Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: frency70    01/10/2009    14 recensioni
Gli studenti di tutte le case organizzavano delle serate o delle feste a tema, all’insaputa dei professori. A Ginny era giunta voce che i serpeverde avevano messo su una vera e propria bisca clandestina. Draco, ovviamente, la faceva da padrone, ma chiunque avesse voluto poteva partecipare, a patto che la posta in palio fosse adeguata...ma cosa poteva giocarsi, lei? non aveva niente!...o no? ...spero d'avervi incuriositi e che andrete a leggere lo sviluppo di questa mia storia! intanto vado a comprare un casco da moto ed una tuta imbottita x essere pronta quando verrete a picchiarmi! ahahahah! strabaci! frency70
Genere: Romantico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
un gioco pericoloso

Un gioco pericoloso

 

1.

Ron e Ginny si guardarono con aria triste.

La scuola stava per iniziare e forse uno di loro avrebbe dovuto rinunciare a terminare gli studi.

Ginny sapeva già che sarebbe toccato a lei. In fondo a suo fratello mancava solo un anno e poi avrebbe potuto cominciare a lavorare e guadagnare qualcosa…

Malfoy senior era riuscito a mettere le sue mani sporche nei cassetti del ministero ed improvvisamente Artur Weasly si era ritrovato disoccupato.

Bill ed i gemelli cercavano di aiutare la famiglia come potevano, ma era inutile girarci intorno, erano rimasti senza un soldo.

Harry, all’insaputa dei loro genitori, aveva proposto a Ron e a Ginny di acquistare i libri per entrambi, ma l’orgoglio è una brutta bestia ed i due rossi avevano rifiutato l’offerta.

Ora, specchiandosi negli occhi dell’altro, si chiedevano se avevano fatto la scelta giusta.

 

Il primo settembre l’espresso per Hogwarts partì, lasciando sulla banchina della stazione una mesta Ginny.

 

-         ehi, avete sentito? La Weasly quest’anno non viene a scuola.

-         Come mai? È incinta?

-         Macchè! Magari! Peggio, molto peggio! I suoi genitori sono alla canna del gas! Loro padre è stato sospeso dal lavoro e non possono permettersi di pagare i libri per entrambi.

-         Che storia! Peccato, però. Sarebbe stato meglio che avessero mandato Ginny e lasciato a casa Ron. Lei è molto più carina!

 

Ron era furioso. Harry ed Hermione dovettero trattenerlo dall’andare a picchiare quegli idioti e, col morale sempre più a terra, si chiuse in un mutismo totale.

 

***

 

Circa due settimane dopo l’inizio della scuola, la porta dell’aula di trasfigurazione si aprì all’improvviso ed una raggiante Ginny fece il suo ingresso.

 

-         scusate il ritardo! C’è stato un piccolo inconveniente, ma ora è tutto a posto.

 

La rossa guardò l’austera professoressa Mc Grannit, che, trattenendo a stento un sorriso, le fece cenno di prendere posto accanto ad una compagna.

 

Con l’aiuto di alcuni ex studenti, Ginny era riuscita a recuperare quasi tutto il  materiale di cui poteva aver bisogno per affrontare il suo sesto anno.

Certo le mancavano alcuni libri e di sicuro non si sarebbe potuta permettere un abito per la festa di Natale, ma l’importante per lei era esserci!

 

2.

Il ritmo della vita era scandito dalle lezioni, dai compiti, dalle notti passate a studiare o a ridere in compagnia delle sue amiche.

Tutto era perfetto…o quasi.

Infatti era diventata il bersaglio preferito di tutte le frecciate di Malfoy junior.

Non gliene risparmiava una e la cosa stava diventando davvero seccante.

 

-         Ehi, Weasly! Tra poco sarà Halloween, da cosa ti vestirai?

-         Lasciami in pace, Malfoy.

-         Te la do io un’idea: da stracciona! Gli abiti che indossi ora sono perfetti!

-         Malfoy, sei dannatamente noioso!

 

Ma non erano gli insulti prevedibili di Draco ad offenderla, piuttosto le occhiate dei suoi compagni di scuola.

In fondo tutti la pensavano come quel bastardo serpeverde, ma lui, almeno, aveva il coraggio di dirglielo in faccia!

 

Decise così di tentare la fortuna per risollevare la sua situazione.

 

Gli studenti di tutte le case organizzavano delle serate o delle feste a tema, all’insaputa dei professori, e a lei era giunta voce che i serpeverde avevano messo su una vera e propria bisca clandestina.

Draco, ovviamente, la faceva da padrone, ma chiunque avesse voluto poteva partecipare, a patto che la posta in palio fosse adeguata.

 

Ginny una sera provò ad infiltrarsi, ma fu beccata subito da uno degli scagnozzi di Draco.

 

-         Ehi, capo, guarda chi abbiamo trovato qua fuori!

 

-         La Weasly! Sei qui per vedere come ci si diverte o speravi di raccogliere qualche spicciolo da terra?

-         A dire il vero, volevo solo capire come passano il tempo i serpeverde, a quanto pare le ragazze le dovete pagare…

-         Tutto ha un prezzo. Perfino tu.

-         Tu credi?

-         Non lo credo, lo so!

-         Mi sembri un po’ troppo sicuro di te. In fondo non mi conosci per niente.

-         Conosco il valore dei soldi, soprattutto per coloro che non ne hanno.

-         Io do valore maggiore ai sentimenti.

-         Sarà così, se lo dici tu…

 

Ginny si allontanò, poi, poco prima di uscire dalla sala comune verde e argento, si girò e chiese:

 

-         Toglimi solo una curiosità: secondo te, quanto valgo, io?

-         Dipende dalla posta in gioco. Torna da me con un’offerta ed io ti dirò il controvalore.

 

I due giovani si lanciarono un’occhiata significativa, dopodiché Ginny rientrò nella sua casa rossa e oro.

 

Malfoy era sinonimo di guai, questo era certo, ma quanto le sarebbe piaciuto poter avere un po’ di soldi per prendersi qualcosa di nuovo.

Non era mai stata attratta dagli abiti o dagli accessori alla moda, ma aveva sedici anni e come tutte le ragazze della sua età, sognava di poter essere, anche solo per una sera, la regina del ballo.

 

Ma cosa poteva dare in cambio? Non aveva nulla…

 

3.

Alcuni giorni più tardi Draco intravide la rossa grifondoro mentre entrava in biblioteca.

La seguì con passo tranquillo, le mani in tasca, e si accomodò di fronte a lei.

 

-         Non sei più venuta.

-         Non sono interessata.

-         Mi era sembrato il contrario…Peccato.

-         Perché peccato?

-         Perché avevo già preparato un’offerta più che ragionevole.

-         Dovrai farla a qualcun’altra.

-         Le altre non hanno quello che hai tu.

-         Di cosa stai parlando?

-         Ci si può giocare qualunque cosa. Ed intendo proprio qualunque.

-         Non sono una delle tue puttane, Malfoy. Non mi venderò.

-         Vedo che hai capito.

-         Sei così squallido…

-         Però ci sarebbe un’ altra cosa che mi interessa…Una cosa che mi puoi dare solo tu.

-         Di che diavolo parli? Io sono la stracciona, ricordi?

-         La tua compagnia.

-         La mia cosa? E secondo te dovrei andare in giro con te?

-         Ehi, non esageriamo! Non mi farò vedere in giro con te. Però ti trovo interessante. Potremmo giocarcela.

-         Ma si può sapere di che cosa parli?

-         Poker. Ci hai mai giocato?

-         Sì, ma solo con fiches di plastica e biscotti al posto dei soldi.

-         La mia proposta è questa: io ci metto dei soldi, potrei azzardare, duecento galeoni, e tu ci metti la tua faccia tosta.

-         Che significa?

-         Che se vinci tu, mi spenni 200 pezzi, se vinco io ti umilierò!

-         Non se ne parla…

-         Tu pensaci…in fondo è solo un gioco!

 

Il biondo si alzò senza fare alcun rumore e, senza voltarsi, uscì dalla biblioteca.

 

Cosa intendeva con “umiliarla”? Non lo faceva quotidianamente?

 

La rossa rimase a lungo nella stessa posizione, ripensando alla conversazione avuta col serpeverde, finchè non sentì le gambe informicolarsi. Era ora di muoversi e prendere una decisione.

La sera stessa, dopo cena, affiancò “casualmente” Malfoy lungo le scale e chiese:

 

-         Spiegati meglio

-         Non qui. Non ora.

-         Perchè?

-         Non lo sai che ad Hogwarts anche i muri hanno orecchie?

-         E allora dove?

-         Alle dieci, davanti alla stanza delle necessità. E vedi di non fare tardi. Odio aspettare.

 

Puntualissima, alle dieci, Ginny si presentò nel posto stabilito.

Draco era già lì, appoggiato a quella che sembrava una normalissima porta. Fece un cenno con la testa alla rossa ed entrò, poco galantemente, o forse giustamente, per primo. In fondo non era mica un appuntamento amoroso!

L’interno sembrava più uno stanzino per le scope che una vera e propria stanza.

 

-         Mio Dio! Non potevi pensare a qualcosa di più arioso?

-         Siamo qui per parlare, Weasly, non per altro…o sbaglio?

-         Allora non perdiamo tempo. Spiegami meglio la tua proposta.

-         Come sostengo da sempre, tutto ha un prezzo. Tu sostieni di non essere in vendita e trovo che sia un proposito molto apprezzabile, da parte tua.

-         È la verità.

-         Ok. Visto che non posso barattare i miei soldi con una notte in tua compagnia, credo che mi accontenterò …dei tuoi vestiti.

-         Cosa?

-         Hai capito bene: voglio i tuoi vestiti.

-         Non se ne parla!

-         Si chiama strip-poker. Chi perde deve togliersi un indumento, fino a rimanere completamente nudo.

-         Scordatelo!

-         Io trovo che l’idea sia carina.

-         Non abbiamo più niente da dirci.

 

Ginny mise una mano sul pomello della porta, pronta ad uscire, quando Malfoy proseguì

 

-         E se ti proponessi una piccola variante?

-         Non mi interessano le tue macchinazioni.

-         Diciamo che per te, sarei disposto a chiudere un occhio sull’intimo.

-         Che vorresti dire?

-         Che potremo considerare chiusa la partita quando io avrò terminato le mie fiches o quando tu rimarrai solo con l’intimo.

-         No.

-         E dai, Weasly. La biancheria intima spesso è più castigata di certi costumi che si vedono sulle spiagge.

-         No.

-         Pensaci, ok?

-         Malfoy, lo capisci il significato della sillaba “ no ” ?

-         …mmm…No!

 

E ridendo della sua battuta, uscì per primo dallo sgabuzzino.

Ginny rimase ancora per qualche minuto, per pensare.

In effetti Draco aveva ragione. In estate indossava il bikini senza farsi alcun problema, che differenza poteva fare…

Ehi! Un momento! Ecco come faceva Malfoy ad ottenere sempre tutto! Ti metteva una pulce nell’orecchio e tu, senza nemmeno accorgertene, finivi per dargli ragione!

No! Lei non ci sarebbe cascata!

E, sicura di sé, uscì spedita dalla stanza delle necessità, certa di saper tenere testa a Malfoy.

 

Quanto si sbagliava!

 

4.

Alcuni giorni dopo, davanti all’ennesimo maglione smesso da uno dei suoi fratelli, Ginny cominciò seriamente a rivalutare la proposta di Draco.

Avrebbe potuto provare almeno una volta…anzi solo una volta.

 

La sera stessa, per paura di perdere il coraggio, andò davanti all’ingresso della sala comune delle serpi e, prima di bussare, prese un bel respiro.

Il barone sanguinario la guardava con stupore.

 

-         Emm….cosa ci fa un grifondoro davanti a me?

-         Devo parlare con Draco Malfoy.

-         L’ho fatto passare poco fa.

-         Potresti far entrare anche me?

-         Spiacente, dolce fanciulla, ma senza parola d’ordine non posso.

-         Ma lui, in un certo senso, mi sta aspettando!

-         Vorrei davvero accontentarla, ma non posso venire a meno al mio dovere.

-         E non c’è modo di fargli sapere che sono qui?

-         Bhè, questo credo che si possa fare. Attenda qui, cara milady.

 

L’uomo del ritratto sparì dalla tela per ricomparire pochi istanti dopo all’interno di un dipinto della sala comune.

 

-         Mi scusino, lor signori, chi di voi mi sa dire dove posso trovare il signor Malfoy?

-         L’ho visto andare in camera sua.

-         Potreste fargli sapere che una fanciulla di notevole bellezza lo attende fuori?

-         Una bella ragazza? Te pareva! Tutte lui se le becca, quelle belle!

 

Detto questo un serpeverde andò a bussare alla porta di Draco per dargli la missiva.

 

-         Una fanciulla di notevole bellezza? Non mi fido molto dei gusti di quel fantasma…a meno che non si tratti...

 

Draco si recò svelto all’ingresso, sperando di trovare una certa rossa di sua conoscenza e quando, in effetti, aprendo la porta, vide quell’inconfondibile cascata ramata, non riuscì a trattenere un sorriso di trionfo.

 

Tutti lo paragonavano ad un serpente che prima ti incanta e poi ti avvelena, e lui era quasi lusingato da questa definizione, ma a volte si sentiva più come un ragno. Tesseva la sua tela per giorni e poi attendeva, nascosto, che fosse la preda a recarsi da lui. La pazienza era una delle sue virtù.

E ancora una volta aveva avuto ragione.

Eccola lì davanti a lui, la farfalla più bella, che stava per essere avvinta dalla sua tela.

 

Non la fece accomodare all’interno, certo che ci fosse la fila per vedere chi c’era con lui, ma si recò con lei lungo un corridoio buio ed umido che circondava la casa delle serpi.

 

-         A cosa devo la tua visita?

-         Sai benissimo perché sono qui.

-         In effetti lo immagino, ma, ti prego, non togliermi la soddisfazione di sentirtelo dire!

-         Malfoy, se davvero ci tieni, non esagerare. Non ho tutta la determinazione che mi attribuisci!

-         Al contrario credo che tu sia più che consapevole del guaio in cui ti stai cacciando da sola. Ma se sei arrivata fin qui…non ti tirerai indietro proprio ora!

-         …uff…

-         Avanti, dillo!

-         …voglio fare una partita a poker.

-         Vuoi giocare contro di me?

-         Ci sono altre possibilità?

-         No. In questo caso mi arrogo del diritto di prelazione. Ti ho invitata io, per cui la sfida è fra noi due!

-         Prima però devi promettere una cosa: non ci saranno i tuoi amici a guardare, ok?

-         Vuoi davvero giocare a strip-poker chiusa da sola con me in una stanza? Attenta, Weasly, potrei credere che vuoi approfittare di me!

-         Tranquillo! Non attenterò alla tua virtù e tu farai altrettanto con me. D’accordo?

-         Mmm…devo pensarci.

-         Allora pensa in fretta. La mia proposta scade questa sera. Se entro le dieci non mi darai una risposta da domani dovrai sborsare 400 galeoni, se vorrai giocare con me.

-         Vedo che ci sai fare, con le trattative!

-         Imparo in fretta.

-         Non ti terrò sulle spine. Accetto le tue condizioni.

-         Quando, dove e a che ora?

-         Domani sera. La stanza delle necessità. Alle dieci.

-         Ci sarò.

-         Ci sarò anch’io…Puoi scommetterci!

 

Detto questo si salutarono con un breve cenno, ed ognuno andò per la sua strada. 

 

Ginny era terrorizzata. Ora non poteva più tirarsi indietro, ma solo sperare solo in un colpo di fortuna e in una serie di carte vincenti.

 

Draco, invece, era euforico. Dio! Sarebbe stata una serata memorabile. Avrebbe lasciato Ginny letteralmente in mutande. L’avrebbe umiliata. Alla faccia di quello stoccafisso del suo ragazzo…San Potter!

 

5.

Come da accordi, la sera dopo Ginny andò all’appuntamento con Draco.

La stanza delle necessità era addobbata in perfetto stile casinò. Tavolo verde, luci soffuse ed anche un bar, con un discreto numero di bevande.

Draco stava già mescolando le carte, ma Ginny lo bloccò.

 

-         Se non ti dispiace vorrei verificare che non siano truccate.

-         Non ti fidi di me?

-         Affatto!

-         Fai bene!

 

Il biondo porse il mazzo alla rossa, che formulò l’incantesimo “svela inganni” ma, a sorpresa, le carte risultarono essere perfette.

 

-         Ti stupisce?

-         In effetti ero quasi certa che avresti barato.

-         Sono un bravo giocatore, non ho bisogno di imbrogliare.

-         Staremo a vedere.

-         Però, giusto perché tu lo sappia, so bluffare molto bene.

 

E le lanciò uno sguardo carico di promesse, mentre la bocca si piegava in un ghigno.

 

Fecero un paio di mani di riscaldamento, giusto per studiarsi a vicenda, poi cominciarono a puntare sul serio.

Le monete d’oro di Draco calarono un po’ ma, contemporaneamente, alcuni vestiti di Ginny finirono sul pavimento.

 

Dopo un paio d’ore Ginny, sotto lo sguardo divertito di Draco, dovette dichiararsi vinta. Un po’ avvilita, si alzò, recuperò i suoi abiti e cominciò a rivestirsi.

 

-         Cosa credi di fare?

-         Ho perso. Torno nella mia sala comune.

-         Tu sei libera d’andare, ma gli abiti li ho vinti onestamente, per cui me li devi lasciare!

-         Che cosa? Ma io non posso andare in giro per la scuola con solo l’intimo  indosso!

-         Ci dovevi pensare prima…

-         Ecco cosa intendevi per “umiliarmi”!

-         Touchè, mon chèri!

-         Sei un verme!

-         Hai paura che Potterino ti sgridi nel vederti rientrare così?

-         Cosa c’entra Harry con questa storia?

-         Non è il tuo ragazzo?

-         Non più.

-         Interessante.

-         Perché?

-         Perché posso alzare la posta.

-         Non ci conterei, fossi in te.

-         Avanti, dai. Ti accompagno.

-         A che pro?

-         Ti faccio strada e verifico che non ci sia nessuno in giro.

-         Non potresti semplicemente ridarmi i miei vestiti?

-         Le vincite del gioco sono dei trofei. Credo che metterò la tua gonna tra i miei cimeli preferiti!

 

Detto ciò, il biondo e la rossa percorsero i corridoi della scuola stando attenti ai rumori sospetti.

In prossimità della sala comune dei grifoni Draco si fermò e lasciò che Ginny, che si era sempre nascosta alle sue spalle, ormai giunta sana e salva a destinazione, lo sorpassasse.

Un istante prima che scomparisse dietro al quadro della signora grassa la richiamò:

 

-         Ehi, Weasly?

-         Che c’è?

-         Domani stesso posto e stessa ora?

-         No.

-         Neanche se raddoppio la posta?

-         No.

-         Conto fino a tre. Uno.

-         No.

-         Due.

-         No.

-         Tre.

-         Uffa! Ok!

-         Brava Weasly.

-         Stronzo.

-         Ah, un’altra cosa, Weasly…

-         Cosa, Malfoy?

-         Non sei niente male, vista da dietro!

 

Ginny rimase di stucco, imbarazzata e rossa in volto, mentre Draco andò via ridendo di gusto.

 

6.

Gli incontri serali proseguirono con regolarità.

A volte Ginny vinceva, ma il più delle volte finiva col ritrovarsi a dover seguire Draco, per i corridoi della scuola, per non farsi scoprire in desabilliè.

 

-         Stasera è l’ultima volta che vengo da te.

-         Perché? Non ti diverti più?

-         È che il mio guardaroba è piuttosto limitato e se perdo ancora dovrò presentarmi alle lezioni in pigiama!

-         Capisco.

-         Per cui...il gioco finisce qui.

 

***

 

Il giorno dopo, durante la colazione, arrivarono i gufi con la posta e, fra questi, ne arrivò  uno con una grande scatola destinata a Ginny.

La ragazza l’aprì curiosa e all’interno trovò due divise complete, nuove di zecca, con lo stemma dei Grifondoro. Nessun biglietto.

 

Poco dopo incrociò Draco nel corridoio e gli si avvicinò:

 

-         A cosa devo il regalo?

-         Non so di che cosa stai parlando.

-         I vestiti che ho ricevuto stamattina…

-         Io non ne so niente.

-         Davvero?!

-         Evidentemente i tuoi avranno grattato il fondo di un qualche calderone e avranno trovato quei due stracci.

-         Se tu non ne sai niente, come fai a sapere che sono due, i completi?

 

Draco, preso in contropiede, si lasciò scappare un breve sorriso, poi aggiunse:

 

-         Non sono un regalo, ma solo un anticipo.

-         Cioè?

-         Gioca ancora con me…

-         Ma io

-         Niente “ma”. Ci vediamo stasera. In camera mia.

-         Come sarebbe “in camera tua”?!?

 

Ma lui era già lontano.

 

* * *

 

Più tardi, in camera di Draco.

 

-         che ne dici di una mano cieca?

-         Cioè?

-         A carte coperte. Chi ha la mano migliore vince. È solo questione di fortuna.

-         Lo scopo?

-         Rende il gioco più interessante, no?

 

Fecero un paio di partite e la fortuna arrise alla rossa, che si trovò con un bel mucchietto di monete d’oro in tasca.

 

-         Mi hai spennato, Weasly…brava!

-         Non sembri arrabbiato.

-         Perché dovrei? Hai vinto onestamente.

-         Bhè…allora vado. Stasera non ho nemmeno bisogno della guardia del corpo.

-         Infatti.

 

Si guardarono per un paio di secondi, senza dire nulla, poi Draco prese la parola:

 

-         Che ne dici di restare ancora un po’?

-         Speri di rivincere i tuoi soldi?

-         No. Volevo solo chiacchierare un po’ con te.

-         Davvero?

-         È una richiesta molto assurda?

-         Abbastanza, visto che viene da te!

-         Bhè, fa uno sforzo e rispondimi.

-         …mmm…ok!

 

E così rimasero a parlare, senza alcuna pretesa, senza secondi fini e senza maschere. Solo per il gusto di godere uno della compagnia dell’altra.

 

* * *

 

Col passare delle sere il poker divenne solo una scusa per potersi incontrare.

 

-         Stasera sono io che voglio cambiare la posta in gioco

-         Che cosa proponi, Weasly?

-         Se perdo avrai i miei vestiti

-         Come sempre

-         Se vinco…voglio i tuoi!

-         I miei abiti?

-         Sì

-         Mmm…interessante. Credo che si possa fare.

-         Ottimo!

-         Sicura che vuoi solo quelli?

-         Sì…per ora.

 

I due giovani si guardarono intensamente, cercando di capire quanto c’era di scherzoso e quanto invece di interesse reciproco.

Il feeling e l’attrazione erano tangibili e nessuno avrebbe ceduto facilmente.

Ginny contava sulla forza di volontà del ragazzo e si permetteva di stuzzicarlo.

Draco contava sul suo fascino, convinto che lei sarebbe caduta ai suoi piedi.

Forse entrambi contavano troppo sull’altro.

Ma se uno dei due avesse ceduto?

 

Fecero una sola partita, mettendo in palio l’intero ammontare della posta.

Una mano, un cambio e poi Ginny scoprì le carte. Doppia coppia.

Draco guardò la ragazza, fece un sorriso sghembo, poi si alzò e si mise di fronte a lei.

 

-         hai vinto.

-         Allora devi darmi i tuoi vestiti.

-         Toglimeli tu.

 

Prese le mani della rossa e le mise sul suo petto.

Ginny tremava. Perché anche quando vinceva lei finiva per sentirsi imbarazzata?

Ma non poteva tirarsi indietro ora.

Gli sfilò la cravatta, poi cominciò a slacciare la camicia del biondo, scoprendo la sua pelle diafana e perfetta.

Ebbe qualche difficoltà nello slacciare la cintura dei pantaloni, facendo sorridere Draco.

Infine lui rimase in boxer, davanti a lei. Eppure non era minimamente imbarazzato, anzi sembrava piuttosto soddisfatto della situazione.

Rimasero a guardarsi a vicenda poi, più per togliersi dall’imbarazzo che per vera curiosità, Ginny si allontanò da quella pelle che irradiava calore, prese le cinque carte che Draco aveva lasciato coperte sul tavolo da gioco e le voltò.

 

- un tris?

- già.

- avevi vinto tu!

- ho bluffato.

- perché?

- essere spogliato dalla ragazza più bella della scuola mi pare una vittoria, non una sconfitta!

- ma non è giusto.

- hai ragione, non è giusto. Per cui…

- per cui?

- credo che ora stia a me spogliare te!

 

E senza aspettare, cominciò a sbottonare lentamente la camicetta di Ginny che, immobilizzata dalla sorpresa, lo lasciò fare.

Poco dopo erano entrambi solo con l’intimo indosso.

La situazione era, a dir poco, ad alta tensione.

Sarebbe bastato un gesto o una frase e avrebbero capitolato seduta stante.

Ma nessuno dei due era disposto a cedere per primo.

Draco riprese la parola.

 

-         che ne dici di un’altra mano?

-         E quale sarebbe la posta in gioco?

-         Se vinco io dovrai baciarmi.

-         E se perdi?

-         Ti bacerò io, no?

-         Ma è la stessa cosa!

-         Assolutamente no!

-         E che differenza farebbe?

-         È complicato da spiegare a parole, che ne dici di passare ai fatti?

-         Nemmeno per idea!

-         Baciami, Weasly!

 

Draco era come il pifferaio magico. La sua voce era musica per le orecchie di Ginny che si ritrovò a sfiorare le labbra del serpeverde senza poter fare nulla per impedirlo.

La pelle scoperta bruciava a contatto con quella dell’altro.

Pochi istanti dopo le loro bocche erano incollate. Le mani di Draco accarezzavano il volto infuocato di Ginny, mentre la ragazza era rapita da un vortice di sensazioni.

Staccarsi fu quasi doloroso.

Con le fronti ancora a contatto si fissarono a lungo, senza saper bene cosa fare.

Il primo a riprende contatto con la realtà fu Draco.

 

-         forse dovresti tornare in camera tua…è pericoloso per te, restare qui con me, stasera.

-         Credo che tu abbia ragione.

-         Io ho sempre ragione!

-         Sei il solito presuntuoso!

-         Ma sa hai appena detto d’essere d’accordo con me!

-         È vero, ma sei presuntuoso lo stesso.

-         Mi adori anche per questo!

-         Io non ti adoro affatto!

-         Altrochè se mi adori! Anzi, mi ami da impazzire, ma sei così testarda da non volerlo ammettere!

-         Io non ti amo!

-         E allora perché mi hai baciato?

-         Era solo una scommessa!

-         Ma se non abbiamo nemmeno dato le carte!

-         Eh?

-         mi hai baciato di tua iniziativa. È la prova che mi ami!

-         Tu sei completamente fuori!

-         E allora come te lo spieghi?

-         Devi avermi fatto un incantesimo di confusione!

-         Con quale bacchetta? Vorrei farti notare che sono in boxer.

 

Come se se ne fosse resa conto solo in quel momento Ginny realizzò d’essere praticamente mezza nuda davanti ad un ragazzo mezzo nudo.

Diventò rossa come un peperone, infilò in fretta i suoi vestiti e scappò dalla camera di Draco.

Il ragazzo fece giusto in tempo a prenderla per un polso, l’avvicinò e disse

 

-         buona notte, piccola.

 

E le diede un bacio sulle labbra ancora schiuse per lo stupore.

Poi sorrise e la lasciò andare.

 

7.

Il week-end successivo ci fu l’uscita ad Hogsmeade.

Ginny andò in compagnia di alcune sue amiche e, quando fu davanti alla vetrina del negozio di abiti da ballo, si fermò per ammirare il capo più bello che avesse mai visto. Le amiche cominciarono a commentare a voce alta.

 

-         Mio Dio! Costa 2.800 galeoni!

-         Sì, ma è una favola!

-         Nessuna di noi può permettersi un abito così.

-         Che peccato però…è splendido!

 

Ginny non emise fiato.

Nascosti in una scatola di latta, sotto al suo letto, aveva quasi 3000 galeoni. Avrebbe potuto permettersi quello e, con un po’ di fortuna, anche un paio di scarpe adatte.

Quanto le sarebbe piaciuto presentarsi la sera del ballo di Natale avvolta da quella stoffa meravigliosa!

Soffocò un sorriso compiaciuto al pensiero e seguì le amiche dentro a mielandia.

 

Draco, in lontananza, aveva seguito tutta la scena e sorrise a sua volta.

Sapeva esattamente quanti soldi aveva Ginny (in fondo glieli aveva dati lui) e già immaginava la rossa mentre scendeva le scale della scuola vestita come una principessa. Sarebbe stata meravigliosa.

 

***

 

La sera stessa i due ragazzi si incontrarono per giocare insieme.

Ginny era euforica.

 

-         Come mai così agitata?

-         Oggi mi sono innamorata di un vestito per il ballo e devo assolutamente vincere almeno 200 galeoni per prendere le scarpe adatte. Per cui, Malfoy, mettiti il cuore in pace, perché ho intenzione di spennarti!

-         Lodevole da parte tua avvisarmi!

-         Al bando le ciance! Giochiamo?

-         E se io cambiassi la posta?

-         Non puoi! Io ho bisogno di quei soldi!

-         Questo lo so, ma è la mia vincita, che voglio negoziare.

-         Ovvero?

-         Se vinci tu ti darò 200 galeoni, se vinco io…

-         Cosa?

-         …Voglio il tuo intimo!

-         No! S’era detto che quello non si toccava!

-         Voglio solo le mutandine…potrai tenere indosso tutti gli altri vestiti!

-         Perché?

-         Sono un feticista.

-         Malfoy stai mentendo.

-         In effetti…

-         E allora perché?

-         La verità?

-         La verità.

-         Mi piace l’idea di saperti senza

-        

-         Ti ho sconvolta, Weasly?

-         Direi!

 

Draco cominciò a mescolare le carte

 

-         Guarda che non ho detto di sì

-         Ma nemmeno di no…

-         Senti io…non so…

 

Draco continuava a fissare Ginny, senza distogliere nemmeno per un attimo i suoi occhi grigi e glaciali da quelli caldi della ragazza.

 

-         Lo stai rifacendo!

-         Che cosa?

-         Mi stai incantando!

-         Ed è male?

-         No, ma mi confondi le idee!

-         E allora?

-         …ci devo pensare…

-         Mentre ci pensi posso darti 400 galeoni?

-         400? Perché?

-         Perché vorrei saltare la parte in cui giochiamo e avere subito il  mio premio!

-         Ci capisco sempre meno.

-         Non cercare di capirmi, Ginny. Devi prendermi così come sono!

-         Prenderti?

-         È un baratto. I miei soldi per le tue mutandine.

 

Ginny rimase ancora per qualche secondo incerta, poi, pensando che in fondo non avrebbe fatto nulla di male, accettò lo scambio.

 

-         Però me le tolgo in bagno.

-         Te ne do 600 se lo fai davanti a me.

-         Assolutamente No!

-         Sicura?

-         Assolutamente sì.

 

E prima di cambiare idea si chiuse nella stanza attigua.

Non si sarebbe mai spogliata davanti a lui. Nemmeno per 600 galeoni. C’era un limite a tutto!

Quando uscì, visibilmente imbarazzata, consegnò a Draco il suo indumento, che lo prese con delicatezza e se lo mise in tasca.

 

Era completamente vestita, eppure il fatto che lui sapesse che sotto non aveva niente, non la faceva stare tranquilla.

Prese i soldi che Draco le aveva promesso, poi, prima che lui potesse provare ad ammaliarla di nuovo, scappò letteralmente via.

 

8.

Draco non fece nulla per fermarla.

Ormai la conosceva meglio di quanto lei stessa potesse immaginare e sapeva che aveva bisogno di stare da sola.

Si sdraiò sul suo letto, tirò fuori dalla tasca il suo trofeo e se lo portò sul viso, per respirare il profumo proibito della ragazza che, ormai da diverso tempo, popolava tutti i suoi sogni.

Sorrise fra se, mise quel tesoro sotto al suo cuscino e poi uscì dalla sua camera.

 

Nello stesso momento Ginny era in camera sua, in pigiama, nel suo letto, con il viso affondato sul cuscino.

Come aveva potuto cedere così facilmente? Come faceva Draco a farle fare tutto quello che voleva lui?

Ad essere onesti, però, doveva ammettere che le piaceva stare con lui…e poi baciava divinamente!

No! Non doveva pensare a lui in quei termini.

 

Un lieve bussare alla finestra la destò dai suoi pensieri.

Si alzò malvolentieri, probabilmente era un gufo per una delle sue compagne di stanza, invece, quando aprì il vetro, davanti a lei c’era niente meno che Draco in persona, a cavallo della sua scopa.

 

-         Malfoy?! Cosa ci fai qui?

-         Sarei entrato dalla porta, ma non conosco la parola d’ordine per il tuo dormitorio!

-         E questo ti autorizza ad entrare dalla finestra?

-         Ma io non voglio entrare…

-         Oh…

-         …Voglio portare fuori te!

-         Vuoi rapirmi?

-         Dai, Weasly! Vieni a fare un giro con me!

-         Ma sono in pigiama!

-         E allora? Per dove andremo noi va benissimo!

-         E si può sapere dove avresti intenzione di portarmi?

-         Monta su e lo scoprirai!

 

Ginny guardò di sottecchi il biondo.

In realtà impazziva dalla voglia di stare con lui. Per cui sorrise e scavalcò il davanzale.

 

Con la ragazza stretta fra le braccia, Draco partì a razzo.

L’aria autunnale era fredda, ma i loro corpi, a stretto contatto, non le permettevano di insinuarsi.

 

Con il fiato in gola e la voce un po’ più alta per sovrastare il vento Ginny chiese:

 

-         Ora me lo dici dove siamo diretti?

-         Ha qualche importanza?

-         No, non credo…ma sono solo curiosa.

-         Come sempre!

-         Ormai mi conosci!

-         Più di quanto immagini! Comunque siamo quasi arrivati a destinazione.

 

Infatti, pochi  minuti dopo, Draco atterrò dolcemente sulle rive di un lago.

 

-         Che posto è?

-         Siamo dietro alla collina che circonda la scuola.

-         Non c’ero mai venuta…è bellissimo!

-         Ho scoperto questa specie di golfo pochi anni fa. Quando voglio stare da solo vengo qui.

-         E perchè mi hai voluto svelare questo tuo segreto?

-         Voglio restare solo con te, Ginny.

-         Stai ancora giocando, Draco?

-         No. Niente giochi, nessun bluff. Voglio solo fare l’amore con te!

 

Il cuore di Ginny fece una capriola.

Draco aveva mille difetti,  ma era certamente la persona più schietta e diretta che avesse mai conosciuto.

Non sapeva cosa fare ma, a quanto pare, il suo corpo rispose per lei.

Si avvicinò al principe delle serpi e cominciò a baciarlo dolcemente.

L’abbraccio leggero divenne più profondo, man mano che le loro labbra prendevano confidenza.

 

Mani sempre più desiderose di scoprire una dimensione nuova cominciarono ad accarezzare, esplorare, svestire e toccare territori inesplorati.

Infine Draco sollevò la ragazza per poi sdraiarla in un provvidenziale giaciglio fatto di foglie secche.

 

Si amarono senza vergogna, senza timore. Consapevoli che fin dall’inizio, da qualche parte nel cielo, fra le stelle o nei fondi tè della Cooman, era scritto che doveva andare così.

E chi erano loro due per contrastare il volere del destino?

 

Restarono abbracciati a lungo. Scambiandosi tenerezze e baci lievi come sospiri di vento.

Poi, quando la luna fu alta nel cielo, Draco riaccompagnò Ginny nella sua camera.

 

Facendo attenzione a non svegliare le sue amiche, la rossa rientrò nello stesso modo con cui era uscita.

Il biondo aspettò di vederla all’interno, si avvicinò per rubarle un ultimo bacio a fior di labbra e poi sussurrò.

 

-         Scusa se ti ho rapita.

-         Non hai nulla di cui scusarti.

-         Allora posso rifarlo?

-         Tutte le volte che vuoi!

 

Le sorrise felice e volò via.

 

9.

Anche se nessuno dei due lo aveva detto apertamente, ormai i loro incontri erano un appuntamento fisso.

Si amavano con tenerezza e passione e poi restavano a parlare per ore.

 

-         Fra una settimana c’è il ballo di Natale. Ci andiamo insieme?

-         Mi piacerebbe molto ma…

-         Che problema c’è?

-         Ecco…non ho il vestito…

-         E quello che avevi visto a Hogsmeade?

-         Alla fine non l’ho preso…

-         Come mai? Con tutta la fatica che hai fatto per trovare i soldi!

-         Lo so…ma ho pensato che quei soldi avrebbero fatto più comodo ai miei.

-         Quindi li hai spediti a casa?

-         Sì. E poi spendere così tanto solo per un pezzo di stoffa non aveva senso…

-         Che peccato, però! Saresti stata splendida…

-         Se vuoi andarci con un’altra…

-         Certo che no! Non intendevo questo!

-         Allora ok.

 

* * *

 

La sera della vigilia di Natale erano tutti in fermento.

Le ragazze si rimiravano allo specchio, cercando di aggiustare i capelli ribelli o il trucco sbavato, i ragazzi controllavano impazienti gli orologi ed i bouquet di fiori che avrebbero donato alle loro dame.

Bhè, tutti tranne Ginny. Lei era vestita con una semplice gonna a pieghe nera ed un maglioncino rosso. Era graziosa, ma non sembrava certo una principessa.

Poi una delle sue amiche richiamò la sua attenzione.

 

-         Ginny, guarda! C’è una scatola sul tuo letto!

-         Come?

-         Sì, ed è del negozio di abiti di Hogsmeade! Dai! Aprila subito!

 

Ginny, tentennando appena, aprì la grande scatola color avorio, e l’abito dei suoi sogni improvvisamente fu tra le sue mani.

Era senza parole! La prima a rompere lo sgomento fu una sua compagna di stanza, alla quale fecero eco tutte le altre presenti.

 

-         Oh, mio Dio! Ma è meraviglioso!

-         È l’abito più bello del mondo!

-         Non solo del mondo ma di tutto il sistema solare!

-         Avanti dai! Vallo a provare!

-         Ehi, ci sono anche le scarpe, qui!

 

Ginny alzò lo sguardo sulle sue amiche, si cambiò svelta ed in pochi istanti divenne l’immagine di un sogno.

 

-         Sei bellissima! Chiunque sia il tuo cavaliere, resterà senza fiato!

-         Perché non hai voluto dirci chi è?

-         Tanto tra poco lo scopriremo!

-         Noi intanto andiamo avanti. Tu sistemati i capelli e poi fa la tua entrata trionfale!

 

E la lasciarono sola a rimirarsi nello specchio.

 

* * *

 

Quando la musica cominciò a diffondersi, Ginny fece il suo ingresso ed un brusio sommesso fece eco.

Ginny era davvero…graziosa con la sua gonnellina nera a pieghe e con il suo maglioncino rosso.

Le amiche, curiose, le andarono vicino.

 

-         Ginny! Perché ti sei cambiata?

-         Non era per me quel vestito.

-         Ma cosa dici? Era sul tuo letto!

-         Ti dico che non era per me. Ora, se volete scusarmi, vorrei qualcosa da bere.

 

Intanto Draco s’era avvicinato alla rossa, i cui occhi, con suo sommo stupore, lampeggiavano d’ira.

 

-         non hai ricevuto il mio regalo?

-         Sì.

-         Perché non l’hai messo? Non era quello il vestito che ti piaceva?

-         Il vestito è bellissimo, ma non posso indossarlo.

-         Perché?

-         Perché non l’ho pagato io.

-         Che cosa significa?

-         Non voglio di questi regali. Non da te.

-         Io non capisco…

 

Ginny lo fissò furiosa, poi uscì dalla sala da ballo, ma Draco non era certo il tipo da lasciarsi intimorire e la seguì fino alla scalinata.

Intanto la maggior parte dei ragazzi presenti s’era fermata per seguire la scena che si presentava ai loro occhi.

 

-         Ginny, fermati!

-         Draco, non voglio parlarne.

-         HO DETTO FERMATI!

-         NO!

-         Cosa diavolo significa che non vuoi regali da me?

-         Proprio non ci arrivi, eh?

-         Spiegamelo, per l’amor del cielo!

-         Non sono venuta a letto con te per avere in cambio un vestito!

-         Che cosa c’entra il fatto che vieni a letto con me?

-         NON SONO UNA PUTTANA!

-         CHI TI HA MSSO IN TESTA UNA STRONZATA DEL GENERE?

-         E ALLORA PERCHE’ MI HAI COMPRATO QUEL VESTITO?

-         E DA QUANDO MI SERVE UN MOTIVO PER FARE UN REGALO ALLA MIA RAGAZZA?

-         Co..cosa? la tua …ragazza?

-         Ginny…ma dove hai gli occhi?

-         Io…non capisco…

-         Sono innamorato di te! …da mesi, ormai.

-         …non me l’hai mai detto…

-         Pensavo fosse palese! Mi sono inventato di tutto pur di rimanere solo con te!

-         Io credevo che per te fosse solo un gioco…

-         All’inizio era così, ma poi…

-         …Poi?

-         Lo sai.

 

Ormai l’arrabbiatura aveva lasciato spazio alla dolcezza.

Si erano avvicinati, le mani intrecciate, gli occhi negli occhi. Poi le loro labbra si unirono in un bacio mozzafiato.

 

Un coro di stupore si liberò tra i presenti, ma al di sopra di tutto si sentì il grido strozzato di Ron (il cui mento aveva raggiunto i sotterranei di Hogwarts)

 

-         ditemi che è un incubo!

-         Sì, Ron, stai dormendo e questo è un incubo.

-         Ditemi che quella lì che sta baciando Malfoy non è mia sorella!

-         No, Ron, la ragazza coi capelli rossi che sta baciando Malfoy non è tua sorella.

-         State mentendo, vero?

-         Sì, Ron, stiamo mentendo.

-         Ditemi che non è vero che è andata a letto con quel furetto!

-         Ehm…Ron…

-         NOOOOOOOOO!

 

 

10.

Draco e Ginny stavano insieme ormai da diversi mesi ed era abbastanza facile imbattersi in loro mentre si baciavano teneramente.

Ma era molto più facile incontrarli mentre litigavano.

Non erano mai d’accordo su nulla. Se uno diceva bianco l’altro rispondeva nero. Se uno diceva andiamo l’altro rispondeva stiamo.

I corridoi di Hogwarts erano il loro campo di battaglia preferito.

 

-         Ehi, amico, se fossi in te non andrei da quella parte.

-         Perché?

-         Ho appena schivato un libro volante.

-         Ginny e Draco?

-         Esatto.

-         Presto uno dei due farà fuori l’altro.

-         Io spero che vinca Ginny.

-         Non saprei. Anche lui non scherza mica.

-         Ehm…scusa un attimo…ma…non sono loro quelli lì?

-         Dove?

-         Là, vicino alla quercia.

-         Bhè…effettivamente sembrano loro.

-         Nessun’altro in questa scuola ha dei capelli così biondi …e quella testa rossa può essere solo di un Weasly, quindi…

-         …o Draco sta baciando Ron…

-         …e lo credo molto improbabile…

-         …o s’è rimesso con Ginny!

-         Di nuovo.

-         Già. Chissà se dureranno fino a domani!?

-         Mah…

 

* * *

 

Qualche giorno dopo, in biblioteca.

 

-         ora ho due ore di pozioni, poi sono libero. Ci vediamo più tardi?

-         Ma non ci eravamo lasciati, noi due?

-         Davvero? Ormai ho perso il conto.

-         Non più tardi di stamattina hai detto che non mi sopporti più…

-         questo è un dato di fatto, ma non significa niente di più.

-         Credo d’aver bisogno di una legenda in cui mi spieghi bene quando mi stai mollando e quando invece ti irrito e basta.

-         E quindi?

-         Quindi cosa?

-         Ci vediamo più tardi o devo cercarmi un’ altra ragazza?

-         Lo sai che sei stronzo?

-         Fa parte del mio fascino.

-         Scendi dal piedistallo, Malfoy!

-         Ora devo scappare o Piton questa volta mi disfa! A dopo, Weasly!

 

Sfiorò le labbra della rossa con un bacio e poi corse verso l’aula di pozioni.

Ginny rimase, come sempre, senza parole.

Malfoy era il ragazzo più difficile con cui fosse mai stata.

Era incostante, arrogante, presuntuoso, saccente, stronzo, bastardo, eppure solo lei sapeva quanto poteva essere dolce, gentile, generoso, romantico e appassionato! …e poi, inutile negare l’evidenza, era incredibilmente bello…e a letto era superlativo!

Mio Dio! Stava di nuovo arrossendo al solo pensiero di lui, nudo, che l’abbracciava stringendola forte.

Sospirando, lasciò che un sorriso facesse capolino sul suo volto.

Fra solo due ore si sarebbero rivisti.

 

11.

La cosa assurda era che, di solito, volavano parole grosse, urlate in faccia a muso duro. A volte Ginny lanciava anche qualche oggetto che Draco schivava con sguardo di sfida, come a dire: “ tutto qui quello che sai fare? ”, ma la lite si sgonfiava come un palloncino lasciato andare e tornavano insieme più felici che mai.

 

Solo una volta capitò un litigio più duro dei precedenti e chi era presente capì immediatamente d’essere di fronte ad un evento diverso.

I due ragazzi avevano discusso circa le colpe dei loro padri e, dopo essersi urlati contro di tutto, ora si fissavano in silenzio, senza dire nulla, senza un fiato. Solo i loro occhi tradivano la tensione.

Fu Ginny a rompere il silenzio e lo fece sussurrando:

 

-         Quindi è finita?

-         Credo di sì.

-         Forse è meglio così, non facciamo che litigare…

-         Siamo troppo diversi.

-         Ho sempre saputo che non saremmo durati a lungo.

-         Dovevamo aspettarcelo, prima o poi.

-         Già.

-         Già.

-         A questo punto che facciamo?

-         Non so. Forse dovremmo salutarci così.

-         Ok.

-         Ok.

-        

-        

-         Allora, addio.

-         Sì. Addio.

 

Entrambi si guardarono ancora per qualche secondo, per imprimere l’immagine dell’altro nei propri ricordi, poi, come in un duello, si diedero le spalle e cominciarono a camminare allontanandosi sempre più.

Dopo una decina di passi, Draco si fermò, incerto.

Che diavolo stava facendo? Non voleva che finisse, con lei. Non voleva perderla.

Si voltò pronto a correrle dietro per tutta la scuola, se necessario, pronto ad umiliarsi davanti a tutti, pur di poterla riabbracciare, ma non ce ne fu bisogno, perché, nell’attimo esatto in cui si voltò, lei stava già volando verso di lui.

Gli si buttò fra le braccia, aggrappandosi come un naufrago ad un salvagente e, tra le lacrime, gli stava dicendo le stesse cose che lui aveva solo pensato.

 

-         Draco! Ti prego! Non lasciarmi! Ti giuro che cercherò di cambiare. Farò tutto quello che vuoi. Ma ti scongiuro, non lasciarmi.

-         Sei una stupida! Non farlo mai più!

-         Cosa?

-         Lasciarmi così! Mi hai fatto perdere almeno cinque anni di vita!

-         Ma io credevo che tu non mi volessi più…

-         Dai troppo peso alle parole, Weasly! Non dicevo sul serio.

-         È la verità?

-         Certo, sciocca! Ti amo da impazzire! Credevi davvero di poterti liberare di me così facilmente?

-         Non è uno scherzo?

-         Questa volta ho avuto davvero paura. Mi verranno i capelli bianchi, per colpa tua!

-         Draco io non ci capisco più niente.

-         Facciamo un patto. Litighiamo e urliamo fino a sfinimento, ma non lasciamoci più. Non potrei sopportarlo!

-         Sono d’accordo con te e ti prometto che cercherò di cambiare.

-         No! Non farlo! Ginny, tu mi piaci esattamente così come sei. Con le tue mattane ed i tuoi bronci! Prometti di non cambiare mai e di amarmi per sempre!

-         Lo prometto! E tu? Mi amerai sempre?

-         Finchè avrò fiato, finchè avrò cuore, finchè avrò forza, io vivrò per te!

 

Si scambiarono un lunghissimo bacio, poi Draco la sollevò in braccio e la condusse in un luogo più intimo, dove poter suggellare il loro ritrovato amore.

 

 

Lei pensa che io sia importante

che non ho un difetto dentro e fuori dal letto

Lei pensa che in fondo sia dolce

però all’occorrenza so anche esser forte

Per lei son speciale io e non me ne ero mai accorto io

 

Io che non so mai se è amore o soltanto un altro errore

però lei è fantastica così

E non gliene frega niente anche se sa perfettamente

che io non sarò mai un santo o giù di lì

 

Io perdo la testa ancora un po’

ma questa volta giuro non lo so se mi difenderò

 

Lei pensa che ho solo paura

se a volte dal niente io metto le mura

Per lei io riesco a esser grande

anche quando mi perdo tra le mie domande

 

Sarà sempre un duello con te

ma se io resto qui mi va bene così!!!

                                 

(  “Speciale”  G. Grignani )

 

 

12.

Lucius Malfoy guardava fuori dalla finestra, mentre sua moglie e suo figlio erano seduti nel salotto di Malfoy Manor.

 

-         Quindi è vero?

-         Sì.

-         Esci con la figlia di Artur Weasly?

-         Esatto.

-         Ti rendi conto di che razza di famiglia siano?

-         Io non amo tutta la famiglia Weasly, ma solo Ginevra.

-         Sai benissimo che sono tutti molto uniti. Stare con lei significa imparentarsi con tutti.

-         Ne sono consapevole.

-         E nonostante questo…

-         …continuo ad amarla alla follia!

-         Draco, inutile dire che mi hai colto di sorpresa…ma perché proprio la Weasly?

-         Non l’ho deciso. È successo e basta.

-         Tu sei sicuro che lei non stia con te solo per i tuoi soldi?

-         Stai scherzando, vero?

-         Perché? Non lo credi possibile?

-         Papà, se avesse puntato solo ai soldi, avrebbe scelto Potter, no?

-         Corretto.

-         Non credere che per lei sia stato facile dire ai suoi che esce con me. Non sono proprio benvisto a casa sua!

-         Lo immagino.

-         Se per te è un problema, andrò via da Londra. Non mi importa dove sarò, mi basta sapere che lei sarà con me.

-         Non essere precipitoso. Fammi fare un paio di telefonate.

-         Che cosa intendi fare?

-         Credo che domani mattina il signor Artur Weasly riceverà una lettera di reintegrazione al suo posto di lavoro…

-         È possibile?

-         Non esiste la parola “ impossibile ” nel vocabolario dei Malfoy!

-         Grazie, papà!

-         Lo faccio solo perché non voglio un pezzente per consuocero!

 

Lucius si voltò per guardare suo figlio, visibilmente sollevato, poi spostò lo sguardo sul volto aristocratico di sua moglie, che sorrideva soddisfatta.

Draco andò a dare la bella notizia a Ginny, mentre Malfoy senior si avvicinò alla consorte.

 

-         Contenta?

-         Sì, per ora.

-         Che cosa intendi dire?

-         Che dovrai imparare a comportarti civilmente con i Weasly. Draco è innamorato di quella ragazza e non permetterò che tu, con le tue macchinazioni, rovini la loro storia d’amore!

-         Ma Cissy…

-         Niente ma! È vero che nessuno è così pazzo da mettersi contro un Malfoy, ma tu vedi di non metterti contro di me! Perderesti!

-         Sei una strega.

-         Peggio: sono una madre!

 

Si sorrisero reciprocamente, per poi abbracciarsi felici.

 

***   ***   ***   ***   ***   ***

n.d.a.

Ed ora, (vi tocca), i ringraziamenti:

un grazie, come sempre, a chi legge i miei viaggi mentali.

Due grazie a chi legge i miei viaggi mentali e ha pure il coraggio di lasciare un commentino.

Tre, quattro, cinque, dieci, mille grazie a tutti coloro che, in modo più o meno tangibile, mi spronano a continuare a scrivere ed a migliorarmi.

Farò del  mio meglio e spero di non deludervi mai!

Vi voglio bene!

 

Strabaci

Frency70

   
 
Leggi le 14 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: frency70