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Autore: TushiUndDark    01/10/2009    11 recensioni
"Ora l'ho capito." soffiò abbassando lo sguardo imbarazzata, spaventata alla sola idea di guardare quegli occhi immensi, quei pozzi profondi dall'acqua limpida. "è perchè mi batte forte il cuore (...)"
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo uno.

 

“Pix, diavolo di un Poltergeist! Se ti metto le mani addosso ti strasformo in un Molliccio, lo giuro!”

Hermione estrasse la bacchetta dalla tasca interna della divisa e con un colpo secco si ripulì dal letame che la insozzava quasi completamente, mentre la risata di Pix spariva echeggiando lontana lungo il corridoio del terzo piano.

Ripose la bacchetta e borbottando tra se si avviò spedita verso la porta di legno massiccio che solo due anni prima era stata l’entrata dell’ufficio polveroso di Lupin.

Erano cambiate molte cose da allora, troppe in effetti.

In due anni tutto il suo mondo era stato sconvolto terribilmente; prima il Marchio Nero alla Coppa del mondo, poi la morte di Cedric Diggory;nello stesso anno Barty Crouch Junior era riuscito ad infiltrarsi ad Hogwarts, aveva assassinato il padre e Harry aveva assistito alla resurrezione di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato.

E come se tutto questo non fosse stato ancora abbastanza, quell’anno si era verificato un attacco di Dissennatori, in pieno giorno, in Privet Drive; un’evasione di massa da Azkaban e poi lei: Dolores Jane Umbridge.

La porta dell’ufficio si aprì rivelando così quell’abominevole rosa shocking delle pareti, dalle quali miagolavano una miriade di gatti taluni incorniciati, taluni dipinti in piatti di porcellana ed altri ricamati in orrendi centrini merlettati. Un odore acre aleggiava per la stanza, misto a quello del tè .

L’Inquisitore Supremo, nonché neo Preside della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts sedeva, come di consueto, dietro la sua scrivania dalla copertura di velluto tenuta in un perfetto ordine maniacale mentre osservava compiaciuta Seamus Finnigan massaggiarsi la mano rossa e sanguinante.

“Bene signor Finnigan, penso che per oggi possa bastare.”

Il ragazzo non se lo fece ripetere una seconda volta: raccattò al sua borsa con la mano buona e lasciò la stanza, non prima di aver lanciato ad Hermione uno sguardo di eloquente comprensione.

“È in ritardo Signorina Granger.” Trillò sorridente aggiustandosi il cappellino in bilico in cima alla testa.

“Mi scusi.” Biascicò. Tentare di spiegarle il motivo del suo cocente ritardo sarebbe stato del tutto inutile.

“Prego, si sieda.” Con un movimento fluido della bacchetta la poltroncina si spostò di lato quel tanto che bastava per permettere ad Hermione di accomodarvisi mentre, nervosa, si lisciava la divisa nera sulle gambe. “Di cosa voleva parlarmi, Signorina Granger?”

“Del Ballo di Halloween, Professoressa.” La Umbridge prese a bombardare la sua tazzina del tè con una quantità non indifferente di zucchero di canna, il che servì solo a provocare la nausea ad Hermione al solo pensiero di che sapore indescrivibilmente orrendo potesse avere quel liquido.

“Gli studenti chiedono, tramite la mia voce, l’autorizzazione per allestire la Sala Grande.”

Se non fosse stato che nessun Prefetto e nessun Capo Scuola aveva avuto il fegato di proporsi come portavoce degli studenti, Hermione non si sarebbe mai nemmeno sognata di scendere ad un livello tale da implorare quella donna.

Perché quella era un’implorazione e sia lei che la Umbridge lo sapevano.

Ma era pur sempre un dovere al quale, in quanto Prefetto, aveva sentito il dovere di adempire.

“Ma certo, mia cara.” Sorrise serafica dietro la sua tazzina invasa da motivi floreali che fluttuavano sulla porcellana bianca,”Parlerò con la Squadra d’Inquisizione;darò a loro il compito di organizzare tutto se a voi altri non dispiace, è ovvio.”

Rospo schifoso e bugiardo!

“Ma si figuri, Professoressa!” sibilò a denti stretti.

Se c’era una cosa che Hermione odiava della Umbridge più del suo profumo, del suo ufficio rosa e dei suoi orribili cappellini di lana messi assieme, quella era la sua dedizione alla Casa di Serpeverde e in particolar modo la sua predilezione per Malfoy.

Serrò i pugni talmente forte che le unghie le si conficcarono nei palmi;il Ballo di Halloween era sempre stato organizzato da tutte le Case di Hogwarts;ma da quando Silente era scomparso sembrava che la sola degna di considerazione fosse unicamente Serpeverde. E questa era una cosa che lei proprio non riusciva a mandar giù.

“La ringrazio infinitamente a nome di tutta la scuola. Ora, con permesso.” Fece scivolare la sedia sulle mattonelle rosa dello studio ed attese, in piedi, che la Preside le desse il permesso di uscire dalla stanza.

“Non così in fretta, Signorina Granger.” Il sorriso che non l’aveva mai abbandonata fino a quel momento si allargò sempre di più su quel faccione tozzo e vizzo e per un momento sembrò prendere la forma di un ghigno malefico;proprio come quello dei personaggi cattivi dei cartoni babbani che guardava da piccola.

“Ricopierà delle frasi per me, oggi.”

Istintivamente Hermione si afferrò la mano sinistra sulla quale erano ancora impresse verle parole ‘Non schianterò più Malfoy’. Era buffo. Da quando quel rospo infiocchettato aveva messo piede nella scuola, lei che non aveva mai scontato una sola ora di punizione nemmeno con Piton, – che aveva la fama di punire gli studenti di Grifondoro per qualsiasi sciocchezza – finiva in punizione come minimo due volte alla settimana.

E la cosa ancora più strana era che non si vergognava per niente, anzi.

Oramai i Grifondoro erano arrivati al punto tale che finire puniti dalla Umbridge era una sorta di merito che andava onorato e premiato;anziché un qualcosa di cui vergognarsi.

Ciò non toglie però che in quel momento davvero Hermione non riusciva a capacitarsi di cosa avesse fatto per meritare un punizione, così su due piedi.

“Che frasi, Professoressa?” chiese con voce forse un po’ troppo acuta.

“Scriverà ‘Non farò più aspettare nessuno’.“ sorrise di nuovo mentre la sedia si scostava per la seconda volta ed un foglio di pergamena appariva magicamente.

Hermione si sedette incredula e afferrò bruscamente la piuma che la Preside le offriva con finta gentilezza e cominciò a scrivere rabbiosamente incurante delle fitte lancinanti al dorso della mano sinistra dove, dopo la terza riga, la fase della settimana precedente si stava già confondendo con la nuova.

La Umbridge la osservava con aria divertita, proprio come poco prima scrutava il povero Seamus. Stava per dire qualcosa quando il bussare insistente alla porta la costrinse a concentrare la sua attenzione sul legno scuro.

Lanciò un’occhiata fugace all’orologio a forma di fiore affisso alla parete e un’ombra di disappunto fece capolino su quel viso paffuto prima di abbandonarlo veloce come era apparsa.

“A quanto pare ha compagnia Granger.” Vibrò facendo apparire dal nulla una seconda poltroncina mentre la porta si spalancava, “E’ in anticipo Signor Weasley.”

Hermione fece scattare la testa di lato tanto violentemente da far scricchiolare il collo trovandosi a fissare la faccia gioiosa di uno dei gemelli Weasley.

“Buonasera Professoressa!” salutò un po’ troppo contento.

“Prego, si sieda accanto alla signorina Granger e cominci a scrivere” senza smettere di sorridere, si sedette accanto ad Hermione che lo guardava ad occhi sgranati, “Non getterò più Caccabombe sui Prefetti di Serpeverde.”

Se c’era una cosa che ad Hogwarts non sarebbe mai cambiata, quella erano i gemelli Weasley. Sorrise istintivamente, senza riuscire a contenersi ricevendo, sì un’occhiataccia dalla Umbridge, ma anche un sorrisone spensierato da parte del ragazzo che avrebbe diviso con lei quel lungo pomeriggio di punizione.

***

Dopo un lasso di tempo che sembrava davvero interminabile la professoressa Umbridge decise che il messaggio era ‘penetrato’ abbastanza e diede il permesso ai ragazzi di tornare alla Torre dei Grifondoro, nei rispettivi dormitori.

Appena la porta si chiuse alle loro spalle Hermione si prese la mano sinistra nell’altra massaggiandosela senza più reprimere smorfie di dolore.

“Prima volta in punizione Herm?”

“Questa settimana si. Ma non preoccuparti, siamo solo a martedì!” rise ficcandosi la mano nell’ampia tasca del mantello nero.

“Cos’hai fatto?”

“Sono arrivata in ritardo nel suo ufficio perché quello schifoso di Pix ha avuto la brillante idea di giocare con le Caccabombe nel bel mezzo del corridoio.” Spiegò ancora fumante di rabbia, “Tu perché eri in anticipo?”

“Ron mi ha detto che avevi un colloquio con la Umbridge per il Ballo di Halloween e, considerando che mi aveva già sbattuto in punizione e dato che non ti vedevo tornare, ho pensato che era meglio controllare che non ti avesse sbranato viva.” Le fece l’occhiolino e si avviò lungo il corridoio.

“In ogni caso per il ballo?”

“Ha accordato il permesso,” sul volto di lui si spalancò un sorriso raggiante,”A patto che siano i Serpeverde a gestire tutto.” Concluse Hermione mentre l’espressione felice si tramutava in disgusto ed amarezza.

“Cercherò di focalizzarmi sul fatto che è già qualcosa che ci abbia dato il suo consenso. Grazie Hermione.”

“Dovere, Fred.”

In quel preciso istante Fred Weasley si bloccò, al centro del corridoio con la bocca spalancata e gli occhi fuori dalle orbite, nemmeno gli avessero appena scagliato contro un Petrificus Totalus e la guardava come se si trattasse della cosa più stramba sulla faccia della Terra.

“Cos’è? Ho un Nargillo sulla testa per caso?” disse per poi riprendere a camminare.

“Mi spieghi come diavolo fai?” le chiese intontito.

“Come faccio a fare cosa, Fred?”

“A sapere che sono Fred;potrei anche essere George.”

“No, sei Fred.” Rispose sicura senza degnarlo nemmeno di uno sguardo.

“Per le mutande sporche di Merlino! Come fai ad esserne sicura?”

“Non lo so di preciso. So soltanto che tu sei Fred.”

“Nemmeno nostra madre riesce a riconoscerci come è possibile che a te venga così naturale?”

Sin da quando erano piccoli nessuno era mai riuscito a distinguere lui e suo fratello George, neanche i componenti della sua famiglia potevano vantare di essere riusciti in un’impresa del genere senza incertezze;mentre Hermione sembrava  aver successo nella distinzione senza nessunissimo problema.

“Forse un giorno, quando saprò spiegarmelo, ti renderò partecipe.”

Ripresero a camminare silenziosi per i corridoi deserti di Hogwarts senza trovare nessun argomento di conversazione.

 Fred ed Hermione non erano mai stato molto legati;si, indubbiamente ognuno pensava che l’altro fosse parte integrante della propria vita, ma non avevano mai avuto un rapporto estremamente affiatato.

Nello svoltare l’angolo che li avrebbe portati al dipinto della Signora Grassa, immerso com’era nei suoi pensieri Fred andò a sbattere in pieno contro un’armatura che, ci avrebbe giurato, quando aveva lasciato i dormitori un paio d’ore prima non c’era.

Solo allora Hermione riuscì a vedere la sua mano che aveva tenuto gelosamente nascosta nella tasca dei pantaloni fino a quel momento.

“Oh mio Dio Fred! La tua mano!”

“Cos’ha la mia mano che non va?” chiese con nonchalance.

“Oh nulla. È solo tanto gonfia da sembrare una pagnotta, ha il colorito del budino alle more che ci hanno servito oggi a colazione e quei rivoletti rossi devono essere..si, sono decisamente succo di lampone!” rispose con un tono misto tra il divertito e l’arrabbiato.

“Dobbiamo andare assolutamente in infermeria.”

“No, non è niente.” Sbottò deciso.

“Niente?” sbraitò questa volta decisamente inferocita, “Smettila di fare l’idiota e sii serio per una volta. Quella mano è ridotta ai minimi termini!” lo afferrò per un braccio con la mano buona e prese a trascinarlo nella direzione opposta a quella dei dormitori.

“Dove stiamo andando?”

“Da Madama Chips.” Rispose testarda aumentando la velocità.

“Quale parte di ‘Non è niente’ non ti è chiara? ‘Non è’ oppure ‘Niente’?”

 Lei fece finta di non averlo sentito.

“Hermione non ce n’è bisogno e poi la Umbridge ha vietato a Madama Chips di curare le ferite dovute alle sue punizioni, lo sai bene.”

Era vero. L’ultima volta che aveva provato a far rimarginare le ferite alla mano di Colin Canon, Madama Chips stava rischiando il posto di lavoro.

“Fred tu non…”

“HO DETTO DI NO!” strattonò violentemente il braccio liberandolo dalla sua presa, “Non ho nessuna intenzione di dare soddisfazione a quella vecchia megera perché deve essere così difficile da capire?” le urlò in faccia furioso.

“Fred ma io..”

“No!”

Hermione gli diede le spalle, immobile come una statua di sale. Lo capiva, eccome. Ma era tutto troppo difficile, troppo complicato. Il mondo che amava le era crollato addosso e nel giro di pochi mesi anche Hogwarts, anche la sua seconda casa era diventata una prigione.

E lei aveva retto.

Aveva sopportato lo spadroneggiare dei Serpeverde, le punizioni assurde e le lezioni nozionistiche di Difesa contro le Arti Oscure. Aveva fatto tutto ciò che gli altri si aspettassero da lei, si era dimostrata forte diventando un punto di riferimento per molti.

Ma dovevano capire che anche lei stava male, forse più di tutti.

Inconsapevolmente calde lacrime le bagnarono il viso, senza che potesse far nulla per ricacciarle indietro. Le asciugò via rabbiosamente con la manica larga della divisa e tirò su col naso.

“Scusa Herm..” abbassò anche lui lo sguardo concentrandosi sulle stringe slacciate della sue scarpe, “Non volevo;ma non posso.”

“Capisco.” Sussurrò,“Se solo Silente fosse qui.”

“Silente non avrebbe potuto far nulla Hermione.”

“Lo so..” nuove gocce salate le solcarono il volto,”Ma mi piace pensare che sarebbe stato tutto diverso, con lui qui.”

 Si strinse forte nelle sue stesse braccia, come a voler trovare una forza che non aveva; come a volersi confortare in un abbraccio che non riceveva da tempo.

Fred la guardò triste. Era piccola e fragile in quel momento, come non l’aveva mai vista e senza pensarci due volte le afferrò il braccio l’attirò a se stringendola forte, cullandola nel corridoio deserto, mentre lei singhiozzava di più.

Aveva tante cose dentro Hermione, tante parole che avrebbe voluto dire;tante cose che avrebbe voluto fare. Cose che non le erano più concesse e lui la capiva. Comprendeva il suo stato d’animo, quel senso di vuoto che doveva divorarla dall’interno.

 La consapevolezza che quello che accadeva era ingiusto e la presa di coscienza che loro, quelle cose, non avrebbero mai potuto cambiare. Almeno non da soli. Avrebbero voluto essere lì fuori a combattere per quello in cui credevano, accanto alle persone che amavano.

Il loro mondo stava andando a rotoli ed erano costretti a guardare.

Nessuno dei due avrebbe saputo dire per quanto tempo restarono in quella posizione, ma quando sciolsero l’abbraccio il sole era tramontato dietro le cime degli alberi della foresta proibita e Sir Cadogan russava beatamente a cavallo del suo grasso pony nella cornice alle loro spalle.

“Faresti meglio a tornare al dormitorio Fred. Prima che Gazza ti ribecchi in giro per il castello senza permesso.” Lo allontanò da se asciugandosi le guance.

“Tu non vieni?”

“No, devo fare una cosa importante. Dì tu agli altri del ballo ok?”

“Si, non c’è problema.” Si aggiustò nervosamente il colletto della camicia.

“Su sbrigati zuccone! Ed invita Angelina prima che lo faccia George!” girò i tacchi e sparì dietro l’angolo buio.

La guardò finché il freddo muro di pietra non la precluse alla sua vista, poi, massaggiandosi la mano martoriata si incamminò verso il dormitorio.

 

Note: Ed ecco a voi il mio secondo lavoro su Harry Potter! Libro che adoro tra l’altro ;) Il primo capitolo è solo d’introduzione pensavo mi riuscisse un po’ meno lungo, ma in ogni caso è abbastanza breve per i miei standard! XD So che come inizio non è molto intrigante ma il resto della storia sta già prendendo forma nella mia testolina..e poi io adoro il pairing Fred\Hermione! Se non lo si è capito ci troviamo nel sesto libro. Cercherò di amalgamare, per quello che mi è possibile, la vicenda sentimentale con tutto quello che succede davvero in ‘Harry Potter e l’ordine della fenice’ ma premetto sin da ora che non so se rispetterò tutti i passaggi alla lettera. Beh, se almeno un po’ vi ho incuriosito, non vi resta che aspettare il prossimo aggiornamento!

Infine volevo concludere con il ringraziare chi ha recensito fino ad ora la mia One-Shot ‘Lost Without You (Fred\Hermione)’ . quindi ringrazio:

Hele.

MyBlindedEyes.

MissBlack a te grazie anche per la precisazione della data della battaglia, appena posso cambio ;)

Fredlove.

Daisy91. Graaaazie mi hai fatto davvero troppi complimenti!

 

Alla prossima!!

 

Vostra,

 

  
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