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Autore: JadeDevour    01/10/2009    2 recensioni
Una ragazza bellissima ed adorabile, ma fin troppo paranoica. Un migliore amico vampiro che a differenza sua non sembra avere intenzione di spigersi oltre al bacio sulla fronte, e una famiglia intera di vampiri con cui convivere. Jade vi da ufficialmente il benvenuto nel suo mondo.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiedo ancora che ci faccio qui.
Mi mordo nervosamente una pellicina accanto all'unghia del pollice, seduta sui gradini davanti a casa, mentre osservo Elìn e una sua amichetta dondolarsi ridendo e sfogliando un giornaletto sul nostro dondolo, poco lontano da me. Sorrido distrattamente, nel ricordarmi alla loro età: totalmente spensierata, senza la minima presunzione di distinguere l'amore da una semplice cotta nei confronti di una star dei telefilm, o del cantante rock più in voga del momento. Nel notare che le sto osservando arrossiscono vistosamente, ma poi tornano ad immergersi tra le pagine, ridacchiando, e io rido piano con loro, abbracciandomi le ginocchia lasciate scoperte dalla gonna scozzese che indosso..sollevo lo sguardo. è una serata bellissima, e il cielo sta iniziando a tingersi di sfumature aranciate, sanguinando nel tramonto prima di arrendersi definitivamente alla notte: è sempre stato il mio momento preferito, in tutto l'arco della giornata. Guardo quelle sfumature pastello, la testa appena piegata e gli occhi azzurro ghiaccio appena più chiari, che sembano tingersi delle stesse sfumature che pervadono la volta celeste, e sospirando lievemente penso alla serata che mi attende.
Tra una manciata di minuti incontrerò la ragazza del mio migliore amico. Ho trascorso l'intero pomeriggio nel cercare di immaginarmela, e l'immagine che ne è derivata è quella di una ragazza straordinariamente bella e sicura di sè.
Qualcuno di totalmente diverso da me, per quanto umano. Qualcuno in grado di attrarre Gee in un modo a me completamente sconosciuto, e che non sarò mai e poi mai in grado di ricreare con la mia timidezza, la mia dolcezza, la mia allegria e i miei sorrisi da bambina, il mio fisico che egli ha visto crescere anno dopo anno, da quando gli arrivavo a malapena al ginocchio e giravo abbracciata alla sua gamba.
E mi chiedo: sarei stata disposta a rinunciare ad un'infanzia, e parte dell'adolescenza, spesa al suo fianco, solo per poterlo attrarre una volta giunta a questi miei sedici anni?
I giochi, le passeggiate, i pomeriggi trascorsi a guardare i cartoni sul divano, il suo sdraiarsi con me sotto le lenzuola, cullandomi dolcemente, il suo medicarmi quando mi sbucciavo un ginocchio, senza il minimo fastidio nei confronti del sangue, il suo tenermi stretta a sè quando mi portava a fare il bagno in piscina o nel mare, il suo sorriso orgoglioso nel guardarmi recitare all'asilo e alle elementari, e successivamente alle mie gare di equitazione, le sue braccia tese nell'accogliermi quando mi veniva a prendere a scuola. Tutte queste immagini sfilano davanti ai miei occhi azzurro ghiaccio appena velati, ed io giungo ad un'unica, possibile, conclusione:
no. Tutto quello che abbiamo condiviso è troppo bello e importante per potervi rinunciare, e qualsiasi ragazza si altenerà o rimarrà al suo fianco non potrà mai dire di aver trascorso una vita intera insieme a lui.
Non avrà compiuto ogni minimo ma allo stesso tempo fondamentale passo della sua crescita con lui accanto. Io, io, e solo io. E per quanto lui si potrà allontanare da me, per quanto potrà magari costruirsi una famiglia, per quanto questo pensiero mi martori il cuore, dopo tutto il tempo trascorso nel fantasticare sui tratti dei nostri bambini, o a cercare vestiti neri da sposa su internet sognando di indossarli il giorno del nostro matrimonio, tutti questi momenti ci terranno uniti per sempre, a dispetto di ogni altro legame che entrambi intrecceremo, e questo pensiero, se non mi basterà, mi permetterà almeno di essere felice nel vederlo realizzato al fianco di una ragazza che non sono io.
Sono tanto immersa in questi pensieri, dal rendermi conto con un leggero sobbalzo dell'arrivo di Adam solo quando lui suona il clacson, divertito dalla mia aria assente: io mi alzo e gli sorrido, agitando appena la mano, e sistemandomi la borsa nera sulla spalla fingo di sparare, ridendo e formando una pistola con le dita, alla mia sorellina e alla sua amichetta, che nel vedere il mio ragazzo hanno iniziato a ridere eccitate..
"ciao..scusa, ero sovrapensiero."
spiego con un sorriso, salendo in macchina, e lui sorride e scuote la testa, sporgendosi appena verso di me per premere le labbra sulle mie, in segno di silenzioso saluto.
"figurati, piccola.."
posa una mano sul suo ginocchio, come sempre quando siamo insieme in macchina, e come sempre io vi poso sopra la mia, accarezzandogli piano il dorso della mano con il pollice. Adoro Adam. Non lo amo, ovviamente, non ancora:
ma sono sicura di non poterlo catalogare unicamente come sostituto di Gee, in virtù dell'impossibilità di averlo al mio fianco. Adoro davvero parlare con lui, passare i miei pomeriggi in giro per negozi mano nella mano, parlare di musica, trascorrere le lezioni a comunicare scrivendo su un foglio pieno di cuoricini, nel banco accanto al suo, e non posso negare nemmeno che mi attragga fisicamente.
Adam è semplicemente adorabile, forse il ragazzo perfetto.
Ma per qualche ragione, ogni volta che i miei occhi azzurro ghiaccio si posano su Gee inizio col sentirmi vagamente in colpa nei suoi confronti.
Tuttavia, nel quarto d'ora scarso trascorso in macchina in direzione del ristorante, riesco quasi a dimenticarmi dove ci stiamo dirigendo. Passiamo il nostro tempo ridendo, raccontandoci la nostra giornata e bisticciando sul cd da mettere: bisticcio che vinco puntualmente io, per poi inserire strillando trionfante il cd prescelto nel lettore, e sporgermi a baciarlo sulla guancia per consolarlo, prima di scivolare con le ginocchia sul cruscotto e tamburellare con le dita sottili sul mio ginocchio bianco, canticchiando quella melodia, mentre guardo le meravigliosame sfuamature del cielo dal finestrino abbassato, l'altra mano mollemente abbandonata a sfiorare lo spostamento d'aria causato dalla corsa dell'auto con la punta delle dita, godendomi la piacevole brezza che mi solletica il viso e mi scompiglia i capelli neri..ho gli occhi ancora chiusi, quando Adam mi informa che siamo arrivati, ma che Gee non è ancora arrivato. La stretta intorno al mio cuore alla prima parte dell'informazione si allenta appena, e io apro gli occhi, voltandomi verso di lui e proponendo di aspettare in macchina, accogliendo le sue labbra con un sorriso quando lui si piega verso di me per baciarmi..chiudo gli occhi, e mi concentro sul suo bacio, cercando contemporaneamente di tenere ben presente che è Adam a baciarmi, e non Gee. Con il primo ragazzo che ho baciato mi succedeva costantemente: sostituire alla sua immagine quella del mio migliore amico, intendo. Ma con Adam concentrarmi mi riesce decisamente più facile, probabilmente perchè, a dispetto di quello che ancora provo per l'altro, lui mi piace davvero. Continuo a baciarlo per un pò, almeno fino a quando non percepisco il lieve ma per me inconfondibile rumore dell'auto di Gee in avvicinamento, e lo scricchiolio delle ruote sulla ghiaia cosparsa per il parcheggio del ristorante: allora, dopo un silenzioso ma profondo respiro, apro gli occhi azzurro ghiaccio, e mi preparo a conoscere Sandy.
Per prima cosa mi volto, e scendo lentamente dalla macchina di Adam, cercando in tutti i modi di evitare l'immagine dell'auto di Gee e dei suoi occupanti, e per un pò l'impresa mi riesce bene. Poi, però, giunta accanto ad Adam, mi costringo a sollevare finalmente lo sguardo dai sassolini bianchi accanto alle mie ballerine, e la prima cosa che vedo è la schiena del mio migliore amico e i capelli neri e meravigliosamente spettinati sulla sua nuca, mentre lui apre la portiera dalla parte del guidatore, e subito cerco di ignorare la dolorosa constatazione che per me non l'ha mai fatto: poi, vedo Sandy.
è..beh, totalmente diversa da come l'immaginavo. Ha un viso molto dolce, dai tratti delicati, due occhi da bambola di un castano dorato incorniciati da lunghe ciglia, e capelli della stessa tonalità, appena mossi, che scivolano sulle spalle in boccoli armoniosi. Indossa un vestito nero, delizioso ma elegante nella sua semplicità, che mi fa sentire totalmente inadatta, con la gonna scozzese che Gee avrà visto almeno un milione di volte, considerato che la indossavo persino alle medie, e la camicetta nera dai bottoncini bianchi a forma di pipistrello che indosso. Sorride luminosamente, nel vedermi, e avvicinandosi a me mi abbraccia, con un espressione entusiasta così sincera dipinta sul viso da bambina, da impedirmi di elaborare un qualsiasi pensiero vendicativo nei suoi confronti..
"Jade, finalmente! Gee mi ha parlato così tanto di te..non vedevo l'ora di incontrarti!"
sorrido, fingendomi altrettanto entusiasta, e ricambio il suo abbraccio, stringendola appena a me, con una llieve fitta nel notare lo sguardo intenerito di Gee da sopra la sua spalla, e quando si allontana le rivolgo un ennesimo, apparentemente allegro sorriso, sistemandomi una ciocca di capelli neri dietro l'orecchio.
"anche io Sandy, sul serio.."
dichiaro, ma quando Gee le circonda le spalle con un braccio e la bacia sui capelli, sorridendole quando il braccio sottile di lei gli circonda la vita, capisco che l'impresa di mostrarmi tanto entusiasta della sua presenza risulterà sempre più ardua, nel corso della serata. In ogni caso faccio lo stesso con Adam, che si incammina verso il ristorante, sedendosi accanto a me una volta individuato il tavolo prenotato dal mio migliore amico..Sandy inizia subito a far domande, l'entusiasmo che sprizza da tutti i pori, e la mano intrecciata a quella di Gee posata sul tavolo, in mezzo ai loro due piatti.
"Che bello, Jade..oh, ti sembrerò stupida, forse, ma sono davvero felice di conoscere la migliore amica di Gee.."
solleva lo sguardo su Gee, raggiante, e lui ricambia il suo sorriso dolcissimo, prima di iniziare ad accarezzarle piano il dorso dell mano con il pollice. Quel minimo movimento calamita la mia attenzione, tanto che sono costretta a farmi ripetere la domanda, considerato che i miei occhi azzurro ghiaccio ed ogni mia percezione erano inchiodati nel seguire il ritmo di quelle carezze leggerissime.
"come vi siete incontrati, tu e Gee?"
Sorrido, prima di recitare la storia su cui io e lui ci siamo accordati.
"siamo cresciuti insieme..le nostre famiglie sono da sempre molto amiche, e noi ci conosciamo fin dalla nascita. Beh, lui mi conosce fin dalla nascita, visto che io sono nata qualche anno dopo.."
rivolgo un sorriso che sembra più una smorfia a Gee, prima di abbassare lo sguardo sul menu, e isolarmi per qualche istante tra spaghetti alla carbonara e fiorentine, per evitare di scoppiare.
Le due coppie si isolano quindi per qualche istante, e dopo aver discusso per almeno dieci minuti con Adam, sempre ben calati dietro il menù, sui piatti da ordinare nel corso della serata, lo abbasso, sfoderando un ennesimo sorriso apparentemente entusiasta, che però mi si gela sul viso, gli occhi azzurro ghiaccio appena sgranati, pietrificata.
Gee e Sandy si stanno baciando, la mano di lei posata sulla sua guancia e quella di lui sul suo collo sottile, e io mi limito a fissarli, assistendo silenziosamente e con il fiato sospeso alla distruzione del mio mondo.
Voglio dire, era ovvio che si baciassero..qualsiasi coppia si bacia, no? E non certo sulla guancia, almeno a partire dai 10 anni. Ma è assurdo quanto quella visione mi giunga più violenta di un pugno allo stomaco, sgretolando ogni mia speranza, convinzione, promessa precedentemente fatta a me stessa. La risata di Adam mi arriva lontana ed indistinta, il brusio del ristorante attorno a noi si scioglie in un distorto rumore di sottofondo, cupo e profondamente irritante.
Lascio improvvisamente la mano di Adam, per evitare che percepisca il tremore incontrollato che ha improvvisamente colpito la mia: sono costretta a stringermi saldamente il polso nella mano libera, per evitare di dare nell'occhio, mentre mi alzo, rischiando di inciampare nella mia borsa nera, scivolata dallo schienale della sedia ai miei piedi.
"vado..vado un attimo in bagno."
riesco a dire, con un'apparenza di tranquillità, per rasserenare l'espressione perplessa e preoccupata di Adam, e senza rivolgere lo sguardo a Gee e Sandy, sperando ardentemente che lei non decida di seguirmi saltellando, pronta a soccorrermi in tutta la sua sublime perfezione, attirandosi ulteriore ammirazione da parte di quello che vorrei disperatamente fosse il mio ragazzo e invece è il suo, mi rinchiudo in uno dei cublicoli del bagno delle signore, scivolo con la schiena lungo la parete verdina, e inizio a piangere. Piango in modo prima sommesso, poi sempre più incontrollabile e disperato, scossa da violenti singhiozzi che mi inducono ad abbandonare ogni tentativo di autocontrollo e a rischiare di farmi urlare la mia frustrazione, ascoltata solo da piastrelle a rombi verdognoli e specchi che riflettono la mia totale inadeguatezza, per quella che mi sembra un'eternità: poi, giunta ad una sorta di improvvisa e decisamente vacillante pace interiore, mi asciugo il viso sbavato dalla matita nera con un tovagliolino di carta e mi rimmergo nella sala piena, senza però sedermi, una volta giunta al tavolo, dove invece poso una mano sulla spalla di Adam.
"hey..senti, sto davvero male. Possiamo..andare? Scusatemi, ma mi gira troppo la testa."
Mi giustifico rapidamente, sollevando appena la testa verso Gee e Sandy, senza però guardarli, e azzero l'audio appena prima di avvertire le esclamazioni preoccupate di Sandy, a cui rispondo con un leggero sorriso che dovrebbe apparire rassicurante, e che invece sembra solo sconsolato, aggettivo che effettivamente ben si adatta al mio stato attuale. Raccolgo la mia borsa, che mi calco distrattamente sulla spalla, e agito appena una mano in direzione della coppia felice, mormorando, appena udibile
"scusate ancora.."
e circondando la vita di Adam mi dirigo fuori dal ristorante, respirando a grandi boccate l'aria fresca e frizzante della sera, essendo ormai calato il buio..lui, preoccupato, si china a premere le labbra sui miei capelli neri, per poi scherzare, nell'ardua impresa di farmi ridere
"in una circostanza o nell'altra finisco sempre col sorreggerti mentre stai male, eh?"
e io non posso fare a meno di ridere appena, invasa dalla sgradevole ed amara consapevolezza di non meritarmi un ragazzo tanto premuroso nei miei confronti. Camminiamo in silenzio verso la macchina, dove io mi rannicchio sul sedile del guidatore, e una volta lì, passandomi una mano tra i capelli neri e liscissimi, mi volto verso di lui e chiedo, con la stessa istintività che mi ha dominata nel chiedere a Gee di fermarsi a dormire, più di un anno prima
"senti..ti va se andiamo a casa tua?"
Lui appare fondamentalmente perplesso, ma solo per un istante: poi si affretta ad annuire, senza dire altro, e posa una mano sul mio ginocchio, accarezzandolo piano, mentre mette in moto e io mi volto verso il finestrino, abbassandolo del tutto per non essere costretta a guardare il mio riflesso nel vetro. E così, concluderò questa giornata con la mia prima volta. Non mi sento in alcun modo nervosa, nè curiosa, nè spaventata, sono assolutamente distaccata dal mondo che mi circonda e dagli eventi che mi attendono. Tutto ciò che desidero è, fondamentalmente, premiare Adam per il suo essere tanto adorabile e premuroso nei miei confronti, considerato che non posso farlo con un sentimento puro quanto quello che lui probabilmente nutre, e smettere di pensare al resto. Compiere un passo tanto importante da scuotere la mia vita, strapparmi da questo insensato torpore e consegnarmi ad una fase tutta nuova della mia esistenza, una fase nella quale dominerà la consapevolezza che Gee è e sarà sempre e solo il mio migliore amico, quello a cui chiedere aiuto per convincere i miei genitori a passare l'intera notte con Adam. Chiudo gli occhi, senza la minima traccia di sonno: solo per imprimere gli ultimi momenti di quest'estremamente difficile parte della mia esistenza, composta da una manciata di anni costruiti di sorrisi, ma soprattutto di sogni ed illusioni, prima di scendere come un'automa dall'auto, nel sentirmi annunciare che siamo arrivati.
Non è la prima volta che passo la serata in casa di Adam, ma dai suoi gesti attenti e dal silenzio che accompagna la nostra entrata e il nostro indirizzarci verso la sua camera so che entrambi siamo perfettamente coscienti di quanto questa sera è decisamente diversa da tutte quelle che l'hanno preceduta. è una sera nuova, importante, una sera che sa, deve sapere, di noi. Una volta davanti al letto, la stanza dominata solo dal rumore dei nostri respiri, visto che l'intera famiglia di Adam è nella loro casa in montagna, io poso le mani sui suoi fianchi ed inizio a baciarlo. Lo bacio profondamente, disperatamente, aggrappandomi alle sue spalle come implorandolo di strapparmi da tutte quelle illusioni, e lui ricambia con la stessa foga, per poi rallentare appena il ritmo, come ricordandosi che per me sarà la prima volta, e non una qualsiasi seduta di sesso dove abbandonarsi alla foga del momento e alla spinta dell'eccitazione. Si stacca appena e mi guarda negli occhi, chiedendomi piano
"sei sicura?"
e io annuisco e torno a baciarlo prima che siano i miei occhi a tradirmi, mentre le mie mani scivolano convulsamente a raggiungere l'orlo della maglia, che gli sfilo, poco prima di sentirmi posare con la schiena sul materasso morbido del suo letto, e il suo corpo stendersi sopra al mio..anche lui mi toglie la maglia, e io fremo nel sentire la sua pelle tiepida contro la mia, solitamente più fredda di quella di qualsiasi altro umano, e mi sorprendo a trovare tutto ciò profondamente sbagliato, mi sorprendo a desiderare il gelo del marmo contro la mia pancia piatta, il lieve solletico di capelli scompigliati sul mento e non la carezza di ciocche estremamente lisce, mi sorpendo a desiderare che le mie dita incontrino la resistenza di una pelle inscalfibile quando la gelida roccia, e non che affondino appena in quella pelle tiepida, rosea e umana. Mi sorprendo nel desiderare che tutto ciò cessi, il più presto possibile, nel sentirmi la pelle bruciare sotto al suo tocco e la pelle fremere sgradevolmente nei punti in cui lui la bacia. E allora, mentre lui ha la testa piegata nel baciarmi il collo e io ho il mento posato sulla sua spalla e una mano sull'altra, inizio a piangere silenziosamente, prima di essere scossa da leggeri singhiozzi, che lo inducono a sollevarsi immediatamente dal mio corpo, come se mi fossi messa ad urlare di dolore: assiste con gli occhi verdi sgranati al mio pianto, mentre io lo guardo negli occhi, cercando disperatamente di scusarmi semplicemente con lo sguardo, e lui abbandona le braccia lungo al corpo e scuote la testa, con un sospiro rassegnato, ma non arrabbiato.
"oh, Jade.."
sussurra, porgendomi la maglia, che io mi infilo subito, e sedendosi al mio fianco, mentre mi levo a sedere a mia volta e mi passo una mano tra i capelli neri, continuando a piangere piano..rimaniamo qualche istante in silenzio, la stanza ora riempita dai miei leggeri singhiozzi, poi lui chiede, quasi dolcemente
"lo ami, vero? Gee."
ride appena ai miei occhi lucidi ma sorpresi, e continua, accarezzandomi i capelli neri, il tocco discreto ma delicatissimo
"mi illudevo che sarei riuscito a fartelo dimenticare, ma ora ho definitivamente capito che nessuno ci riuscirebbe."
Io mi calmo un pò, il labbro inferiore che trema appena, ma progressivamente si placa, e io sancisco la pace appena ritrovata con un sospiro profondo, prima di sussurrare, con un filo di voce
"mi dispiace, Adam. Ti giuro che ci ho provato, davvero."
Lui annuisce, tranquillo, accarezzandomi la schiena, e sussurra che lo sa. Poi rimane in silenzio, mentre scivolo in bagno a lavarmi il viso, e quando torno in camera lui mi aspetta già in piedi, le chiavi dell'auto che ruotano appena intorno al suo dito, e l'espressione perfettamente tranquilla: mi sorride appena, rassicurante, per poi scortarmi in silenzio fino alla porta, tenendomi aperta la porta dell'auto mentre mi infilo al suo interno, e mantenendo il silenzio durante tutto il viaggio, semplicemete per risparmiare ad entrambi frasi di circostanza che renderebbero il tutto sgradevole, mentre ora appare semplicemente come scontato ed inevitabile. Giunti davanti a casa mia, mi sorride, senza accennare a volermi baciare, e io lo trovo un gesto decisamente maturo e affettuoso. Il non costringerci a concludere il tutto con qualcosa che nessuno dei due desidera, non così.
"buona fortuna, Jade. Sei una ragazza fantastica, e anche lui lo sa."
Annuisco appena, mordendomi il labbro inferiore, e mi sporgo a baciarlo, ma sulla guancia, come il saluto silenzioso di un'amica nei confronti di chi le è stato accanto in un momento difficile.
"grazie, Adam..davvero. Ci rivediamo a scuola.."
Scivolo giù dall'auto, guardandola allontanarsi lungo la strada davanti casa mia, le braccia incrociate e gli occhi appena velati, e mi domando come si senta Sandy in questo preciso istante. Sandy, che forse non si è mai fatta medicare un ginocchio sbucciato da lui, ma che in questo momento lo sta abbracciando, baciando, e a cui lui sta permettendo di guardarlo negli occhi per tutto il tempo che desidera. Sollevo lo sguardo sulle stelle che punteggiano il blu notte del cielo sopra di me, solleticata dalla brezza che arriva dal mare e dalla consapevolezza di essere davvero sola, e vorrei avere ancora quattro anni, per poterlo abbracciare quanto voglio, ma soprattutto per non avere il minumo dubbio su quanto meraviglioso sarà il nostro futuro insieme.
  
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