I PERSONAGGI APPARTENGONO A J.K.
ROWLING, TRANNE QUELLI DI MIA INVENZIONE
SEMPRE
Era tutto così
strano.
Non credeva che sarebbe
mai stata così male. Non per un ragazzo almeno.
Eppure ormai a distanza di
tre mesi non riusciva a dimenticare com’era, cosa significava stare con l’unica
persona che la capiva e la faceva sentire meglio solo con uno sguardo.
Era stata stupida e cieca.
Si era lasciata trasportare dalla rabbia e dall’orgoglio e non era riuscita a
salvare tutto quello che per lei era importante, quasi
vitale.
James.
Il suo James, dolce e
gentile.
Quel James che non
esisteva più.
Quel James che era stato
rimpiazzato da un ragazzo cinico e freddo che si dimostrava quello che era solo
con i suoi amici Malandrini.
Si erano lasciati perché
lei era stata troppo restia a parlare con lui, per il troppo orgoglio che si
portava nel cuore, e perché la situazione era ormai diventata così pesante tra
loro da essere asfissiante.
Lily non era certo così
sciocca da addossarsi tutte le colpe però.
Certo lei era stata
fredda, scostante e irritante ma anche lui ci aveva messo del suo. Avrebbe
dovuto provare a capirla. Era stato un brutto periodo per lei e lui aveva
pensato solo al Quidditch e alla sua meravigliosa vita perfetta. Non aveva
voluto vedere tutto il loro mondo che stava andando a pezzi. Forse, se per una
volta lui avesse preso la situazione in mano non sarebbe successo tutto quel
casino e loro sarebbero stati ancora insieme…
Ancora ricordava quella
terribile mattina, quando tutto si era distrutto.
-Sai che ti dico Lily? Con me hai chiuso. E’ finita. E’ evidente che te
ne freghi di qualsiasi cosa non giri intorno a te. Ma io sono stufo. Trovatene
un altro che ti fa da zerbino.-
Quelle parole l’avevano colpita troppo profondamente e avevano fatto
troppo male. Non era riuscita a capacitarsi di quello che era veramente successo
fino a quando, mentre era chiusa in
uno dei cubicoli del bagno, non aveva sentito una ragazza urlare ai quatto venti
che James Potter le aveva chiesto di incontrarlo quella sera nella Stanza delle
Necessità.
E invece dopo nemmeno due ore che si erano lasciati sentiva quelle cose
che la facevano ribollire di rabbia.
Passando per varie
scorciatoie e passaggi segreti era andata a rifugiarsi al Lago, dove aveva
potuto piangere senza essere vista. Pensare che in quel momento, quello che fino
a poco tempo prima era il suo ragazzo, potesse essere con un’altra la faceva
sentire sola.
Ed evidentemente aveva saltato lezioni, pranzo e cena, perché quando era
ormai buio vide arrivare Remus e Catherine Badwick. Remus, così dolce come
sempre lo era con lei, era preoccupatissimo, come anche Katie.
Lei era comunque in uno stato catatonico tale da non aver capito molto
quella sera.
I suoi sentimenti erano stati un miscuglio di rabbia, tristezza e
orgoglio.
Fortunatamente i suoi amici
erano rimasti a dormire con lei, e sicuramente le avevano impedito di fare
qualche sciocchezza, come andare a cercare quella ragazzina che in bagno aveva
osato parlare del suo ragazzo – ex si era corretta – e prenderla a calci solo
per aver pensato di poter stare con James.
Aveva pianto e Remus e Katie l’avevano cullata e consolata, avevano
cercato di farle capire che non era tutto perduto e che le cose potevano
aggiustarsi, ma lei, con il cuore e l’orgoglio ferito non aveva voluto
saperne.
La batosta però era arrivata la mattina
dopo.
Remus aveva finito di
impersonare l’amico premuroso e le aveva detto senza peli sulla lingua cosa
pensava della situazione che si era creata tra lei e
James.
- Siete entrambi degli enormi stupidi. Dovete capire quello che volete.
Stavate bene insieme e avete rovinato tutto perché non avete voluto affrontare i
problemi. Se invece di tenerti tutto dentro, gli avessi parlato, gli avessi
detto che sei preoccupata per i tuoi genitori e per tua sorella, molto
probabilmente non sareste arrivati a quella situazione di silenzi imbarazzanti e
bugie che vi siete trascinati dietro per non so quanto tempo.
–
- Remus forse non è il caso… -aveva cercato di intervenire Catherine, ma
lui non aveva nemmeno considerato la sua
interruzione.
- No Cat deve capire che se l’è cercata tanto quanto lui. Io lo vedevo
James come tornava in camera la sera, e ti assicuro che tutto era tranne che
felice. E quando gli dicevo che era il caso che voi due parlaste mi diceva
sempre che se volevi parlare potevi tranquillamente dirglielo. Ora è inutile
piangere sul latte versato comunque. Quindi se ci tieni veramente cerca di
risolvere la situazione –.
E lei aveva deciso che Remus aveva ragione e che avrebbe dovuto parlare
con James. Ma quando era arrivata in Sala Grande e l’aveva visto con una
Tassorosso bionda, aveva mandato tutto al diavolo e si era detta che non
l’avrebbe più cercato.
Quella volta Remus era stato schietto come non mai e aveva anche fatto
bene, perché l’aveva scossa un po’. Ma ora a distanza di tre mesi le cose non
erano cambiate e, anzi, forse erano addirittura peggiorate. A quanto ne sapeva
lei, James tornava in dormitorio sempre tardi e cambiava una ragazza a
settimana. Ogni tanto le capitava di vederlo con la signorina di turno e si
costringeva a distogliere lo sguardo perché faceva troppo male vedere i gesti
una volta riservati solo a lei, ora destinati ad un’altra persona.
Se si incontravano si ignoravano o si guardavano male.
O meglio. Lei guardava da un’altra parte e lui la fissava con disprezzo,
e se si trovava con qualcuno alzava la voce decantando quanto fosse stata brava
a letto la tal Serpeverde o Tassorosso.
E lei, solitamente per evitare di prenderlo a pugni o di baciarlo per
fargli capire chi era l’unica che poteva stare con lui, abbassava lo sguardo e
accelerava per non far vedere le lacrime che battevano furiose alle porte degli
occhi.
Certamente non poteva andare avanti così.
Fortunatamente la scuola sarebbe finita tra un mese e per la prima volta
in sei anni non vedeva l’ora di tornarsene a casa. Preferiva mille volte
l’indifferenza di sua sorella, al disprezzo di James.
Forse dall’esterno lei poteva sembrare fredda e cinica, ma in realtà
soffriva tantissimo per quella situazione.
***
Quando quel venerdì di Maggio Lily si era alzata, non poteva sicuramente
sapere che quello per lei sarebbe stato un giorno decisamente importante.
Mentre si preparava continuava a chiedersi se avesse potuto fare gli
esami in anticipo rispetto agli altri. Tutto il tempo libero che aveva ormai lo
passava studiando per non pensare e ormai aveva finito il programma del sesto
anno già da un pezzo. Forse avrebbe dovuto parlarne con Silente…non ne poteva
più di stare a Hogwarts per quell’anno.
Però poi si rese conto che Hogwarts non era solo James Potter. C’era la
sua Catherine, Remus, gli amici Prefetti delle altre case, c’era tutto il suo
mondo. Sarebbe stato sciocco lasciare tutto per un ragazzo, rifletté. Doveva
solo comportarsi da Grifondoro. Cordiale, gentile, coraggiosa e un po’ fredda. O
almeno lei era sempre stata così.
Mentre passava attraverso
Era così strano che da quella volta non avessero più parlato. Gli sguardi
delusi, amareggiati e a volte disgustati si sprecavano. Ma non avevano mai
parlato.
Ed
è questo il problema,
sussurrò una vocina nella sua testa,
perché lo sai perfettamente che se ti fossi degnata di parlargli forse le cose
si sarebbero risolte. Lei però negò con forza quel pensiero. Parlare non
sarebbe servito a niente.
Era stato cattivo con lei quella mattina. Lui che la conosceva così bene,
si era permesso di dirle che l’unica cosa che le interessasse veramente fosse se
stessa.
Lui che conosceva perfettamente i suoi problemi a socializzare, o tutte
le cose che aveva passato. Lui che sapeva che quando poteva si faceva sempre in
quattro per amici e conoscenti.
Quella frase non sarebbe mai riuscita a
perdonargliela.
Diretta in Sala Grande così presa dai suoi pensieri, non si accorse del
ragazzo che veniva nella sua stessa direzione con una pila di libri in mano che
gli impedivano di vedere. E gli finì addosso
inevitabilmente.
Tonf!
Libri e boccette di inchiostro che cadevano a
terra.
- Scusa Lily, non ti avevo vista –
Massaggiandosi il regale posteriore, Lily lanciò un’occhiataccia al
malaugurato ragazzo che l’aveva travolta. – Me ne sono accorta -, borbottò un
po’ acidamente.
Non si era nemmeno accorta di chi si trattasse.
Alzando gli occhi, riconobbe Luke Soreson. Prefetto, e unico ragazzo di
Serpeverde con cui avesse uno staccio di rapporto decente. Forse perché era
l’unico Purosangue che paradossalmente non badava al sangue nella sua Casa, ma
al cervello delle persone. E forse per questo motivo spesso lo si vedeva
litigare con Malfoy o Lestrange.
Sospirando, Lily gli disse di non preoccuparsi. – Dove stavi andando con
questi affari? -, chiese indicando i tomi polverosi che il ragazzo aveva tra le
braccia.
- In biblioteca. Madama Pince ha detto che se non le avessi riportato
tutti i libri che avevo nel dormitorio non mi avrebbe più fatto entrare per
almeno un mese. E senza biblioteca non posso studiare -, spiegò quello un po’
piccato. – Che poi, avrà un sacco di copie. Quella vecchia arpia ce l’ha con me
-, borbottò.
Lily ridacchiò e si offrì di aiutarlo. – Dai, tanto non ho fame e non ho
voglia di andare in Sala Grande. –
Luke la guardò di sottecchi mentre andavano verso la biblioteca. –
Immagino -, disse comprensivo. – Con Potter niente ancora, eh?
–
Lily si irrigidì un attimo a quella domanda. – Né ora, né mai -, scandì.
– Ho capito che persona è, e non voglio averci più niente a che fare.
–
Luke Soreson era finito a Serpeverde per qualche motivo che andava oltre
il sangue oro zecchino. Ad esempio, sapeva perfettamente approfittare delle
situazioni che potevano andare a suo vantaggio. E, da adolescente in salute, non
poteva negare che Lily Evans fosse una delle ragazze più attraenti del suo anno.
- Beh -, cominciò a dire come se niente fosse – sai che pomeriggio c’è
l’uscita a Hogsmeade? –
- Si -, rispose Lily impegnata a spingere il battente della porta, senza
pensare a dove quella premessa potesse portare.
- Beh, se ti va…potremmo andarci insieme -, propose Luke, posando i libri
di fronte a Madama Pince.
Lily lo guardò stranita. – Come scusa? –
- Beh, se ti va sempre. Potremmo andarci. Insieme.
–
La ragazza era alquanto sorpresa. Di certo non si immaginava una proposta
del genere da Luke. Erano sempre stati in buoni rapporti nonostante le loro Case
di appartenenza, ma non pensava che potesse interessargli in quel senso.
Però riflettendoci, poteva essere una buona occasione per uscire
dall’ordinario, distrarsi, non pensare a quella sottospecie di manico da scopa
occhialuto, e cercare di ricominciare.
Lentamente quindi, annuì. – Okay, va bene. –
Luke le sorrise e la riaccompagnò in Sala Grande. – Devi fare colazione
Lily -, le disse seriamente. – Ho notato che sei dimagrita parecchio negli
ultimi mesi e la cosa non ti fa bene. E poi per il nostro matrimonio -, le disse
scherzosamente – voglio abbracciare qualcosa non un pezzo di legno
–.
Lily rise divertita per la prima volta dopo tempo. – Sissignore
–
- Allora ci vediamo alle tre d’avanti alla tua Sala Comune?
–
Lily lo guardò confusa e sorpresa. – Sai dov’è la mia Sala Comune?
–
- Ma certo! La signora Grassa è celebre in tutto il castello
–.
- Allora va benissimo alle tre. –
- Bene. Ti lascio alla folla impicciona – le disse
ghignando.
Guardandosi intorno, Lily notò che era arrivata in Sala Grande e che un
sacco di gente li guardava con gli occhi fuori dalle orbite. In effetti, una
Grifondoro e un Serpeverde che ridono insieme non è uno spettacolo che si vedeva
tutti i giorni.
- Codardo -, borbottò e lui rise ancora.
- Occhi di giada, sono un Serpeverde vigliacco. Non un coraggioso Grifone
– e le fece l’occhiolino.
- A dopo -, lo salutò prima di andare verso il suo tavolo, dove, notò,
molti suoi compagni di Casa la fissavano infastiditi. Forse la consideravano una
traditrice.
Che si impiccassero. Quando Potter si faceva le ragazze di Serpeverde non
c’erano tutti quei problemi…
Si diede dell’idiota mentalmente. Perché doveva sempre pensare a
lui?
Sbuffando si sedette vicino a Catherine che la guadava un po’
sorpresa.
- Devi dirmi qualcosa? -, le chiese con
gentilezza.
Lily la guardò male. – Non devo. Voglio, è diverso. Comunque esco con
Luke pomeriggio. –, disse telegrafica.
- Oh-, commentò l’altra – era ora che ti decidessi ad uscire con
qualcuno. Ma Lily forse un Serpeverde… -
- E’ perfetto -, la bloccò. – E’ gentile, carino, ha i capelli ordinati e
ci vede perfettamente -, disse facendo ridere l’amica. – Già e è biondo e con
gli occhi chiari. Niente a che fare con… -
Catherine fu interrotta da Sirius che era appena venuto a salutarla. Era
noto quanto gli piacesse quella ragazza, ma lei gli aveva già detto che fin
quando non avrebbe messo la testa a posto non potevano essere niente più che
amici.
- Chi ha gli occhi azzurri? -, chiese curioso, sedendosi tra le
due.
- Luke Soreson -, rispose Cat.
- E a te cosa interessa di che colore siano gli occhi di quel Serpeverde
fasullo? -, chiese Sirius un po’ geloso. Normalmente quel ragazzo non gli stava
troppo antipatico, ma se fosse entrato nella grazie di Catherine sicuramente
avrebbe avuto un nemico in più a Hogwarts.
- Non interessa a me, idiota. Lily ci uscirà insieme
–
Sirius, che in quel momento stava bevendo succo di zucca, sputò tutto
fuori, innaffiando il povero Remus che era seduto di fronte a lui e lo guardava
disgustato. – Con chi esci, Evans? -, chiese il ragazzo a voce alta. Fortuna
volle che in quel momento tutti in Sala Grande avessero perso la voglia di
parlare e che la domanda di Sirius aveva fatto voltare verso di lei un sacco di
persone. Compresa una in particolare, notò Lily, che fino a prima era
indaffarato in una conversazione decisamente poco verbale con una bionda di
Grifondoro.
Lily uccise Sirius con un’occhiataccia e poi borbottò il
nome.
- Ma dico sei impazzita? -, le urlò quello, preso all’improvviso dalla
preoccupazione. – E’ un Serpeverde! –
Sirius, nonostante si dimostrasse sempre menefreghista, si preoccupava
moltissimo di Lily. L’aveva presa sotto la sua ala da un paio di anni e spesso e
volentieri si comportava da fratello maggiore.
Lily però quella volta non apprezzò l’interessamento del ragazzo. –
Quante ragazze Serpeverde ti sei fatto nell’ultimo mese, Black? -, gli chiese
pungente.
- Non è la stessa cosa -, rispose Sirius con calore. – Ti conosco Lily e
ti affezioni troppo facilmente alle persone. E se ti facesse del male? Se ti
usasse? Se volesse solo portarti a letto? –
Lily lo guardava con il volto in fiamme. Sapeva che Sirius si stava solo
preoccupando per lei, ma un sacco di persone li stavano guardando e lei si
sentiva più che umiliata.
- Se dovessi soffrire, stai tranquillo, pioverebbe già sul bagnato.-
disse, facendo storcere il naso a James. - E poi -, aggiunse guardandolo negli
occhi -, chi ti dice che io voglia una storia seria? Chi ti dice che non mi
farebbe piacere andare a letto con il primo che capita?
–
E li piantò in asso tutti, uscendo rapidamente dalla Sala Grande.
Dai tavoli Serpeverde provenivano mormorii indistinti, quasi ammirati.
Qualcuno che mettesse a posto Black faceva sempre effetto. Gli altri ragazzi
avevano guardato la scena ammutoliti. Non era mai successo che Lily Evans avesse
perso le staffe con qualcuno che non fosse James Potter, men che meno che un
Grifondoro litigasse con un compagno per difendere un Serpeverde. Sicuramente,
pensavano tutti, la storia non sarebbe finita lì.
***
Lily quel giorno non pranzò in Sala Grande, ma si fece portare un
tramezzino in camera da un gentilissimo elfo domestico.
Decise che si sarebbe preparata con cura per il pomeriggio. Voleva
dimostrare che le cose che aveva detto a Sirius non erano solo parole, ma fatti
reali e concreti.
Solitamente non era una ragazza che si agghindava troppo, ma quel giorno
volle fare un’eccezione e indossò i vestiti che aveva messo una volta sola in
vita sua, perché non voleva rovinarli, non voleva rovinare il significato che
avevano per lei.
La gonna e la camicia che aveva indossato quando lei e James avevano
festeggiato i loro sei mesi insieme, quando lei aveva deciso che era ora di
portare la loro relazione un passo più avanti. Quando lei aveva deciso di voler
essere di James.
Prenderli in mano ancora una volta le procurò una fitta dalle parti del
cuore che volle ignorare di proposito.
Non doveva pensare a James.
Non doveva pensare a niente.
Con mani tremanti abbottonò la camicetta verde, e alzò la zip della gonna
bianca. Poi, lentamente, si infilò le scarpe. Con il tacco. Lily metteva quel
tipo di scarpe solo in occasioni importanti, e l’avevano capito tutti a
Grifondoro, visto che mentre tutte le ragazze indossavano zeppe e decolté per
andare a lezione, lei solitamente usava scarpe
sportive.
Guardandosi allo specchio, si disse soddisfatta del tutto. Ora mancava
solo il tocco di Catherine.
Con fermezza andò nella camera delle ragazze del settimo anno e trascinò
l’amica nella sua stanza.
- Si può sapere che ti prende? -, borbottò senza osservare Lily. Poi,
concentrandosi, notò l’abbigliamento dell’amica e la guardò stranita. – Sei uno
schianto, lo sai? –
Lily arrossì e sorrise. – Grazie. Senti devi truccarmi –, borbottò con
poca gentilezza.
Catherine la guardò con gli occhi fuori dalle orbite. – Tu vuoi che io ti
trucchi? Ma si può sapere dove devi andare? -, poi le guardò i piedi. – Lily,
hai messo i tacchi! Hai messo i tacchi alti! -,
esclamò.
Catherine la guardò scettica. – Sì. Se consideriamo che solitamente non
usi tacchi, non ti trucchi, e quei vestiti li hai messi un anno fa, una sola
volta e basta. Sei davvero decisa ad andare con Soreson?
–
- Catherine per favore -, la implorò. – Ho seriamente bisogno di
divertirmi. E se per una volta è necessario non pensare a niente e nessuno, lo
farò. –
La ragazza sospirò e la fece sedere sul letto. – Chiudi gli occhi -, le
ordinò prima di mettersi a lavoro con pennellini e
rossetti.
Alla fine dell’opera, Lily aveva il volto luminoso, gli occhi più grandi
e le labbra rosse come le fragole, in maniera decisamente
naturale.
- Grazie -, le disse con sincerità.
- E di che figurati. In fondo hai ragione. E’ da tre mesi che non fai
altro che studiare e piangere, e uscire un po’ ti farà bene. E non ascoltare
Sirius. Sono sicura che andrà tutto perfettamente.
–
Lily le sorrise e guardando l’orologio vide che era ora di
andare.
La cosa più difficile fu attraversare
Ancora più imbarazzante, fu trovarsi faccia a faccia con i Malandrini.
Mormorò un saluto a Remus e finse di non notare lo sguardo semi-shockato di
Sirius, o quello trasecolato di Potter che probabilmente aveva riconosciuto quei
vestiti.
Dopo che ebbe attraversato il ritratto, James si voltò verso Sirius. – Ha
davvero intenzione di andare a letto con quell’idiota -, mormorò.
- Sì, a meno che non ti decida a fare qualcosa, stupido!
–
- Non voglio proprio fare niente. Lei è liberissima di stare con chi
vuole, così come lo sono io…-.
- Ma non dire assurdità -, esplose Remus. – Ho visto come l’hai guardata
sai? E so anche il perché -, gli disse facendogli capire che anche lui sapeva
cosa significava l’abbigliamento di Lily. – L’ho detto a lei, e lo dico a te.
Siete degli idioti. Volete stare insieme e non lo fate per orgoglio. Io ti
avviso. La ragazza che fino a oggi è stata solo tua, sta per diventare di
qualcun altro se non ti decidi a riprendertela. –
Remus aveva parlato quasi con rabbia, e i ragazzi sapevano perché. Da
anni era innamorato di una ragazza di Corvonero, che lo ricambiava in toto, ma
lui si rifiutava di dirle tutto per paura di metterla in pericolo a causa del
suo essere un Licantropo. E ora James si rifiutava di ammettere di aver fatto un
errore, di essersi comportato da idiota per tre mesi solo per
orgoglio.
- Andiamo -, mormorò James.
Lui sapeva di star sbagliando. Sapeva che Lily in quei tre mesi aveva
sofferto come un cane a vederlo con una ragazza diversa a settimana, o al
giorno. Ma lui non riusciva a mettere da parte l’orgoglio e a dirle che in
realtà era lei l’unica che voleva. E le parole che Sirius le aveva detto in Sala
Grande erano le parole che avrebbe voluto dirle lui.
Sospirando, decise che forse era arrivato il momento di fare
qualcosa.
***
Quando l’aveva vista, Luke le aveva chiesto come stesse. Qualcuno gli
aveva riferito del brutto episodio che c’era stato in Sala Grande quella
mattina. Ma Lily lo rassicurò dicendogli che le parole di Sirius non le avevano
fatto minimamente cambiare idea sull’uscire con
lui.
Dopo di che si erano divertiti a parlare di tante cose. Libri, magia,
lavoro, guerra.
- Questa storia della caccia ai Mezzosangue non interessa alla mia
famiglia -, aveva detto come se niente fosse – Anzi andrebbe completamente a
nostro svantaggio, dato che mio padre lavora per lo più con i Babbani.
–
Avevano fatto un giro per i negozi, e lui le aveva regalato un fermaglio
incantato a forma di farfalla che sbatteva le ali. Aveva detto che sarebbe stato
un peccato mortale non compraglielo visto che era dello stesso colore dei suoi
occhi.
- Beh allora grazie –, aveva detto lei, con gli occhi che le
brillavano.
- Ti va di bere qualcosa? -, gli chiese poi mentre camminavano per una
viuzza secondaria di Hogsmeade.
- Certo, ma non andiamo da Madama Piediburro, ti prego -, la
implorò.
- Assolutamente no! Non voglio che nella mia Burrobirra cadano coriandoli
o altro. I Tre Manici di Scopa andrà benissimo -, lo
rassicurò.
Luke le sorrise e la prese per mano facendola arrossire. Lui la guardò
come per chiedere il permesso e lei annuì leggermente, sentendosi però
abbastanza in imbarazzo e fuori posto.
Arrivati ai Tre Manici di Scopa, lui le aprì la porta e la fece passare
per prima.
- Oh, che gentiluomo -, lo prese in giro.
- Signorina, non per niente sono il figlio di una delle più potenti
famiglie del Mondo Magico -, rispose lui in tono fintamente
pomposo.
Scoppiarono a ridere e si sedettero ad un tavolo vicino a una delle
finestre del locale.
Non notarono però che ad uno dei tavoli vicino al loro c’erano i
Malandrini al gran completo, forse anche un po’ brilli. Almeno Sirius lo
era.
Quando Luke andò a prendere le Burrobirre per entrambi, Lily notò i
ragazzi e vide che James la stava guardando. Intensamente. Come quando lei
studiava e lui si divertiva ad osservarla.
E si arrabbiò. Perché proprio quando aveva deciso di ricominciare, Potter
si metteva in mezzo a rovinare tutto?
- Ecco le Burrobirre -, disse Luke tornando dal bancone. Poi vide Lily
con una strana espressione. – Va tutto bene? -, le
chiese.
- Certo -, gli sorrise lei. – Allora quanto ti devo?
–
Il ragazzo la guardò scandalizzato. – Evans, se non te ne fossi accorta,
io ci sto provando con te – le disse ironicamente facendola ridere. – E quindi
non esiste che tu paghi – le ultime parole le disse quasi con
disgusto.
- Okay, okay -, rispose Lily – ti va di tornare a scuola dopo? Mi sono
annoiata di stare a Hogsmeade –
Luke la guardò sorpreso. – Ti stai annoiando con me?
–
- No non con te -, precisò lei. – E che qui non si può stare in pace. Non
ti dico di tornare al castello, ma fuori al lago. Potremmo parlare e fare una
passeggiata se ti va –.
Luke la guardò furbetto. – Non centra il fatto che Potter e compagnia
siano qui vero? –
- Cosa? No! –
- Lily io non sono stupido. E per quanto tu oggi possa essere bellissima,
e credimi sembri un angelo, l’ho capito che nessuno riuscirà mai a rimpiazzare
quel Grifondoro nel tuo cuore –
- Non è vero -, ribatté con poca
convinzione.
- Si che è vero! Non riesco a capire come faccia a piacerti quel bifolco,
ma va bene. Non mi aspettavo di riuscire in qualcosa con te. Però ti assicuro
che non mi sono mai divertito con una ragazza come con te. Sto cominciando a
capire che le donne non servono solo per…beh hai capito.
–
Lily lo guardò scandalizzata. – Soreson! -, esclamò con finto tono di
rimprovero. – Avresti dovuto capirlo prima! –
Il ragazzo si mise a ridere e poi guardò Lily con una strana espressione.
– Vuoi tornare con Potter, vero? –
Lily lo guardò confusa. – No. Almeno, non se non mi chiede scusa.
–
- Bene allora non prendermi a schiaffi dopo che avrò fatto questa cosa -,
le disse furbamente prima di avvicinare il volto al suo e
baciarla.
Visti da lontano sembravano una coppietta allegra. James si stava rodendo
il fegato e tutti gli lanciavano sguardi preoccupati. Era la prima volta che il
loro amico si dimostrava geloso di Lily da quando si erano lasciati. Ancora più
preoccupante era l’espressione assassina sul viso.
- Amico, andiamo non stanno facendo niente… -, aveva cominciato a dire
Sirius, ma proprio in quel momento Luke aveva baciato
Lily.
Vedere con i propri occhi un altro ragazzo che baciava la sua ex ragazza,
fece perdere la testa a James che si alzò improvvisamente e andò verso i due,
incurante dei richiami degli altri Malandrini.
- Soreson -, ringhiò quando arrivò al loro tavolo. – Vieni fuori. Ora.
–
Luke lo guardò come se fosse un insetto indegno della sua intenzione.
Per quanto atipico come Serpeverde, se c’era una cosa che lo accomunava
con i suoi compagni era l’antipatia verso James Potter, e quell’occasione per
infastidirlo era troppo ghiotta per non coglierla.
- Potter come puoi vedere sono impegnato -, gli rispose indicando Lily,
che teneva gli occhi bassi per non incontrare il suo
sguardo.
- Non farmelo ripetere. Vieni fuori. Adesso -, sibilò. – E levale subito
le mani di dosso -, continuò a dire indicando le loro mani
intrecciate.
Sentendosi chiamata in causa, ripromettendosi che avrebbe ucciso Luke per
aver fatto tutto quel teatrino, si mise in mezzo. – Potter smettila. Non sono
affari tuoi quello che faccio. –
Lui nemmeno si voltò a guardarla. – Non mi interessa un accidenti di
quello che fai. Ma lui deve toglierti immediatamente le mani di dosso.
–
Le altre persone nel locale si erano accorte di quello che stava
succedendo, e li guardavano interessati.
- Potter qual è il problema? Lily è libera come l’aria. Se non te lo
ricordassi, l’hai lasciata tu. Hai evidenziato benissimo che di lei non ti
importa più niente cambiando una ragazza al giorno, e ora hai anche la faccia
tosta di fare il ragazzo geloso? – Luke aveva parlato con calma e freddezza. –
Ho tutto il diritto di uscire con lei, visto che comunque non la costringo a
fare niente. –
James lo guardava con gli occhi ridotti a fessure, e i pugni serrati. –
Ficcatelo bene in testa. Lily Evans può stare solo ed esclusivamente con me…
-
- Scusa? -, chiese Lily indignata. – Come diamine ti permetti di venire
qua a fare una scenata di gelosia!? Mi hai lasciata, te ne sei fregato
completamente di me, e ora hai anche queste stupide pretese? Hai cambiato così
tante ragazze che nemmeno Remus è riuscito a tenere il conto, mi hai fatto
sentire meschina e cattiva! Sai che ti dico Potter? VATTENE AL DIAVOLO! -, e
così dicendo uscì di corsa dal pub, lasciando James di
stucco.
I Tre Manici di Scopa era innaturalmente silenzioso in quel momento.
Tutti avevano guardato la scena, e ora non sapevano che fare.
Il primo a riportare la situazione alla normalità fu Sirius, che annunciò
un festino a Grifondoro, e riuscì a distogliere l’attenzione dei ragazzi da
James.
- Pezzo d’asino che ci fai ancora qui? -, disse Luke a James.
- Soreson, rischi abbastanza di prenderle senza che peggiori la
situazione -, lo avvisò James, abbastanza nervoso e passandosi una mano sugli
occhi.
- Potter, apri bene le orecchie. Ti dico questa cosa solo perché Lily mi
sta simpatica. Lei vuole te. Non mi ha picchiato dopo che l’ho baciata solo
perché mi aveva promesso di non farlo. –
James lo guardò male. – Che significa? –
- Significa che non le ho dato il tempo di spostarsi. Sta male e visto e
considerato che l’unico modo per farti capire le cose è sbattertele in faccia,
ho voluto farti provare quello che sente lei ogni volta che ti vede con
qualcuna. –
- Cioè mi stai dicendo che l’hai baciata solo per farmi incazzare?
–
- Precisamente. Ora, si è capito benissimo che sei ancora innamorato
perso di lei, quindi evita di fare ancora il coglione e vattela a riprendere – ,
gli consigliò indicandogli la porta.
James lo guardò sospettoso e poi borbottò una fattispecie di
ringraziamento.
- Non lo faccio per te -, precisò Luke. – Lo faccio per Lily
–
- Okay allora niente grazie Soreson -, disse prima di correre fuori dal
locale.
Era una bella giornata, c’era il sole e faceva caldo. Anche la sola
camicia che indossava dava fastidio a James che tra la corsa e la temperatura
era ormai grondante di sudore.
Sapeva già dove doveva andare. C’era un solo posto che Lily amava a
Hogsmeade.
Si trattava di un laghetto nei pressi della Stamberga Strillante che
avevano scoperto insieme la volta che James le aveva rivelato il segreto della
casa più infestata di spiriti della Gran Bretagna.
Infatti, quando arrivò, la trovò lì. Seduta sulla panchina che c’era
vicino al laghetto. Guardava un punto indefinito e aveva gli occhi rossi. Senza
farsi sentire James si avvicinò con cautela.
Ma lei lo notò.
- Per favore vattene -, sussurrò con voce tremante. La rabbia di prima
aveva lasciato posto solo alla malinconia e alla tristezza. Forse alla
rassegnazione.
- No. –
- James, per favore. –
- Non posso -, ribatté deciso James.
- Che cosa ci fai qui? -, chiese Lily senza
guardarlo.
- Vorrei solo…parlarti. Cercare di risolvere la situazione tra noi…
-.
- Noi, James? -, lo interruppe Lily amaramente. – Non c’è nessun noi. Ho
sbagliato a credere che ci fosse prima, e non voglio illudermi ancora. Non sei
cambiato. Appena ne hai avuto l’occasione mi ha lasciata sola. Mi dispiace ma
non posso sopportare che succeda ancora. -
- Per favore fammi solo parlare. E poi se vorrai scomparirò per sempre
dalla tua vita. -, le chiese con un tono quasi disperato nella
voce.
Lily non rispose, e James prese quel silenzio come l’autorizzazione a
continuare.
- Ho sbagliato. Tre mesi fa. Ho fatto finta che le cose non stessero
precipitando per troppo tempo e non ho capito che avrei dovuto parlarne con te.
Ti vedevo fredda e scostante, ma ho voluto credere che fosse solo stanchezza per
il troppo studio. Avrei dovuto fermarmi a riflettere, o quantomeno a farti
sfogare. -, le disse sinceramente dispiaciuto. – Il giorno che ti ho lasciata,
ero arrabbiato. Non eri venuta al dormitorio e quando sono sceso eri con Remus.
Eri allegra, e io sono stato invidioso di lui per un attimo, perché io non ti
vedevo sorridere da troppo tempo. Per questo non ho voluto sentire ragioni. E mi
dispiace soprattutto per come mi sono comportato dopo
–.
Lily non lo guardava, ma aveva abbassato la testa. James aveva capito che
non voleva farsi vedere mentre piangeva.
- Le ragazze con cui sono stato…non significavano niente per me. Era solo
un modo per scacciare il tuo ricordo. Come puoi vedere non è servito a niente.
Quando oggi ti ho vista con quello -, continuò con rabbia – mi sono sentito
morire. Quando hai detto quelle cose in Sala Grande ho capito che dovevo
assolutamente aggiustare le cose se non volevo perderti per sempre. Quando
Soreson ti ha baciata…mi sono sentito così vuoto…E sono mortificato per quello
che ti ho fatto passare in questi mesi…-.
Ora Lily non riusciva più a trattenersi. Le lacrime scendevano copiose
sul suo viso e singhiozzava disperatamente.
James aveva finto per troppo tempo che non gli importasse nulla di lei, e
vederla in quello stato lo fece sentire un verme viscido.
Quando si avvicinò per abbracciarla, Lily si ribellò, ma lui non demorse
e sopportò facilmente i pugni che lei gli dava sulla schiena. Pian piano i colpi
scemarono e Lily continuò solo a singhiozzare, sentendosi però per la prima
volta dopo tre mesi di nuovo a posto con se stessa.
Era James che le faceva quell’effetto. In quel momento le stava
carezzando la schiena e i capelli, per farla rilassare. Le dava leggeri baci sul
capo, come per ritrovare quel profumo che aveva perso di vista per troppo
tempo.
Ma lei non poteva dimenticare quello che James aveva fatto
prima.
Con delicatezza si staccò dal ragazzo e si asciugò gli
occhi.
- Non può tornare tutto come prima, James. Non ancora per il momento -,
gli disse a voce bassa. – Sarebbe facile fare finta che non sia successo niente
e riprendere da dove abbiamo lasciato, ma io non ci riesco. Ho paura che quello
che è successo possa accadere ancora. –
- Lo capisco, credimi. E so che la colpa non è tua, come non è mia per
quello che è successo. Io ho dato la mazzata finale certo -, disse seriamente –
ma abbiamo sbagliato entrambi. Ma come abbiamo sbagliato, possiamo risolvere la
situazione -, continuò mentre le prendeva la mano. – Non ti chiedo di tornare
subito insieme. Ma se i tuoi sentimenti per me non sono cambiati, perché
nonostante quello che è sembrato in questi mesi io ti amo ancora, ti voglio
chiedere di darci un’altra possibilità. –
Lily non lo guardava in faccia, ma lo stava ascoltando. Le aveva detto
che l’amava. E lei? Cosa provava? Cosa c’era sotto la rabbia e il risentimento?
Decisamente qualcosa di forte.
- Se io dovessi decidere di farlo, di darci un’altra possibilità -,
spiegò – cosa succederebbe? –
- Che ricominceremmo ad uscire insieme all’inizio, poi torneremo insieme,
ci sposeremo, avremo un bellissimo bambino… -
- Intendo nel futuro immediato James -, precisò lei senza riuscire a
trattenere un sorrisetto.
Lui arrossì e abbassò gli occhi. – Oh. Beh. Potremmo uscire insieme
–
Colta da un attimo di malignità, lei chiese, - Usciresti solo con me
James? Riuscirai a rimettere la testa a posto dopo che sei ritornato a fare il
playboy della situazione? Mi dispiace Potter, ma non ci credo.
–
- Oh andiamo. Mi sembra ovvio che uscirei solo con te. Te l’ho detto. Le
ragazze di questo brutto periodo non significano niente. Anzi mi è dispiaciuto
anche doverle illudere. –, disse imbarazzato.
- Ti avviso -, lo informò Lily – dovrai aspettarti poca fiducia e tante
paranoie all’inizio. –
James la guardò speranzoso. – Posso considerarlo un si? Riprenderai ad
uscire con me? –
Lily annuì. – Ora però devo andare. Credo che Luke mi stia ancora
aspettando -, mormorò.
- COSA? Torni a scuola con lui?-, esclamò
James.
- Sono venuta con lui e torno con lui… -, borbottò Lily, fissando
qualcosa nel cielo.
Era un gufo.
E andava verso di lei.
Aveva un pezzetto di pergamena tra le zampe e glielo
porse.
Lei lo prese e lesse quello che c’era
scritto.
Spero
che vorrai perdonarmi se ho detto a Potter di venire a cercarti. So che può
essere un ragazzo noioso. Comunque io sono tornato al castello perché il
professor Lumacorno mi ha mandato a chiamare. Immagino che Potter sarà così
gentile da riaccompagnarti a scuola. Per quanto bifolco e maleducato possa
essere, sembra che ci tenga sul serio a te, quindi so di lasciarti in bune
mani.
Ci
vediamo in giro Lily.
- Ahia! -, esclamò James portandosi un dito alla
bocca.
La lettera continuava, infatti.
P.S.
Ho detto al gufo di pizzicare il primo ragazzo con gli occhiali che incontra.
Luke
- Che succede? -, chiese James.
- Oh, è Luke. Dice che è dovuto ritornare prima a scuola.
–
- Oh -, disse il ragazzo. – Quindi puoi ritornare con me. Se ti va,
sempre. –
Lily lo guardò. Sapeva già che il loro periodo di frequentazione non
sarebbe durato molto. Non riusciva proprio a stare lontana da James. E poi
quando faceva quella faccia tenera e insicura, era troppo
dolce.
- Va bene James. Vengo con te. –
- Okay, Madame. -, scherzò. – Mi segua. –
Non fu sicuro, ma gli sembrò di sentire che Lily avesse detto
qualcosa.
Qualcosa che lo fece sorridere come un cretino mentre cercava la sua
mano.
Qualcosa che suonava molto come sempre.
Eccomi
di nuovo qua, con una nuova storia. Per chi non avesse letto l’introduzione, è
il seguito di una shot che aveva scritto qualche tempo fa, “It’s over for now”. Era da tanto che
stava sul mio computer ed oggi finalmente mi sono decisa a pubblicarla. Spero
tanto che vi piaccia e che, armati di buona pazienza, lascerete una recensione
per dirmi cosa ne pensate.
Voglio
ringraziare sweet_witch, lovegio92, e
caramella_rosa_gommosa, per le recensioni a “ Ice into your eyes”. Siete
dolcissime!
Beh,
alla prossima.
Bacioni!!
Francesca