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Autore: sweetkonan    30/09/2009    3 recensioni
E quella fu la prima vera richiesta d'aiuto di Franky.
Robin l'accolse.
E non perchè si rendeva conto di essere l'unica a capirlo, ma perchè comprese di essere l'unica a volerlo fare.
Franky aveva di nuovo voglia di vivere.Non tanto per lui, quanto per lei, per non deluderla più di quanto non avesse già fatto la vita.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Franky, Nico Robin | Coppie: Franky/Nico Robin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"la storia di pinna di balena"

"La storia di pinna di balena"










Franky salì sul palco.
Da lì sopra si sentiva così potente.Dopo anni di sputato sudare per niente, come molti dicevano, finalmente poteva erigersi imponente il suo anfiteatro.Costruito in realtà solo per amore di Nico Robin, o per meglio dire per il suo amore.
Finalmente la donna della sua vita avrebbe potuto guardare con fierezza quello spettacolo solo per lei.
Ma se qualcuno se l'ho sta chiedendo non è recitando che Robin e Franky si sono incontrati.
Ma oramai nei pensieri dell'uomo dalla imponente mole non poteva che non esserci il sorriso di lei che si immaginava da notti aspettando il momento in cui l'anfiteatro sarebbe stato inaugurato.Robin lo avrebbe ringraziato e chissà, forse finalmente si sarebbe dichiarata.
Perchè questa storia non si centra solo sui pensieri dell'uomo ma anche su quelli di lei.
Anche Robin lo amava e molto probabilmente più di lui e questo perchè ne aveva bisogno.Una volta incontrato Franky e capite le sue emozioni nei confronti della donna ella si era disperatamente aggrappata a quel sentimento che aveva iniziato a forza a provare anche lei.Perchè ne aveva bisogno per vivere.
Sul quel palco Franky poteva toccare quasi il cielo e lo fece non appena Robin entrò nell'anfiteatro.Era notte e il giorno dopo sarebbe stato inaugurato il luogo.Robin non era un'attrice, ma amava la storia e le cose antiche.
Franky amava prenderla in giro per il suo penoso modo di recitare ma a Robin nulla poteva offenderla, specialmente se detta da quel beffardo di costruttore.
Robin si mise a bordo palco.
-Franky....è bellissimo.-
-Lo so....e tutto questo è per te.-
Anche se Franky pensava di doversi conquistare l'amore della donna Robin continuava a farglielo credere, senza fargli sapere di averlo sempre avuto.
L'uomo gli tese la mano.
La donna la prese salendo anche lei là, su.
-Ti senti forte, Robin?-
Com'era bello averlo così vicino senza volgarità.
A quelle parole Robin iniziò a ridere.
-Non capisco cosa intendi.-
Le prese le mani.
-Bé allora te lo spiego subito...-
E la baciò.
Fu breve e privo di alcuna intensità, ma Franky sapeva che a Robin piaceva così.


Che peccato che non avrebbero assistito all'inaugurazione di quel luogo.
Ma sembrava che a tutti e due non dispiacesse, o almeno non se ne rammaricavano.
In fondo Robin era più attrice di quanto lei stessa negasse, e come da copione la donna si staccò da quel bacio che nonostante tutto desiderava tanto.
Avrebbe portato sino alla fine quel dramma nel quale era la protagonista.
Franky non provò dispiacere.
Ma comunque l'abbracciò.Era certo che quello la donna non lo avrebbe rifiutato.
Nell'anfiteatro irruppero gli altri.
Circa una quarantina di loro si affrettarono a mettere piede nel luogo.
-Franky lasciala!Allontanati da lei!-
Il coro venne subito dopo.
-E' una strega Franky!La uccideremo!Allontanati da lei!-
Il momento era arrivato.
L'uomo iniziò ad accarezzarle i capelli mentre lo sguardo della donna si disperdeva sui i propri piedi.
Era l'ora dell'ultimo atto.Di pubblico ce n'era molto.
Franky si stava preparando a dire le sue ultime battute.Doveva avere la forza per entrambi.
La folla si muoveva minacciosa verso di loro.
Franky ebbe la sensazione di un silenzio spaventoso.
"Almeno la morte fosse rumorosa."
Invece no.
Lui aveva sempre avuto paura della solitudine.
Il silenzio non è un pò la solitudine?
Già prima della fine Franky ebbe paura.
Nessuno parlava o almeno lui nessuno sentiva.
Ma prima che si facessero troppo vicini, prima che potessero strappargli dalle braccia la sua Robin, l'uomo
sfidò la solitudine.
-E' una strega...-
Alzò lo sguardo.
-Uccidetela per questo...ma dovrete uccidere anche me per questo.-
Le unghie di Robin si affondarono nella sua carne, nascose la testa nel suo petto.
-E' una strega....e allora?Anch'io lo sono.-
Era da anni che Franky non aveva più paura della solitudine.



Essere fortunati non significa raccogliere quadrifogli.
Essere fortunati significa attaccarsi a qualcosa che ti dia la voglia di vivere.
Qualcuno oserebbe chiamare questa cosa.... scopo di vita.












          H     H
          H     H

Franky si ritrovava lì.Disteso in piena notte, nascosto da tre lapidi e pensava "Niente è accogliente come un cimitero."
Avendo ancora la forza di pensare non poteva che sentirsi così insignificante.
Come avrebbe voluto morire in quel momento ma purtroppo le pillole erano state troppo poche.
Qualcosa di incredibilmente nero lo avvolse, credendo fosse la dolce signora nera si lasciò andare.
Le braccia che lo raccolsero erano più accoglienti e così il giorno dopo si risvegliò in una stanza.
Il mal di testa non mancava.

La solitudine può portare a voler porre fine alla propria vita?
A quel punto si può essere così vigliacchi da farla finita in modi subdoli e secondari?
In overdose di psicofarmaci Franky già c'era andato.
Magari sarebbe arrivato il momento in cui l'avrebbe fatta finita veramente.
Ma se voleva morire, perchè non tagliarsi?Senza troppi indugi?
Forse alla fin fine si cerca sempre un'altro motivo, un'altro, come dite voi, scopo di vita.
Si può essere così codardi da aspettarsi che la morte venga semplice ed indolore?
Franky in quei periodi aveva poca voglia di vivere ma in realtà aveva poca voglia di morire.



Quella mattina Franky si alzò da quel letto sconosciuto.Vagò per ore ma in realtà per una manciata di secondi sino a trovarla, ritta in piedi, sembrava aspettasse solo lui.Era avvolta da un vestito nero.Aveva degli occhi troppo belli per essere la morte....o forse sì.
Rimaneva lì ferma ad aspettare solo una parola o una mossa.E Franky che non sapeva se era ancora vivo,con la semplicità di un bambino aprì solamente il frigo.
-Ti ho trovato svenuto.Ho pensato che un serpente ti avesse avvelenato e così ti ho portato qui.-
Franky non rispondeva.Forse non aveva nemmeno sentito.
-Ma non c'è veleno nel tuo sangue.Almeno non quello di serpe.-
L'uomo non aveva voglia di una pallosa ramanzina su lui e sui suoi modi di vivere.Al solo presentimento di questa si avviò a rientrare nella camera nella quale si era svegliato.
Nel frigorifero non aveva trovato nulla di accattivante.
Si ributtò sul letto.
Non sapeva chi poteva essere quella donna, le stava semplicemente sul cazzo per averlo portato lì.
"I fatti propri non se li fa più nessuno."
Com'era maledettamente morbido e comodo quel letto.
Avrebbe fatto a meno di rialzarsi per sempre.
Quella donna entrò nella camera e lo fissò per un pò.
Poi l'inferno.
Una cascata di acqua gli finì addosso.
-Ma che cazzo combini!?!-
Si alzò fradicio dal letto giusto in tempo per vederla andare via con il secchio poco prima pieno.

          H     H
          H     H









 

-La gente ti giudica, lo sai Franky?-
-La gente si applica troppo sui fatti degli altri.....e che dice di me?-
-Vuoi pure saperlo?-
-Non dovrei, dici tu?-
-Mmh...Ma io non lo so.Non mi interesso di ciò che la gente pensa.-
Alle volte Franky non sapeva cosa dirle.Rimaneva sorpreso da ciò che Robin esprimeva e lui a confronto si sentiva tanto  superficiale.
-Non dovresti farlo nemmeno tu ,Franky.-
E poi riusciva a capirlo in un soffio.
-E' perchè?Se hanno ragione...-
-Davvero?Tu sai che hanno ragione?-
Neanche l'uomo capiva come mai Robin si ostinava tanto a dirgli quelle cose, a dargli giorno dopo giorno quelle amare lezioni di vita.
-Solo tu puoi dettare la verità Franky.Non lasciare che lo faccia qualcun'altro.-
E Franky ne sapeva poco della vita.
-Impara a lottare ....per imporre la tua verità.-
Era così saggia che tutto era così sospetto.Una donna avrebbe mai potuto avere tutti questi pensieri dentro...senza che nessuno se ne accorgesse?
Era tutto troppo strano, ma fin quando Franky non era ancora lucido non si accorgeva di nulla.
-E credemi Franky...-
Robin era troppo bella per essere lasciata da parte da tutti.
Anche se abitava in un cimitero era capace di cacciare una vitalità non da molti, la sua bellezza era che la cacciava discretamente.
-...Tu di forza ne hai da vendere.-
Franky si emozionava troppo di fronte a lei.


Da lì a poco tempo il motto di Franky era:
"butta in testa un secchio d'acqua e farai innamorare l'uomo della tua vita."
A ciò Robin non poteva non dire:-Ma tu non sei l'uomo della mia vita.-
Fu quasi inevitabile che Franky s'innamorasse di lei: dolce quanto bastava e anche dal polso duro.
O almeno così lei appariva ai suoi occhi.
Nico Robin era una donna che rimaneva spesso sulle sue, nascondendo sempre i suoi pensieri più profondi.
Franky si era ripromesso che quando li avrebbe intuiti senza che lei gliene facesse parola, solo allora si sarebbe dichiarato.
Ma nel frattempo Robin aveva già capito tutto.
Ma comunque quel giorno arrivò.


Sino all'ultimo la donna aveva negato Franky.Si era ripromessa di assisterlo semplicemente per ingannare il tempo in modo
diverso, diverso dal solito... ma era inevitabile che alla fin fine il suo vero scopo era semplicemente quello di aiutarlo.



Ma poi ci fu un giorno.
-Io sto affoggando.-
le aveva detto l'uomo.
E quella fu la prima vera richiesta d'aiuto di Franky.
Robin l'accolse.
E non perchè si rendeva conto di essere l'unica a capirlo, ma perchè comprese di essere l'unica a volerlo fare.
Nico Robin in quei periodi si sentiva tanto altruista, mai con sé stessa e sempre e solo verso Franky.
-Sto affogando nella mia solitudine, Robin.-
Franky aveva di nuovo voglia di vivere.Non tanto per lui, quanto per lei, per non deluderla più di quanto non avesse già fatto la vita.


Non aveva mai parlato del suo passato anche se Franky lo avrebbe voluto sapere.Lei non avrebbe mai detto nulla a riguardo, ma nonostante i silenzi su questo argomento non era difficile da capire che la donna non aveva avuto vita facile.Il perché era ignoto.
Abitare in un cimitero, essere esperti di storia in modo sviscerante e raccogliere sconosciuti da terra non poteva essere considerato normale in una società che aveva scacciato l'insolito sino a farlo divenire anomalo e difettoso.
Su questo Robin e Franky potevano condividere la stessa cosa.



-Arriverà mai il giorno in cui smetterò di deludere tutti?-
Queste le parole a fatica di Franky nel frattempo che vomitava nel gabinetto con le dita di Robin avute poco prima nella gola.
-Zitto....piuttosto.-
E continuava.
Sembrava le avesse cacciate tutte.
In quel momento non era il solo a sentirsi in quello stato.La stessa Robin che era stata proprio lei a mettergliele davanti.
Sperando fosse arrivato il tempo...in cui avrebbe saputo resistere.
Ma invece aveva finito col farlo ritrovare lì, col la testa conficcata nel cesso.
Lui che lì dentro stava vomitando anche l'anima finì coll'esaurirsi.
-Non ce la faccio.-
Le aveva detto dopo.
-Non ce la faccio.-
Finalmente arrivò il momento.Franky riuscì a leggerle il pensiero.
-Pensi che sia un fallito...-
-Non è vero, Franky.-
Ci riuscì.
-Allora stai pensando che lo sei tu...?-
Erano entrambi seduti, appoggiati con la schiena al muro.
-Sì.-
Le ultime parole che Robin gli avrebbe rivolto per la serata.Dopodiché iniziò a piangere sibilmente
-Almeno tu hai qualcuno che ti vuole bene...-
Singhiozzava e lo ascoltò profondamente sperando non lo dicesse, sperando che non si rovinasse la vita così
Con lei.
-Io ti voglio bene...Robin.Anzi...-
Franky le sfiorò la mano, quella ancora sporca della sua gola quanto la sua che ultimamente lo era sempre.
-Io ti amo.Anche se tu sei una fallita...-
Iniziò a piangere più rumorosamente sperando che lui capisse che forse....
-...Sopratutto perchè io sono un fallito.-
...era arrivato il momento di andarsene.































































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