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Autore: GryffinLover    02/10/2009    0 recensioni
E' una one-shot sulla storia di una ragazza come tante altre, che ha per titolo una splendida canzone di Taylor Swift. "Uno sguardo che mi fa tornare a quando credevo che sarebbe stata sempre, e per sempre"
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SEMPRE, E PER SEMPRE

E' strano quanto ci si possa sentire in cima al mondo un giorno, e il giorno dopo aver sola voglia di scappare via. Mettiamo le cose in chiaro, non sono mai stata una ragazza che si arrende facilmente. Nella mia vita ho sempre provato e riprovato finché non riuscivo, era una cosa che mi dava soddisfazione. Ma purtroppo ho capito che le cose cambiano, non è vero? E' incredibile, una sola persona è riuscita a condizionarmi e a stravolgermi la vita così tanto. Ovviamente, è lui. E' sempre e solo lui. Non riesco neanche a pensare razionalmente, probabilmente è una situazione penosa, ed è vergognoso che ci sia finita per colpa di una persona così. E' solo che non pensavo che sarebbe finita così.
Scommetto che non ci state capendo molto, vero? Beh, tutto è cominciato un anno fa.
 ***

Auditorium del Liceo.
"Questi erano gli alunni del corso C. Siete pregati di seguire la professoressa nella vostra aula". Era la voce del preside, aveva appena finito di smistare i ragazzi di prima superiore, tra cui c'ero anche io, nelle diverse classi. Ma in quel momento non stavo precisamente ascoltando, no. La mia attenzione era tutta per la persona che era seduta due file davanti a me. Non sapevo ancora il perché, al momento, ma non riuscivo a smettere di guardarlo.


Il giorno dopo.
"Tu ti chiami Ambra, vero?". Ecco, in quel preciso momento stavo per avere un collasso, dovuto a cause misteriose. Sapevo solo che era qualcosa che c'entrava con il ragazzo che mi aveva appena fatto quella domanda.
" Ehm...n.. cioè, sì, Ambra. Tu sei Luca, giusto?"
"Sì. Beh, piacere di conoscerti". E così dicendo si era alzato dalla sedia in fianco al mio banco sulla quale si era seduto solo due minuti fa ed era tornato dai suoi amici. Beh, non c'è che dire, aveva fatto in fretta a fare amicizia, si vedeva che era un ragazzo speciale. E così si chiamava Luca. Luca. Bel nome.


Due settimane dopo.
"Non lo so, Vale!" avevo detto, irritata, alla mia migliore amica. Anche se non era proprio vero quello che le avevo detto. La domanda che lei mi aveva appena fatto mi girava in testa da due settimane.
"Ma allora ti piace?", questo era quello che mi aveva chiesto. Ovviamente riferito a lui. Non c'era niente da fare, la mia migliore amica mi conosceva proprio bene. Se n'era accorta subito, anzi, ancora prima che me ne rendessi conto io.  Diciamo che comunque avevo una giustificazione: non mi era mai successo prima. Lo so, è ridicolo e sembra strano, ma all'età di quattordici anni non avevo ancora provato quella sensazione così forte. L'essere innamorata. Mi era capitato di pensare che dei miei compagni fossero carini, ma non era neanche lontanamente vicino a quello che mi stava succedendo in quel momento. Il fatto è che non riuscivo a smettere di pensare a lui, di parlargli, di ridere con lui, di parlare su Msn con lui. Mi faceva stare bene, alzarmi alla mattina con l'idea fissa che tra poche ore l'avrei rivisto. Andavamo davvero d'accordo, non mi era mai capitato prima, di avere una sintonia così diretta e immediata con qualcuno.

Altre settimane dopo. Una classe vuota, solo tre persone. Un ragazzo, una ragazza e una professoressa.
Azz...compito in classe di matematica. Nah, non è mai stata la mia specialità. Comunque, quel giorno avevamo il compito in classe di questa odiosissima materia all'ultima ora del sabato. Che splendore. Beh, la nostra prof era una donna abbastanza concessiva, e permetteva a chi aveva finito il test prima dello scadere dell'ora di andare a trascorrere il restante tempo al bar della scuola. Quel giorno, fortunatamente, la verifica non era poi così spietata e impossibile, perciò quasi tutti avevano terminato abbastanza presto; a che fare con espressioni e problemi ero rimasta solo io e, caso volle, proprio Luca. Che strano, però, mi sembrava di aver capito che se la cavava niente male in matematica.
"Allora? Quanto ti manca?". Questo era lui, che mi bisbigliava dal banco dietro di me.
"Poco, dammi due minuti e ho fatto".
"Okay, ti aspetto". Tenero...
Poco dopo, eccoci uscire dalla classe e dirigerci al bar. Beh, devo dire che gli altri avevano fatto davvero in fretta. Intanto era suonata la campanella, e tutti i nostri compagni si erano volatilizzati, era rimasto solo il nostro barista.
"Beh, quanta gente...", fu il mio commento.
"Giò... Senti, devi fare qualcosa questo pomeriggio?", mi chiese Marco, e a quel punto cominciai a perdere razionalità.
"No, i miei sono fuori tutto il giorno. Perché?" Ti prego ti prego ti prego, invitami fuori .
"No, niente...beh, pensavo, visto che non è rimasto nessuno...tanto vale uscire solo noi due, no? Ti va di andare a mangiare qualcosa al McDonald qui vicino?"
"Certo, volentieri. Andiamo?". Questa fu la mia risposta assolutamente controllata e dignitosa, anche se nella mia mente stavo improvvisando un balletto di ringraziamento. Non ci potevo credere, stavo per uscire a mangiare con lui!
Mentre ci avviavamo, pensieri non richiesti si affacciarono nella mia mente. Era solo una semplice stupidissima uscita tra amici, non era niente di più, perlomeno lo era per lui. E allora perché ero così emozionata? Lo sapevo, perché per me era molto di più che andare a mangiare un Big Mac al McDonald.  Prima di allora c'eravamo trovati completamente da soli poche, troppo poche volte. E in quel momento era così strano per me, essere invitata fuori. Nessun ragazzo l'aveva mai fatto prima, per me. Ancora una volta, Luca era il primo - e il più importante.

In un affollatissimo McDonald in centro.
"Avevi fame, eh?", mi disse Luca. E aveva ragione, avevo ingurgitato un paninozzo e una porzione di patatine a velocità record. Eh, che ci volete fare, quando sono nervosa mangio come un bufalo. E in quel momento ero molto più che nervosa. Anche mentre mangiavo, non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso; niente da fare, era semplicemente perfetto.
"Eh, sì, un pochino", gli sorrisi.
"Un pochino", ripetè divertito. "Ehm, ascolta. Devo....cioè, volevo....cavolo, perché è così difficile?".
Cosa? Cos'era difficile? Mi stava facendo preoccupare, non mi era mai sembrato così vulnerabile.
"Marco, cosa succede? Tutto bene?".
"No. Certo che no. Come faccio a stare bene, se non riesco a concentrarmi su altro che non è l'unica persona che ho in testa?".
Oh. Capito. Gli piace un'altra. Eccolo, uno dei momenti in cui il mondo ti crolla addosso. Forza, Ambra. Chiedigli chi è. Dopotutto siete amici, no? Se te lo ha detto vuol dire che ha bisogno di parlarne. Dai.
"Ah. E....ehm....ti piace tanto?". Che domanda intelligente. Ma brava.
"Molto più che tanto". Andiamo bene. Maledetto compito di matematica, se non fosse stato per quello sarei tornata a casa con la Vale e non avrei dovuto prendere parte a questa discussione, che in altre parole è la mia distruzione.
"Capisco. E...dimmi, la conosco?". Okay, questo era abbastanza sensato.
"Molto più di quel che credi..."
"E chi..." Ma la domanda mi morì sulle labbra, lasciando il posto per qualcosa di molto meglio. Luca mi stava baciando. Baciando, me. In quel momento la mia mente si annebbiò, esistevamo solo noi. E' stato uno dei momenti più belli della mia vita, il mio primo bacio, anche se la situazione, in un McDonald strapieno, in mezzo a una cinquantina di persone, davanti agli avanzi dei nostri untissimi panini, non era proprio delle più romantiche....è stato magico. 

Nei mesi dopo mi è sembrato di vivere una favola. Non era la mia vita, non lo sembrava, almeno. Lui si era rivelato un perfetto ragazzo, se possibile ancora meglio di quello che credevo. Era una cosa impossibile, quanto ero fortunata? Un ragazzo simpatico, bello come il sole, dolce e premuroso, che volevo di meglio? Mi ricordo il giorno del nostro quinto mese insieme.
 Avevo passato giorni a fantasticare su quel giorno, anche perché lui mi aveva detto che sarebbe stato speciale. Mi svegliai, mi diedi una sistemata e misi i vestiti che avevo scelto per quel giorno e presi la metro per andare a scuola. Scesi dalla metropolitana, e mi avviai verso la mia scuola. Alla mia entrata in classe, la mia accoglienza fu la migliore possibile. Semplicemente lui, che mi abbracciò e mi baciò. Forse un po' con troppa foga, perché un paio di nostri compagni si misero a fischiare. Beh, che si facessero i fatti loro! Quella mattina non riuscii proprio a concentrarmi, e fui più che felice quando, alla fine delle lezioni, Luca mi prese per mano e mi portò fuori dalla scuola. Salimmo sul suo motorino, che aveva preso la settimana prima, e lui mise in moto. Dopo un po', arrivammo in una via che non avevo mai visto prima. Feci per chiedergli dove eravamo, ma una cosa che vidi mi fece perdere la capacità di parlare.
Per terra, proprio davanti a noi, una scritta fresca brillava dall'asfalto: "Sempre, e per sempre, noi.". No. Questo doveva decisamente un sogno, era troppo per essere vero. Mi pizzicai, ma...niente? Com'è possibile, era la realtà?!
"Ehm....beh, ti piace?", chiese timido lui.
"Se mi piace? Uhm, fammici pensare...considerando che sono cinque mesi da quando ci siamo messi insieme, che sei la persona più perfetta che conosco e che questa è la cosa più dolce che chiunque abbia mai fatto per me...dire proprio di sì, mi piace!" e non lo lasciai rispondere, perché lo travolsi con un bacio.

Un paio d'ore dopo eravamo seduti su una panchina che dava bella vista sul suo meraviglioso regalo, e stavamo parlando.
"Ti ho mai detto che ti voglio bene?" mi chiese lui.
"Certo, anche io te ne voglio".
"E che ti adoro?".
"Sì, mi hai detto anche questo, e anche in questo ricambio".
"E...che ti amo?". Questo proprio non me lo aspettavo. Era la prima, la primissima volta che me lo diceva.
"Me lo hai detto adesso....e anche io lo faccio, più di quanto tu riesca a pensare". Riuscii a rispondergli dopo qualche secondo.
In quel momento pensai che niente avrebbe mai potuto rovinare quello che c'era tra di noi. Era semplicemente perfetto. Sarebbe durato sempre, e per sempre.

Sbagliato. Le cose cambiano, e cambiamo anche noi. Dopo altri meravigliosi mesi insieme, arrivarono le vacanze. Poco prima che lui partisse, andammo insieme a Gardaland. All'ombra delle montagne russe, ci mettemmo a parlare.
"Dopodomani parti. Lo sai che mi mancherai, vero?", gli dissi.
"Sì. E anche tu mi mancherai. Ti scriverò ogni giorno, promesso".
"Grazie. E voglio anche un'altra promessa: non ti metterai con la prima ragazza in bikini che passa, non è vero?"
"Stai scherzando? Io voglio solo te. Dovresti saperlo.", mi rispose.
Due giorni dopo lui partì. Per i primi giorni andò tutto bene. Mi scriveva messaggi ogni giorno, era affettuoso e dolce come sempre. Ma poi cominciai a sentire distacco e freddezza nei suoi messaggi, fino ad arrivare all''ultimo giorno:
- Domani torno, arrivò in paese alle 17. Ci vediamo presto. -
Fine. Neanche un misero "TVB" o un "baci". E in quel momento tutte le mie paure, che avevo cercato di relegare in un angolino del mio cervello per tutta la durata delle sue vacanze, esplosero. Fu una notte terribile. Ma mai quanto il giorno dopo.

Alle 17.15 mi arrivò un suo SMS. Mi diceva di incontrarci al parchetto della nostra città, perché doveva parlarmi. Mi precipitai lì, e lo vidi. Era più bello che mai, abbronzato e baciato dal sole. Eppure, c'era qualcosa che non andava, e quando alzò la testa capii cos'era. Lo sguardo. Era totalmente diverso da quello a cui ero abituata, era vuoto, distaccato.
"Ciao, Luca!", dissi, e corsi incontro a lui. Ma lui mi respinse. Sconvolta, feci per parlare, ma lui mi anticipò.
"Ciao, Ambra. Senti, tagliamola corta. Devo dirti una cosa, e so che non ti piacerà. Abbiamo passato mesi molto belli insieme, e di questo ti ringrazio. Ma devi sapere la verità. In vacanza ho conosciuto un'altra ragazza, che abita qui vicino. Ci siamo messi insieme, e non ho intenzione di essere falso con te. E' stato bello, ma è finita. Ciao, Ambra". E senza dire altro, si voltò e uscì dal parco.
In quel momento, la mia mente si annebbiò ancora una volta, ma non fu come la volta del nostro primo bacio. Avevo solo una consapevolezza. Luca aveva conosciuto un'altra, e aveva preferito lei a me; mi aveva lasciato. Era finita.

***



Sono passati tre mesi da quel giorno, ma ancora non riesco a farmene una ragione. Continuo a chiedermi se ho sbagliato qualcosa, se avrei potuto fare qualcosa per evitare che succedesse quello che è accaduto. Ma non arrivo a nessuna conclusione. Il tempo passa e io non riesco a dimenticarlo. Questa mattina è bastata una semplice cosa, per farmi ripensare a lui, e a rovinarmi la giornata.
Stavo camminando a vuoto per il nostro quartiere, e dove mi ritrovo? Già. Proprio nel posto della nostra scritta. Con le lacrime agli occhi, mi constringo a guardare per terra. E' ancora lì, i colori meno vividi e alcune lettere un po' sbiaditi, ma è ancora lì. "Sempre, e per sempre, noi". E in quel momento sposto lo sguardo, la vista mi fa troppo male, ma vedo altro che mi fa stare anche peggio. Una ragazza e un ragazzo, che, seduti sulla "nostra" panchina, si baciano. Dolcemente. Si staccano, e lui la guarda in un modo che mi fa venire ancora una volta da piangere. Uno sguardo che mi fa pensare. Uno sguardo che mi riporta a quando credevo che sarebbe stata sempre, e per sempre.









Allora, cosa ne dite? Lo so, è triste, però volevo provare a scrivere una ff di questo genere.Una piccola nota: il titolo è la traduzione di una splendida canzone di Taylor Swift, anche se la storia non c'entra niente con quella canzone. Sinceramente non so come sia venuta, sono ancora un'esordiente con le fun-fiction. Per questo motivo mi piacerebbe tanto sapere il vostro parere, non importa se negativo o positivo, basta che ci sia. Vi ringrazio già in anticipo: graziee ^^


     bacioniiiii  =)
  
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