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Autore: jewelish    01/10/2009    3 recensioni
Seguito della mia precedente one-shot "It's over for now". James e Lily si sono lasciati, ma tra di loro c'è ancora qualcosa. Avranno il coraggio di mettere da parte l'orgoglio e darsi un'altra possibilità?
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I PERSONAGGI APPARTENGONO A J.K. ROWLING, TRANNE QUELLI DI MIA INVENZIONE

 

 

 

 

SEMPRE

 

 

 

 

 

Era tutto così strano.

Non credeva che sarebbe mai stata così male. Non per un ragazzo almeno.

Eppure ormai a distanza di tre mesi non riusciva a dimenticare com’era, cosa significava stare con l’unica persona che la capiva e la faceva sentire meglio solo con uno sguardo.

Era stata stupida e cieca. Si era lasciata trasportare dalla rabbia e dall’orgoglio e non era riuscita a salvare tutto quello che per lei era importante, quasi vitale.

 

James.

 

Il suo James, dolce e gentile.

Quel James che non esisteva più.

Quel James che era stato rimpiazzato da un ragazzo cinico e freddo che si dimostrava quello che era solo con i suoi amici Malandrini.

 

Si erano lasciati perché lei era stata troppo restia a parlare con lui, per il troppo orgoglio che si portava nel cuore, e perché la situazione era ormai diventata così pesante tra loro da essere asfissiante.

Lily non era certo così sciocca da addossarsi tutte le colpe però.

Certo lei era stata fredda, scostante e irritante ma anche lui ci aveva messo del suo. Avrebbe dovuto provare a capirla. Era stato un brutto periodo per lei e lui aveva pensato solo al Quidditch e alla sua meravigliosa vita perfetta. Non aveva voluto vedere tutto il loro mondo che stava andando a pezzi. Forse, se per una volta lui avesse preso la situazione in mano non sarebbe successo tutto quel casino e loro sarebbero stati ancora insieme…

 

Ancora ricordava quella terribile mattina, quando tutto si era distrutto.

 

 

 

 

 

-Sai che ti dico Lily? Con me hai chiuso. E’ finita. E’ evidente che te ne freghi di qualsiasi cosa non giri intorno a te. Ma io sono stufo. Trovatene un altro che ti fa da zerbino.-

 

Quelle parole l’avevano colpita troppo profondamente e avevano fatto troppo male. Non era riuscita a capacitarsi di quello che era veramente successo fino a  quando, mentre era chiusa in uno dei cubicoli del bagno, non aveva sentito una ragazza urlare ai quatto venti che James Potter le aveva chiesto di incontrarlo quella sera nella Stanza delle Necessità.

La Stanza delle Necessità. Il luogo che aveva visto consumarsi il loro amore. Le aveva promesso che nessun’altra ci sarebbe stata con lui.

E invece dopo nemmeno due ore che si erano lasciati sentiva quelle cose che la facevano ribollire di rabbia.

 

 Passando per varie scorciatoie e passaggi segreti era andata a rifugiarsi al Lago, dove aveva potuto piangere senza essere vista. Pensare che in quel momento, quello che fino a poco tempo prima era il suo ragazzo, potesse essere con un’altra la faceva sentire sola.

Ed evidentemente aveva saltato lezioni, pranzo e cena, perché quando era ormai buio vide arrivare Remus e Catherine Badwick. Remus, così dolce come sempre lo era con lei, era preoccupatissimo, come anche Katie.

Lei era comunque in uno stato catatonico tale da non aver capito molto quella sera.

I suoi sentimenti erano stati un miscuglio di rabbia, tristezza e orgoglio.

Fortunatamente  i suoi amici erano rimasti a dormire con lei, e sicuramente le avevano impedito di fare qualche sciocchezza, come andare a cercare quella ragazzina che in bagno aveva osato parlare del suo ragazzo – ex si era corretta – e prenderla a calci solo per aver pensato di poter stare con James.

Aveva pianto e Remus e Katie l’avevano cullata e consolata, avevano cercato di farle capire che non era tutto perduto e che le cose potevano aggiustarsi, ma lei, con il cuore e l’orgoglio ferito non aveva voluto saperne.

La batosta però era arrivata la mattina dopo.

 Remus aveva finito di impersonare l’amico premuroso e le aveva detto senza peli sulla lingua cosa pensava della situazione che si era creata tra lei e James.

- Siete entrambi degli enormi stupidi. Dovete capire quello che volete. Stavate bene insieme e avete rovinato tutto perché non avete voluto affrontare i problemi. Se invece di tenerti tutto dentro, gli avessi parlato, gli avessi detto che sei preoccupata per i tuoi genitori e per tua sorella, molto probabilmente non sareste arrivati a quella situazione di silenzi imbarazzanti e bugie che vi siete trascinati dietro per non so quanto tempo. –

- Remus forse non è il caso… -aveva cercato di intervenire Catherine, ma lui non aveva nemmeno considerato la sua interruzione.

- No Cat deve capire che se l’è cercata tanto quanto lui. Io lo vedevo James come tornava in camera la sera, e ti assicuro che tutto era tranne che felice. E quando gli dicevo che era il caso che voi due parlaste mi diceva sempre che se volevi parlare potevi tranquillamente dirglielo. Ora è inutile piangere sul latte versato comunque. Quindi se ci tieni veramente cerca di risolvere la situazione –.

 

E lei aveva deciso che Remus aveva ragione e che avrebbe dovuto parlare con James. Ma quando era arrivata in Sala Grande e l’aveva visto con una Tassorosso bionda, aveva mandato tutto al diavolo e si era detta che non l’avrebbe più cercato.

 

Quella volta Remus era stato schietto come non mai e aveva anche fatto bene, perché l’aveva scossa un po’. Ma ora a distanza di tre mesi le cose non erano cambiate e, anzi, forse erano addirittura peggiorate. A quanto ne sapeva lei, James tornava in dormitorio sempre tardi e cambiava una ragazza a settimana. Ogni tanto le capitava di vederlo con la signorina di turno e si costringeva a distogliere lo sguardo perché faceva troppo male vedere i gesti una volta riservati solo a lei, ora destinati ad un’altra persona.

 

Se si incontravano si ignoravano o si guardavano male.

O meglio. Lei guardava da un’altra parte e lui la fissava con disprezzo, e se si trovava con qualcuno alzava la voce decantando quanto fosse stata brava a letto la tal Serpeverde o Tassorosso.

E lei, solitamente per evitare di prenderlo a pugni o di baciarlo per fargli capire chi era l’unica che poteva stare con lui, abbassava lo sguardo e accelerava per non far vedere le lacrime che battevano furiose alle porte degli occhi.

 

Certamente non poteva andare avanti così.

Fortunatamente la scuola sarebbe finita tra un mese e per la prima volta in sei anni non vedeva l’ora di tornarsene a casa. Preferiva mille volte l’indifferenza di sua sorella, al disprezzo di James.

Forse dall’esterno lei poteva sembrare fredda e cinica, ma in realtà soffriva tantissimo per quella situazione.

 

 

***

 

Quando quel venerdì di Maggio Lily si era alzata, non poteva sicuramente sapere che quello per lei sarebbe stato un giorno decisamente importante.

 

Mentre si preparava continuava a chiedersi se avesse potuto fare gli esami in anticipo rispetto agli altri. Tutto il tempo libero che aveva ormai lo passava studiando per non pensare e ormai aveva finito il programma del sesto anno già da un pezzo. Forse avrebbe dovuto parlarne con Silente…non ne poteva più di stare a Hogwarts per quell’anno.

Però poi si rese conto che Hogwarts non era solo James Potter. C’era la sua Catherine, Remus, gli amici Prefetti delle altre case, c’era tutto il suo mondo. Sarebbe stato sciocco lasciare tutto per un ragazzo, rifletté. Doveva solo comportarsi da Grifondoro. Cordiale, gentile, coraggiosa e un po’ fredda. O almeno lei era sempre stata così.

Mentre passava attraverso la Sala Comune vide i Malandrini, tutti i Malandrini, che facevano baccano come al solito. Remus e Sirius la videro e la salutarono da lontano, lei sorrise loro, un sorriso falso come Giuda, e si affrettò ad uscire per evitare di fare spiacevoli incontri. James non si era nemmeno voltato, probabilmente era stato messo in guardia da Peter o dagli altri.

 

Era così strano che da quella volta non avessero più parlato. Gli sguardi delusi, amareggiati e a volte disgustati si sprecavano. Ma non avevano mai parlato.

 

Ed è questo il problema, sussurrò una vocina nella sua testa, perché lo sai perfettamente che se ti fossi degnata di parlargli forse le cose si sarebbero risolte. Lei però negò con forza quel pensiero. Parlare non sarebbe servito a niente.

Era stato cattivo con lei quella mattina. Lui che la conosceva così bene, si era permesso di dirle che l’unica cosa che le interessasse veramente fosse se stessa.

Lui che conosceva perfettamente i suoi problemi a socializzare, o tutte le cose che aveva passato. Lui che sapeva che quando poteva si faceva sempre in quattro per amici e conoscenti.

Quella frase non sarebbe mai riuscita a perdonargliela.

 

Diretta in Sala Grande così presa dai suoi pensieri, non si accorse del ragazzo che veniva nella sua stessa direzione con una pila di libri in mano che gli impedivano di vedere. E gli finì addosso inevitabilmente.

 

Tonf!

 

Libri e boccette di inchiostro che cadevano a terra.

 

- Scusa Lily, non ti avevo vista –

 

Massaggiandosi il regale posteriore, Lily lanciò un’occhiataccia al malaugurato ragazzo che l’aveva travolta. – Me ne sono accorta -, borbottò un po’ acidamente.

Non si era nemmeno accorta di chi si trattasse.

Alzando gli occhi, riconobbe Luke Soreson. Prefetto, e unico ragazzo di Serpeverde con cui avesse uno staccio di rapporto decente. Forse perché era l’unico Purosangue che paradossalmente non badava al sangue nella sua Casa, ma al cervello delle persone. E forse per questo motivo spesso lo si vedeva litigare con Malfoy o Lestrange.

Sospirando, Lily gli disse di non preoccuparsi. – Dove stavi andando con questi affari? -, chiese indicando i tomi polverosi che il ragazzo aveva tra le braccia.

- In biblioteca. Madama Pince ha detto che se non le avessi riportato tutti i libri che avevo nel dormitorio non mi avrebbe più fatto entrare per almeno un mese. E senza biblioteca non posso studiare -, spiegò quello un po’ piccato. – Che poi, avrà un sacco di copie. Quella vecchia arpia ce l’ha con me -, borbottò.

Lily ridacchiò e si offrì di aiutarlo. – Dai, tanto non ho fame e non ho voglia di andare in Sala Grande. –

Luke la guardò di sottecchi mentre andavano verso la biblioteca. – Immagino -, disse comprensivo. – Con Potter niente ancora, eh? –

Lily si irrigidì un attimo a quella domanda. – Né ora, né mai -, scandì. – Ho capito che persona è, e non voglio averci più niente a che fare. –

 

Luke Soreson era finito a Serpeverde per qualche motivo che andava oltre il sangue oro zecchino. Ad esempio, sapeva perfettamente approfittare delle situazioni che potevano andare a suo vantaggio. E, da adolescente in salute, non poteva negare che Lily Evans fosse una delle ragazze più attraenti del suo anno.

- Beh -, cominciò a dire come se niente fosse – sai che pomeriggio c’è l’uscita a Hogsmeade? –

- Si -, rispose Lily impegnata a spingere il battente della porta, senza pensare a dove quella premessa potesse portare.

- Beh, se ti va…potremmo andarci insieme -, propose Luke, posando i libri di fronte a Madama Pince.

Lily lo guardò stranita. – Come scusa? –

- Beh, se ti va sempre. Potremmo andarci. Insieme. –

 

La ragazza era alquanto sorpresa. Di certo non si immaginava una proposta del genere da Luke. Erano sempre stati in buoni rapporti nonostante le loro Case di appartenenza, ma non pensava che potesse interessargli in quel senso.

Però riflettendoci, poteva essere una buona occasione per uscire dall’ordinario, distrarsi, non pensare a quella sottospecie di manico da scopa occhialuto, e cercare di ricominciare.

 

Lentamente quindi, annuì. – Okay, va bene. –

Luke le sorrise e la riaccompagnò in Sala Grande. – Devi fare colazione Lily -, le disse seriamente. – Ho notato che sei dimagrita parecchio negli ultimi mesi e la cosa non ti fa bene. E poi per il nostro matrimonio -, le disse scherzosamente – voglio abbracciare qualcosa non un pezzo di legno –.

 

Lily rise divertita per la prima volta dopo tempo. – Sissignore –

- Allora ci vediamo alle tre d’avanti alla tua Sala Comune? –

Lily lo guardò confusa e sorpresa. – Sai dov’è la mia Sala Comune? –

- Ma certo! La signora Grassa è celebre in tutto il castello –.

- Allora va benissimo alle tre. –

- Bene. Ti lascio alla folla impicciona – le disse ghignando.

 

Guardandosi intorno, Lily notò che era arrivata in Sala Grande e che un sacco di gente li guardava con gli occhi fuori dalle orbite. In effetti, una Grifondoro e un Serpeverde che ridono insieme non è uno spettacolo che si vedeva tutti i giorni.

 

- Codardo -, borbottò e lui rise ancora.

- Occhi di giada, sono un Serpeverde vigliacco. Non un coraggioso Grifone – e le fece l’occhiolino.

- A dopo -, lo salutò prima di andare verso il suo tavolo, dove, notò, molti suoi compagni di Casa la fissavano infastiditi. Forse la consideravano una traditrice.

Che si impiccassero. Quando Potter si faceva le ragazze di Serpeverde non c’erano tutti quei problemi…

Si diede dell’idiota mentalmente. Perché doveva sempre pensare a lui?

Sbuffando si sedette vicino a Catherine che la guadava un po’ sorpresa.

- Devi dirmi qualcosa? -, le chiese con gentilezza.

Lily la guardò male. – Non devo. Voglio, è diverso. Comunque esco con Luke pomeriggio. –, disse telegrafica.

- Oh-, commentò l’altra – era ora che ti decidessi ad uscire con qualcuno. Ma Lily forse un Serpeverde… -

- E’ perfetto -, la bloccò. – E’ gentile, carino, ha i capelli ordinati e ci vede perfettamente -, disse facendo ridere l’amica. – Già e è biondo e con gli occhi chiari. Niente a che fare con… -

 

Catherine fu interrotta da Sirius che era appena venuto a salutarla. Era noto quanto gli piacesse quella ragazza, ma lei gli aveva già detto che fin quando non avrebbe messo la testa a posto non potevano essere niente più che amici.

- Chi ha gli occhi azzurri? -, chiese curioso, sedendosi tra le due.

- Luke Soreson -, rispose Cat.

- E a te cosa interessa di che colore siano gli occhi di quel Serpeverde fasullo? -, chiese Sirius un po’ geloso. Normalmente quel ragazzo non gli stava troppo antipatico, ma se fosse entrato nella grazie di Catherine sicuramente avrebbe avuto un nemico in più a Hogwarts.

- Non interessa a me, idiota. Lily ci uscirà insieme –

Sirius, che in quel momento stava bevendo succo di zucca, sputò tutto fuori, innaffiando il povero Remus che era seduto di fronte a lui e lo guardava disgustato. – Con chi esci, Evans? -, chiese il ragazzo a voce alta. Fortuna volle che in quel momento tutti in Sala Grande avessero perso la voglia di parlare e che la domanda di Sirius aveva fatto voltare verso di lei un sacco di persone. Compresa una in particolare, notò Lily, che fino a prima era indaffarato in una conversazione decisamente poco verbale con una bionda di Grifondoro.

Lily uccise Sirius con un’occhiataccia e poi borbottò il nome.

- Ma dico sei impazzita? -, le urlò quello, preso all’improvviso dalla preoccupazione. – E’ un Serpeverde! –

Sirius, nonostante si dimostrasse sempre menefreghista, si preoccupava moltissimo di Lily. L’aveva presa sotto la sua ala da un paio di anni e spesso e volentieri si comportava da fratello maggiore.

 

Lily però quella volta non apprezzò l’interessamento del ragazzo. – Quante ragazze Serpeverde ti sei fatto nell’ultimo mese, Black? -, gli chiese pungente.

- Non è la stessa cosa -, rispose Sirius con calore. – Ti conosco Lily e ti affezioni troppo facilmente alle persone. E se ti facesse del male? Se ti usasse? Se volesse solo portarti a letto? –

 

Lily lo guardava con il volto in fiamme. Sapeva che Sirius si stava solo preoccupando per lei, ma un sacco di persone li stavano guardando e lei si sentiva più che umiliata.

- Se dovessi soffrire, stai tranquillo, pioverebbe già sul bagnato.- disse, facendo storcere il naso a James. - E poi -, aggiunse guardandolo negli occhi -, chi ti dice che io voglia una storia seria? Chi ti dice che non mi farebbe piacere andare a letto con il primo che capita? –

 

E li piantò in asso tutti, uscendo rapidamente dalla Sala Grande.

Dai tavoli Serpeverde provenivano mormorii indistinti, quasi ammirati. Qualcuno che mettesse a posto Black faceva sempre effetto. Gli altri ragazzi avevano guardato la scena ammutoliti. Non era mai successo che Lily Evans avesse perso le staffe con qualcuno che non fosse James Potter, men che meno che un Grifondoro litigasse con un compagno per difendere un Serpeverde. Sicuramente, pensavano tutti, la storia non sarebbe finita lì.

 

***

 

 

Lily quel giorno non pranzò in Sala Grande, ma si fece portare un tramezzino in camera da un gentilissimo elfo domestico.

Decise che si sarebbe preparata con cura per il pomeriggio. Voleva dimostrare che le cose che aveva detto a Sirius non erano solo parole, ma fatti reali e concreti.

Solitamente non era una ragazza che si agghindava troppo, ma quel giorno volle fare un’eccezione e indossò i vestiti che aveva messo una volta sola in vita sua, perché non voleva rovinarli, non voleva rovinare il significato che avevano per lei.

La gonna e la camicia che aveva indossato quando lei e James avevano festeggiato i loro sei mesi insieme, quando lei aveva deciso che era ora di portare la loro relazione un passo più avanti. Quando lei aveva deciso di voler essere di James.

Prenderli in mano ancora una volta le procurò una fitta dalle parti del cuore che volle ignorare di proposito.

 

Non doveva pensare a James.

Non doveva pensare a niente.

 

Con mani tremanti abbottonò la camicetta verde, e alzò la zip della gonna bianca. Poi, lentamente, si infilò le scarpe. Con il tacco. Lily metteva quel tipo di scarpe solo in occasioni importanti, e l’avevano capito tutti a Grifondoro, visto che mentre tutte le ragazze indossavano zeppe e decolté per andare a lezione, lei solitamente usava scarpe sportive.

Guardandosi allo specchio, si disse soddisfatta del tutto. Ora mancava solo il tocco di Catherine.

Con fermezza andò nella camera delle ragazze del settimo anno e trascinò l’amica nella sua stanza.

 

- Si può sapere che ti prende? -, borbottò senza osservare Lily. Poi, concentrandosi, notò l’abbigliamento dell’amica e la guardò stranita. – Sei uno schianto, lo sai? –

Lily arrossì e sorrise. – Grazie. Senti devi truccarmi –, borbottò con poca gentilezza.

 

Catherine la guardò con gli occhi fuori dalle orbite. – Tu vuoi che io ti trucchi? Ma si può sapere dove devi andare? -, poi le guardò i piedi. – Lily, hai messo i tacchi! Hai messo i tacchi alti! -, esclamò.

La Rossa sbuffò e incrociò le braccia sullo stomaco. – Se non te lo ricordassi, devo uscire pomeriggio. Con un ragazzo. Ti sembra strano che voglia rendermi presentabile? –

Catherine la guardò scettica. – Sì. Se consideriamo che solitamente non usi tacchi, non ti trucchi, e quei vestiti li hai messi un anno fa, una sola volta e basta. Sei davvero decisa ad andare con Soreson? –

 

- Catherine per favore -, la implorò. – Ho seriamente bisogno di divertirmi. E se per una volta è necessario non pensare a niente e nessuno, lo farò. –

 

La ragazza sospirò e la fece sedere sul letto. – Chiudi gli occhi -, le ordinò prima di mettersi a lavoro con pennellini e rossetti.

Alla fine dell’opera, Lily aveva il volto luminoso, gli occhi più grandi e le labbra rosse come le fragole, in maniera decisamente naturale.

- Grazie -, le disse con sincerità.

- E di che figurati. In fondo hai ragione. E’ da tre mesi che non fai altro che studiare e piangere, e uscire un po’ ti farà bene. E non ascoltare Sirius. Sono sicura che andrà tutto perfettamente. –

 

Lily le sorrise e guardando l’orologio vide che era ora di andare.

 

La cosa più difficile fu attraversare la Sala Comune. Era stipata, perché tutti sarebbero andati a Hogsmeade, quindi fu inutile cercare di passare inosservata.

Ancora più imbarazzante, fu trovarsi faccia a faccia con i Malandrini. Mormorò un saluto a Remus e finse di non notare lo sguardo semi-shockato di Sirius, o quello trasecolato di Potter che probabilmente aveva riconosciuto quei vestiti.

 

Dopo che ebbe attraversato il ritratto, James si voltò verso Sirius. – Ha davvero intenzione di andare a letto con quell’idiota -, mormorò.

- Sì, a meno che non ti decida a fare qualcosa, stupido! –

- Non voglio proprio fare niente. Lei è liberissima di stare con chi vuole, così come lo sono io…-.

- Ma non dire assurdità -, esplose Remus. – Ho visto come l’hai guardata sai? E so anche il perché -, gli disse facendogli capire che anche lui sapeva cosa significava l’abbigliamento di Lily. – L’ho detto a lei, e lo dico a te. Siete degli idioti. Volete stare insieme e non lo fate per orgoglio. Io ti avviso. La ragazza che fino a oggi è stata solo tua, sta per diventare di qualcun altro se non ti decidi a riprendertela. –

Remus aveva parlato quasi con rabbia, e i ragazzi sapevano perché. Da anni era innamorato di una ragazza di Corvonero, che lo ricambiava in toto, ma lui si rifiutava di dirle tutto per paura di metterla in pericolo a causa del suo essere un Licantropo. E ora James si rifiutava di ammettere di aver fatto un errore, di essersi comportato da idiota per tre mesi solo per orgoglio.

- Andiamo -, mormorò James.

 

Lui sapeva di star sbagliando. Sapeva che Lily in quei tre mesi aveva sofferto come un cane a vederlo con una ragazza diversa a settimana, o al giorno. Ma lui non riusciva a mettere da parte l’orgoglio e a dirle che in realtà era lei l’unica che voleva. E le parole che Sirius le aveva detto in Sala Grande erano le parole che avrebbe voluto dirle lui.

Sospirando, decise che forse era arrivato il momento di fare qualcosa.

 

***

 

Quando l’aveva vista, Luke le aveva chiesto come stesse. Qualcuno gli aveva riferito del brutto episodio che c’era stato in Sala Grande quella mattina. Ma Lily lo rassicurò dicendogli che le parole di Sirius non le avevano fatto minimamente cambiare idea sull’uscire con lui.

Dopo di che si erano divertiti a parlare di tante cose. Libri, magia, lavoro, guerra.

- Questa storia della caccia ai Mezzosangue non interessa alla mia famiglia -, aveva detto come se niente fosse – Anzi andrebbe completamente a nostro svantaggio, dato che mio padre lavora per lo più con i Babbani. –

Avevano fatto un giro per i negozi, e lui le aveva regalato un fermaglio incantato a forma di farfalla che sbatteva le ali. Aveva detto che sarebbe stato un peccato mortale non compraglielo visto che era dello stesso colore dei suoi occhi.

- Beh allora grazie –, aveva detto lei, con gli occhi che le brillavano.

 

- Ti va di bere qualcosa? -, gli chiese poi mentre camminavano per una viuzza secondaria di Hogsmeade.

- Certo, ma non andiamo da Madama Piediburro, ti prego -, la implorò.

- Assolutamente no! Non voglio che nella mia Burrobirra cadano coriandoli o altro. I Tre Manici di Scopa andrà benissimo -, lo rassicurò.

 

Luke le sorrise e la prese per mano facendola arrossire. Lui la guardò come per chiedere il permesso e lei annuì leggermente, sentendosi però abbastanza in imbarazzo e fuori posto.

 

Arrivati ai Tre Manici di Scopa, lui le aprì la porta e la fece passare per prima.

- Oh, che gentiluomo -, lo prese in giro.

- Signorina, non per niente sono il figlio di una delle più potenti famiglie del Mondo Magico -, rispose lui in tono fintamente pomposo.

Scoppiarono a ridere e si sedettero ad un tavolo vicino a una delle finestre del locale.

Non notarono però che ad uno dei tavoli vicino al loro c’erano i Malandrini al gran completo, forse anche un po’ brilli. Almeno Sirius lo era.

 

Quando Luke andò a prendere le Burrobirre per entrambi, Lily notò i ragazzi e vide che James la stava guardando. Intensamente. Come quando lei studiava e lui si divertiva ad osservarla.

 

E si arrabbiò. Perché proprio quando aveva deciso di ricominciare, Potter si metteva in mezzo a rovinare tutto?

- Ecco le Burrobirre -, disse Luke tornando dal bancone. Poi vide Lily con una strana espressione. – Va tutto bene? -, le chiese.

- Certo -, gli sorrise lei. – Allora quanto ti devo? –

Il ragazzo la guardò scandalizzato. – Evans, se non te ne fossi accorta, io ci sto provando con te – le disse ironicamente facendola ridere. – E quindi non esiste che tu paghi – le ultime parole le disse quasi con disgusto.

- Okay, okay -, rispose Lily – ti va di tornare a scuola dopo? Mi sono annoiata di stare a Hogsmeade –

Luke la guardò sorpreso. – Ti stai annoiando con me? –

- No non con te -, precisò lei. – E che qui non si può stare in pace. Non ti dico di tornare al castello, ma fuori al lago. Potremmo parlare e fare una passeggiata se ti va –.

 

Luke la guardò furbetto. – Non centra il fatto che Potter e compagnia siano qui vero? –

- Cosa? No! –

- Lily io non sono stupido. E per quanto tu oggi possa essere bellissima, e credimi sembri un angelo, l’ho capito che nessuno riuscirà mai a rimpiazzare quel Grifondoro nel tuo cuore –

- Non è vero -, ribatté con poca convinzione.

- Si che è vero! Non riesco a capire come faccia a piacerti quel bifolco, ma va bene. Non mi aspettavo di riuscire in qualcosa con te. Però ti assicuro che non mi sono mai divertito con una ragazza come con te. Sto cominciando a capire che le donne non servono solo per…beh hai capito. –

Lily lo guardò scandalizzata. – Soreson! -, esclamò con finto tono di rimprovero. – Avresti dovuto capirlo prima! –

Il ragazzo si mise a ridere e poi guardò Lily con una strana espressione. – Vuoi tornare con Potter, vero? –

Lily lo guardò confusa. – No. Almeno, non se non mi chiede scusa. –

- Bene allora non prendermi a schiaffi dopo che avrò fatto questa cosa -, le disse furbamente prima di avvicinare il volto al suo e baciarla.

 

 

Visti da lontano sembravano una coppietta allegra. James si stava rodendo il fegato e tutti gli lanciavano sguardi preoccupati. Era la prima volta che il loro amico si dimostrava geloso di Lily da quando si erano lasciati. Ancora più preoccupante era l’espressione assassina sul viso.

- Amico, andiamo non stanno facendo niente… -, aveva cominciato a dire Sirius, ma proprio in quel momento Luke aveva baciato Lily.

 

Vedere con i propri occhi un altro ragazzo che baciava la sua ex ragazza, fece perdere la testa a James che si alzò improvvisamente e andò verso i due, incurante dei richiami degli altri Malandrini.

 

- Soreson -, ringhiò quando arrivò al loro tavolo. – Vieni fuori. Ora. –

Luke lo guardò come se fosse un insetto indegno della sua intenzione.

Per quanto atipico come Serpeverde, se c’era una cosa che lo accomunava con i suoi compagni era l’antipatia verso James Potter, e quell’occasione per infastidirlo era troppo ghiotta per non coglierla.

 

- Potter come puoi vedere sono impegnato -, gli rispose indicando Lily, che teneva gli occhi bassi per non incontrare il suo sguardo.

- Non farmelo ripetere. Vieni fuori. Adesso -, sibilò. – E levale subito le mani di dosso -, continuò a dire indicando le loro mani intrecciate.

 

Sentendosi chiamata in causa, ripromettendosi che avrebbe ucciso Luke per aver fatto tutto quel teatrino, si mise in mezzo. – Potter smettila. Non sono affari tuoi quello che faccio. –

 

Lui nemmeno si voltò a guardarla. – Non mi interessa un accidenti di quello che fai. Ma lui deve toglierti immediatamente le mani di dosso. –

 

Le altre persone nel locale si erano accorte di quello che stava succedendo, e li guardavano interessati.

- Potter qual è il problema? Lily è libera come l’aria. Se non te lo ricordassi, l’hai lasciata tu. Hai evidenziato benissimo che di lei non ti importa più niente cambiando una ragazza al giorno, e ora hai anche la faccia tosta di fare il ragazzo geloso? – Luke aveva parlato con calma e freddezza. – Ho tutto il diritto di uscire con lei, visto che comunque non la costringo a fare niente. –

 

James lo guardava con gli occhi ridotti a fessure, e i pugni serrati. – Ficcatelo bene in testa. Lily Evans può stare solo ed esclusivamente con me… -

- Scusa? -, chiese Lily indignata. – Come diamine ti permetti di venire qua a fare una scenata di gelosia!? Mi hai lasciata, te ne sei fregato completamente di me, e ora hai anche queste stupide pretese? Hai cambiato così tante ragazze che nemmeno Remus è riuscito a tenere il conto, mi hai fatto sentire meschina e cattiva! Sai che ti dico Potter? VATTENE AL DIAVOLO! -, e così dicendo uscì di corsa dal pub, lasciando James di stucco.

 

I Tre Manici di Scopa era innaturalmente silenzioso in quel momento. Tutti avevano guardato la scena, e ora non sapevano che fare.

Il primo a riportare la situazione alla normalità fu Sirius, che annunciò un festino a Grifondoro, e riuscì a distogliere l’attenzione dei ragazzi da James.

 

- Pezzo d’asino che ci fai ancora qui? -, disse Luke a James.

- Soreson, rischi abbastanza di prenderle senza che peggiori la situazione -, lo avvisò James, abbastanza nervoso e passandosi una mano sugli occhi.

- Potter, apri bene le orecchie. Ti dico questa cosa solo perché Lily mi sta simpatica. Lei vuole te. Non mi ha picchiato dopo che l’ho baciata solo perché mi aveva promesso di non farlo. –

James lo guardò male. – Che significa? –

- Significa che non le ho dato il tempo di spostarsi. Sta male e visto e considerato che l’unico modo per farti capire le cose è sbattertele in faccia, ho voluto farti provare quello che sente lei ogni volta che ti vede con qualcuna. –

- Cioè mi stai dicendo che l’hai baciata solo per farmi incazzare? –

- Precisamente. Ora, si è capito benissimo che sei ancora innamorato perso di lei, quindi evita di fare ancora il coglione e vattela a riprendere – , gli consigliò indicandogli la porta.

James lo guardò sospettoso e poi borbottò una fattispecie di ringraziamento.

- Non lo faccio per te -, precisò Luke. – Lo faccio per Lily –

- Okay allora niente grazie Soreson -, disse prima di correre fuori dal locale.

 

Era una bella giornata, c’era il sole e faceva caldo. Anche la sola camicia che indossava dava fastidio a James che tra la corsa e la temperatura era ormai grondante di sudore.

Sapeva già dove doveva andare. C’era un solo posto che Lily amava a Hogsmeade.

Si trattava di un laghetto nei pressi della Stamberga Strillante che avevano scoperto insieme la volta che James le aveva rivelato il segreto della casa più infestata di spiriti della Gran Bretagna.

 

Infatti, quando arrivò, la trovò lì. Seduta sulla panchina che c’era vicino al laghetto. Guardava un punto indefinito e aveva gli occhi rossi. Senza farsi sentire James si avvicinò con cautela.

Ma lei lo notò.

- Per favore vattene -, sussurrò con voce tremante. La rabbia di prima aveva lasciato posto solo alla malinconia e alla tristezza. Forse alla rassegnazione.

- No. –

- James, per favore. –

- Non posso -, ribatté deciso James.

- Che cosa ci fai qui? -, chiese Lily senza guardarlo.

- Vorrei solo…parlarti. Cercare di risolvere la situazione tra noi… -.

- Noi, James? -, lo interruppe Lily amaramente. – Non c’è nessun noi. Ho sbagliato a credere che ci fosse prima, e non voglio illudermi ancora. Non sei cambiato. Appena ne hai avuto l’occasione mi ha lasciata sola. Mi dispiace ma non posso sopportare che succeda ancora. -

- Per favore fammi solo parlare. E poi se vorrai scomparirò per sempre dalla tua vita. -, le chiese con un tono quasi disperato nella voce.

Lily non rispose, e James prese quel silenzio come l’autorizzazione a continuare.

- Ho sbagliato. Tre mesi fa. Ho fatto finta che le cose non stessero precipitando per troppo tempo e non ho capito che avrei dovuto parlarne con te. Ti vedevo fredda e scostante, ma ho voluto credere che fosse solo stanchezza per il troppo studio. Avrei dovuto fermarmi a riflettere, o quantomeno a farti sfogare. -, le disse sinceramente dispiaciuto. – Il giorno che ti ho lasciata, ero arrabbiato. Non eri venuta al dormitorio e quando sono sceso eri con Remus. Eri allegra, e io sono stato invidioso di lui per un attimo, perché io non ti vedevo sorridere da troppo tempo. Per questo non ho voluto sentire ragioni. E mi dispiace soprattutto per come mi sono comportato dopo –.

Lily non lo guardava, ma aveva abbassato la testa. James aveva capito che non voleva farsi vedere mentre piangeva.

- Le ragazze con cui sono stato…non significavano niente per me. Era solo un modo per scacciare il tuo ricordo. Come puoi vedere non è servito a niente. Quando oggi ti ho vista con quello -, continuò con rabbia – mi sono sentito morire. Quando hai detto quelle cose in Sala Grande ho capito che dovevo assolutamente aggiustare le cose se non volevo perderti per sempre. Quando Soreson ti ha baciata…mi sono sentito così vuoto…E sono mortificato per quello che ti ho fatto passare in questi mesi…-.

 

Ora Lily non riusciva più a trattenersi. Le lacrime scendevano copiose sul suo viso e singhiozzava disperatamente.

James aveva finto per troppo tempo che non gli importasse nulla di lei, e vederla in quello stato lo fece sentire un verme viscido.

Quando si avvicinò per abbracciarla, Lily si ribellò, ma lui non demorse e sopportò facilmente i pugni che lei gli dava sulla schiena. Pian piano i colpi scemarono e Lily continuò solo a singhiozzare, sentendosi però per la prima volta dopo tre mesi di nuovo a posto con se stessa.

Era James che le faceva quell’effetto. In quel momento le stava carezzando la schiena e i capelli, per farla rilassare. Le dava leggeri baci sul capo, come per ritrovare quel profumo che aveva perso di vista per troppo tempo.

 

Ma lei non poteva dimenticare quello che James aveva fatto prima.

 

Con delicatezza si staccò dal ragazzo e si asciugò gli occhi.

- Non può tornare tutto come prima, James. Non ancora per il momento -, gli disse a voce bassa. – Sarebbe facile fare finta che non sia successo niente e riprendere da dove abbiamo lasciato, ma io non ci riesco. Ho paura che quello che è successo possa accadere ancora. –

- Lo capisco, credimi. E so che la colpa non è tua, come non è mia per quello che è successo. Io ho dato la mazzata finale certo -, disse seriamente – ma abbiamo sbagliato entrambi. Ma come abbiamo sbagliato, possiamo risolvere la situazione -, continuò mentre le prendeva la mano. – Non ti chiedo di tornare subito insieme. Ma se i tuoi sentimenti per me non sono cambiati, perché nonostante quello che è sembrato in questi mesi io ti amo ancora, ti voglio chiedere di darci un’altra possibilità. –

Lily non lo guardava in faccia, ma lo stava ascoltando. Le aveva detto che l’amava. E lei? Cosa provava? Cosa c’era sotto la rabbia e il risentimento? Decisamente qualcosa di forte.

 

- Se io dovessi decidere di farlo, di darci un’altra possibilità -, spiegò – cosa succederebbe? –

- Che ricominceremmo ad uscire insieme all’inizio, poi torneremo insieme, ci sposeremo, avremo un bellissimo bambino… -

- Intendo nel futuro immediato James -, precisò lei senza riuscire a trattenere un sorrisetto.

Lui arrossì e abbassò gli occhi. – Oh. Beh. Potremmo uscire insieme –

Colta da un attimo di malignità, lei chiese, - Usciresti solo con me James? Riuscirai a rimettere la testa a posto dopo che sei ritornato a fare il playboy della situazione? Mi dispiace Potter, ma non ci credo. –

- Oh andiamo. Mi sembra ovvio che uscirei solo con te. Te l’ho detto. Le ragazze di questo brutto periodo non significano niente. Anzi mi è dispiaciuto anche doverle illudere. –, disse imbarazzato.

- Ti avviso -, lo informò Lily – dovrai aspettarti poca fiducia e tante paranoie all’inizio. –

James la guardò speranzoso. – Posso considerarlo un si? Riprenderai ad uscire con me? –

Lily annuì. – Ora però devo andare. Credo che Luke mi stia ancora aspettando -, mormorò.

- COSA? Torni a scuola con lui?-, esclamò James.

- Sono venuta con lui e torno con lui… -, borbottò Lily, fissando qualcosa nel cielo.

 

Era un gufo.

E andava verso di lei.

 

Aveva un pezzetto di pergamena tra le zampe e glielo porse.

Lei lo prese e lesse quello che c’era scritto.

 

Spero che vorrai perdonarmi se ho detto a Potter di venire a cercarti. So che può essere un ragazzo noioso. Comunque io sono tornato al castello perché il professor Lumacorno mi ha mandato a chiamare. Immagino che Potter sarà così gentile da riaccompagnarti a scuola. Per quanto bifolco e maleducato possa essere, sembra che ci tenga sul serio a te, quindi so di lasciarti in bune mani.

Ci vediamo in giro Lily.

 

- Ahia! -, esclamò James portandosi un dito alla bocca.

 

La lettera continuava, infatti.

 

P.S. Ho detto al gufo di pizzicare il primo ragazzo con gli occhiali che incontra.

                                                                                    Luke

 

- Che succede? -, chiese James.

- Oh, è Luke. Dice che è dovuto ritornare prima a scuola. –

- Oh -, disse il ragazzo. – Quindi puoi ritornare con me. Se ti va, sempre. –

 

Lily lo guardò. Sapeva già che il loro periodo di frequentazione non sarebbe durato molto. Non riusciva proprio a stare lontana da James. E poi quando faceva quella faccia tenera e insicura, era troppo dolce.

- Va bene James. Vengo con te. –

 

- Okay, Madame. -, scherzò. – Mi segua. –

 

Non fu sicuro, ma gli sembrò di sentire che Lily avesse detto qualcosa.

Qualcosa che lo fece sorridere come un cretino mentre cercava la sua mano.

Qualcosa che suonava molto come sempre.

 

 

 

 

 

 

 

Eccomi di nuovo qua, con una nuova storia. Per chi non avesse letto l’introduzione, è il seguito di una shot che aveva scritto qualche tempo fa, “It’s over for now”. Era da tanto che stava sul mio computer ed oggi finalmente mi sono decisa a pubblicarla. Spero tanto che vi piaccia e che, armati di buona pazienza, lascerete una recensione per dirmi cosa ne pensate.

Voglio ringraziare sweet_witch, lovegio92, e caramella_rosa_gommosa, per le recensioni a “ Ice into your eyes”. Siete dolcissime!

 

Beh, alla prossima.

Bacioni!!

Francesca

 

   
 
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