consenso di Minelli e se fosse riuscito a fingersi un Dotato, avrebbe ottenuto il permesso di restare.


- In ogni caso – le aveva assicurato Jane – la scena in ufficio è stata proprio interessante! -


Jane era entrato a far parte della squadra per ordine del preside.

E Lisbon, oh, Lisbon aveva avuto ben poco da ridere.


***


Ricordava bene la prima volta nel covo del CBI. Una sorta di grade soffitta, più lunga che larga, con le travi del soffitto a vista, in legno massiccio, che forse un tempo avevano rispecchiato lo stile rustico della casa. Si trovava infatti nella parte superiore dell'ala vecchia, quella situata ad ovest: un grosso edificio a due piani – ma alto quanto l'ala nuova, che ne aveva tre – sormontato dalla soffitta. Al piano terra c'erano gli alloggi maschili, sopra quelli femminili.

L'unico mobile degno di nota era un grosso divano malmesso, di un improbabile color senape che s'ntravedeva appena sotto la miriade di cuscini colorati che lo ricoprivano. C'era anche qualche vecchio mobile dalle antine penzolanti e un paio di bauli, sul lato opposto a quello del divano. Avevano portato un tavolino quadrato in legno con una seggiolina uguale, che erano stati dipinti di rosso da qualche buonanima volenterosa.

Fu lì che vide Grace – quella Grace – la prima volta e anche tutte le altre. Grace Van Pelt frequentava il secondo anno. Era una ragazza molto graziosa, dai linementi delicati e con due grandi occhi nocciola, dolcissimi. I lunghi capelli castani erano quasi sempre raccolti in una severa coda di cavallo. Stava in silenzio, immobile, fissando lo schermo del suo portatile. Solo l'indice della mano destra toccava lo schermo, come se volesse sprofondarci.

Cho era in un angolo, avvolto dalla semi-oscurità, e non si era mostrato né entusiasta né scocciato dall'arrivo di Jane. Di origini chiaramente asiatiche, pareva imperturbabile; perfino Jane dovette riconoscerglielo.

Rigsby era il più allegro della squadra. Un tipo robusto, con un viso tondo e amichevole che ispirava simpatia a prima vista. Sedeva sul pavimento, accanto alla sedia di Grace, sgranocchiando noccioline.

E, dulcis in fundo, c'era Lisbon. Comodamente sdraiata in un angolo del divano, teneva d'occhio i tre colleghi, abbracciata ad un grande cuscino giallo sbiadito. Le sue dita sottili giocherellavano con le poche frange rimaste in maniera quasi ossessiva. Smise subito non appena si accorse di Jane sulla porta.


- Ragazzi, lui è Patrick Jane. -

- Quello normale che dovrebbe darci una mano? -

- Sì Rigsby, quello. -


Il ragazzo balzò in piedi dimostrando un'agilità inaspettata.


- Piacere, Wayne Rigsby! - esclamò porgendo la mano a Jane.

- Non posso credere che tu sia davvero ...sì, insomma, non-dotato. Lisbon ci ha detto quello che sai fare ed è ...beh, è semplicemente incredibile! Ho sempre pensato che la scienza del gene iper non potesse spiegare tutto. A questo proposito, ho una teoria che... -

- Grace, ti prego, non cominciare con Dio, Maometto e tutti gli altri. -

- Maometto era musulmano, io sono cattolica. - sibilò acidamente in direzione di Rigsby.


Patrick sorrrise e guardò Lisbon.


- Jane – disse lei d'un tratto – riesci a prendere al volo il cuscino? -

- Certo. -

- Ah sì? -


Lisbon reclinò il capo e gli lanciò un'occhiata enigmatica. Lanciò il suo cuscino in direzione di Jane; ma nel momento in cui il ragazzo si mosse per afferrarlo, qualcosa lo bloccò. Rimase immobile, con il braccio sollevato a mezz'aria. Dopo qualche secondo si riscosse.


- Che hai fatto? - domandò a Lisbon.


La ragazza scosse la testa, come per dire “ te lo avevo detto”.


- Questa è un'Abilità, Jane. La mia. -


***


Le Abilità degli altri componenti del gruppo non tardarono a farsi scoprire.

Jane non capiva, ad esempio, perché delegassero a Grace tutti i lavori che prevedevano l'uso di un computer.


- Per fare più in fretta. - gli aveva spiegato Lisbon.

- E' molto brava con la teconolgia? -

- Lei ci parla. Beh, non so se ci parli davvero. Le basta sfiorare un computer per fargli fare ciò che vuole. -

- Oh. Capisco. -


Jane aveva annuito, come se la cosa fosse chiara. Ma si era premurato di osservare bene Van Pelt quando usava il suo portatile.

Allo stesso modo, toccava a Cho far parlare gli indiziati più restii a farlo. Cho era in grado di cambiare la temperatura di qualsiasi cosa, corpo umano compreso. Era un ottimo metodo per far innervosire le persone.

Rigsby aveva un olfatto incredibile: anche dal più liove profumo riusciva ad individuare ogni singolo componente della sostanza in questione.

Ovviamente era Lisbon ad incuriosirlo di più di tutti. La ragazza usava spesso la sua Abilità per immobilizzarlo quando la faceva innervosire, anche se per pochi secondi soltanto.

E più Lisbon malediva Minelli per il guaio in cui l'aveva cacciata, più Jane gli era grato per averlo mandato in quella soffitta semibuia ma così piena di vita.


[FINE CHAP. ONE]


Spazio Autrice

Sapevo di poter contare sulle mie due colleghe preferite XD

Allora, cominciamo con due note su questo capitolo: un bel tuffo nel passato – circa un anno prima - con tanti “ flash” di come è nata la squadra del CBI così come la conosciamo. Ho cercato di affibbiare ai nostri tesori (L) dei poteri che avessero un po' a che fare con il loro ruolo nella serie originale, ma che allo stesso tempo non li mettessero allo stesso livello di Patrick. L'unica che mi ha mandato in crisi è stata Lisbon x)p

La parte sulla genetica l'ho scritta stamattina a scuola e devo ammettere che senza Heroes e una certa compagna di classe non saprei nemmeno cosa sia un genetista. Per cui, anche se non è Efpiana, dedico alla mia Alej-Capo questo capitolo!

Ora passiamo ai super-ringraziamenti: evelyn_chan e Teresa sono state incredibili e mi hanno dato una carica pazzesca!

Cara ev, l'idea di Lisbon 19enne è uno dei motivi per cui ho ideato questa fic ...lo trovo elettrifrizzante ( come direbbe Martin di Madagascar ...pubblictà occulta anche a Madagascar XD). Vai con le tue traduzione che ti adoro ( e domani recensisco la tua nuova fic che ...beh, lo saprai domani che ne penso xD *suspence*).

La gara a chi fa commuovere di più l'hai vinta in partenza, Teresa, dopo questa recensione *O* Io ho sempre tanta paura che le scene vengano fuori confuse, non sai quanto mi abbiano fatto piacere i tuoi complimenti! La dedica era dovuta <3 Spero che anche il trio sia venuto bene ^^

Lo sguardo da cucciolo ha riscosso successo universale *chissà perché XD Bene, lo conserverò per il futuro.

Adesso un paio di precisazioni: la frase “ Cammina scemo...” è un omaggio alla mia battuta preferita di Lisbon ( “ Non fare lo scemo”); il nome della genetista deriva da Shanty Suresh, la mitica Shanty di Heroes *-*, e da un tale Mr Bose, scienziato indiano di nonsoché.

*ho messo Piazza Venceslao in una FanFiiiiic*

E dopo questo, la nota è più lunga del capitolo XD

Besos,

Hika


Ps: Posso darvi un consiglio per le idee “ geniali” ( leggesi “ da malati di mente”)? A me vengono sotto la doccia ascoltando sigle dei cartoni animati XD *giuro.


Come promesso, la paintina della Bose Academy! Quella originale era a matita e nelle fodo non si vedeva un accidenti, perciò ne ho fatta una a pennarella ù_ù Spero si capisca qualcosa, ho messo diverse angolazioni.

Link 1, 2 , 3 , 4 , 5

Sto preparando le camere di Lisbon e Van Pelt *me ama fare piantine*.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Mentalist / Vai alla pagina dell'autore: Hikary